Trattamento trombo flebite a seguito di intervento

A seguito di un intervento di cistectomia radicale con ricostruzione di vescica a Y(linfonodi negativi),mia mamma ,dopo circa 3 giorni,dall' aver concluso punture di eparina(x 30 gg), ha accusato gonfiore alla gamba destra:portata al pronto le hanno diagnosticato una trombo-flebite estesa dell'asse femorale e dell'iliaca esterna,ricoverandola per una terapia di eparina e coumadin.Dimessa dopo una settimana in attesa di entrare nel range INR 2-3,ora dovrà seguire una cura di coumadin con controllo tao per circa 6 mesi,se non oltre.Ci hanno consigliato di fare ecodoppler tra 5 mesi circa per verificare ricanalizzazione.Desidero sapere se tale cura mette al sicuro da rischi e se sarebbe opportuno farsi seguire da un vascolare per monitorare periodicamente il problema affinché sia sotto controllo.La gamba,dopo 2 settimane di cura,è ancora un po' gonfia come anche la caviglia e la zona vicino all'inguine,soprattutto verso sera.E' consigliabile stare a riposo ancora per qualche settimana o bisogna camminare?Le hanno detto di portare le calze contenitive per alcuni mesi.Quali accorgimenti possono servire quindi per facilitare la guarigione?
cordiali saluti.antonella -torino
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Dr. Lucio Piscitelli Chirurgo vascolare, Chirurgo generale 6.2k 233 20
Gentile Sig.ra
la TVP da cui è affetta sua Madre è stata inquadrata nella maniera consueta e la terapia cui è sottoposta corrisponde allo schema previsto dagli attuali protocolli, in relazione ai quali il rischio embolico è fortemente ridotto anche se non azzerato.
E' opportuno che indossi la calza elastica specificamente consigliata, mentre è bene si dedichi alle comuni attività senza eccessi. L'immobilizzazione è al contrario controproducente, come pure la prolungata stazione eretta da ferma.
Altre precauzioni consistono nel mantenere una buona idratazione, limitare nei limiti del possibile l'uso di diuretici (se prescritti per altra patologia), controllare eventuale stipsi.
Il periodico controllo da parte di uno Specialista è auspicabile.

Lucio Piscitelli - Napoli - 338 6503365
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dopo
Utente
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In merito al trombo, mi son chiesta se questo problema,si potesse evitare,facendo piu' punture di eparina,ma a quanto pare si usa seguire un protocollo standard per tutti.Spiace che,dopo aver superato un intervento comunque importante, poi capitino degli inconvenienti collaterali comunque non trascurabili che i non addetti ai lavori, ignorano:il problema è che dopo un post-operatorio non sempre a casa si è in grado di seguire nel modo migliore la convalescenza e capire come comportarsi in ogni situazione.Ho l'impressione che mi manchi un punto di riferimento,in caso di bisogno,in quanto il medico generico di base dovrebbe poter essere maggior supporto e ausilio,sia ai medici ospedalieri che alla famiglia,ma così purtroppo non è,almeno nel nostro caso e forse per mancanza di tempo,non sò.
Grazie Dott.Piscitelli per le sue delucidazioni.
Saluti.antonella-Torino
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Dr. Lucio Piscitelli Chirurgo vascolare, Chirurgo generale 6.2k 233 20
Gentile Sig.ra,
la patologia neoplastica in genere e per di più gli interventi condotti nel piccolo bacino sono gravati da un maggior rischio di complicazioni tromboemboliche.
D'altra parte i protocolli attualmente in uso sono calibrati al fine di ottenere il maggior beneficio in termini di prevenzione rispetto al rischio emorragico, che per altro è considerevole proprio in interventi del tipo di quello cui è stata sottoposta sua Madre.
Sul ruolo spesso carente della Medicina di base sono perfettamente d'accordo con Lei, considerati anche i benefici di cui questo settore è destinatario se rapportati a quelli di chi in settori ben più delicati (v. Ospedale, ecc.) è gravato da responsabilità assolutamente non paragonabili.
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dopo
Utente
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Lei,dottore mi sembra una persona davvero coscienziosa ed attenta come tutti dovrebbero essere scegliendo la professione di medico che secondo me è più una "missione".
Andando avanti nella cura del trombo comunque i perché sono molti oltretutto,senza la guida che le dicevo.
La terapia anticoagulante ad esempio è necessaria x superare la Tvp come altri problemi,ma ha comunque dei limiti.Cibi da evitare per non andare in contrasto con la cura affinché i parametri di INR rimangano tra
2 e 3,non tagliarsi e non prendere farmaci in contrasto.Tutte accortezze per evitare emorragie.
L'altro giorno mia mamma pero' aveva mal di schiena perché deve dormire a pancia in sù e non riesce a girarsi sul fianco,ancora a 2 mesi dall'intervento.
Prima le ho spalmato dell'arnica gel,ma siccome non agiva, ho chiesto al ns medico.Lui dice che puo'assumere solo tachipirina curandosi con il coumadin.Ma non è un antipiretico,la tachipirina?A lei serve un antinfiammatorio e antidolorifico.Nella guida pazienti Tao in internet parlano di "Ibuprofene"...quindi il classico "Moment",usato in dosi moderate dovrebbe andare.Come mi devo comportare visto che non dovrei sostituirmi al medico ma necessito di risposte più dettagliate?Inoltre ci sono pareri discordi anche sui tempi di utilizzo del coumadin.Per sicurezza dopo un trombo è meglio seguirlo,anche dopo la ricanalizzazione, per ancora qualche mese,per scongiurare un riformarsi del problema?La ringrazio fin d'ora per la sua disponibilità,perché mi piacerebbe avere piu' chiarezza e capire la strada giusta per evitare errori di percorso,invece mi sembra tutto molto approssimativo.
saluti e auguri di buone feste -antonella torino
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Dr. Lucio Piscitelli Chirurgo vascolare, Chirurgo generale 6.2k 233 20
Gentile Signora,
effettivamente la TAO richiede, soprattutto nei primi tempi un monitoraggio ed una guida da parte di personale specializzato. La sua durata va valutata sulla base dell'andamento clinico e dei risultati di ecocollordoppler periodici.
Come già detto dovrebbe essere in prima istanza il Medico di base a farsi carico della problematica e ad indirizzare, se necessario,verso competenze specialistiche.
Tenga anche presente per altro che in alcune realtà ospedaliere o ambulatoriali esistono strutture dedicate proprio a questo tipo di problematiche, ma non sono in grado di darLe indicazioni in base alla sua realtà territoriale.
Una volta calibrato il giusto dosaggio tuttavia i problemi diminuiscono e l'uso occasionale dei farmaci analgesici del tipo da Lei indicati non dovrebbe rappresentare un pericolo.
Il Paracetamolo, più noto come antipiretico, è in realtà anche un efficace antidolorifico.