Un adenocarcinoma polmonare apicale sinistro

Egr. dottori,
scrivo per mia madre di anni 77, a cui in questi giorni è stato diagnosticato con accertamento FNAB un adenocarcinoma polmonare apicale sinistro di circa 3,5 cm assolutamente asintomatico, infatti alla diagnosi si è pervenuti da una sintomatologia di tipo neurologico (lievi difficoltà del linguaggio, mia madre è sempre stata lucidissima vive sola ed è molto attiva).
Questo il referto della RNM cranio:
RISONANZA MAGNETICA NUCLEARE DEL CRANIO

Tecnica d'esame: sequenze SE T1 e TSE T2 su piani assiali;
sequenze TSE FLAIR su piani coronali;
sequenze SE T1 dopo contrasto e.v. sui tre piani.

Reperto RM

In regione frontale sinistra, cortico-sottocorticale, si apprezza formazione espansiva rotondeggiante del diametro massimo di 27 mm, in gran parte nettamente iperintensa dopo contrasto, caratterizzata da fenomeni di colliquazione contestuale ed associata a cospicuo edema circostante, che impronta il ventricolo laterale, spianando i solchi liquorali; ulteriore, più piccola, area nodulare di patologico enhancement si rileva omolateralmente, in sede fronto-opercolare pre-silviana (13 mm di diametro).
Il reperto RM appare, in prima ipotesi, compatibile con lesioni di tipo ripetitivo.
In corrispondenza della sostanza bianca sopratentoriale di ambo i lati si osservano multiple areole di segnale elevato in T2 e FLAIR da riferire a focolai di gliosi per encefalopatia ipossica cronica.
Ampi gli spazi liquorali periencefalici a destra, per atrofia corticale.
Regolare morfologia e caratteristiche del segnale delle strutture della fossa cranica posteriore.

Questo il referto della TAC total body
TC (TOMOGRAFIA COMPUTERIZZATA) TORACE ADDOME PELVI

Esame eseguito dopo somministrazione e.v. di mezzo di contrasto iodato.

In corrispondenza del segmento apicodorsale del lobo superiore di sinistra si apprezza una formazione rotondeggiante solida, a profili irregolari, del diametro di mm 36 x 35, da valutare con esame PET e/o accertamento diretto.
Conservata pervieta' delle principali diramazioni bronchiali.
Non visibilità di tumefazioni linfonodali ilari e/o mediastiniche.
Assente versamento pleurico; modico versamento pericardico.
Fegato di morfologia e dimensioni regolari, con riduzione della densita' del parenchima, da steatosi, senza apprezzabilita' di alterazioni densitometriche focali da riferire a lesioni di tipo primitivo e/o secondario.
Vie biliari intra ed extraepatiche non dilatate.
Milza di dimensioni nei limiti, di densita' omogenea.
Pancreas di morfologia e dimensioni regolari, senza rilievo di dilatazione dei dotti principali.
Normale aspetto del cellulare lasso peripancreatico.
Regolari le ghiandole surrenaliche.
Reni in sede, di forma e dimensioni regolari, con conservata funzionalita' escretoria, senza rilievo di dilatazioni calico-pieliche.
Assenti tumefazioni linfonodali delle stazioni retrocrurali, celiache, precavali, intercavoparaortiche e mesenteriche.
Vescica in sede bassa, distesa, a contenuto omogeneo e pareti regolari.
Esiti di isterectomia.
Assenti tumefazioni delle stazioni linfonodali iliache, otturatorie ed inguinali.
La scintigrafia ossea è negativa; questo il referto:
Scintigrafia Ossea Total Body con 600 MBq di 99m Tc MDP



L'esame sistemico dello scheletro, eseguito in proiezione anteriore e posteriore con tecnica "total body", non ha evidenziato aree di iperaccumulo del radiocomposto di significato patologico per lesioni di tipo secondario.

Vengo al quesito: tutti gli specialisti cosultati concordano che bisogna affrontare subito il problema cerebrale (attualmente mia madre è sotto cortisone e mannitolo). Il neurochirurgo consiglia l'asportazione della metastasi più grande (facilmente asportabile per localizzazione in intervento con neuronavigatore) ritenendo la radioterapia stereotassica insufficiente, addirittura peggiorativa, per le dimensioni della metastasi. L'intervento chirurgico con asportazione della metastasi maggiore e successiva radioterapia stereotassica sulla metastasi più piccola e bagno encefalico, consentirebbero poi di gestire meglio la malattia e la sua terapia.
Alcuni oncologi concordano con questo approccio, uno invece partirebbe con la stereotassica su entrambe le metastasi.
Preciso che le condizioni generali di mia madre sono buone per la sua età.
Chiedo un parere sulla strategia da seguire: intervento o sola radioterapia?
Ringrazio anticipatamente chi vorrà darmi il Suo parere, in ogni caso prezioso.






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Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133 1
Cara Utente,

il caso si presenta indubbiamente problematico. Infatti l'evenienza di un adenocarcinoma polmonare metastatico è piuttosto seria. Tuttavia la malattia macroscopicamente visibile appare ancora piuttosto aggredibile, se non altro nella prospettiva di un significativo prolungamento della sopravvivenza. Io opterei per l'intervento chirurgico. Anzi, se possibile, osservando le immagini polmonari, per un doppio intervento (cervello + polmone). Il tutto seguito da una chemioterapia adiuvante da scegliere con accuratezza anche in funzione dell'età adatta ad arginare la malattia minima residua che può essere presente. La radioterapia senza dubbio trova il suo spazio e potrebbe essere impiegata successivamente quale consolidamento della chirurgia.

Sempre a disposizione, un caro saluto

Dr. Carlo Pastore

Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/

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Utente
Utente
Egr. Dott. Pastore,
La ringrazio moltissimo per l'interesse e per la tempestività della risposta. Anch'io propendo per un'approccio più aggressivo, il problema rimane la metastasi cerebrale più piccola (1,3 cm)e più difficilmente raggiungibile con la chirurgia, che necessiterà comunque di una radioterapia stereotassica.
Le chiedo inoltre notizie sul trattamento con Temudal, credo sia il nome giusto, per le metastasi cerebrali (insieme a radio) e con Tarceva per il ca del polmone. Le preciso una cosa che ho dimenticato di specificare: mia madre non ha mai sfiorato una sigretta in vita sua.
Grazie ancora!
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Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
Carissimo utente, è chiaro che l'esordio di malattia con metastasi encefaliche condiziona la prognosi in modo determinante. La scelta fra radioterapia stereotassica cranica ed intervento chirurgico è una scelta da fare con equilibrio. La presenza di due metastasi all'imaging suggerisce la possibilità di altre piccole metastasi occulte in territorio encefalico. Quindi concordo, in ogni caso, che l'intervento dovrebbe essere seguito da una irradiazione sul letto operatorio e sul restante parenchima apparentemente sano. La chirurgia se fattibile, è la metodica migliore nel controllo di malattia, ma sottopone la signora (di 77anni) a rischi non indifferenti e ad un vantaggio non abissale, in fin dei conti, rispetto ad una radioterapia stereotassica fatta bene(Gamma Knife ad es.).
Sul Temodal(temozolamide) le posso dire che è lo standard per alcune neoplasie primitive dell'encefalo sulle quali ha evidenziato una aumento della sopravvivenza in associazione alla radioterapia(studio Stupp su New england Journal of Medicine), ma sulle metastasi encefaliche è usato fuori protocollo e non è stato, a mio conoscenza attuale, approvato ufficialmente come indicazione terapeutica.

Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)

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Utente
Utente
Egr. dott. Alongi,
ringrazio anche Lei per il contributo. Il neurochirurgo, che è un parente ed è responsabile del modulo di neuroncologia, sembra molto sicuro dell'utilità di rimuovere la metastasi maggiore (circa 3 cm)facilmente accessibile e responsabile di un grosso edema, per cui pur consapevole che poco o nulla cambierà in termini di sopravvivenza, ritiene che tutto sarà poi più gestibile. Oggi abbiamo ritirato anche i risultati della PET-TAC, che conferma che non ci sono aree di patologico accumulo se non a livello apicale del polmone e delle due localizzazioni cerebrali.
Ringrazio ancora Lei e tutti quelli che vorranno ancora fornire una risposta.