Assumere zuccheri nel diabete di tipo 1

La mia ex ha il diabete mellito di tipo 1.
Purtroppo domando solo ora questa cosa perché sono stato sempre ignorante in merito.

Il punto è che lei mangia i dolci senza problemi, come gli altri, semplicemente facendosi più insulina. Io scrivo qua solo ora perchè solo ora ho saputo che questo è altamente dannoso per i diabetici a lungo andare, negli anni, e che causa problemi alla circolazione e retinopatia, nefropoatia, cardiopatia... Mi confermate queste cose? C'è altro di rilevante che dovrei sapere in merito a questa dieta?

Ho sempre preso la cosa senza allarmismi perchè lei e la sua famiglia mi hanno presentato la malattia come una cosa che si tiene tranquillamente sotto controllo. Non mi son mai posto la questione che mangiare i dolci potesse essere un problema, perché non lo sapevo (se non vagamente) e perché lei è anni che hai il diabete e quindi nemmeno mi son posto la questione che la terapia potesse essere sbagliata. E' anni che fa così, per cui io che sono ignorante non ho mai fatto troppe domande...

Che mi dite? Sono molto preoccupato, che posso fare? Che dovrei dirle?
E se lei, dato che è anni che fa così e immagino sia convinta vada bene, persevera su questa strada, che posso tentare?
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Dr. Mario Manunta Medico internista, Diabetologo 723 29
Gentile Utente, la gestione del Diabete Mellito Tipo 1, al contrario di quello di Tipo 2, necessita per l'utilizzazione dei carboidrati ingeriti l'uso di insulina esogena somministrata secondo gli schemi prescritti. Chi ha il diabete di tipo 1, solitamente è capace di mettere in pratica una metodica chiamata "conta dei carboidrati" in grado di far stimare le unità di insulina da somministrarsi, in relazione al pasto che ci si appresta a mangiare (compresi i dolci).
Chiaramente mangiare dolci spesso è un atteggiamento non corretto, ma come lo è anche per i non diabetici.
La serenità con la quale la sua amica gestisce la sua condizione, insieme a quella della propria famiglia mi fa pensare che gli indici da noi diabetologi monitorati, come l'emoglobina glicosilata, i valori glicemici circadiani e l'eventuale presenza di complicanze, siano tutte sottocontrollo.
Pertanto chi è in una condizione di euglicemia può fare una vita assolutamente uguale a chi diabetico non è.
Per esempio sapeva che alcuni campioni olimpionici e alcuni atleti professionisti (compreso calciatori di serie A) sono diabetici? Provi a dire loro di non assumere dolci, si farebbero una risata!
Provi a dare un'occhiata al sito di cui le indico il link, lei stesso si renderà conto che il diabete ben gestito non è affatto un limite e per alcuni.... anzi!
Pertanto, può stare tranquillo.
Molto Cordialmente

http://www.diabetenolimits.org/

Dott. Mario Manunta
Senior Clinical Diabetologist
Scuola Educatori in Diabetologia AMD

[#2]
dopo
Attivo dal 2007 al 2010
Ex utente
Egregio Dottore,

La ringrazio per la Sua gentile risposta, che mi ha offerto una prospettiva nuova. Ribadisco la mia scarsa conoscenza del diabete, cui tuttavia ho cercato di far fronte con qualche ricerca online e consultando un paio di medici (non diabetologi come lo è lei). Vorrei sottoporLe ancora alcuni dei miei dubbi, sperando che riuscirà a rispondermi.

Non so se ho agito bene, ma sicuramente a fin di bene, nel parlare apertamente con questa ragazza di quello che ho ritenuto essere un suo problema serio con la dieta. Lei stessa ha ammesso alcune cose che mi fanno pensare che non rientri tra coloro, come i calciatori di serie A, che potrebbero fare una dieta "normale". Ma, intanto, la mia prima domanda è: come posso accertarmi se questa persona può fare una dieta per così dire "normale" o una dieta da diabetico? Come posso sapere se può davvero mangiare di tutto senza problemi o se invece sta sbagliando?

Come ho annunciato, Le vorrei direi, prima che Lei risponda, che questa ragazza ha "ammesso" alcune cose: mi ha subito detto che lei estende la regola all'eccezione; che per i primi 2 anni ha seguito una dieta senza zuccheri, e che solo dopo ha iniziato a mangiare normalmente, e che a questo è stata abituata (la famiglia lo sa e la fanno appunto mangiare normalmentw). Inoltre mi ha detto che fa così perché i suoi valori sono buoni. Ma questi medici cui mi sono rivolto mi han detto che sono buoni ora, ma che gli effetti si vedranno col tempo, e nemmeno troppo in là con gli anni (quelli che ho scritto, retinopatia, cardiopatia, problemi ai reni, alla circolazione, ecc.). E' vero tutto questo?

Infine vorrei chiederLe la seguente cosa: è normale che questa ragazza abbia ipoglicemie che reputo (dalla mia ignoranza, ci tengo a precisarlo ancora) abbastanza frequenti e comunque non irrilevanti?
Per fare un esempio, qualche sera fa, dopo una pizza si è fatta l'insulina, e dopo cena si sentiva debole, per cui ha mangiato una crepe alla nutella per riprendersi. Però, circa mezz'ora dopo s'è misurata la glicemia e aveva 56. Per cui si è presa acqua e zucchero e qualcos'altro che non ricordo. Questo la sera dell'1. Ieri sera, il 4 sera, le è venuta la glicemia a 45, e mi ha detto di aver preso molte bustine di zucchero.
Innanzitutto non so se è corretto, alla luce di quanto mi han riferito i medici, che di regola si risponda ad un'ipoglicemia mangiando zucchero (mi han detto che dovrebbe ingerire carboidrati a lento assorbimento tipo crackers). E quindi Le chiedo: è corretto?
In secondo luogo, è normale che ci siano queste ipoglicemie così forti e, penso, frequenti? Sono segno di una dieta corretta, cioè che la ragazza può mangiare come i calciatori di serie A? Non potrebbero esser la conseguenza, almeno in parte, di una dieta sregolata?

La mia apprensione, nonostante le Sue parole, non può al momento diminuire, per cui spero in un'altra Sua cortese risposta.

Distinti saluti e un vivo ringraziamento.
[#3]
Dr. Mario Manunta Medico internista, Diabetologo 723 29
Eccomi qui, sperando di fare un po' di chiarezza.
Il segreto per chi ha il Diabete Mellito Tipo 1 e seguire un'alimentazione senza troppe ristrettezze è sapere applicare una tecnica che si chiama "Conta dei Carboidrati". Questa tecnica è un sistema che consente di stimare la quantità di carboidrati che si è in procinto di assumere e somministrare di conseguenza le Unità di insulina ad azione rapida necessaria a mantenere i valori della glicemia post-prandiali in modo accettabile.
La Conta dei Carboidrati deve essere insegnata dal Diabetologo a tutti i pazienti insulinotrattati, (anche alcuni dietisti sono in grado di insegnarla).
La sua amica tra l'altro mi sembra che abbia il problema opposto all'iperglicemia, in quanto ha frequenti episodi in cui il tasso glicemico scende troppo. Per evitare queste condizioni può intervenire solo il suo diabetologo rimodulando la terapia insulinica a seconda delle effettive necessità. Per quanto riguarda le complicanze, cioè i "problemi" che potrebbe avere in futuro, quelli di cui le hanno parlato alcuni medici, che lei molto acutamente ha sottolineato non essere specialisti, si possono avere se la storia naturale della malattia si lascia evolvere senza un adeguato controllo glicemico.
Per stabilire questo si monitorizzano alcuni parametri, primo fra tutti l'emoglobina glicosilata.
Stia al riparo da tutti i pregiudizi sul diabete, consolidati nell'incompetenza generale.
Cordiali Saluti
Dieta

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