Quali tipi di operazioni esistono per curare ed eliminare la miopia e l'astigmatismo?

Quali sono i presupposti? I rischi? Che tipi di operazioni ci sono?
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Dr. Luigi Marino Oculista, Medico legale 17k 574 314
si certo

qualche appunto di chirurgia refrattiva:
I vizi di rifrazione possono ora avere un’alternativa terapeutica attraverso un intervento chirurgico.La chirurgia refrattiva trova le applicazioni più vantaggiose quando, escluso il semplice desiderio estetico di non portare gli occhiali, vi siano caratteristiche oculari e dell’ambiente che impediscano al paziente la capacità di utilizzo della vista al meglio.Ciò è più evidente nei forti difetti di rifrazione, nelle anisometropie elevate , specie dove non vi è tolleranza alle lenti a contatto, ed in alcuni tipi di attività lavorativa in cui i presidi ottici creano innegabili svantaggi (militari-polizziotti-atleti).L’accurata selezione del paziente , valutando le caratteristiche cliniche e le motivazioni che spingono all’intervento, nonché la valutazione del tipo di intervento, è assolutamente necessario alla luce del fatto che l’atto chirurgico non è sempre reversibile e dalla eventualità di complicanze comuni a tutti gli interventi chirurgici oculari .Ogni atto di chirurgia rifrattiva risolve il solo vizio di rifrazione. L’intervento potrà però ragionevolmente mirare ad una riduzione del potere dell’occhiale o, nei casi più favorevoli, alla sua completa eliminazione con diminuzione dei fastidi e delle distorsioni che ad essi si accompagnano.
Pertanto per non andare incontro ad errori ed incomprensioni sui programmi prefissi e sui risultati raggiunti, è indispensabile che il paziente venga informato in modo esauriente dal medico, cosicché il suo consenso all’intervento sia motivato e convinto.



Laser ad eccimeri
Sin dagli anni ‘70 si è iniziato a sperimentare il laser per ottenere una maggiore precisione ed affidabilità nel cambiamento di forma della cornea.
I primi autori scoprirono che il laser ad eccimeri 8dimeri eccitati dai raggi ultravioletti) poteva rimuovere il tessuto con una precisione accurata fino a 0,25 micron.
Attualmente i laser ad eccimeri hanno raggiunto una precisione ed una sicurezza di livello straordinario nel campo della correzione chirurgica dei difetti visivi.
Utilizzando questa tecnica viene modificata la curvatura della cornea, in quantità tale da correggere il difetto, analogamente agli occhiali o alle lenti a contatto del paziente, riducendo così o addirittura eliminando una dipendenza a vita nei confronti delle lenti correttive.

PRK (Photo Refractive Keratectomy)
Il laser ad eccimeri, una radiazione fredda e invisibile di ultravioletto indirizzata e guidata sulla superficie corneale attraverso il controllo di un sistema computerizzato, permette la vaporizzazione istantanea del tessuto corneale da parte del raggio laser consentendo di scolpire il profilo della cornea con una precisione micrometrica, correggendo così il difetto refrattivo. Al paziente viene installata soltanto qualche goccia di collirio anestetico; successivamente viene disteso sul lettino al di sotto del microscopio del laser, viene applicato un blefarostato e viene rimosso lo strato di epiteliale della cornea 8il più superficiale. Viene quindi invitato a fissare una mira luminosa di riferimento, mentre un dispositivo computerizzato (eye tracker) controlla l’allineamento e la fissazione dell’occhio per tutta la durata del trattamento. Alla fine della procedura l’occhio viene medicato con colliri antibiotici e antinfiammatori e si applica una lente a contatto morbida terapeutica. Può essere consigliato un analgesico per combattere la sintomatologia infiammatoria: fastidio, fotofobia, lacrimazione, gonfiore palpebrale, sensazione di corpo estraneo nell’occhio. La lente a contatto terapeutica ha un esclusivo scopo protettivo (corneal shild) e anche se può sembrare la causa di tutti disturbi non va mai rimossa su iniziativa del paziente, ma solo da parte del medico oculista , in genere dopo 4/5 giorni. Si indica al paziente di avere buon senso ed evitare ambienti potenzialmente dannosi (molto assolati, fumosi o polverosi), di indossare un occhiale da sole e di instillare con regolarità i colliri. Nei primi 12/20 giorni può accadere che il paziente accusi dei disturbi nella visione per vicino. Tale complicanza è destinata a ridursi a poche giornate se il paziente si attiene scrupolosamente alle indicazioni post-operatorie del chirurgo.


LASIK - Laser in situ Keratomileusis

LASIK - Laser in situ Keratomileusis
La LASIK è una procedura che combina laser e chirurgia per la correzione dei difetti visivi, ideata dal Dr. Barraquer (epicheratomileusi) negli anni ‘60 perfezionata e “modernizzata” in Italia grazie a Lucio Buratto che con importanti innovazioni tecniche offrì subito risultati decisamente positivi. Uno speciale strumento , il microcheratomo, effettua una sottile “fettina “ di tessuto corneale , questo “lembo” (flap) viene sollevato; mentre lo stato stromale sottostante vengono trattati con il laser ad eccimeri. Il tessuto sollevato viene poi rimesso in sede senza punti. Nei confronti della PRK, la LASIK presenta numerosi vantaggi: minor fastidio per il paziente, un recupero visivo più rapido e un risultato più stabile. I suoi inconvenienti sono legati alla maggiore complessità della tecnica chirurgica soprattutto durante la fase del taglio e recentemente pare una maggiore tendenza alla cheratoectasia ed al discomfort del film lacrimale . Al paziente, disteso sul lettino operatorio sotto il microscopio del laser, viene installata qualche goccia di collirio anestetico e viene applicato un blefarostato. Fissato l’occhio con una suzione, il chirurgo esegue la prima fase di taglio meccanico mediante il microcheratomo, ottenendo un lembo corneale incompleto (Flap) , agganciato superiormente o nasalmente ; il lembo corneale viene sollevato e il laser agisce sullo stroma corneale sottostante, mentre il paziente fissa una mira luminosa di riferimento. Alla fine del trattamento il FLAP corneale viene riposizionato.L’occhio viene successivamente medicato con colliri antibiotici e antinfiammatori e opossono essere applicate delle conchiglie protettive. Si prescrivono analgesici per via orale per le sensazioni fastidiose o dolorose che in genere si manifestano nelle prime ore. Si indica al paziente il divieto di evitare attività fisiche impegnative per i primi giorni, gli ambienti molto luminosi , i luoghi assolati, fumosi o polverosi, di installare con regolarità i colliri.


LASEK
La LASEK è un delle tecniche più recenti, introdotta da Massimo Camellin.La Lasek deriva dalla PRK ma comporta il mantenimento dell’integrità dell’epitelio corneale, con netta riduzione del dolore post-operatorio. Durante il trattamento il chirurgo crea un lembo epiteliale (meccanicamente e con l’aiuto di soluzione alcolica) e quindi utilizzerà il laser ad eccimeri sullo stroma corneale. Al termine del trattamento il lembo epiteliale viene riposizionato nel suo letto e protetto con una lente a contatto terapeutica.La LASEK oggi si è evoluta nella EPI-LASIK introdotta da PALLIKARIS, questa tecnica prevede la creazione di un flap epiteliale con un microcheratomo molto simile a quello utilizzato per la lasik, ma privo di lama.


PTK
La PTK o cheratectomia fototerapeutica è una tecnica che viene utilizzata per asportare tessuto corneale alterato nelle sue caratteristiche di trasparenza e regolarità. Alcuni chirurghi come Paolo Vinciguerra la utilizzano sempre dopo la normale chirurgia foto refrattiva per effettuare il cosiddetto smoothing al fine di migliorare i risultati e puntare all’eccellenza.La PTK è un necessario strumento terapeutico per molte patologie corneali : leucomi, nubecole, haze ed anche per le erosioni corneali recidivanti.

Il laser Intrastromale a Femtosecondi
Il laser intrastromale a Femtosecondi consente di poter creare un lembo corneale con caratteristiche di diametro e spessore assolutamente corrispondenti a quelle desiderate; tale strumento è perciò inevitabilmente destinato nel tempo a sostituire il microcheratomo ad avanzamento meccanico e motorizzato. Il laser a Femtosecondi prende il nome dalla sua frequenza di emissione: 10.000 impulsi al secondo di luce monocromatica a lunghezza d’onda pari a 1.053 nanometri; il raggio laser ha un diametro di soli 3 micron, cioè 3 millesimi di millimetro.Il laser intrastromale ha ricevuto l’approvazione dall’ FDA (Food & Drug Administration, l’organo di controllo federale negli Stati Uniti) nel Dicembre 1999 ed e’ stato presentato per la prima volta all’ American Academy of Ophthalmology nel meeting annuale dell’Ottobre 2000. Recentemente è entrato a pieno titolo nella pratica clinica quotidiana.
Il Laser a Femtosecondi determina, all’interno dello stroma corneale, una microesplosione che genera delle piccole bolle d’aria che separano le lamelle corneali; e’ possibile creare geometrie e piani di taglio personalizzate, cioe’ adatte al singolo caso clinico e con un controllo di assoluta precisione che solo un computer puo’ garantire. Uno dei primi vantaggi e’ che non si ha piu’ variabilita’ dello spessore del lembo, come avviene nel caso del microcheratomo ad avanzamento motorizzato LASIK ; non solo il trattamento laser, ma anche la creazione del lembo puo’ finalmente essere personalizzato o “customizzato”. Il chirurgo e’ meno condizionato dai limiti rappresentati dalla curvatura corneale e dallo spessore corneale; inoltre, non vi può mai essere una perdita di suzione (temibile complicanza dell’uso del microcheratomo), Il laser a femtonsecondi è utilissimo nella cheratoplastica lamellare , il chirurgo infatti può asportare il tessuto corneale danneggiato o malato e sostituirlo con quello sano ottenuto da un donatore con una forma esattamente identica , in grado di integrarsi con assoluta precisione nella corna del ricevente.Infine è molto utile nell’eseguire i solchi dove impiantare gli anelli intrastromali
Laser ad olmio
Per correggere l'ipermetropia il trattamento laser prevede una fotoablazione di
un anello periferico corneale così da permettere una maggiore curvatura centrale della cornea pero questo si può effettuare solo su valori lievi o medi di Ipermetropia.
Nel trattamento dell?ipermetropia media ed elevata venne impiegato anche il laser ad olmio (termocheratoplastica), tale metodica oggi è in disuso. L’apice corneale per correggere una ipermetropia deve essere reso più curvo: il laser quindi viene diretto sugli strati di tessuto nelle zone periferiche provocandone la contrazione.
Il laser ad olmio è ad effetto termico, fa aumentare la temperatura del tessuto colpito provocando un effetto meccanico di contrazione.
Il laser ad olmio lascia purtroppo leucomi corneali molto evidenti.

ultteriori informazioni su
www.aao.org
wwwlaser3000.com

LUIGI MARINO CHIRURGO OCULISTA
CASA di CURA “ LA MADONNINA “ via Quadronno n. 29 MILANO centralino tel 02 583951 / CUP 02 50030013

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dopo
Utente
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Grazie mille molto esaustivo. Spero presto di sottopormi all'intervento più idoneo a me.

E spero che il post-operatorio sia breve e indolore.

A settembre mi piacerebbe prendere con lei un appuntamento per verificare l'attuabilità dell'intervento sui miei occhi.

A presto

Controllare regolarmente la salute degli occhi aiuta a diagnosticare e correggere in tempo i disturbi della vista: quando iniziare e ogni quanto fare le visite.

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