Esame istologico post intervento al fegato

Buongiorno a tutti,
Scrivo per avere più chiara la situazione del papá del mio fidanzato.
Uomo di 59 anni,sano e nessun sintomo.dopo un'ecografia di routine e successive analisi viene diagnosticato un colangiocarcinoma al fegato.i medici dicono che è di 2 cm,solo al lobo sx,no. Metastatico:situazione ottimale ed operabile,così dicono.
Viene quindi operato il 22/12,intervento perfetto,asportato solo illobo sx,senza ricostruzione vie biliari e la biopsia al lobo dx è stata negativa.decorso postoperatorio ottimale.
Ora voglio capire perché i medici dicono che bisogna aspettare l'esame istologico del pezzo di fegato e dei linfonodi asportati per sapere se dovrà fare la chemioterapia o meno. Non capisco perché se non è metastatico ed era circoscritto al fegato di sx,perché fare la chemio?
È una sorta di prevenzione per eliminare le cellule che hanno il rischio di impazzire in futuro e quindi dare recidiva?se cmq l'esito è positivo vuol dire che oggettivamente il rischio di recidiva c'è?
Altrimenti non la farebbero come sola prevenzione.
Ho la sensazione che a questa parte sia stato dato poco rilievo,a me pare fondamentale.
Perché fare la chemio dopo un intervento andato bene e che dicono risolutivo?
Operato all'istituto tumori di Milano.
Grazie!
Aspetto i vostri pareri!
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Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133 1
Gentile Utente,

la chemioterapia adiuvante viene eseguita dopo un intervento di rimozione della massa tumorale visibile con l'intento di contrastare l'eventuale malattia minima residua. Difatti non è purtroppo assolutamente detto che non vi siano altri nidi cellulari tumorali pronti alla crescita ed a dare fenomeni metastatici o di recidiva locale. Le metodiche di imaging radiologico (TC, RMN, PET e le altre metodiche di medicina nucleare) hanno un potere di risoluzione limitato ed eventuale malattia residua al di sotto del mezzo centimetro può sfuggire alla determinazione. L'esame istologico permetterà di comprendere quale fenotipo cellulare malato era presente e qual'è la terapia farmacologica più opportuna per limitare il rischio di recidiva.

Cari saluti

Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/

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dopo
Utente
Utente
Grazie per la celere risposta.
Da quanto deduco quindi potrebbe esserci del tumore residuo proprio perché queste metodiche non arrivano ad una bassissima risoluzione.Tuttavia non capisco dove potrebbe essere questo tumore visto che l'esame istologico verra eseguito sul lobo sx del fegato e sui linfonodi immagino...ovvero tutte parti già asportate!se l'esame è positivo lo sarà su questi tessuti asportati, dove potrebbe essere il tumore?
Quindi se ti fanno la chemio è perché hai ancora cellule tumorali nel corpo,giusto?non ha senso dire che è una sorta di prevenzione per eliminare quelle cellule che non sono timore ma che potrebbero "impazzire"un domani?
Altra domanda...ma i linfonodi vengono sempre asportati?se no,che significato ha l'asportazione dei linfonodi?vengono tolti solo se coinvolti dal tumore e quindi vuol dire che il male potrebbe essere andato altrove?
È frequente l'uso di terapie adiuvanti dopo asportazione al fegato?
Scusi le mille domande,ma vorrei davvero dare il giusto peso all'eventuale chemioterapia e non pensare che sia tutto risolto dopo l'intervento se così non è.
Grazie ancora.
[#3]
dopo
Utente
Utente
Una notizia arrivata oggi dall'oncologo,dice che pensa non ci sarà bisogno della chemio perché dall'esame dei linfonodi fatta durante l'intervento sono risultati negativi.è un buon segno?