Irc e ipertensione

Gentili medici
Quasi un anno fa sono stato ricoverato in ospedale per una crisi ipertensiva (220/120). Premetto che da molti anni riscontravo sempre una pressione arteriosa piuttosto elevata, soprattutto la minima e che non prendevo alcuna precauzione:conducevo una vita molto sregolata, mangiavo di tutto, vita sedentaria e, inoltre, sono fumatore.
La diagnosi è stata una IRC di grado lieve, la creatinina era a 2,5 (val. norm. 0,6-1,3) e in più riporto gli esiti dei seguenti esami:
TAC cranio e Rx torace: nella norma
Ecografia renale: reni nella norma per forma, dimensioni e struttura. Arteria renale nella norma. Si rilevano 3 cisti semplici al rene sinistro di cui la più grande di 6,18 cm.
Eco-doppler arteria renale: nella norma e non si rilevano stenosi.
Eco-cardiogramma;
Risonanza magnetica senza mezzo di contrasto reni e surreni: adenoma surrenalico (circa 3 cm) surrene sinistro e iperplasia surrene desto. Il resto nella norma.
Da indagini più approfondite successive è risultato che l’adenoma non è secernente.
Attualmente sono in cura dall’Unità Operativa di Nefrologia.
Faccio una dieta ipoproteica (0,8 g/Kg di peso corporeo) e asodica; seguo una terapia farmacologica per la pressione con beta-bloccanti e Ace-inibitori. La pressione è ai limiti superiori quando fa freddo, d’estate devo ridurre drasticamente la dose di beta bloccanti in quanto la p.a. scende a 90/60.
Dalle ultime analisi risulta la creatinina a 1,7 (val. norm. 0,7-1,4) e gli elettroliti sono nella norma cosi come anche gli altri esami ematochimici. Nell’esame delle urine si riscontra solo una lieve proteinuria e il resto nella norma.
Vi chiedo: è possibile arrestare la progressione dell’IRC? In caso negativo, è possibile prevedere fino a quando potrei mantenere questo regime prima di “andare” in dialisi e lista trapianti?
Avete altri consigli da indicarmi?
Grazie infinite
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Dr. Filippo Mangione Nefrologo, Medico internista 899 50
Arrestare del tutto la progressione dell'IRC è difficile, ma è possibile rallentarla molto. Prosegua sulla strada indicata dai suoi nefrologi, che mi pare ottima. Importante minimizzare la proteinuria con terapia farmacologica che comprende ACE inibitori. La pressione arteriosa deve essere sempre < 130/80 mmHg. DEVE smettere di fumare.
Non è possibile fare previsioni sull'evoluzione. Ma se tutti i fattori di rischio sono ben controllati, essa dovrebbe essere lenta.

Saluti

Dr. Filippo Mangione
Specialista in Nefrologia
Dirigente Medico - Fondaz. IRCCS Policlinico S. Matteo - Pavia

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta.
Mi sono dimenticato di scrivere che ho 41 anni e peso 66 Kg.
L’alimentazione è il nodo e il cruccio principale. Ho perso 12 Kg in 10 mesi e presumo che per questo forse sto commettendo qualche errore. Non è facile imbattersi in medici in Scienze dell’alimentazione che sappiano fornire una dieta specifica per i malati di IRC. Dalla mia esperienza sembrerebbe che i nefrologi siano più indicati per questo ma forse mancherebbero in altri fattori. In ogni caso ho il sospetto che la mia alimentazione presenti qualche falla. Per esempio faccio un conteggio maniacale della quantità di proteine e di sale negli alimenti. Ho eliminato quasi completamente la carne, meno di una volta a settimana solo carne bianca. Temo le quantità di fosforo e di potassio sebbene siano nella norma nelle analisi del sangue e quindi mangio del formaggio fresco due volte a settimana e riduco le quantità di verdure e frutta (una mela a pasto). Allo stesso modo non mangio legumi (solo piselli forse una volta al mese) e un uovo a settimana se includo anche qualche alimento che contiene uova. Insomma se continua così potrei essere a rischio catabolismo!?
Mi chiedo quindi “cui prodest”? Solo alla spesa pubblica che rimanda nel tempo il numero dei dializzati? Non è scoraggiamento! Ma perché tanti “sacrifici” che potrebbero risultare vani e che prima o poi tutti i malati di IRC andranno in dialisi?
Ipertensione

L'ipertensione è lo stato costante di pressione arteriosa superiore ai valori normali, che riduce l'aspettativa di vita e aumenta il rischio di altre patologie.

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