Consiglio rapporto di coppia

Buonasera,
vi scrivo per chiedere un consiglio: mi chiamo luigi, ho 22 anni, e da un anno ho un rapporto serio con una ragazza; dico serio perchè è la prima ragazza a cui mi sono sentito di dire ti amo. HO avuto solo un rapporto importante prima di lei ma non sentivo l'amore vero.
La mia attuale ragazza mi piace molto, riesco a fidarmi e anche se ci sto da un anno, sento che sto crescendo insieme a lei anche se mi ritengo un ragazzo molto maturo. ha avuto dei periodi strani all'inizio della nostra relazione e parlandole tranquillamente ha cominciato ad aprirsi a me, sua madre è dottoressa ha un buon rapporto con lei, col padre non si parlano molto. sotto consiglio della madre è in cura da una psicologa da circa 5 anni, lei ora ne ha 21 anni; ha cominciato la terapia dopo che il suo migliore amico, il suo confidente, è partito per l'america. da allora è cambiata molto da quello che mi racconta, io credo sia grazie alla psicologa. parliamo molto e a me piace prendermi cura di lei ed ascoltarla quando ne ha bisogno e a lei piace molto parlare con me. avvolte ha dei periodi in cui è molto triste, direi pensierosa e magari fa il punto della situazione generale, magari "si chiude" non facendosi sentire molto durante il giorno, poi magari passato questo periodo quando non ci vediamo mi scrive sms in continuazione e non vede l'ora di vedermi. il problema è che nei periodi in cui lei è pensierosa io sto male, perchè ho paura che ripensa al passato, tra cui il suo unico ex il quale si fa sentire ancora dopo un anno dicendo che le manca e a me da fastidio anche se lei mi rassicura che è ormai solo un amico, ma io so che in un periodo "no" per lei il passato torna in mente. ha avuto degli attacchi di panico in passato che ora riesce a riconoscere ed "evitare"grazie alla psicoterapia credo. mi ha detto che ha un segreto che nn ha mai detto a nessuno e che sta cercando il modo per dirmelo piano piano, non so se ne ha parlato alla sua psicologa comunque CREDO che tempo fa abbia pensato al suicidio. vorrei andare con lei dalla sua psicologa e parlare di noi, parlarle della situazione della mia ragazza chiedendo che tipo di "disturbi" ha e come poterli continuare a ""combatterli"",affrontarli insieme. lei mi dice che le ha parlato di me che la faccio stare bene ect. secondo voi posso dirle che vorrei conoscere e farmi conoscere dalla sua psicologa visto che comunque parlano di me ? per voi è necessario ? come reagirebbe secondo voi se glielo chiedessi ?

scusate se mi sono dilungato e grazie mille per le vostre risposte in anticipo
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile ragazzo, secondo me è prematuro, dovrebbe semmai essere la sua ragazza a invitarla. Non si faccia prendere dall'ansia di voler fare anche quando non le è richiesto. L'aiuto non richiesto spesso si trasforma in danno. Lasci per ora che sia la psicologa a fare ciò che c'è da fare.

Eviti di far sentire la sua ragazza sotto pressione e faccia in modo che quando state insieme fra i vostri discorsi ci siano soprattutto argomenti positivi. Se poi sarà la ragazza a chiederle aiuto e supporto, allora sarà disponibile. Ma fino ad allora non si faccia prendere dall'ansia.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Utente
Utente
ha proprio ragione, faccio troppo anche quando non mi è richiesto e avvolte si trasforma in danno, in passato mi è successo con amici e con lei sto cercando di evitare; sono sempre stato presente con tutti ,amici, colleghi figuriamoci con la persona che amo,lei ! non capisco se è un problema il fatto che sono così o è solo il mio carattere !! soffro di psoriasi, da qualche anno la sto curando con dei farmaci biologici e sto benissimo, comunque credo di essere un soggetto "predisposto alle ansie", infatti vorrei consultare uno psicologo! con lei non faccio pressione, lo capisco quando ha qualcosa e aspetto che me lo dica lei, nell'attesa però sto un po male!
grazie mille per la celere e significativa risposta.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile ragazzo, se lo ritiene può cominciare un percorso psicologico individuale per se stesso per mettere a fuoco e capire le sue ansie.

Saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Utente
Utente
ho sempre pensato di consultare uno psicologo perchè a mio modestissimo parere credo che tutti abbiamo dentro "qualche cosina" anche inconscia che capita e affrontata ci rende più sereni; e ora credo di "essere pronto".
saluti
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Caro ragazzo,

la psoriasi è una malattia psicosomatica che può insorgere a seguito di uno stress che modifica l'assetto dell'individuo, ma anche in presenza di tratti psicologici come la tendenza a soddisfare le altre persone, la repressione di rabbia e aggressività o la necessità di difendersi da attacchi esterni.

La pelle è infatti l'organo che ci contiene e che ci difende dal mondo esterno, e il suo ispessimento a mo' di corazza segnala la necessità di difendersi da qualcosa.

Lei dice:
"sono sempre stato presente con tutti ,amici, colleghi figuriamoci con la persona che amo,lei ! non capisco se è un problema il fatto che sono così o è solo il mio carattere"

Dovrebbe cercare di selezionare le persone alle quali dare aiuto, per non arrivare ad un punto di rottura e a sentirsi esausto, sfruttato dagli altri, incompreso e molto molto arrabbiato.

Per la sua ragazza è importante e anche sufficiente la sua presenza, il suo sostegno e disponibilità all'ascolto, e se le servirà qualcos'altro sono sicura che gliene parlerà.

Stia sereno e, dopo essersi occupato di tutti, inizi a prendersi cura di sè stesso!

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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dopo
Utente
Utente
buongiorno dottoressa.
la ringrazio per la risposta, infatti ora voglio prendermi cura di me seriamente, voglio stare più sereno e capire: perchè ho questo istinto, bisogno verso gli altri ?? consulterò uno psicologo e sono convinto che mi servirà anche per la questione della psoriasi.

grazie ancora a tutti
un saluto.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Caro Luigi,

può aver imparato a comportarsi così interiorizzando la richiesta di attenzione e disponibilità rivoltale nell'infanzia da uno o entrambi i suoi genitori, o può aver imparato che dagli altri si riceve attenzione e affetto solo dandone per primi.
Un'altra possibilità e che lei fatichi ad abbandonare l'illusione dell'"onnipotenza infantile", per la quale ogni bambino immagina di essere molto più potente e influente di quanto non sia in realtà: in questo modo si spiegherebbe il fatto che non riesce ad accettare che un suo intervento a favore di altre persone può avere dei limiti, e che lei non può intervenire su tutto e rimediare a tutto.

Sono solo ipotesi, ma forse ci si ritroverà.
Specifico che questi insegnamenti di solito sono impliciti, e nascono dall'osservazione che il bambino fa delle reazioni degli adulti attorno a lui.

Qualunque sia la spiegazione un intervento psicologico la aiuterà a cambiare e a conoscere meglio sè stesso.

Cordialmente,
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Dr.ssa Elena Burato Psicologo, Psicoterapeuta 4
Buongiorno,
non senore la psoriasi ha un'origine psicologica, quindi credo comunque sarebbe utile capirne il significato o la causa.
In tutti i casi, l'intervento psicologico o psicoterapeutico, mi sembra utile ed appropriato nel suo caso per poter sondare da dove arrivi questa sua ansia relazionale,questa eccessiva preoccupazione per l'altro, questa necessità di prendersi cura della sua fidanzata o degli amici.
Molto spesso capita che si cerchi cura per se stessi dandone agli altri e le ipotesi del perchè accada sono molteplici. Bisognerebbe indagare la sua storia di attaccamento, il modo in cui la sua famiglia si è presa cura di Lei e come Lei si è costruito un'immagine del mondo, che significato dà alle cose e agli avvenimenti, per poter giustificare questa sua modalità eccessivamente accudente, anche quando non Le è richiesto.
Spesso conoscere come funzioniamo, perchè agiamo determinati comportamenti, riconoscendoli e dandogli un significato che è assolutamente personale e si cocostruisce in un percorso terapeutico, è il primo passo verso il cambiamento.
Cordialemnte.

Dr.ssa Elena Burato Psicologa e Consulente Sessuologa
e.burato@medicitalia.it