Il secondo figlio ma ho paura dell'ansia, ho paura

salve,sono una donna di 33 anni,sposata con un bambino di 4 anni, impiegata a tempo pieno. Da un anno soffro di ansia, per 9 mesi ho assunto ansiolitici e antidepressivi. ultimamente li ho assunti durante delle crisi che non riuscivo controllare,oppure quando mi sento agitata prendo una pasticca di valeriana. sto seguendo da due mesi una psicoterapia, dopo la seduta mi sento bene, ma subito dopo qualche giorno ritorno nel buio. Il mio terapeuta mi dice che vivo con i sensi di colpa, che vivo per gli altri e non per me, che cerco di emulare mia madre (donna forte ed energica) Non riesco a mangiare molto, perchè ho paura di stare male, di vomitare ( in vita mia ho vomitato 2 volte). Controllo i cibi su internet cio che può essere digerito bene e quali no. mi nego molti cibi, cose che adoro (sottoli, formaggi, ecc), la pizza la mangio con qualche dubbio. per me le cene e pranzi in famiglia o con amici mi creano angoscia. Non riesco più a vivere, rifiuto le gite fuori porta (cosa che prima adoravo). Non ho mai avuto problemi di cibo, mai seguito una dieta in vita mia.L'idea di star male o che qualcuno stia male, mi crea agitazione. Mi ripeto che è la vita, ma in questo momento ho paura anche di un raffreddore. Ho perso anche peso in questo anno (5 KG), trasmetto tristezza, tant'è che mio figlio mi chiede il perchè sono triste, e io mi sento ancora più male, perchè un bambino di 4 anni non può preoccuparsi di sua madre. Da due mesi soffro di senso di pienezza (anche se mangio delle briciole), sensazione di bolle d'aria che risalgono dallo stomaco,un pò di nausea e di conseguenza paura di vomitare. Il mio medico curante mi ha prescritto due farmaci: uno da prendere il mattino a digiuno (pantorc) e un altro prima di pranzo (peridon), dicendomi che forse è colite. Ho visto su internet e tutti i sintomi della colite non credo di averli. Perchè non riesco a riprendermi, a vivere. Vorrei avere anche il secondo figlio ma ho paura dell'ansia, ho paura di una brutta gravidanza (la prima splendida), ho paura di non riuscire più a conciliare tutto (casa,lavoro,famiglia e figli).
Mi sento come un pallone sgonfiato, che non riesce a ritornare bello tondo come prima. All'inizio di questo anno, quando avevo gli attacchi mi immaginavo una montagna da scalare e quando stavo male ero in ginocchio e non riuscivo a risalire, quando affrontavo qualcosa (uscita in un centro commerciale, con conseguente pranzo), mi immaginavo un passo avanti e in piedi, poi ricadevo con un'altra crisi.A volte mi capitano anche dei pensieri non felici, di lasciarmi andare di mollare tutto, ma mio figlio con i suoi occhioni mi riporta alla "vita".
Vi prego di darmi una risposta e Vi ringrazio anticipatamente di cuore.
[#1]
Dr. Cristina Finocchiaro Psicologo, Psicoterapeuta 61 7
Gentile utente, è stata capace di chiedere aiuto a dei professionisti (medico, psichiatra, psicoterapeuta) ora perchè non continuare a dare fiducia a queste figure che stanno prendendo in considerazione la problematica sotto molteplici aspetti? Perchè non fidarsi?
Ci vuole tempo e la montagna da scalare offre numerosi pericoli tra cui ricadute e crisi che comunque significano CAMBIAMENTO. Forse è questo a farle paura?
La invito a proseguire per la strada che ha già intrapreso, magari chiedendo aiuto anche a suo marito che ha omesso di indicarlo tra le "risorse" di cui sopra.. come mai?
I miei più cordiali saluti

Dr. Cristina Finocchiaro
Dottore in Psicologia Clinica, Specializzata in Psicoterapia sistemica e relazionale e psicodiagnostica - Roma

[#2]
dopo
Utente
Utente
Mio marito non riesce a capire del tutto. In quest'anno mi è stato vicino, spronandomi e incoraggiandomi, ma adesso dice di essersi stancato e non riesce a capire perchè mi stia negando la vita. La sera, tutte le sere, prendo una tisana digestiva(mangio o non mangio)e secondo lui è una mia fissazione.
[#3]
Attivo dal 2009 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile Utente

Spesso i nostri pensieri sono la causa di sentimenti ed emozioni irrazionali.
questo è l'assioma della psicoterapia Cognitiva Comportamentale,un orientamento dove si cerca di modificare prima i pensieri e doverismi esagerati (ristrutturazione cognitiva)affinchè la persona possa vivere una vita più serena (Ellis Beck).

A quanto pare in lei si è instaurata un comportamento fobico evitante luoghi cibi ecc, (sempre per la paura) cosa per cui le farebbe meglio capire anche questo concetto dato dalla terapia cognitiva seconod cui sono le sue anticipazioni mentali tragiche catastrofiche che in certo modo creano e mantengono l'ansia e la paura cosai si crea sempre di più il meccanismo evitante. sempre per la paura di star male!
Vi chiedo; Quante volte vi è capitato veramente ciò che pensavate che accaddesse è se è accaduta era veramente come la avevate immaginata?

Quando lei afferma ciò:A volte mi capitano anche dei pensieri non felici,,, lei conferma questo assioma, il suo malessere lo anticipa anche con questi pensieri.. ma non solo!


Afferma che fa già una terapia parlane al suo terapeuta magari anche dei suoi dubb, si ricordi che i cambiamenti non sono facili da attuare.


Saluti
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
"Mio marito non riesce a capire del tutto. In quest'anno mi è stato vicino spronandomi e incoraggiandomi ma adesso dice di essersi stancato e non riesce a capire perché mi stia negando la vita".

Quindi lei ora non si sente né compresa né sostenuta da suo marito, ma prima? Forse il suo bisogno era più quello di essere ascoltata e compresa che quello di essere spronata e incoraggiata.
Si è mai sentita capita e sostenuta da lui? Ha mai espresso con chiarezza i suoi disagi a suo marito?
Ha mai chiesto aiuto per sostenere meglio il carico dei suoi "doveri"? (casa, lavoro, famiglia)

Lei sta comunque percorrendo la strada maestra per risolvere i suoi disagi, quella della psicoterapia. Perseveri con pazienza e convinzione, ne trarrà beneficio.

I miei migliori auguri di serenità

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#5]
dopo
Utente
Utente
la mia vita in questo momento non mi soddisfa... avere questi sentimenti ansiosi non mi fa vivere più niente bene,anzi...
il mio terapeuta mi dice che non mi devo agitare e devo vivere secondo i miei desideri, ma non sempre è possibile. Gli ho chiesto che volevo riprendere gli ansiolitici, come "sostegno " almeno per non sentire più i disturbi dell'ansia e lui mi ha detto che nessuno me lo impedisce, ma secondo lui non ne ho bisogno. Io sono veramente stanca di stare male, stanca di aver paura di mangiare anche un biscotto, poi mi dico che spesso quello di cui ho paura non si è mai realizzato, ma la paura non si dilegua. ma i miei pensiere girano per fatti loro... sono davvero demoralizzata. Posso prendere ansiolitici e continuare la psicoterapia, o le due cose si escludono. Sto entrando in depressione? o paura di perdere tutto : la mia vita, la famiglia, il lavoro. Sono davvero demoralizzata AIUTO....
[#6]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile signora,
comprendo i suoi disagi e il suo bisogno di placarli, tuttavia è il suo terapeuta che ha il "polso" della situazione, non noi che la leggiamo attraverso un mezzo virtuale.
Chiarisca ulteriormente i quesiti che ci ha sottoposto con lui, la fiducia nel proprio curante è un elemento indispensabile per un buon percorso terapeutico che necessita anche di tempo affinché se ne comincino ad apprezzare i benefici.

Di nuovo molti auguri
[#7]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> quando mi sento agitata prendo una pasticca di valeriana. sto seguendo da due mesi una psicoterapia, dopo la seduta mi sento bene, ma subito dopo qualche giorno ritorno nel buio
>>>

Gentile signora, queste due potrebbero essere la stessa cosa. Sembra che stia ottenendo dalle sedute lo stesso effetto della pillola di valeriana: lì per lì si sente meglio, poi alla prima occasione l'ansia ritorna.

Così come la valeriana fa stare meglio perché si *crede* che faccia stare meglio, allo stesso modo lei sta ricevendo una terapia che forse non è propriamente una terapia, ma un sostegno: una stampella che l'aiuta ad andare avanti ma che non le risolve il problema.

Credo che dovrebbe parlarne con il terapeuta. I sintomi ansiosi come la paura di mangiare possono essere risolti bene e velocemente, se si ha fiducia nel proprio terapeuta e se l'indirizzo terapeutico è quello giusto. Per l'ansia si dovrebbero ricevere indicazioni comportamentali precise, non solo interpretazioni e restituzioni. C'è anche da considerare che 2 mesi potrebbero non essere sufficienti per vedere risultati, a seconda dell'approccio usato dal terapeuta.

Legga questi due articoli:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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