Rapporti con ex moglie e figli

Buongiorno,

quasi un anno fa ho conosciuto un uomo non proprio "felicemente sposato", da un'amicizia è poi nato un amore profondo che ci ha portato inizialmente a interrompere a fatica la relazione per evitare danni morali soprattutto ai suoi figli, ma, dopo qualche mese, lui ha preso la decisione di lasciare la famiglia. Attualmente vive solo, e tra noi va tutto bene, ci vediamo quando è possibile, dando ovviamente la priorità ai suoi figli. Io però, non riesco a farmi scivolare addosso le reazioni della sua ex moglie, che, nonostante non ci sia mai stata occasione di "conoscerci", continua a spaventarmi dando la colpa a me di tutto quanto, inventandosi situazioni, per mettermi in cattiva luce nei confronti del mio compagno... e inoltre, scarica molte delle sue tensioni (più che comprensibili) sulla figlia più grande, che si sta, di conseguenza, a differenza del fratello, allontanando dal padre; non vuole nemmeno andare a casa sua.
Io capisco la situazione e il dolore che si possa provare di fronte ad una separazione, capisco che sia difficile accettare una nuova vita non voluta, ma purtroppo ho un'emotività tale che, nonostante il mio compagno cerchi di lasciarmi fuori e rassicurarmi, non mi permette di vivere tranquillamente questo momento delicato. E infatti ho incominciato ad avere degli attacchi d'ansia che si ripetono anche sul lavoro quando non ci sono "pericoli" e ad avere paura ogni volta che vado da lui, ogni volta che gli suona il telefono e ogni volta che esco di casa.
Non so come affrontare la situazione, in cuor mio so di essere nel giusto, con la consapevolezza di essere l'effetto della fine di un matrimonio e non la causa; ma nonostante tutto ho grandi sensi di colpa e non riesco a lasciarmi andare con il mio compagno, quando dovrei invece essere il suo punto di forza.
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile Signora, mi sembra che lei viva questa vicenda come su due piani sfalsati: razionalmente pensa alcune cose, alla luce delle quali non si spiega il senso di colpa che invece, ad un livello più "emotivo", sperimenta molto intensamente.

Alla luce di questo, ha cominciato ad attribuire una valenza "emotiva" a situazioni di per sè neutre (come ad esempio lo squillo del telefono di casa del suo compagno, che potrebbe farle venire in mente ad esempio l'idea che possa essere l'ex-moglie).

In questi casi, è possibile che si comincino a "prefigurare" ipotetici scenari futuri (ad esempio, "E se la incontrassi per strada? E se mi venisse a cercare?"), i quali sono a volte "caricati" da aspettative molto negative circa le conseguenze (ad esempio, "Potrebbe fare una scenata, sarebbe terribile", etc.).

Non so se questo sia il suo caso, ma questo modo di pensare può avere alcuni corollari:
- ci si comincia a sentire "in pericolo" in situazioni in cui prima magari si era a proprio agio;
- si vive uno stato di "dissidio" tra ciò che si pensa e ciò che si sente, in ragione di un contrasto tra i propri pensieri e le proprie convinzioni più profonde e radicate;
- è possibile che si cerchino di evitare le situazioni che pensiamo ci facciano stare male.

Gentile Signora, se questo "groviglio" di situazioni pensieri, emozioni, comportamenti le sembra familiare, è possibile che lei stia strutturando un modo disfunzionale di vivere un'esperienza cui potrebbe altrimenti rapportarsi con maggiore trasporto e con minori preoccupazioni. Per fare questo, se le ipotesi che ho formulato sono attinenti al suo vissuto, non esiti a contattare uno psicologo: con il suo aiuto, potrebbe venire a capo di questa vicenda in modo più sereno e per lei più utile.
Cordialmente
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Signora,
una separazione prevede varie fasi di elaborazione del lutto, inoltre la separazione psichica, è ben più dolorosa e complessa di quella fisica. I figli, purtroppo diventano la moneta di scambio emotivo e di ricatto per il coniuge colpevole di presunto abbandono e,si perde la lucidità per riamanere pur sempre genitori, anche se non più coniugi.
Quando finisce un amore, si tende sempre alla caccia alle streghe, cioè la ricerca del colpevole, perchè trovare il colpevole al di fuori della coppia, è più semplice e meno doloroso, del mettersi in discussione. Stia serena e si goda questo amore, se dovesse necessitare di un sostegno psicologico, lo cerchi, in modo da poter fungere da boa di galleggiamento, in questo mare di tempesta, anche per il suo compagno.
I figli, con il tempo e la lealtà emozionale del padre, capiranno.
Auguri di cuore.



www.valeriarandone.it

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
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