Un altro medico, anche perchè lui cerca

gentili dottori, ho bisogno di nuovo del vostro aiuto, se leggete le mie precedenti richieste, saprete già della mia storia, dei miei problemi e dei problemi di mia figlia. più volte mi avete consigliato di rivolgermi ad uno psicologo per essere aiutata ma non posso.
in primo perchè mio padre è psichiatra e sarebbe assurdo, credo, andare da un altro medico, anche perchè lui cerca di fare il massimo, ma la verità è che nonostante mia figlia è qui, è viva,, gioca, ride, cresce, io vivo con l'angoscia di quello che dovremo fare, vivo con la paura dell'intervento che deve di nuovo subire e soprattutto non riesco ad accettare che le sia capitata una cosa del genere, non ci riesco proprio, la vedo una grande ingiustizia. non riesco a rassegnarmi e accettare....fin ad ora ho sperato che lei ce la facesse, ma adesso che ha 6 mesi, che è tutti i giorni con me, non riesco ad accettare che debba soffrire ancora ed ho il terrore di quello che le potrà succedere.
aiutatemi. grazie
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> mio padre è psichiatra e sarebbe assurdo, credo, andare da un altro medico
>>>

Gentile utente, non è assurdo, è NECESSARIO.

È proibito per deontologia e comunque assolutamente sconsigliabile ricevere cure psicologiche da parte di un parente o un conoscente stretto.

Deve rivolgersi a un altro professionista, come già suggerito.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
ho letto diverse delle Sue richieste precedenti, e posso capire la Sua angoscia, tipica di chi si sente "in trappola".

Ma se ci pensa bene in trappola Lei non è, perchè nessuno le vieta di raccontare una bugia in casa, a Suo padre, non dicendo quindi che si è rivolta ad uno psicoterapeuta per avere un po' di supporto.

Forse il problema è questo: Lei si sente invischiata in questa rete famigliare, e non crede nella possibilità di cercare aiuto fuori da questo nucleo un pochino "colloso".

Questa Sua credenza la rende molto fragile, e quindi Lei si sente impotente, e per questo per Lei tutte le situazioni emotivamente importanti (ad es i problemi della bimba) diventano grossi macigni, insuperabili e pesantissimi.

Ma Lei non può permettersi questa posizione di "passività", non più ora che ha una famiglia e delle responsabilità. Ha già provato a farcela in questo modo, senza chiedere aiuto, e non sembra aver funzionato.

Cosa aspetta quindi?

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

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Dr.ssa Simona Vinci Psicologo, Psicoterapeuta 6
Gentile Signora,
il suo stato di malessere e le sue preoccupazioni sono più che comprensibili ma non posso non consigliarle di superare le resistenze che fino ad oggi le hanno impedito di chiedere aiuto. Suo padre, anche se psichiatra, resta innanzitutto una persona emotivamente coinvolta nella situazione, con un proprio dolore da elaborare e proprio per questo non è dal punto di vista deontologico la persona adatta per fornirle un supporto che sia terapeutico e non solo di conforto. Saprà sicuramente essere un buon padre per Lei e un buon nonno per la sua bambina, ma il suo ruolo non credo debba andare oltre.
Torno, quindi, a rinnovarLe l'invito a rivolgersi ad uno psicologo di sua fiducia anche per trovare la forza per aiutare la sua piccola. L'esperienza della malattia e dell'ospedalizzazione appare confusa al bambino: il male può essere evidente e manifesto, ma può anche non essere visto né sentito. Il modo in cui una bambina così piccola elaborerà la sua condizione dipenderà fortemente dal sostegno che saprà trovare nelle figure di riferimento. Cerchi in questo, nella voglia di alleviare le sofferenze della sua bambina, la forza per chiedere aiuto.
Cordiali saluti.

Dr.ssa Simona Vinci
vincisi@libero.it