Malattie psicosomatiche infantili

Gentilissimi Dottori,
nella medicina psicosomatica, quale potrebbe essere la causa di continue ricadute di malattie respiratorie, in un bambino di 3 anni?
Io a volte, penso ad un "distacco" vissuto male, il mio (sono la madre) rientro a lavoro. Gli episodi sono cominciati col mio rientro al lavoro (aveva 10 mesi), continue bronchiti, faringiti e via dicendo con le annesse tossi asmatiformi. Sono ovviamente peggiorati con la frequenza dell' asilo. Ora mi chiedo: e` possibile che lui abbia vissuto e non abbia "digerito" il cambiamento del "ritmo" familiare, a tuttora che ha 3 anni?
Oppure sono io ad essere troppo apprensiva nei suoi confronti, tanto da "togliergli l'aria?". Quanto ci "sentono" i nostri figli, sulla loro pelle?
Spero di essere stata chiara nel porre il quesito anche se mi sono dilungata.
Grazie per l' attenzione.

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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
Gentile signora sono delle possibilità che vanno comunque accertate dopo visite mediche approfondite.
Se ha questo sospetto, probabilmente, ha un vissuto in cu ritiene che determinate condizioni famigliari possano incidere sulla salute del bambino (abitudini, preoccupazioni eccessive, ecc) una valutazione congiunta del pediatra e del neuropsichiatra infantile potrà dare lumi ai suoi dubbi.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
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Dr.ssa Chiara Luisa Pataccoli Psicologo, Psicoterapeuta 143 4
Gentile Signora,
io credo che lei abbia in qualche modo individuato un collegamento, che potrebbe essere appropriato, tra comparsa delle affezioni respiratorie e un eventuale vissuto abbandonico in suo figlio. Per appurare tutto ciò le cosiglierei comunque di rivolgersi ad un esperto, in quanto è indispensabile un colloquio più approfondito, al fine di ricostruire esattamente tutte le dinamiche che possono essere intercorse.
Le faccio i complimenti perchè ha saputo andare oltre ai sintomi fisici che spesso sono segnali per avvivcinarci ad altri aspetti meno considerati. Un sintomo va sempre letto nell'ambito del contesto nel quale vive l'individuo, che non è mai esclusivamente una mera entità nosografica.
I miei più Cordiali Saluti

Dr.ssa Chiara Luisa Pataccoli

Psicologa Psicoterapeuta Aneb

psicologia.udine@gmail.com

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Dr.ssa Roberta Cacioppo Psicologo, Psicoterapeuta 338 11 2
Gentile utente,
concordo con i colleghi rispetto alla necessità di considerare innanzitutto quello che succede al suo piccolo dal punto di vista fisico(spesso l'inserimento al nido non aiuta da questo punto di vista).

Le preoccupazioni da lei riportate, possono però far pensare a qualche difficoltà emotiva da parte sua come mamma nel gestire il distacco dal bambino.

Questo tuttavia non significa affatto che suoi eventuali sensi di colpa, o naturali sofferenze nel dover ricominciare a lavorare dovendo rinunciare a un po' del suo tempo insieme al bambino abbiano portato necessariamente alla comparsa di determinati sintomi.

In psicologia infatti non esistono rapporti di causa ed effetto. Viceversa, quando si presentano dei sintomi che potrebbero avere un'orgine psicogena, si possono cercare legami con esperienze del passato che potrebbero avere un ruolo in questo senso.

Ho notato che lei ha già scritto diversi post su questo sito, riguardanti altri aspetti che in passato l'hanno preoccupata circa la salute di suo figlio: se ritiene di avere bisogno quindi di qualche chiarimento, o di un confronto anche dal punto di vista emotivo, non esiti a rivolgersi a uno specialista in età evolutiva, con cui potrà affrontare la questione... possibilmente insieme al papà del piccolo: la coppia genitoriale è fondamentale in queste situazioni.

Cordialmente,

Roberta Cacioppo - Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa clinica -
www.psicoterapia-milano.it
www.sessuologia-milano.it

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dopo
Attivo dal 2008 al 2011
Ex utente
Gentili dottori, vi ringrazio infinitamente per aver risposto al mio quesito e per aver appoggiato il mio pensiero. Gradirei davvero approfondire i miei dubbi anche se sono quasi convinta che mio figlio avverta la mia poca autostima nell' essere madre, piu` che il distacco e forse lui ammalandosi continuamente mi "conferma" quanto io sia importante per lui e mi faccia sentire indispensabile per "respirare". O forse no. O forse tutto cio` ha semplicemente un collegamento con la nascita, avvenuta in urgenza, con forcipe, gia` dentro di me era in sofferenza fetale, e la mia paura di perderlo, forse lui l' ha come assorbita e la rivive in queste sue "crisi d' aria".
E` gratificante e appagante sapere che insomma mente e corpo, disturbi del corpo sono collegati tra loro.
Credo che il prossimo passo che faro` sara` quello di rivolgermi ad uno psicologo dell' eta` evolutiva. E` la stessa figura del neuropsichiatra infantile? Che differenza c'e`?
Vi ringrazio ancora e vi saluto cordialmente.