Insufficienza aortica e farmacologia

Salve,

mia madre, anni 82, affetta da insufficienza aortica grave, ha di recente subito un intervento di plastica valvolare senza purtroppo aver conseguito apprezzabii miglioramenti dal punto di vista terapeutico: all'ultimo ecocardiogramma, l'insufficienza risulta ancora di grado almeno moderato/severo.

Considerata l'età avanzata di mia madre ed il suo comprensibile rifiuto per un ulteriore intervento, non rimane che tentare di andare avanti quanto più possibile con la terapia farmacologica. Quali step più appropriati nel caso particolare, considerando lo stato dell'arte della farmacologia cardiologica ?

Grazie.
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Dr. Fabio Fedi Cardiologo 3.5k 140
Gentile Signore,
l'elemento più importante per valutare l'evoluzione della patologia in pazienti con storia clinica simile a quella di Sua madre è rappresentato dalla presenza o meno di sintomi (palpitazioni, dolore toracico, soprattutto difficoltà respiratoria) oltre che dall'effettuazione di ravvicinati controlli clinici, strumentali e di laboratorio.
Seguendo attentamente tali parametri sarà possibile modulare con la migliore precisione la terapia farmacologica che, come Le avranno già spiegato, può avere purtroppo solo un parziale effetto sulla progressione della patologia stessa, limitandosi a migliorare per quanto possibile la qualità di vita del paziente.
Cordiali saluti
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dopo
Utente
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Gentile Dr. Fedi,

La ringrazio di cuore per la Sua risposta, e Le confermo purtroppo i sintomi di cui sopra, soprattutto il primo ed il terzo da Lei citati (ai livelli medio-max dell'apposita scala).

Sono anche a conoscenza dell'efficacia parziale dei trattamenti farmacologici al riguardo, ma al momento non saprei davvero cos'altro fare.

Senza scendere ovviamente in riferimenti nominali specifici, mi stavo chiedendo se allo stato attuale dell'arte esiste una branca specifica della disciplina, o se invece questa rientra esattamente nelle competenze generali della cardiologia tout court.

Grazie ancora e cordiali saluti.
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Dr. Fabio Fedi Cardiologo 3.5k 140
La gestione della patologia di Sua madre rientra assolutamente nella abituale casistica del "normale" cardiologo clinico, che all'occorrenza può richiedere la consulenza del cardiochirurgo.
Le raccomando in modo particolare di far visitare molto frequentemente Sua madre dal collega cardiologo di fiducia (anche in assenza di peggioramento soggettivo), così da poter cogliere precocemente una eventuale evoluzione in senso sfavorevole e poter intervenire tempestivamente, per quanto possibile in un caso così impegnativo.
Tanti auguri
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dopo
Utente
Utente
Grazie mille per i preziosi consigli e per gli auguri che girerò a mia madre.

Cordiali saluti.