Uno spiacevolissimo insieme

Salve,
dallo scorso giugno soffro di disturbo di panico cioè di uno spiacevolissimo insieme di sintomi quali paura, terrore, tremori, nausea con vomito, sensazione di stare per impazzire, sensazione di non riuscire più a controllarmi, irrequietezza. Tale disturbo si è presentato continuamente, non si è trattato di attacchi di panico..ma di un panico che durava tutto il tempo fino a che non riuscivo a calmarmi in qualche modo, prevalentemente recandomi al pronto soccorso dove mi somministravano lexotan e io, stremata ma comunque un pò più rassicurata, tornavo a casa e riuscivo un pò a dormire. Dopo qualche tempo, ho iniziato la psicoanalisi che ormai conduco da 8 mesi, attraverso di essa ho potuto capire le cause inconsce che generavano tale acuta sintomatologia nervosa.
Così ho potuto capire che questa sintomatologia si è scatenata a causa del fatto che dentro di me esiste un conflitto tra 2 parti:
1)una parte educata ad essere sempre vincente ( è la mia parte narcisista), severa con me stessa, rigorosa nello studio ( ciò mi ha portata ad immergermi in uno studio ossessivo della medicina all'università, presentandomi all'esame con un'ottima preparazione che m consentiva di ottenere il massimo della votazione...i miei genitori hanno richiesto sempre il massimo da me nei miei studi ed hanno sempre avuto grandi aspettative nei miei confronti..unite anche alle aspettative del paese in cui abito nel quale ci conosciamo quasi tutti. Inoltre si era istaurato un rapporto tra l'affetto che mio papà ( medico)mi dava e il mio studio ossessivo della medicina a cui egli mi aveva indirizzato. Tale studio è diventato ancora più ossessivo in seguito alla sua morte per cancro al colon-retto in quanto ho provato un forte senso di straniamento prima dalla situazione ( non credevo alla sua malattia) e poi di colpa per la sensazione di non essere stata all'altezza, non averlo saputo "guarire"..e infine la promessa che lui mi ha richiesto 3 giorni prima di morire in cui mi ha fatto promettere di diventare un buon medico...
2)dall'altra abbiamo una parte fragile, insicura, soppressa per anni, che non tollerava più lo studio così esasperato della medicina, il rigore da me stessa imposto..che non tollerava più la vista del sangue sopratutto in seguito alle vicende di salute di mio padre che ci hanno costretti a frequentare molti ospedali e a vedere molte cose brutte

Inoltre c'è da considerare che da piccola mia madre era molto gelosa del rapporto tra me e mio padre e mi picchiava spesso, e poi dopo la morte di mio padre mi sono sentita in colpa perchè mio padre effettivamente non era stato un buon marito per lei ed ho cercato di sostituirlo e fare un pò da marito di mia madre ..anche perchè tutti vedevano in me la sua continuazione ( cioè mi trattavano come trattavano mio padre)..mia madre dopo la morte di mio padre mi ha sempre parlato male di lui dicendomi che era un fedifrago e un pedofilo..( quest'ultima assolutamente falsa!!)
C'è da considerare inoltre la malattia di mia nonna (l'Alzheimer) che fin da piccola non mi riconosceva, non riconosceva più nessuno e questo mi ha spaventata per anni

Ho notato che quando nella mia vita si presentano situazioni che mi fanno dimenticare di me stessa, di questo conflitto sto molto meglio e per mesi infatti non ho sofferto di panico.

Adesso la mia situazione sentimentale si è sistemata, sono fidanzata con un ragazzo che lavora vicino casa mia, che mi ama e cerca di capirmi e di darmi una mano per quello che può.. Adesso che lui, dopo un periodo di lontananza, vive qui è come se io tornassi di nuovo a guardarmi allo specchio e a sentire nuovamente questo forte conflitto tra la parte di me che vuole lasciare medicina e godersi la vita e la parte di me che invece si dispera perchè non vuole lasciare medicina perchè è sempre stata la sua strada, per gli esami già dati, per le aspettative di tutti, per la promessa fatta a mio papà, per questo qualcosa nel mio pensiero che mi impedisce di rilassarmi

Da una setimana sono tornati fortissimi i sintomi come quelli che avevo a giugno-luglio dell'anno scorso ed io mi sento disperata perchè la psico analisi mi ha consentito solo di guardare le mie ferite e di comprenderle, ma non mi ha dato gli strumenti per superarle, per farle cicatrizzare..strumenti per arginare i sintomi ( vedi training autogeno, meditazione, musicoterapia)..ne sono sprovvista.e strumenti di tipo cognitivo-comportamentale che mi permettano di reinterpretare la realtà con un occhio meno severo su me stessa

Farmacologicamente prendo o,25 mg di xanax al giorno... Non faccio uso di antidepressivi perchè non essendo abituata a prendere nemmeno il caffè mi causano eccessivo nervosismo e una terribile insonnia ( li ho provati per una settimana ad agosto scorso e poi li ho eliminati sotto controllo psichiatrico sempre)

Adesso io vorrei sapere che fare, se fare uso degli antidepressivi per arginare questa orrenda sensazione di panico continua, se aumentare gli ansiolitici, se intraprendere una psicoterapia cognitivo-comportamentale per cambiare definitivamente il mio modo di pensare circa la mia vita...
Vorrei sapere se si può guarire definitivamente da questo disturbo..
Vorrei sapere in quanto tempo si guarisce perchè io sono al limite della sopportazione..so che diciamo tutti così...La vita non è facile per nessuno...ma io voglio soltanto vivere ed imparare a farlo in modo sano...
Vi chiedo gentili medici, se potreste consigliarmi un bravo psicologo che si occupi di terapia cognitivo comportamentale a Palermo. Ho provato a contattarne uno ma mi è stato detto che non prima di rivolgermi ad un altro psicologo ( sebbene si occupi di un altro settore della psicologia cioè la terapia e non la analisi) devo lasciare la vecchia psicologa ..ma io non posso perchè lei mi conosce, conosce la mia storia molto bene e mi ha aiutata molto a capire il mio inconscio..ma ora ho bisogno non solo guardare l'inconscio ma anche di lavorare su di esso..ma ho paura di lasciare la vecchia psicologa per uno nuovo che nemmeno conosco.

So di essere stata particolarmente prolissa, ma volevo essere chiara circa la mia situazione per avere un consiglio e soprattutto una RASSICURAZIONE..

PER FAVORE RISPONDETEMI!

Distinti saluti.
[#1]
Dr. Stefano Garbolino Psichiatra, Psicoterapeuta, Sessuologo 2.5k 36 2
Gentile utente,
credo sia importante chiarire che trattamenti biologici (intesi come psicofarmaci) e trattamenti psicologici (intesi come sostegno psicoterapeutico più o meno "intenso") non sono necessariamente in contraddizione. Da quanto Lei descrive pare opportuno infatti intraprendere una adeguata terapia psicofarmacologica che le permetta di attenuare la sintomatologia ansiosa sapendo di poter continuare in tal modo il suo percorso psicologico. E' necessario valutare attentamente il suo profilo personale al fine di trovare una adeguata terapia farmacologica che non le rechi effetti collaterali e che le dia una remissione della sintomatologia. In tal senso non le consiglio di cambiare psicologa ma di farsi aiutare a trovare un bravo psichiatra che la curi farmacologicamente in associazione al sostegno psicologico.

Cordialmente.

Stefano Garbolino

Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com

[#2]
Attivo dal 2007 al 2012
Psichiatra
Gentile utente,
alcune considerazioni in merito al suo post:

1) i disturbi psichiatrici (compresi, quindi, quelli d'ansia) si sviluppano sulla base di una predisposizione costituzionale (come altre patologie fisiche come ad esempio il diabete mellito, l'ipertensione arteriosa etc.); eventuali fattori contingenti (eventi stressanti etc.) possono slatentizzare tale predisposizione

2) le benzodiazepine (ansiolitici), seppur utili nelle fasi acute, vanno utilizzati con cautela in quanto il loro uso continuativo (mesi, anni) genera assuefazione e fenomeni di dipendenza/astinenza

3) è vero che gli antidepressivi serotoninergci possono non essere tollerati da alcune persone in quanto causano una sindrome da iperstimolazione (con aumento dei livelli d'ansia, irritabilià, insonnia etc.), tuttavia esistono strategie curative alternative

Per quanto riguarda la gestione della "parte" farmacologica della sua terapia le consiglierei di rivolgersi ad uno psichiatra che sia esperto in psicofarmacologia clinica.

Cordiali saluti
Giuseppe Ruffolo
www.psichiatria-online.it
[#3]
dopo
Attivo dal 2007 al 2007
Ex utente
Vi ringrazio per le vostre risposte.
Volevo ancora sapere se la terapia farmacologica più adeguata sarà sempre di tipo antidepressivo e se la psicoterapia cognitivo-comportamentale potrebbe essermi d'aiuto.

Perdonate inoltre la mia insistenza, ma per me è di vitale importanza sapere se da questi disturbi si guarisce definitivamente.

Vi ringrazio in anticipo per le vostre risposte.

Cordiali saluti

Lidia
[#4]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Lidia,
l'associazione tra farmacoterapia e psicoterapia cognitivo-comportamentale permette solitamente di ottenere i migliori risultati nella cura del Disturbo di Panico. Per i terapeuti della sua zona, può consultare eventualmente il sito www.aiamc.it

Ma mi permetta di aggiungere delle considerazioni:

1) la gestione farmacoterapeutica deve essere assolutamente indicata e gestita da uno psichiatra, per cui inizierei proprio da una consulenza in questo senso

2) appare evidente che il lavoro fatto con la Sua psicologa ha comunque dato dei frutti, lo dimostra la bellissima mail con la quale descrive i propri sentimenti e la propria storia, riflesso di una buona capacità di introspezione.

Per cui qui, secondo me, non si tratta di "buttar via" la vecchia psicologa, ma si deve analizzare la necessità di un trattamento specifico per il suo panico (ammesso che questa sia la diagnosi), che le migliori, in associazione alla farmacoterapia, la qualità di vita quotidiana. Io vedrei quindi la situazione in termini di una "sospensione" dell'analisi, di una gestione del Panico, e poi si vedrà.

Rimane comunque la possibilità di mantenere la psicologa, ora però affiancata dallo psichiatra

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

[#5]
dopo
Attivo dal 2007 al 2007
Ex utente
Sono già in cura da una psichiatra. Recentemente mi ha consigliato di incrementare la dose di xanax e di intraprendere una psicoterapia cognitivo-comportamentale per modificare il tipo di " apprendimento" errato, cioè l'associazione errata tra affettività e modalità di espressione dell'emotività, che purtroppo ho appreso nel corso degli anni.
Ringrazio il Dottor Bulla per la sua gentile risposta.
Distinti saluti.
Lidia
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