Sidrome dell'abbandono?

Gent. Dottori,
sono una ragazza di 25 anni..sto per laurearmi e nel frattempo lavoro saltuariamente in un negozio di abbigliamento per cercare di essere il più indipendente possibile. Tutto questo mi fa sentire fiera di me in alcuni momenti e mi stimola ad andare avanti.
La mia infanzia non è stata facile: mio padre non c’era mai,non lavorava,è stato in carcere,beveva e picchiava mia madre; d’altro canto mia madre ha sempre sgobbato per noi,succube di mio padre in tutto,anche ora,per poi invece accusare di essere rimasta con lui per noi.
Io e mio fratello più piccolo di 2 anni ,siamo sempre stati a casa da soli ,abbiamo imparato a farci da mangiare a 8 anni,abituati a non uscire e a non fare vacanze come gli altri. Nonostante questo anche lui si sta laureando,non abbiamo mai frequentato brutte compagnie,né dato problemi,forse già troppo immersi nei problemi in casa. Così vicini da piccoli,ora invece manco ci parliamo,non riesco a parlargli,e non riesco a perdonarmi di non essergli stata vicina ma nello stesso tempo sono incapace di trovare un’ appiglio per iniziare un rapporto. Lo stesso lui con me,probabilmente. E così, ora siamo io e lui due estranei nella stessa casa.
Da quando ho 15 anni mio padre si è trovato un lavoro ma comunque non c’è mai stato un rapporto..Siamo andati a lavorare per poter avere i soldi per uscire,vinto borse di studio per andare all’università..Il problema è che potevamo stare anche mesi senza parlare con loro,anche stare fuori dei giorni senza una telefonata,e loro sapevano solo dirci che eravamo maleducati e criticarci alle spalle una volta andati a letto.
Ultimamente le cose sono migliorate,da mesi è iniziato un minimo di dialogo,ho cercato di mettere da parte la rabbia ma continuo a stare male. Le colpe ovviamente stanno da entrambe le parti,come sempre.
Da quando ho 15 anni ho avuto 3 storie che sono durate ciascuna minimo un anno in cui ero gelosa e facevamo poche uscite con amici sia da soli sia in coppia. Tutte sono finite perché mi ero ‘stufata’. Più di tanto non sono mai riuscita stare da sola e nell’altro ho sempre trovato un appoggio totale,facendo ruotare la mia giornata intorno a lui,me ne rendo conto.
L’ultima di queste storie è durata un anno ed è finita dopo aver scoperto che mi tradiva da mesi,che usciva dopo avermi portato a casa e altre cose del genere.. Proprio in quest’ultima storia avevo cercato di essere meno oppressiva,se non mi scriveva capivo che era a lavoro,non ci sentivamo per telefono e non mi preoccupavo,uscivamo anche con amici..e poi invece sono stata tradita,presa in giro!! A dir la verità sentivo qualcosa che non andava,non certo innamorata,ho sempre tenuto le distanze,ma nonostante questo mio sentimento poco profondo ho iniziato ad avere quel tipo di atteggiamento che sto avendo ora,anche se meno esasperato.
Dopo qualche mese mi sono messa con l’attuale fidanzato; ormai è un anno e mezzo che stiamo insieme. All’inizio era tutto stupendo,lui era pieno di attenzioni,voleva vedermi ogni sera,ha iniziato ad uscire solo con me,a fare progetti. E io mi sono fatta prendere dalla situazione,felice come non mai,sommersa di affetto e di attenzioni come mai avevo avuto,come a recuperare tutto quello che non mi era stato dato da piccola. Fin quando lui ha avuto una promozione e le cose sono un po’ cambiate,anche se forse questo fa parte della storia naturale di qualsiasi rapporto. Con l’attuale lavoro ha iniziato a stare 12 ore al giorno a lavorare,il sentirsi si è ridotto a 1 telefonata e a qualche messaggio,e dal vedersi tutte le sere si è passati al vedersi 3 o 4 volte la settimana a casa sua,dove lui vive con i suoi,e visto che è stanco,giustamente,ad uscire solo una sera la settimana 2 ore. Forse non ho capito il momento.
Infatti il problema è che io sono entrata in paranoia,non riesco più a studiare,a fare sport,e ho passato tante giornate ossessionata dalla paura che lui mi tradisse. Piango,gli mando messaggi in cui sono terrorizzata da questa paura,sono gelosa di niente spesso. Mi rendo conto che dovrei smettere,che così lo perdo veramente,ma più penso questo e più mi viene paura di averlo già perso,a maggior ragione perché mi rendo conto di non stare bene e di appesantire anche quei momenti in cui ci sentiamo o ci vediamo. Ma non riesco a calmarmi. Ho fatto tante scenate in cui ho spento il telefono,l’ho lasciato,gli ho gridato di tutto,ho anche alzato le mani(e me ne vergogno perché non voglio essere come mio padre) ma poi,una volta che lui mi viene a cercare io torno indietro e riinizio con i messaggi in cui lo stresso con la mia ossessione di essere abbandonata. Ovviamente ci sono dei periodi in cui mi calmo ma basta un niente che rientro nel circolo vizioso.
Lui dall’altra parte mi è venuto tante volte a cercare,tante volte mi ha tranquillizzato e del resto mi telefona appena può,mi scrive,manco esce con gli amici..ma ormai ogni cosa che gli dico per lui io sono solo stressante,ormai non riesco più a fare un discorso che temo che lui mi dica le cose per farmi stare zitta,mi sembra che non si esponga,a volte manco risponde..e io continuo a parlare da sola. Ormai so che tutto è rovinato ma se comunque gli voglio solo semplicemente dire che vorrei fare più cose insieme a lui come faccio? E poi a me farebbe piacere se lui uscisse anche con gli amici oppure tutti insieme ma lui dice che non esce con gli amici perché mi darebbe fastidio. Siamo arrivati a questo punto triste ed è stata colpa mia,e anche se gli parlo di cosa non mi và lui spesso non mi dà relazione. Forse non mi và mai bene niente?! E continuo a farmi del male, a pensare,un momento sono felice,e un momento divento triste. A volte non capisco dove sbaglio io o dove sbaglia lui.
Anche quando gli ho parlato della mia intenzione di andare dallo psicologo non mi ha spalleggiato,ha fatto cadere lì la cosa. Però mi sembra tutto tranne che menefreghista,ci sono tanti momenti dolci. Però c’è poco dialogo sui problemi,forse perché io ho esasperato tante volte le cose,portandole per le lunghe..come mi dice sempre.
Non è certo facile parlare delle cose che si hanno dentro e soprattutto renderle per iscritto. Sicuramente avrò detto tante cose inutili ma spero di essermi fatta capire e magari di avere un giovamento dalla vostra risposta,di cui sinceramente ho un po’ paura. Mi rendo conto ovviamente di non poter risolvere tutto così,che dovrò lavorare su me stessa,ma non so da dove iniziare.
Mi rendo conto che il mio comportamento è instabile e poco maturo nel rapporto con gli altri, nonostante io mi faccia vedere forte, e dica in faccia quello che penso . Questa difficoltà ce l’ho anche nell’amicizia: non ho fiducia,tante volte sono stata delusa e tante volte probabilmente ho sbagliato anch’io,ora sicuramente perché non do più niente,sto sulle mie pensando che tanto all’altra persona non importi un granchè. E infatti praticamente la mia vita ruota di nuovo intorno al lio fidanzato. Questo dualismo è patologico.
Vorrei stare bene con me,con il mio fidanzato,con gli altri,portare avanti i miei principi e costruire qualcosa da sola come ho fatto fino adesso e qualcosa di diverso da quello che mi hanno dato i miei genitori. E scacciare le mie paure,non riesco manco a rilassarmi,a godermi i momenti,sempre con l’ansia che la cosa finisca,e anche se spesso non lo esterno certo stare bene è un’altra cosa.
Cordiali saluti

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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
dal Suo consulto, direi da guinnes vista la lunghezza, emerge un'incredibile voglia di "buttare fuori" tutto.

Un tutto ricco di particolari, di immagini e di emozioni, nessuna scontata, anzi.

Credo che la Sua vita vada raccontata, magari in un contesto protetto come quello psicologico, per cui io a differenza del Suo ragazzo appoggio questa idea.

Lo faccia per il Suo presente relazionale "complicato", ma soprattutto lo faccia per il Suo passato doloroso.

La gelosia è un segnale di "perdita" del controllo, e quindi è legato alla Sua ansia. Ma, fondamentalmente, rimanda al timore di venire abbandonati e di perdere l'amore.

Essendo il tema della "perdita" (vedi rapporto col padre) piuttosto centrale direi che potrebbe partire da qui.

Ma niente viaggi psicologici in solitaria: meglio farsi accompagnare.

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la risposta tempestiva e gentile.
Leggendo ho pianto,mi sento così fragile e sono anche arrabbiata con me stessa perchè non posso essere tranquilla e felice,perchè non riesco a calmarmi,anche se ovviamente questo non ha senso.
Non voglio più che questo groviglio di paura,rabbia e delusione mi codizioni ancora.
Seguirò il Suo consiglio,le Sue parole sono state comprensive e spero mi spronerranno..A volte si cerca di non vedere il problema,si sminuisce,si pensa che le cose cambieranno e di farcela e si rimanda,si chiudono gli occhi..
Scusi ancora se sono prolissa..E spero di trovare qualcuno a cui rivolgermi,non ne ho idea purtroppo.
Ringraziando ancora
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Dr.ssa Cecilia Sighinolfi Psicologo, Psicoterapeuta 480 24
Gentile ragazza,
concordo con il Collega nel dire che la sensazione che si prova leggendo la sua richiesta è di un fiume che ha voglia di rompere gli argini e scorrere.

La sua è una vita di sofferenza e di successo, nonostante la difficile situazione famigliare è riuscita a lavorare e ottenere borse di studio per costruirsi un futuro. Ma la sua vita è fatta anche di difficoltà relazionali, di fragilità e di paura di essere abbandonati. Nella sua vita ha sperimentato relazioni conflittuali (con suo fratello) o assenti (suo padre) e oggi la sua possibile insicurezza di fondo, insieme alle sue paure, sta minando la relazione con il suo fidanzato.
Lei stessa dice di sentirsi fragile e di provare rabbia verso se stessa e questo non le permette sicuramente di stare bene con se stessa né con gli altri.

Se è vero che il fiume della sua vita merita di essere accolto, ascoltato e condiviso è anche vero che deve essere guidato o rischia di sommergerla. Credo sia arrivato il momento di costruire argini più ampi e che possano dare una direzione differente al suo percorso.

Provi a consultare le pagine degli iscritti a questo sito oppure questo di terapeuti cognitivo-comportamentali:
http://www.aiamc.it/liguria.htm
Oppure si rivolga al servizio di psicologia clinica della Asl della sua città.
Si prenda cura di se stessa.
Un caro saluto


Dr.ssa Cecilia Sighinolfi
Psicologa e Psicoterapeuta
cecilia_sighinolfi@yahoo.it

[#4]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Sia forte, vedrà che ci riuscirà.

Buon lavoro!
[#5]
dopo
Utente
Utente
Cari Dottori,
ringrazio entrambi di cuore...
Buone feste
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Dr.ssa Cecilia Sighinolfi Psicologo, Psicoterapeuta 480 24
Grazie per averci scritto.
Tenga duro e buone feste anche a lei.