Ho chiamato il medico

Salve, alla fine della prima decade di gennaio, la sera tardi, dopo aver bevuto una tazza di orzo e latte caldo mi è iniziato un forte dolore allo stomaco. Altre volte avevo avuto mal di stomaco (sempre dovuto a indigestione), ma non così forte, ed in ogni caso questo sembrava "diverso". Ho preso due compresse di Maalox ma non mi hanno fatto nulla (le altre volte spariva tutto subito). Poi sono cominciati i conati di vomito, ma sono riuscito a vomitare pochissimo, e con grandi sforzi. L'ultima volta che ho vomitato credo mi sia uscita anche della bile, il gusto era amarissimo... Il dolore è durato fino al mattino, quando finalmente sono crollato e mi sono addormentato. Dopo poche ore mi sono alzato, ma non stavo in piedi: mi sentivo debolissimo, avevo molto freddo e sono tornato a letto. Avevo lo stesso freddo, ma non avevo febbre. Ripensandoci, il giorno prima dell'episodio avevo mangiato dell'insalata russa avanzata in frigo da 3-4 giorni... Ho chiamato il medico, che mi ha diagnosticato una gastroenterite e mi ha prescritto Lansoprazolo 30mg (una cps al giorno) e sciroppo Plasil prima dei pasti. Sono riuscito a ingurgitare un po' di minestrina dopo due giorni, e un po' di verdura dopo una settimana. Tuttora devo ancora raggiungere la mia alimentazione precedente, mangio solo una volta al giorno (+ la colazione) e tutto in bianco. In questo mese ho avuto altri due episodi, uno di 6 ore e l'ultimo di 3 minuti. Ora mi sento meglio, ma ho il terrore di mangiare la sera per non fare indigestione. Sono tornato dal medico, che mi ha prescritto una ecografia all'addome superiore ed una esofagogastroduodenoscopia. Prima di fare questi esami (ho paura del secondo) pensavo di farmi vedere da un gastroenterologo: ne saprei qualcosa di più oppure mi conviene fare gli esami subito, quantomeno il primo?
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Dr. Raffaello Brunori Otorinolaringoiatra, Medico di medicina generale 35.3k 1.2k
Prima di sottoporsi a qualsiasi tipo di indagine, le conviene prima farsi visitare da un Gastroenterologo, riferendogli la presunta intossicazione alimentare che, penso, sia alla base di cio' che è avvenuto. Un cordiale saluto

Dr. Raffaello Brunori

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dopo
Utente
Utente
Dr. Brunori, la ringrazio molto per il suo consiglio, che seguirò senz'altro quanto prima.
Per completare il quadro aggiungo comunque una cosa che avevo dimenticato l'altra volta: nei primi 10 giorni ho avuto 3-4 evacuazioni di tipo "impellente" con diarrea molto liquida (non mangiavo quasi nulla), nei successivi 10 giorni pochissime evacuazioni con feci molli non formate (mangiavo poco, solo verdure), gli ultimi 10 giorni praticamente normale.
Ora ho finito l'ultima cps di Lansoprazolo (il Plasil l'avevo preso solo i primi 10 giorni), e non so se comprarne un'altra confezione e continuare per i giorni che ci vorranno per la visita dal gastroenterologo, oppure no... Sul bugiardino c'è scritto che la terapia normale è di 4 settimane...

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Dr. Raffaello Brunori Otorinolaringoiatra, Medico di medicina generale 35.3k 1.2k
Puo' sospendere il lansoprazolo in attesa della visita da parte dello Specialista. Cordialità
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dopo
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Utente
Buongiorno Dr. Brunori.
Avevo dunque prenotato la visita specialistica dal gastroenterologo SSN, ma dati i lunghi tempi previsti ho prenotato anche l'ecografia, che infatti è stata prevista prima della visita; ho pertanto prenotato una visita gastroenterologica privata per sveltire i tempi.
L'ecografia ha evidenziato tra l'altro: Fegato lievemente ingrandito, steatosi medio-alta senza evidenti lesioni focali, colecisti contratta contenente due calcoli di cui il maggiore di circa 3 cm, non dilatazione delle vie biliari, non valutabile il pancreas, milza ed asse spleno-portale nella norma, regolare per decorso e calibro l'aorta addominale, reni di dimensioni e spessori cortico-midollari conservati, non evidenti immagini di calcoli, non segni di idrofrenosi.
Sono tornato quindi con l'esito dal medico di famiglia, che mi ha consigliato di prendere una compressa al giorno di Acido Ursodesossicolico da 450 mg (prima di coricarmi) e di valutare la possibilità, in caso di fastidi ripetuti, di operarmi. Mi ha comunque prescritto una "Rx addome a vuoto" per determinare la natura dei calcoli e la loro eventuale scioglibilità.
Ho cercato in rete qualcosa sull'esame radiografico previsto, e mi ha lasciato perplesso l'aver letto che, se non ho capito male, la sua intensità è molto più alta di una normale radiografia, oltre al fatto che il paziente deve assumere una posizione particolare (che però non viene spiegata)... Vorrei saperne di più, anche perchè non voglio sottopormi ad accertamenti invasivi a meno che non siano assolutamente necessari.
Nel frattempo i fastidi allo sterno/fegato sono diminuiti progressivamente: appaiono mezz'ora/un'ora dopo aver mangiato troppo/troppo in fretta/in seguito ad un'arrabbiatura, oppure dopo aver mangiato al ristorante; in ogni caso non più di 2-3 volte al mese. Ho inoltre scoperto che stendendomi "quasi" orizzontale e massaggiando anche con leggeri colpetti la zona tra lo sterno e il fegato il dolore sparisce quasi subito e quasi sempre... Riguardo all'intestino, prima di gennaio ero fra lo stitico e il normale, ora sono tra il normale e il diarroico (si dice così?): sono ben cinque mesi che non ho più fenomeni di stitichezza, bensì casommai il contrario! La regolarità però resta inalterata, 1 volta al dì.
In seguito sono stato visitato dal gastroenterologo privato, al quale naturalmente ho detto anche queste ultime cose: dalla visita non ha riscontrato epatomegalia, ha concordato per la terapia con Acido Ursodesossicolico (però 450 mg per 2-3 volte al dì) per incidere sui calcoli nel caso fossero di colesterolo, ha suggerito il ricontrollo della funzionalità epatico renale, ed ha consigliato la rieffettuazione dell'ecografia tra 6-8 mesi per valutare la situazione.
A questo punto non so se valga la pena di effettuare la radiografia (il gastroenterologo è stato vago sull'argomento) e non so se andare alla visita gastroenterologica SSN...
La ringrazio in anticipo delle Sue gradite indicazioni.
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Dr. Raffaello Brunori Otorinolaringoiatra, Medico di medicina generale 35.3k 1.2k
Sono d'accordo sulle indicazioni date dallo Specialista cui si è rivolto. Porti a termine la terapia prescritta, ripeta le analisi della funzionalità epatica e ripetiamo l'ecografia dell'addome. Fatto cio', ritorni dallo Specialista per una visita di controllo e per fare il punto della situazione dopo la cura. Buona giornata
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dopo
Utente
Utente
Buongiorno Dr. Brunori,
negli ultimi giorni di luglio ho avuto un'altra colica, anche se meno forte della prima. Mi sono recato dal medico, che mi ha consigliato di farmi vedere in ospedale. Qui mi hanno fatto una ecografia all'addome, riscontrando i due calcoli alla cistifellea uguali a mesi fa, un ECG (tutto ok) ed un esame del sangue (alcuni valori erano alterati probabilmente dalla colica avuta da poco). Mi hanno consigliato l'intervento chirurgico per togliere la cistifellea, e mi hanno prescritto il Ciproxin per fermare un'eventuale infezione latente alle vie biliari e/o epatiche (almeno così ho capito).
Ho preso l'antibiotico, e dopo qualche giorno mi sono accorto che le cose erano molto cambiate: per sette mesi le feci erano state irregolari e non formate o liquide, ora erano tornate normali come prima di gennaio. Non sentivo più alcun fastidio allo stomaco e al fegato: prima sentivo sempre qualcosa, anche se molto leggero.
E' passato quasi un mese, e comincio a dimenticarmi di aver avuto coliche...
Ora mi chiedo se il dolore provato durante quelle presunte coliche (in effetti non so cosa si intenda per colica) fosse dovuto ai calcoli oppure ad un'infezione che non sapevo di avere... Nell'ipotesi che il tutto fosse stato dovuto a un'infezione, da dove potrebbe essere venuta? E come potrei fare per evitare che mi venga ancora?
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Dr. Raffaello Brunori Otorinolaringoiatra, Medico di medicina generale 35.3k 1.2k
La sintomatologia sofferta puo' essere stata causata dai calcoli della cistifellea e da una conseguente infiammazione della stessa. Con la terapia antibiotica si è risolta l'infiammazione e, di conseguenza, il sintomo è scomparso. I calcoli, pero' sono rimasti in sede e, ovviamente, possono far ripresentare i dolori e l'infiammazione. Che fare? Ripetere l'ecografia e, in base al risultato a distanza dell'esame, si deciderà se converrà intervenire chirurgicamente.