Tachicardia alle visite mediche

Gentilissimi Dottori
Sono un ragazzo di 24 anni (alto 1.78 per 62 kg di peso) e da circa 2 ho un problema di tachicardia che non riesco a spiegarmi. Premetto che non ho mai avuto problemi di cuore nè di altro genere, ho sempre fatto sport e di conseguenza ho sempre fatto delle visite mediche sportive dalle quali ho sempre avuto l’idoneità, inoltre non fumo, non bevo cafè e neanche alcolici.
Però, come dicevo all’inizio, da circa due anni quando mi presento a delle visite mediche sportive non mi viene rilasciata l’idoneità a causa di una tachicardia sinusale che varia intorno ai 120 bpm (ECG da fermo).
Ho fatto controllare la tiroide e mi è stata riscontrata una tiroidite di Hascimoto che tengo sotto controllo periodicamente. L’ultimo controllo datato 25-06-2007 avevo tali valori (TSH 1,73 – FT3 2,75 – FT4 1,13). Anche il resto degli esami ematochimici sono risultati buoni. Inoltre l’ecografia tiroidea non ha riscontrato aree nodulari. Secondo la mia endocrinologa la tachicardia NON è assolutamente dovuta alla tiroide. Ho fatto una visita cardiologica compreso di eco-doppler e la diagnosi è stata: (normale concordanza atrio-ventricolare e ventricolo vascolare; ventricolo sn normale per dimensioni e con funzione globale conservata FE 71%; spessori di parete e cinetica segmentaria a riposo normale. Aorta tricuspidata e con normale diametro; mitrale normoconformata e con atteggiamento prolassante del suo lembo anteriore; al color doppler lieve rigurgito mitralico; atrio dx normale per struttura e flussi; non versamento pericardio; atrio sn normale. Ecocardiogramma e color-doppler sostanzaialmente nei limiti della norma), anche in questo caso il cardiologo mi ha detto che il cuore sostanzialmente è apposto e che la tachicardia che accuso è dovuta da uno stato d’ansia. Ammetto di essere un tipo emotivo però non è possibile che ad ogni visita il cuore incomincia a pompare a questi livelli. Ho provato a non farmi prendere dall’ansia, ma il cuore sembra che vada da solo. Per di più quando sono a casa o in qualsiasi altro posto (ironia della sorte) la frequenza è sempre sotto i 70. Soprattutto non riesco a capire perché ho questo problema da due anni a questa parte. Il cardiologo mi ha detto che posso tranquillamente fare attività sportiva, ma senza l’idoneità mi viene un po’ difficile. A QUESTO PUNTO VI DOMANDO: come posso superare tale disaggio? Se è vero che il cuore è sostanzialmente nei limite della norma perché si comporta in questo modo? Chiedo un vostro parere ringraziandoVi anticipatamente. Cordiali saluti.
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Dr. Vincenzo Menniti Psichiatra 126 2
Caro utente,
mi sembra che fugato ogni dubbio inerente la possibile origine organica di questa tachicardia,resti da indagare la componente psico affettiva. E' molto frequente che in ambito medico, nell'attesa di effettuare esami specialistici, visite mediche o qualsiasi tipo di accertamento, un'emotività di base giochi a sfavore determinando quella tachicardia di cui accennava nel post. E' molto probabile che in quelle circostanza anche la sua pressione arteriosa sia maggiore rispetto alla norma. E' un meccaniscmo fisiologico, di risposta ad uno stress, che in alcuni individui però è sovraregolato. E' la stesso processo che avviene dinanzi ad un pericolo, uno spavento: l'organismo reagisce attraverso il rilascio di specifiche sostanze, che determinano quello stato di attivazione, di allerta, necessario per reagire al pericolo stesso.
Non a caso esiste la cosiddetta "ipertensione da camice bianco" o "white coat hypertension", defnita con più precisione "Isolated Office Hypertension" ben nota ai cardiologi!Si tratta di uno stato di attivazione emotiva, in soggetti particolarmente ansiosi, che determina innalzamenti pressori, esclusivamente durante le misurazioni ambulatoriali.
Se il suo problema è circoscritto a questo ambito, non credo abbia bisogno di aggiustamenti. Se invece questa situazione di disagio è vissuta in altre circostanze, allora sarebbe opportuna una valutazione specialistica psichiatrica per inquadrare meglio il problema.

Cordiali saluti
dott. Vincenzo Menniti

[#2]
dopo
Attivo dal 2007 al 2008
Ex utente
Gentile dott. Menniti,

Innanzi tutto la ringrazio per aver risposto alla mia domanda;
In effetti, dopo aver fatto tutti i controlli opportuni e aver visto che il problema non era di origine organica, non restava altro che un problema, come Lei stesso accennava, di tipo psico affettiva.
Diciamo pure che questo mio problema si verifica solo durante le visite mediche. Sia chiaro, la tachicardia si presenta anche in altre occasioni, come è normale che sia, soprattutto in momenti di pressione come possono essere gli esami universitari per intenderci, però in questi casi non sono sotto EGC e non mi “gioco” l’idoneità sportiva. Quindi il mio problema è circoscritto nell’ambito ambulatoriale e può essere dovuto alla cosiddetta “ipertensione da camice bianco”. Ok, a questo punto però le voglio porgere alcune domanda:
Alle successive visite mediche come mi devo comportare? Al medico devo far presenta qualcosa? Esiste un rimedio che mi consenta di tenere i battiti del cuore (e di conseguenza anche la pressione) nella norma durante queste visite?
La ringrazio nuovamente.

Cordiali saluti.


[#3]
Dr. Vincenzo Menniti Psichiatra 126 2
Ecco le risposte ai suoi quesiti:
Io parlerei di questo problema con il suo curante, che le saprà sicuramente consigliare al meglio. Personalmente, comunque, sarei dell'avviso di mettere al corrente di questo problema i medici che la visiteranno da qui a venire. In aggiunta porterei tutti gli esami effettuati precedentemente sulla funzionalità cardiaca, per fornire ulteriori documentazioni che provino l'effettiva salute del suo organo vitale.
I rimedi per tenere a bada questi sintomi certo, ci sono e vanno dalle tecniche di rilassamento agli interventi farmacologici.
Per quanto riguarda i primi si tratta di esercizi che insegnano a controllare la respirazione, rilassare la muscolatura e dunque tenere a bada "l'ansia da prestazione". E' sufficiente che entri in una buona libreria e acquisti un testo sulle principali tecniche di rilassamento, per imparare a gestire la situazione. Un buon testo di training autogeno le potrebbe essere utile.
Per l'approccio farmacologico, alcuni specialisti consigliano assunzione di beta bloccanti o di benzodiazepine in quelle situazioni in cui l'ansia sociale potrebbe impedire il funzionamento stesso dell' individuo (parlare in pubblico ecc...) Naturalmente questa è l'extrema ratio alla quale non credo sia opportuno ricorrere se il problema è circostanziato al tipo di situazioni di cui le parlava.

Cordialità
dott. Vincenzo Menniti


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