Assuefazione alla paroxetina

Salve, ho 34 anni, nel 1998 (all'età di 22) ho avuto il primo attacco di panico: dopo un periodo infernale, avendo seguito diverse cure con xanax ed altre medicine, un neurologo mi ha dato il sereupin 20mg (paroxetina) ed EN gocce (poi smesse quando la paroxetina ha fatto effetto) tornando quasi normale (avevo solo sempre un pò di senso di vuoto allo stomaco);
negli anni successivi, dopo aver smesso la paroxetina, al ripresentarsi delle sintomatologie mi ha dato la fluoxetina (con risultati negativi) per tornare subito alla paroxetina.
Dopo periodi di cura e periodi non trattati ho sviluppato l'agorafobia, poi a settembre 2008 mi sono sposato raggiungendo paroxetina a 50 mg; a seguito degli effetti collaterali sessuali (non raggiunta dell'eiaculazione) per problemi "coniugali" ho sospeso la cura all'incirca nel febbraio 2009;
Per la prima volta, alla sospensione della cura (non avendo scalato piano), non ho sentito quegli effetti negativi come le scariche elettriche ecc.. (come se il corpo non lo sentisse +); nel maggio del 2009 essendosi riacceso assai il malessere ho ripreso la paroxetina fino a raggiungere i 40 mg, ma per la prima volta non si vedeva nessun effetto.
Cambiando medico, andando da uno psichiatra, quest'ultimo mi ha dato il citalopram e depakin 300mg (per stare tranquilli, avendo saputo che mia madre ha sofferto di disturbo bipolare), facendomi scalare totalmente la paroxetina (il primo mese sono stato bene, quando ancora stavo nella fase di scalaggio della paroxetina poi ho iniziato ad avere giorni con ansia eccessiva) nel novembre 2009 mi è stato cambiato di nuovo il citalopram per tornare alla paroxetina ed ho iniziato una terapia cognitivo comportamentale e per 2 mesi sono stato bene.
Adesso da gennaio 2010 ogni 15 gg circa ho una strana sintomatologia, inizia con il primo giorno in cui vado diverse volte al bagno e svuoto tutto l'intestino (di norma sono stitico) ho la tachicardia tutto il giorno, vertigini ecc.. sintomi da pre attacco di panico anche se non c'è il picco. Questi vanno scemando in circa 5gg.
Lo psichiatra, alla terza visita da gennaio, mi ha detto che secondo lui dovevo continuare la cura (50mg di paroxetina e gabapentin), perchè comunque ho preso autobus, ho pochi evitamenti ecc. dopo i miei dubbi (gli effetti collaterali della paroxetina non li avverto più (per esempio quello dell'eiaculazione), ma che secondo lui gli effetti collaterali non sono un sintomo di non efficacia) ha scalato a 40 mg di paroxetina e introdotto protiaden 1 cp.
Andando al neurologo che fu il primo a darmi la paroxetina (e che ha curato mia madre), mi ha dato solo laroxyl (amitriptilina) e atenololo per la tachicardia dei TCA dicendomi che era il TCA per elezione per l'ansia.
Analisi del sangue ok, tranne il TAS a 300, che già da un anno è intorno a questo valore (secondo entrambi non è un valore preoccupante ecc..).
E' possibile che questi sintomi (ogni 15 gg) siano dovuti da lieve sinusite?
Per adesso ho seguito la cura dello psichiatra ma dopo i soliti 15gg si sono ripresentati i sintomi.
Adesso, vi chiedo qual'è il TCA per elezione nell'ansia?;
so che per voi è difficile darmi un giudizio tra una delle 2 cure, ma secondo voi quale delle 2 cure dovrei seguire?
Distinti saluti e grazie per il tempo dedicatomi.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Gentile utente,

a me pare solo che i suoi trattamenti non vengano portati avanti nel tempo per un tempo sufficiente.

La sospensione arriva in genere poco meno intorno all'anno dalla assunzione.

Questo puo' essere uno dei motivi del cattivo funzionamento dei trattamenti.

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

L'amitriptilina non è il TCA d'elezione per l'ansia, prima di tutto perché "l'ansia" non è una diagnosi, secondo perché tra quelli specificamente indicati nel panico direi che i primi siano altri (per esempio il primo farmaco antipanico storico, l'imipramina).
Il panico non si tratta in maniera sintomatica, per cui la tachicardia nel soggetto con panico salvo che nelle fasi iniziali solitamente non si approccia con farmaci cardiologici (indicati nella tachicardia più che nella palpitazione, che sono due cose diverse).

Quale delle due cure debba seguire è una sua scelta, non può delegarla ad un terzo parere on-line. Lo psichiatra è lo specialista di riferimento.

I sintomi gastrointestinali possono risolversi comunque con l'amitriptilina, ma questo è un altro discorso.

Dr.Matteo Pacini
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Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#3]
dopo
Utente
Utente
Grazie mille per le risposte che mi avete dato.

Per il dottor Ruggiero: le terapie sono durate sempre più di un anno ( per quelle inferiori ho messo anche le date: il citalopram per 5-6 mesi) volevo solo far presente che la paroxetina mi ha sempre riportato in uno stato di benessere dopo 1 mese dalla sua assunzione: l'unica cosa è che mi rimaneva un pò di vuoto allo stomaco anche dopo 2 anni di assunzione. All'inizio volevo tornare allo stato pre primo attacco di panico, adesso invece vorrei tornare in uno stato di benessere come quando prendevo la paroxetina a soli 20 mg.

I sintomi gastrici, "a mio parere" (dalle esperienze oramai annuali), sono dovuti alle crisi ansiose.
L' atenolo mi è stato dato perchè secondo il neurologo avevo la pressione minima di poco inferiore ai 90 mmHg e battiti intorno agli 80 (anche se da ecg risulta che il cuore sta bene, in quel caso 72 bpm)e che con i TCA potevano aumentare (di norma comunque quando misuro la pressione con un misuratore automatico ho circa 125-75 e 70 bpm)

Ho solo un dubbio: è possibile che la paroxetina adesso non mi faccia lo stesso effetto di prima? quando l'ho presa insieme al citalopram (durante lo scalaggio) e dopo aver smesso il citalopram abbia invece ridato il suo effetto?

Vi ringrazio per la vostra disponibilità ed il tempo dedicatomi
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

che l'atenolo si dia per un potenziale effetto collaterale dei triciclici a partire da una frequenza normale (80) non mi torna. Se soffre di ipertensione arteriosa è un'altra malattia che niente ha a che vedere col resto, ma un rilievo di pressione elevata tra 80 e 90 non fa testo, diverso è se ha fatto un Holter pressorio o misurazioni ripetute "a freddo" cioè lontano dai fenomeni ansiosi.

Ogni medico tendenzialmente adotta una soluzione diversa da quella del collega anche seguendo il ragionamento che se ha sentito un altro parere non si trovava bene. Uno degli elementi che limita però il giudizio è la durata delle cure e il fatto che -se gli attacchi e l'evitamento sono bloccati- i sintomi residui non sempre devono essere aggrediti con polifarmacoterapie.

La risposta sulla paroxetina non le è utile: sapere che questa volta funziona peggio non significa poter stabilire che funziona peggio di per sé, magari il disturbo è più "aggressivo" questa volta.
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dopo
Utente
Utente
Grazie mille per la risposta e la velocità.
a dire il vero l'holter pressorio l'ho fatto 5-6 mesi fa ed è risultato normale.
Comunque ho capito la sua risposta.

L'evitamento non avviene solo nei 10 gg in cui sto bene, nei 5 gg in cui sto male, vi è un evitamento parziale.

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Quindi non si può dire che non risponda, la risposta è parziale e di solito quando è così e la diagnosi rimane la stessa si aggiunge un secondo farmaco antipanico, oppure si incrementa la dose del primo fino al massimo, o si integra con farmaci antiansia tipo quello che le aveva prescritto lo psichiatra, mi pare il gabapentin.

Mi sembra quindi che le soluzioni propostele dallo psichiatra fossero più che sensate.
[#7]
dopo
Utente
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Ok, grazie mille per le varie risposte ed il tempo dedicatomi.. la paroxetina era a 60 mg (il massimo): si mi è stato dato il gabapentin.
Per me la richiesta di parere è finita, spero di non disturbarvi più...
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dopo
Utente
Utente
Già mi son pentito di quello che ho scritto :-) "spero di non disturbarvi più...". Vorrei capire la risposta del dott. Pacini: "La risposta sulla paroxetina non le è utile"; avrà sicuramente avuto buoni motivi per scriverlo (e la mia attuale richiesta le sembrerà una "ossessione")però io le chiedo di chiarirmi: visto che la paroxetina a volte viene utilizzata proprio per la cura dell'eiaculazione precoce, e che fino ad ora a me, pur ad un dosaggio di 20 mg mi dava questo effetto collaterale (e l'effetto positivo sul DAP), adesso che comunque ne assumo 50 mg, non ho questo effetto (e neppure gli effetti sul DAP), quale potrebbe essere la motivazione?

Grazie mille, anche opinioni di altri consulenti mi fanno piacere.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Che la assorbe di meno, che la metabolizza di più, o che per qualche ragione ad oggi non nota "resiste" alla paroxetina. Solitamente quando il farmaco funziona compaiono anche i suoi effetti collaterali, perlomeno quelli che erano già comparsi nelle prove precedenti.
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dopo
Utente
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Grazie per la disponibilità e la chiarezza: era quello che pensavo.
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