Un k al basso retto, dopo un trattamento

Cari dottori.

Vengo a voi per un consulto, ho 51 anni, nel 2008 e precisamente a novembre mi è stato diagnosticato un k al basso retto, dopo un trattamento di radio terapia preoperatorio, a gennaio del 2009 sono stato sottoposto a intervento chirurgico (resezione anteriore del retto, tecnica del coloano e ileostomia di derivazione). L’esame istologico del segmento del colon di 17 cm con una neoformazione di cm3x3 è stato istologicamete riferibile ad ednocarcinoma, invece, sia i margini di resezione, i sei linfonodi pericolici prossimali e i sei linfonodi distali erano esenti da neoplasia, anche un altro segmento del colon presente nel contenitore di 7 cm era esente da neoplasia.
Il post operatorio ha avuto delle complicanze, subito dopo una quindicina di giorni dall’ intervento il coloano ricostruito ha avuto una deiscenza, causa di una forte infiammazione ho avuto molta perdita di sangue dal retto, sono stato costretto a un nuovo ricovero ospedaliero, mi hanno tamponato l’emorragia, e per circa un anno, tutte le settimane i dottori mi hanno fatto una dilatazione intestinale rettale con il sistema del dito. Invano è stato il loro lavoro perché l’intestino si era chiuso quasi completamente confermato sia dai clisma opachi e sia da endoscopia digestiva, quest’ ultima da un ulteriore controllo gennaio 2009 mi aveva diagnosticato una sospetta fistola con recidiva locale, a febbraio 2009 ho fatto esame di TAC, reperti: in particolare si rilevano alcune lesione focali; 3 di aspetto angiomatoso, localizzate nel 2° e 4° segmento, di dimensioni di circa 20; 10 e 5 mm. Altre 2 di aspetto cistico, localizzato nel 5° e 8° segmento, di dimensioni di circa 10 e 5 mm. Non si rilevano ulteriori lesioni epatiche. Non si rilevano significative tumefazioni linfodenopatiche retroperitoneali ed iliache né grossolane lesione espansive in sede pelviche.
Marzo del 2009 sono stato di nuovo sottoposto a intervento chirurgico confezionandomi una colonstomia definitiva, l’esame istologico dice: (descrizioni e diagnosi).
N°1 Diversi frammenti di parete rettale e di tessuto fibroso, esenti da neoplasia
N°2 Losanga di cute e sottocute (cm 4x1. 5x2) anastomizzato e segmento di intestino tenue lungo cm7, esenti da ulteriori focolai neoplastici e sede di lieve infiltrato flogistico cronico specifico, in corrispondenza della cute, sottocute e mucosa intestinale.
Una ulteriore TAC settembre 2009 dice: reperti, lo studio del fegato sovrappone l’indagine precedente. Non si rilevano ulteriore lesione focali epatiche.
Invece in ambito pelvico, attualmente e rilevabile una colostomia in fossa iliaca sin. ed una irregolare addensamento dei piani adiposi perivescicali, in corrispondenza della cupola , e nella residua loggia rettale dove sono presenti tralci fibrotici e piccole modulazioni ipodense.
Tali reperti sembrano essere modificati rispetto all’ indagine precedente e meritano ulteriori approfondimenti diagnostici, eventualmente anche con esame di PET TAC.
Tengo a precisare che l’infiammazione rettale non è mai andata via, ancora a tutto oggi esce dalla parte rettale liquido di colore marroncino insieme a qualche goccia di sangue, a volte esce di più, a volte esce di meno.
A novembre 2009 ho fatto l’ esame di PET TAC. Il referto dice: l’indagine PET documenta la presenza di 2 aree di iperaccumulo del FDG al 3° e 5° segmento epatico con SUV max 3.9 e 3.4 rispettivamente; tali aree appaiono sospette per processi ripetitivi. Inoltre nella loggia rettale a destra della linea mediana si evidenzia area estesa di intenso accumulo del FDG (SUVmax10. 3), tale reperto depone per recidiva malattia a questo livello.
Conclusioni: ripresa di malattia in sede locale e sospette lesione ripetitive epatiche.
Cari dottori, il mio cuore e amareggiato da tanta sofferenza, non so più cosa fare, anche se il chirurgo che mi ha operato e mi segue non ha visto la cosa tanto grave, mi ha detto che l’infiammazione presente nella loggia rettale ha potuto falsificato il referto PET, l’ FDG si accumula anche sulle parti infiammate, e la recidiva locale potrebbe non essere vera, cosi pure nelle aree epatiche, mi ha consigliato di tenere sotto controllo il tutto e aspettare ripetendo altre indagine diagnostiche, mi ha anche detto che non mi può affidare a un oncologo in quando non ci sono elementi certi.
Il tumore era un T3, non ho fatto chemioterapia solo radioterapia preoperatoria i dottori non l’anno ritenuto opportuno, i marcatori tumorali CA19.9 e CEA nella norma.
Sicuri di un vostro consulto vi invio i migliori saluti.

Matteo Bisceglia







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Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
Seppur non significativi da soli, i marcatori nella norma sembrano corroborare la tesi di una situazione non tumorale ma infiammatoria. Tutte le complicanza post-operatorie, tutt'ora in parte presenti come flogosi cronica(come ci riferisce), depongono a favore di un referto PET non chiarificatore ma fortemente dubbio. E' chiaro che, in assenza della visione degli esami e senza conoscere nello specifico i dettagli, questa rimane solo un parere senza la valenza di una diagnosi che invece deve fare chi la segue, aspettando gli esiti dei prossimi esami.
Cordiali Saluti

Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)

[#2]
dopo
Attivo dal 2009 al 2011
Ex utente
Grazie dott. Filippo Alongi, le sono molto grato,
la saluto cordialmente.