Stenosi valvolare aortica su protesi biologica già impiantata

Mia madre nel 2006 è stata sottoposta ad un’operazione di sostituzione valvola aortica , all’età di 76 anni. Le hanno impiantato una protesi biologica Soprano n. 18. A distanza di soli 4 anni, dall’ecocardiogramma, si evidenzia un elevato gradiente transprotesico (GP medio 39 mmhg – GP max 64 ).
I suoi sintomi maggiori sono di forte affaticamento nel fare piccoli spostamenti a piedi (50 mt.) e nel trasportare anche 2,5 kg di spesa.
Non ha altre gravi patologie, se non quelle relative all’avanzamento dell’età (80 anni). Lei comunque si rifiuta di sottoporsi ad un reintervento così invasivo anche perchè il rischio di mortalità è aumentato sia per l’età sia per il fatto che si tratta di un reintervento. Tra l’altro penso che se dovessero impiantare un’altra valvola così piccola, visto la precedente esperienza, potrebbe durare ancora meno.

Ho sentito parlare e letto su internet della nuova tecnica di intervento, meno invasiva, “TRANSAPICALE”. Vorrei sapere:
• Se è possibile attuare questo intervento, trattandosi di un impianto su una protesi già impiantata e considerando anche il fatto che la protesi “soprano 18” ha un diametro molto piccolo;
• Qual’ è il rischio di mortalità ad affrontare quest’intervento;

Vorrei gentilmente avere dei consigli od eventuali altre soluzioni rispetto alla problematica esposta.

In attesa di sollecite notizie invio cordiali saluti.

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Dr. Guglielmo Mario Actis Dato Chirurgo toracico, Cardiologo, Cardiochirurgo 555 19 5
La possibilita' di impiantare una protesi transapicale o transfemorale dentro una protesi biologica e' tecnicamente fattibile ma non ancora consentito dalle case che producono e distribuiscono tali protesi in Italia. Questa metodica infatti e' per ora riservata solo a pazienti con un rischio operatorio molto elevato e solo su valvole native.
Circa l'opportunita' di eseguire un reintervento andrebbe chiarito se la protesi e' degenerata oppure se e' presente un gradiente elevato per motivi dovuti al piccolo calibro ed eventualmente ipertrofia del ventricolo...
Il rischio di sua madre se i dati che sono riportati sono giusti, non dovrebbero essere altissimi anche se non credo che rioperandola si possano garantire dei gradienti inferiori visto il calibro veramente piccolo della valvola.

cordialmente

GM Actis Dato
Cardiochirurgo
Ospedale Mauriziano
Umberto I di Torino

[#2]
dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
Gentile dottore le sono grata per avermi risposto. Circa la protesi impiantata, è degenerata soprattutto in quest’ultimo anno (14 mesi), passando da un lieve gradiente transprotesico (GP medio 22 mmhg – GP max 37), piuttosto costante sin dall’inizio, a un elevato gradiente transprotesico (GP medio 39 mmhg – GP max 64).

Cosa mi consiglia di fare, considerando che mia madre non vuole sottoporsi ad un altro intervento e quale percentuale di rischio ci sarebbe, nel caso riesca a convincerla? Si potrebbe eventualmente impiantare una valvola meccanica?
O forse è meglio aspettare finchè lo stato degenerativo assume carattere d’urgenza?

La ringrazio ancora e la saluto cordialmente.
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Dr. Guglielmo Mario Actis Dato Chirurgo toracico, Cardiologo, Cardiochirurgo 555 19 5
Vista la scarsa propensione della paziente, l'eta' e il calibro piccolo della protesi impiantata credo che potrebbe essere saggia una terapia medica eventualmente piu' aggressiva associata ad una vita di risparmio. Se poi le condizioni cliniche peggiorassero ovviamente andrebbe considerata la chirurgia ricordando sempre il fatto che l'anello e' di piccolo calibro. In questo caso potrebbe essere indicato l'impianto di una protesi stentless che a parita' di calibro ha un orifizio maggiore.
Ovviamente tutto questo richiede di essere valutato di persona e quanto le scrivo non puo' sostituire una consulenza cardiochirurgica che ritengo indispensabile in questo caso.

cordiali saluti
[#4]
dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
La ringrazio ancora per la sua preziosa e tempestiva consulenza.
Cordiali saluti