Una protesi vascolare all' arteria femorale lunga circa 10centimatri,dal giorno dell'incidente

salve
a causa di un incidente stradale in moto hanno dovuto impiantarmi una protesi vascolare all' arteria femorale lunga circa 10centimatri,dal giorno dell'incidente continuo ad assumere il coumadin ed a fare ogni 25giorni prelievi di sangue per tenere sotto-controllo il PT.
mi chiedevo se era possibile in tempi futuri pensare di sostituire la protesi con una vena presa dal mio corpo(dato che mi era atato detto che il giorno dell incidente non era stato possibile fare tutto cio in quanto rischiavo di perdere la vita per l'enorme fuoriuscita di sangue)...
inoltre vorrei sapere se un giorno potro non assumere piu coumadin o se ci sono terapie diverse all assunzione del coumadin..grazie mille!
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Dr. Alessandro De Troia Chirurgo vascolare 63 1
Se la portesi funziona , non è consigliabile sootoporsi ad un nuovo intervento che presnta rischi di infezione e di risultato

alessandro de Troia

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Dr. Alessandro De Troia Chirurgo vascolare 63 1
Se la portesi funziona , non è consigliabile sootoporsi ad un nuovo intervento che presnta rischi di infezione e di risultato
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Dr. Maurizio Rodio Chirurgo vascolare 15 1
Egr. signore,
ho letto attentamente quello che mi ha riferito circa il suo intervento chirurgico di innesto femorale post-traumatico. In relazione all'utilizzo della terapia con anticoagulante orale (Cumadin o Sintrom), non vi è alcuna evidenza scientifica sulla validità della terapia anticoagulante orale circa la pervietà dell'innesto protesico. Pertanto l'utilizzo dell'antiaggregante(aspirina, ticlopidina etc.) può sostituire con migliore efficacia la scomoda e dubbia terapia dicumarolica.

Cordialità

Dr. Maurizio Rodio

Specialista in Chirurgia Vascolare

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Dr. Maurizio Rodio Chirurgo vascolare 15 1
Egr. signore,
ho letto attentamente quello che mi ha riferito circa il suo intervento chirurgico di innesto femorale post-traumatico. In relazione all'utilizzo della terapia con anticoagulante orale (Cumadin o Sintrom), non vi è alcuna evidenza scientifica sulla validità della terapia anticoagulante orale circa la pervietà dell'innesto protesico. Pertanto l'utilizzo dell'antiaggregante(aspirina, ticlopidina etc.) può sostituire con migliore efficacia la scomoda e dubbia terapia dicumarolica.

Cordialità

Dr. Maurizio Rodio
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Dr. Maurizio Rodio Chirurgo vascolare 15 1
Egr. signore,
ho letto attentamente quello che mi ha riferito circa il suo intervento chirurgico di innesto femorale post-traumatico. In relazione all'utilizzo della terapia con anticoagulante orale (Cumadin o Sintrom), non vi è alcuna evidenza scientifica sulla validità della terapia anticoagulante orale circa la pervietà dell'innesto protesico. Pertanto l'utilizzo dell'antiaggregante(aspirina, ticlopidina etc.) può sostituire con migliore efficacia la scomoda e dubbia terapia dicumarolica.

Cordialità

Dr. Maurizio Rodio
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Dr. Maurizio Rodio Chirurgo vascolare 15 1
Egr. signore,
ho letto attentamente quello che mi ha riferito circa il suo intervento chirurgico di innesto femorale post-traumatico. In relazione all'utilizzo della terapia con anticoagulante orale (Cumadin o Sintrom), non vi è alcuna evidenza scientifica sulla validità della terapia anticoagulante orale circa la pervietà dell'innesto protesico. Pertanto l'utilizzo dell'antiaggregante(aspirina, ticlopidina etc.) può sostituire con migliore efficacia la scomoda e dubbia terapia dicumarolica.

Cordialità

Dr. Maurizio Rodio
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Dr. Maurizio Rodio Chirurgo vascolare 15 1
Egr. signore,
ho letto attentamente quello che mi ha riferito circa il suo intervento chirurgico di innesto femorale post-traumatico. In relazione all'utilizzo della terapia con anticoagulante orale (Cumadin o Sintrom), non vi è alcuna evidenza scientifica sulla validità della terapia anticoagulante orale circa la pervietà dell'innesto protesico. Pertanto l'utilizzo dell'antiaggregante(aspirina, ticlopidina etc.) può sostituire con migliore efficacia la scomoda e dubbia terapia dicumarolica.

Cordialità

Dr. Maurizio Rodio
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Dr. Maurizio Rodio Chirurgo vascolare 15 1
Egr. signore,
ho letto attentamente quello che mi ha riferito circa il suo intervento chirurgico di innesto femorale post-traumatico. In relazione all'utilizzo della terapia con anticoagulante orale (Cumadin o Sintrom), non vi è alcuna evidenza scientifica sulla validità della terapia anticoagulante orale circa la pervietà dell'innesto protesico. Pertanto l'utilizzo dell'antiaggregante(aspirina, ticlopidina etc.) può sostituire con migliore efficacia la scomoda e dubbia terapia dicumarolica.

Cordialità

Dr. Maurizio Rodio
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Prof. Giulio Mazzilli Chirurgo vascolare, Chirurgo generale 2
concordo assolutamente con il Collega che mi ha preceduto. Ritengo possa essere sostituito l'anticoagulante con l'antiaggregante e consiglio controlli periodici con l'ecocolordoppler per controllare la pervietà ed il buon funzionameno dell'innesto.
Cordialità.
Giulio Mazzilli

[#10]
Dr. Mario Forzanini Chirurgo vascolare 132 7 1
non vedo assolutamente nessun vantaggio nel sostituire la protesi sintetica con una vena propria, utile in futuro per altre eventualità.
Oggi le protesi presentano sacrsi rischi di rigetto e un'ottima tollerabilità. Anche la durata della protesi è molto lunga in condizioni 'normali'.
Sulla terapia con coumadin, utile all'inizio, concordo con i colleghi che mi hanno preceduto circa la possibilità di sostituirla con una terapia antiaggregante, che non necessita di continui controlli per pt.
Indispensabile invece un follow-up ecodoppler periodico. cordialità, dr. m. forzanini, www.forzanini.it

dr. M. Forzanini - Specialista in Angiologia e Chirurgia Vascolare -
Brescia
Sito Web: www.forzanini.it

[#11]
Prof. Marco Sammarco Chirurgo vascolare, Radiologo interventista 45
Gentile utente,

pensare di andare a sostituire una protesi funzionante per impiantare una vena autologa a mio modo di vedere è pura follia.
Le spiego i motivi.

1 una protesi vascolare una volta impiantata determina degli stati cicatriziali periprotesici e in sede di sutura che non permetto una preparazione chirurgica ottimale per un nuovo sito anastomtico, si tratterebbe quindi di confezionare del tutto un nuovo bypass.

2 si prenderebbero dei rischi elevati di infezione della precedente protesi che non puo essere espiantata

4 andrebbe a provocare lesioni su segmenti di arterie sane per l'impianto della protesi in vena autologa e relative anastomosi

5 la portata emodinamica diuna protesi femorale in un soggetto giovane è immensamente superiore a quella diuna vena

6 perderebbe la possibilità un domani, se ci fossero problemi al by-pass oggi funzionante, di avere a disposizione una nuova possibilità di pontaggio

7 sarebbe esposto al rischio di trombosi tanto del by-pass impiantanto qaunto della nuova protesi in vena autologa

8 creerebbe una condizione di competizione di flusso tra le due vie di by-pass e con molta probabilità la vena andrebbe incontro in tempi molto rapidi ad ostruzione

9 perderebbe velocità di flusso ed efficacia emodinamica per l'ampliarsi del letto vascolare.

10 l'impianto di una vena autologa non cambierebbe in nulla la sua attuale qualità di vita, anzi rischierebbe un peggioramento legato alla portata limitata della vena per ragioni di calibro, rispetto adun by-pass che suppongo sia di 8 mm di calibro.

e tutto questo a priori senza sapere quale arteria sia stata riparata se femorale comune o superficiale, in quanto i ragionamenti cambiano sensibilmente.

per quanto riguarda la terapia farmacologica, un by-pass deve sempre essere protetto farmacologicamente almeno con terapia antiaggregante.
Ad oggi il farmaco di maggior efficacia e che uso nella pratica quotidiana è il Clopidogrel, le cui caratteristiche di antiaggregazione dovrebbero proteggere il bay-pass funzionante da ostruzioni anche tardive.
Fondamentale inoltre l'attività fisica .
Resto a sua dispozione per ulteriori chiarimenti

Dr Marco Sammarco
Specialista in Chirurgia Vascolare
Perito del tribunale di Roma, Sezioni Penali

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Prof. Marco Sammarco Chirurgo vascolare, Radiologo interventista 45
Gentile utente,
pensare di andare a sostituire una protesi funzionante per impiantare una vena autologa a mio modo di vedere è pura follia.
Le spiego i motivi.
1 una protesi vascolare una volta impiantata determina degli stati cicatriziali periprotesici e in sede di sutura che non permetto una preparazione chirurgica ottimale per un nuovo sito anastomtico, si tratterebbe quindi di confezionare del tutto un nuovo bypass.
2 si prenderebbero dei rischi elevati di infezione della precedente protesi che non puo essere espiantata
4 andrebbe a provocare lesioni su segmenti di arterie sane per l'impianto della protesi in vena autologa e relative anastomosi
5 la portata emodinamica diuna protesi femorale in un soggetto giovane è immensamente superiore a quella diuna vena
6 perderebbe la possibilità un domani, se ci fossero problemi al by-pass oggi funzionante, di avere a disposizione una nuova possibilità di pontaggio
7 sarebbe esposto al rischio di trombosi tanto del by-pass impiantanto qaunto della nuova protesi in vena autologa
8 creerebbe una condizione di competizione di flusso tra le due vie di by-pass e con molta probabilità la vena andrebbe incontro in tempi molto rapidi ad ostruzione
9 perderebbe velocità di flusso ed efficacia emodinamica per l'ampliarsi del letto vascolare.
10 l'impianto di una vena autologa non cambierebbe in nulla la sua attuale qualità di vita, anzi rischierebbe un peggioramento legato alla portata limitata della vena per ragioni di calibro, rispetto adun by-pass che suppongo sia di 8 mm di calibro.
e tutto questo a priori senza sapere quale arteria sia stata riparata se femorale comune o superficiale, in quanto i ragionamenti cambiano sensibilmente.
per quanto riguarda la terapia farmacologica, un by-pass deve sempre essere protetto farmacologicamente almeno con terapia antiaggregante.
Ad oggi il farmaco di maggior efficacia e che uso nella pratica quotidiana è il Clopidogrel, le cui caratteristiche di antiaggregazione dovrebbero proteggere il bay-pass funzionante da ostruzioni anche tardive.
Fondamentale inoltre l'attività fisica .
Resto a sua dispozione per ulteriori chiarimenti
[#13]
Dr. Ruggiero Curci Chirurgo vascolare 71 1
Gentile utente,
in effetti non esistono pareri univoci circa la maggiore efficacia al livello sopragenuale di by pass in materiale sintetico rispetto a quelli in materiale autologo: in genere si preferisce scegliere sulla base di quanto è "disponibile" al momento dell'intervento, anche se, in soggetti giovani e con traumi magari aperti agli arti si cerca, se possibile, di utilizzare materiale biologico come la vena, più resistente alle infezioni.
Riguardo alle sue domande: una protesi ben funzionante non ha ragione di essere sostituita; una protesi sintetica non necessità di trattamento anticoagulante, bensì antiaggregante. Essenziale il controllo periodico, meglio se mediante EcoColorDoppler.
Molti auguri.

Ruggiero Curci

[#14]
Dr. Sergio Losa Chirurgo vascolare, Chirurgo generale 32 3
vengo subito alle richieste:
1 non c'è indicazione alla sostituzione della protesi con un bypass venoso, almeno fichè l'attuale bypass è funzionante
2 non esiste evidenza della superiorità della terapia dicumarolica; per quanto riguarda la protezione del bypass femorale può essere indicata la terapia con ASA
3 fare controlli ogni 6 mesi con ECD

Sergio Losa

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Dr. Sergio Losa Chirurgo vascolare, Chirurgo generale 32 3
vengo subito alle richieste:
1 non c'è indicazione alla sostituzione della protesi con un bypass venoso, almeno fichè l'attuale bypass è funzionante
2 non esiste evidenza della superiorità della terapia dicumarolica; per quanto riguarda la protezione del bypass femorale può essere indicata la terapia con ASA
3 fare controlli ogni 6 mesi con ECD