Validità certificato di malattia

Salve,scrivo per mia madre...Le racconto la sua storia.Dall'uno dicembre 2003 entra in malattia per la presenza di emorroidi di IV grado.Il 19 dicembre alle ore 12:00 arrivo' la visita fiscale,mentre mia madre si era recata dal medico di base in seguito a crisi emorroidaria facendosi rilasciare un certificato recante testuali parole:"la sig.ra x il giorno 19 dicembre alle ore 12:00 viene visitata presso il mio ambulatorio per crisi emorroidaria".Il medico fiscale aveva lasciato a mio padre la relativa documentazione e l'invito a presentarsi all'INPS nell'arco di 10 giorni per risolvere tale questione.Il 22 dicembre ci recammo all' INPS dove il medicofiscale cheaccettò mia madre ritenneche il certificato del medico curante non fosse valido perchè troppo povero.Ci disse che se entro 10 giorni non avessimo portato un certificato"valido"avrebbe chiuso la malattia.Mia madre si rivolse alsuo medico curante spiegandogli l' accaduto,egli indignato sostenne che quel certificato doveva essere accettato e che non esiste un obbligo legislativo circa il contenuto della certificazione,pertanto ne scrisse una identica.Ci recammo nuovamente all'INPS,ma il medico responsabile della pratica di mia madre era in ferie.Un infermiere recuperò la pratica dove era stato annotato in matita"IN ATTESA DI GIUSTIFICAZIONE VALIDA"e visto che non era al corrente di ciò chiese delucidazioni.Per concludere raccolse la documentazione e laposò sul tavolo del medico responsabile dicendo che l' avrebbe consultata appena rientrato e che sarebbe arrivato l' avviso a casa qualora avesse deciso di sospendere la mallattia.ora dottore,quello che vorrei chiederle è:si può non accettare una giustificazione del medico curante e considerarla troppo povera?Dimenticavo di dirleche mia madre è in attesa di intervento chirurgico e che è in possesso già da prima che arrivasse la visita fiscale di un certificato dello specialista in colonproctologia (rilasciato il 15 dicembre).Cosa ci consiglia di fare?Ringraziandola anticipatamente,porgiamo ipiù cordiali saluti.
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Dr. Giampiero Griselli Dermatologo, Medico estetico 8.6k 310 139
Gent.le Pz
la normativa dice che la assenza del lavoratore a visita domiciliareINPS, viene sanzionata, a meno che non vi sia una valida giustificazione.Nella fattispecie l'assenza deve essere motivata da urgenza,indifferibilita',necessita' ;andra' valutata dalla sede INPS di competenza (che assume valore di prevalenza ).Ovviamente puo' essere sempre presentato ricorso contro giudizi non ritenuti idonei( alla stessa sede INPS ).
La non accettazione della giustificazione,in quanto priva delle suddette caratteristiche,e' cosa diversa dalla interruzione del periodo di malattia(abbreviazione del periodo -certificato).Quest'ultima avverra' solo davanti a giudizio di idoneita' al lavoro espresso da medico INPS durante la visita, relativa all'invito lasciatole dal precedente medico fiscale( che non trovo' sua madre al domicilio).
Penso pero' che il problema sia solo di evitare la sanzione ammenda relativa alla assenza ingiustificata del 19 dic.;era opportuno che il suo medico di base motivasse la venuta in ambulatorio di sua madre con elementi che caratterizzassero la effettiva urgenza e indifferibilita' della visita.E' ovvio che la giustificazione deve essere letta,valutata e accettata(o meno)dai medici legali INPS che hanno la prevalenza nel decidere se far erogare il contributo economico INPS;altrimenti non si capirebbe il significato di giustificazione.
Sua madre continuera' certo la malattia se non idonea a riprendere il lavoro(e in caso contrario puo'chiedere di essre visitata in visita collegiale);per non incorrere nella sanzione per l'assenza del 19 deve presentare la piu' ampia giustificazione possibile,
Cordialita'

Dott.Giampiero Griselli Dermovenereologo
www.dermoonline.com
Ferrara,Torino,Brescia,Porto Tolle(RO)

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Dr. Armando Piscioneri Medico del lavoro, Medico fisiatra, Medico dello sport 4 1
Senza entrare in alcun polemica con il collega dell'INPS che ha giudicato, suo malgrado, povera la certificazione del medico di base, ritengo senza dubbio pretestuosa la posizione di questo collega, poichè "la crisi emorroidaria" di per sè dovrebbe essere ragione sufficiente per accogliere l'istanza della paziente e quindi riconoscere corretta giustificazione il non essersi trovata in casa, quel fatidico mezzogiorno del 19 dicembre.
Rammento da ultimo che solitamente la trombosi emorroidaria si manifesta con intenso dolore associato alla sensazione della presenza di un corpo estraneo a livello del canale o dell’orifizio anale.L’indagine clinica, resa spesso difficoltosa dall’intensa sintomatologia lamentata, mette in evidenza una tumefazione bluastra di consistenza dura o duro-elastica, molto dolente alla palpazione, localizzata in corrispondenza del margine anale. Spesso possono esservi multiple masse nodulari trombizzate con importante edema (gonfiore) perianale: la trombosi può infatti essere unica o multipla, interna o esterna, parziale o con coinvolgimento dell’intera circonferenza anale.Il medico dovrà ovviamente prendere in considerazione, nel corso della visita, altre possibili cause di dolore associato a masse perianali ed escluderle prima di dar corso a provvedimenti terapeutici.La crisi emorroidaria trova rapida soluzione mediante evacuazione del coagulo attraverso una piccola incisione eseguita in anestesia locale nell’ambulatorio del chirurgo: la procedura è del tutto indolore e determina una pressoché immediata scomparsa della sintomatologia precedentemente accusata. Quanto più è precoce tale intervento, tanto più è semplice ed efficace la sua esecuzione; il paziente può tornare immediatamente a casa, riprendendo pressoché subito le sue occupazioni. In caso di trombosi di grosse dimensioni o a tutta circonferenza può essere indicato un intervento di emorroidectomia in condizioni d’urgenza
cordialità doc ap

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