Famiglia invadente

Egregio Dottore,
mi trovo in una situazione complicata, probabilmente davanti ad un bivio. Ho 34 anni e da quasi due sto con un coetaneo, di cui sono molto innamorata e con il quale sento di poter costruire una famiglia. Lui, invece, è ancora indeciso, nel senso che teme di non esser maturo a sufficienza e di non riuscire ad essere un buon marito; attualemente si sta sottoponendo alle cure di uno psicoterapeuta che dovrebbe aiutarlo a maturare la decisione (di questo si tratta, a mio modesto avviso) di abbandonare la famiglia di origine. I suoi genitori non sono certo d'aiuto, sono molto possessivi (vorrebbero che i figli di 33 e 36 anni passassero sempre le vacanze insieme), quando non sono presenti continuano a telefonare per sapere cosa fa il figlio. Insomma, non si rassegnano e trattano i figli come se avessero 10 anni (l'altra figlia dopo un matrimonio fallimentare è tornata a vivere in famiglia e passa il proprio tempo libero coi genitori....). Non so se "guarirà" mai da questa dipendenza ed io, purtroppo, non sono più giovanissima e vorrei avere la mia famiglia. Io dico, talvolta, che la sua famiglia è invadente e che è la causa delle sue fragilità, ma è una lotta impari. Sono molto avvilita.
Vorrei almeno riuscire ad essere obiettiva nelle mie valutazioni (attualmente la mia avversione verso la sua famiglia è in crescita esponenziale, nonostante io mi sforzi di essere cordiale e di prender parte, col sorriso, ai loro week end). Grazie
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Attivo dal 2008 al 2022
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile utente come ha giustamente osservato lei stessa si trova davanti ad un bivio. Può restare vicina al suo uomo e maturare con lui fino a quando deciderete insieme di avere dei figli oppure prendere una decisione differente.

Del resto sono 2 anni che ci sta insieme e quindi è lei la massima esperta nel comprendere quanto questa situazione sia per lei sopportabile.

Credo che farebbe bene a parlare col suo compagno di questo suo disagio, evitando di cercare decisioni obiettive o irreprensibili. Ogni decisione è motivata dal nostro sentire, e questo è senz'altro il principale motore che ci muove. Ogni decisione comporta delle rinunce, e non sapremo mai cosa abbiamo perso e cosa guadagnato fino a che non avremo scelto.

Ho avuto l'impressione che stia attendendo che il suo uomo guarisca e finalmente maturi. Ma lei c'è stata insieme 2 anni a quest'uomo immaturo, ed anziché affrontare i problemi come sarebbe opportuno in una coppia attende che li risolva il terapeuta del suo compagno.
Nelle coppie adulte le persone affrontano i problemi insieme, litigando e tenendosi il muso, certo, ma sostenendosi reciprocamente. Provi ad andare in questa direzione e smetta di attendere che altri risolvano i suoi problemi di coppia.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le sig.ra,
la psicoterapia dovrebbe attivare un processo di cambiamento
a partire dalle aspettative che la persona esprime durante il percorso terapeutico.
Bisognerebbe comprendere se lo svincolo dalla famiglia di origine sia tra le aspettative del suo fidanzato e quali significati potrebbe assumere in vista di un progetto di vita insieme a lei.
Cordialmente

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 707 23 51
Gentile Utente,

A mio modestissimo avviso ad un percorso psicoterapeutico dovrebbero arrivare in molti: i genitori, i due figli, e forse qualche altro della mappa familiare.
Credo che l'intreccio sia così complesso che poi occorrerà anche una psicoterapia di coppia e poi di gruppo.

Mi pare così complicato!
Comunque, in primis, i due che devono sottoporsi ad una terapia individuale e poi di copppia sono i due genitori, credo di avanzata età o adulti (insomma occorre sempre adoperare degli eufemismi quando in Italia si parla di età).

Auguri
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile signora,
le dinamiche relazionali che lei descrive sono tipiche delle famiglie (come pare sia quella del suo fidanzato) che impediscono lo "svincolo" dei figli per una propria vita autonoma.

Non pare un caso che l'unica figlia che si è sposata ha avuto poi un matrimonio conclusosi con il ritorno nella famiglia di origine.

E' complicato per i figli che si trovano coinvolti in tali dinamiche riuscire a svincolarsi e l'aiuto di un esperto si rivela in questi casi necessario.

Il percorso psicoterapeutico che il suo compagno sta compiendo dovrebbe essere funzionale ad affrontare tale problema (se, appunto, si muove in tale direzione).

La sua avversione per la famiglia del suo fidanzato è comunque comprensibile, dato che lei, avendone compreso in modo chiaro le regole, la sente di ostacolo ai suoi progetti matrimoniali ("é una lotta impari").

Non si lasci guidare dall'impazienza che sembra essere dettata dal timore del tempo che passa, dal suo innamoramento e dal desiderio di avere una sua famiglia.
I progetti matrimoniali devono essere condivisi pienamente da entrambi i partner, è questa la direzione.

Cordiali saluti.






Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#5]
dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
Vi ringrazio moltissimo per i Vostri preziosi pareri, ne farò tesoro.
Mi permetto solo di segnalare, riscontrando le parole del dott. Giusti, che io non sto attendendo che il terapeuta del mio ragazzo risolva i nostri problemi di coppia; più che altro confido che la terapia gli consenta di fare chiarezza nella propria vita, con la convinzione, forse errata, che la parola di un soggetto terzo (e come tale obiettivo ed imparziale) possa avere, nel bene e nel male, un peso specifico maggiore.
Aggiungo inoltre che avrei preferito che il malessere del mio ragazzo venisse condiviso con me, anche per capire il peso dei miei errori in questo "impasse"...anche se credo di non essermi mai posta in modo critico e poco conciliante (anzi, mi pare di avere spesso una pazienza che non pensavo mi appartenesse!).
Infine, per quanto riguarda i suoi genitori, condivido la prospettiva del dott. Vita...la psicoterapia dovrebbero farla loro, ma chi pensa di essere sempre nel giusto e di agire nel solo ed esclusivo interesse dei figli non accetterà mai di mettersi in discussione (del resto, a fronte delle critiche sull'eccessiva invadenza dei genitori provenienti dai precedenti fidanzati della figlia, tra cui l'ex marito, nessun mea culpa è mai stato fatto dai genitori stessi, i quali tuttora liquidano la questione replicando "erano loro i senza famiglia"!!!).
Vi terrò informati, grazie di cuore