La testa del femore non esiste più

Mio Papà, 60 anni ha un carcinoma polmonare squamoso stadio III B non operabile diagnosticatogli a gennaio dopo lunghe traversie. Fatto il primo ciclo di chemio sono partite metastasi al femore destro. A Marzo il tumore al polmone si era ridotto notevolmente ma il problema era il femore e i medici hanno impiegato 2 mesi e mezzo per capire che era una metastasi! Ora è ricoverato al San Luigi di Orbassano da tre settimane. In data 30 Gennaio hanno tentato un intervento di cementoplastica (macchina disponibile una sla volta al mese!) per tamponare la lesione ossea ma la metastasi era triplicata e in + si aggiunta una frattura in quanto la testa del femore non esiste più. In aggiunta a tutto ciò il tumore al polmone sembra essere progredito. Possiamo fare qualcosa per aiutarlo? O dobbiamo darlo veramente per morto?
C'è qualche medico in Italia in grado di aiutarci?
Ci hanno parlato della embolizzazione: potrebbe realmente aiutarlo?
Grazie di cuore per il prezioso servizio che offrite
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Oncologo, Medico di laboratorio, Medico del lavoro, Perfezionato in medicine non convenzionali attivo dal 2005 al 2009
Oncologo, Medico di laboratorio, Medico del lavoro, Perfezionato in medicine non convenzionali
La situazione descritta è di per sé grave. Se ci sono già metastasi ossee significa che altre cellule metastatiche si trovano in altre parti anche se ancora non manifeste. Le cure sono palliative e di supporto.

Dr. S. Rizzo
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Dr. Ivan Fazio Radioterapista 4
Gentile utente,
ovviamente la situazione è piuttosto avanzata ma da quello che mi dice dovrebbero esserci ancora parecchie strade da percorrere.
Ho bisogno però di alcuni dati:
- E'stata fatta la radioterapia sul femore?
- E' stata ipotizzata una stabilizzazione chirurgica del femore?
- Che tipo di chemioterapia ha fatto? Quali altri farmaci sono stati utilizzati dopo progressione ossea?
Per il femore sicuramente un trattamento radiante è prioritario se non è stato già fatto.
Aspetto Sue notizie

Ivan Fazio

Ivan Fazio

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dopo
Utente
Utente
La radioterapia l'hanno esclusa a priori perchè ci hanno detto avrebbe indebolito troppo le ossa! Il tumore al polmone dopo la chemio si era ridotto e si pensava infatti alla radioterapia...ma poi la sorpresa. I medici escludono anche un intervento perchè ora papà è troppo debole e non lo sopporterebbe. Stanno facendo andare avanti i due tumori curandole con le cure paliative...Per loro non c'è più nulla da fare!
chemioterapia: carboplatino auc 5 (650mg) e.v. giorno 1 e gemcitabina 1000 mg/m2 (1700 mg ) e.v. giorni 1 e 87
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Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
Concordo ovviamente con il collega Ivan, e aggiungo che la radioterapia sull'osso non è sicuramente il salvavita ma comporta un effetto di consolidamento sull'osso sede di rimaneggiamento da parte del tessuto neoplastico. Inoltre la decompressione locale consente di ottenere frequentemente un importante effetto antalgico, più o meno duraturo in funzione del frazionamento scelto e delle caratteristiche soggettive del paziente e delle caratteristiche della malattia.
Da valutare inoltre un approccio con bifosfonati o affini che contribuiscono alla rimineralizzazione dell'osso sede di ipoverimento strutturale conseguente alla malattia tumultuosa, e che inoltre hanno dimostrato un effetto antineoplastico osseo diretto.

Dr. Filippo Alongi

Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)

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dopo
Utente
Utente
Grazie Dott. Alongi. Cosa sono questi medicinali di cui mi sta parlando? Al San Luigi dove PApà è ricoverato non glieli stanno dando: anzi! Non stanno facendo + nulla per i tumori (nè polmone nè metastasi!) dove possiamo rivolgerci? Papà non è trasportabile perchè è immobilizzato dalla vita in giù (manca la testa del femore e in + ha una frattura sempre lì)...Mi può aiutare???
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Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
Un esempio e' lo Zometa. Essenziale per l'uso di questi farmaci è una buona funzionalità renale espressa dalla clearence della creatinina. Relativamente alla possibilità di una RT, anche con singola seduta, per evitare grosse problematiche di posizionamento e sopratutto di spostamenti per il paziente, ci sono moltissimi centri nel torinese(Mauriziano, Policlinico, Candiolo, ecc.)
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