Matrimonio bianco

Buongiorno. Ho 46 anni, una figlia di 13 e un bimbo di 9. Mia figlia é nata con l'interruzione completa dell'aorta, non diagnosticata, quindi emergenza molto grave al 7° giorno, ricovero in rianimazione, intervento, successivamente setticemia e poi nel tempo diverse polmoniti dovute a bronchiectasie. Apparecchi acustici. Visite su visite. Un primo figlio difficile, insomma. Mio marito é cresciuto in una famiglia dove le baby sitter si occupavano dei bimbi e la cuoca anche delle loro colazioni, i genitori hanno insegnato loro un distacco dalle emozioni che é diventato così parte di loro che la mia ansia, le paure per mia figlia, sono state vissute da mio marito come una debolezza intollerabile. Lì é cominciata la deriva del nostro matrimonio, che pero' é continuato fra alti e bassi. Abbiamo avuto un altro bambino, ma da allora l'assenza di rapporti sessuali. E per assenza intendo che da nove anni mio marito non mi tocca. Ha avuto una relazione nel corso della quale ha contratto una malattia venerea che l'ha costretto a ripetuti interventi di asportazione condilomi, poi piu' nulla. So da mia cognata che suo fratello ha lo stesso problema. Nessuno dei due ha accettato di parlare con uno specialista per affrontare il problema. Non sono particolarmente ingenua, ho dovuto nel tempo occuparmi molto delle terapie di mia figlia e mi sono decisamente dimenticata di me. Sono ingrassata, io che mi facevo vanto di essere sempre perfetta. Capisco che il mio matrimonio é finito ormai da tempo ma ho anche imparato che si possono raggiungere compromessi (sbagliati, certo) che mai si sarebbe pensato di accettare. Da un po' di tempo pero' non riesco piu' ad accettare la mia vita senza il sesso, non avrei nessun senso di colpa a viverlo al di fuori del matrimonio, ma non é per tutti una cosa semplice. Un uomo deve piacermi - e molto - e non ho mai conosciuto nessuno in questi anni che mi attraesse a questo punto.
Sono nervosa, dormo malissimo, covo rancore, insomma una frustrata da manuale. Naturalmente vivo, viaggio un po', rido molto, vedo amici. Ma quando sono sola é come se la mia ente fosse divisa in due scomparti, due soltanto. In uno la preoccupazione per i figli, nell'altro il desiderio di un compagno. Ho bisogno di sapere se esistono almeno tecniche che possano rilassarmi, a questo punto sono disposta anche a spaccar legna. Grazie mille, saluti.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Gentile signora,

non penso che le tecniche di rilassamento sarebbero risolutive in una situazione complicata come la sua: il Training Autogeno è utile ma non può certo influire sulle cause di uno stato di tensione che ha radici lontane e motivi oggettivi per esistere.

Non è chiaro se lei vorrebbe avere a fianco un compagno qualsiasi o se vorrebbe risollevare le sorti del suo matrimonio. Lei scrive che è finito, ma non parla di separazione: come mai?
Sarebbe sicuramente utile una psicoterapia di coppia nel caso entrambi vogliate provare a ricostruire il vostro rapporto, ma se così non fosse le sarebbe davvero utile un intervento individuale che la aiuti sia a superare la situazione contingente, sia ad incrementare le sue risorse psicologiche e a reagire in una maniera diversa a tutte le difficoltà che sta vivendo e che ha vissuto.

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le sig.ra,
dalle sue parole emerge una profonda sofferenza che non può essere ridotta solo alla difficoltà di rilassamento.
Il suo disagio si è stratificato negli anni alimentando in lei una risentimento che sta avvelenando la sua quotidianità.
Non credo che nel suo caso sia sufficiente un intervento circoscritto all'utilizzo di una tecnica di rilassamento,
la scelta più corretta è quella di un colloquio con uno psicologo-psicoterapeuta, a questo proposito le suggerisco la lettura di questo articolo:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html
Cordialmente

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile signora, spaccar legna può andare anche bene, ma di per sé non l'aiuterà a trovare soddisfazione. La sua è una situazione complessa, alla quale non si può consigliarla velocemente per email, ha bisogno di rivolgersi a uno psicologo psicoterapeuta di persona, e ricominciare a prendersi cura di sé. È stata così attenta e sacrificata verso i bisogni degli altri, lo sia anche verso se stessa.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 536 10 16
La nascita di un figlio non del tutto sano è uno shock per i genitori, che ognuno affronta con gli atteggiamenti che gli sono abituali. E' probabile che il "non detto" abbia lasciato strascichi di incomprensioni, accuse, sensi di colpa, che negli anni si sono accumulati perchè non hanno avuto la possibilità di essere affrontati. Una terapia di coppia potrebbe essere utile per creare una situazione "protetta" in cui mettere sul tavolo tutto ciò che non siete riusciti a dirvi e trovare delle strade che siano più soddisfacenti per entrambe.

In ogni caso si rivolga di persona a uno psicologo che la aiuti a elaborare in maniera costruittiva quella frustrazione che, se è vero che le dà energia a sufficienza per spaccare legna, compressa nel suo sè non le giova.

Un saluto.

Dr.ssa Paola Cattelan
psicologa psicoterapeuta
pg.cattelan@hotmail.it

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dopo
Utente
Utente
Gentili Dottoresse Massaro, Camplone, Cattelan, gentile Dottor Santonocito.
Gr azie per le vostre risposte, mi avete anche fatto sorridere. Effettivamente spaccar legna per calmarsi é un po' primitivo. Anni fa mi ero rivolta a uno psicoterapeuta, ma credo sia stato lavorato troppo sulle mie ansie per mia figlia, ed era chiaro che aanche lui pensava di dovermi aiutare ad essere e no esagerata. Dico 'anche lui' perché ho dovuto utilizzare la mia laurea in storia per fare dignosi mediche per anni. Quando mia figlia aveva 7 giorni il pediatra da cui l'ho portata (e che l'aveva dimessa dall'ospedale di Parigi dove é nata) mi ha detto che stava bene e che la mia era una depressione post-parto. Dovevo andare a casa a riposare. Io pero' l'ho portata in pronto soccorso, dopo 10 minuti era intubata, ha avuto 2 arresti cardiaci ed é entrata in coma. Otto ore per stabilizzarla e poterla portare in rianimazione. Quando aveva 3 anni ho cominciato il giro degli otorini perché secondo me non ci sentiva bene. Tutte storie, la bimba ci sentiva ma non le andava di rispondere. sta di fatto che dopo due anni di pellegrinaggi si sono accorti che non sentiva proprio i suoni acuti, apparecchi acustici e logopedia per anni. Al terzo ricovero per polmonite allo stesso lobo polmonare, all'ennesimo medico che mi diceva che ero ansiosa quando chiedevo perché sempre lì, se per caso non c'era una ragione, mi sono arrabbiata abbastanza da ottenere una tac seduta stante. Bronchiectasie, dunque approccio terapeutico diverso. Lo psicologo che mi diceva anche lui di essere meno ansiosa.... Alla fine mi hanno rotto le scatole tutti, ho imparato a fare io le terapie respiratorie e anche le diagnosi. Ho comprato un fonendo e mi sono fatta insegnare l'auscultazione. Ho studiato e per il momento, cioé negli ultimi 8 anni, non mi sono ancora sbagliata. Mi fido di me. Che é sempre meglio che non fidarsi di nessuno, certo avrei preferito avere persone competenti cui appoggiarmi. Pero' raccogliero' il vostro consiglio, per me questa volta. Ancora grazie, ancora peccato che non vi ho incontrati sulla mia strada. Saluti
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le sig.ra,
lei ha ragione a fidarsi della sua esperienza perché è proprio da lì che ha attinto le sue risorse, solo che ora è arrivato il momento di iniziare a prendersi cura di sé e di fare un'esperienza "nuova" per lei: instaurare un rapporto di fiducia con l'altro per facilitare un processo di cambiamento, del quale credo abbia profondamente bisogno.
Se le fa piacere ci tenga aggiornati sull'andamento della psicoterapia.
Cordialmente
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Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 536 10 16
Nel precedente percorso effettuato con lo psicologo, probabilmente avete lavorato in prevalenza su ciò che era più rilevante in quel momento della sua vita (l'angoscia per sua figlia), anche per permetterle di usare le sue risorse in maniera più utile e precisa.
Ora la sua situazione di vita è diversa e può effettuare un lavoro più personale e profondo, che la aiuti a ritrovare il piacere di vivere.

Le consiglio di fidarsi del suo intuito anche nella scelta dello psicoterapeuta a cui affidarsi: non per valutare l'eventuale incompetenza professionale, ma per scegliere la persona con cui sentirsi in sintonia: è importante ai fini della terapia.

Un saluto e un augurio.

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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2011 al 2013
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile signora,
lei ha dovuto sostenere la sua famiglia da sola, e i problemi della sua bambina non sono stati pochi;
Anni fa mi ero rivolta a uno psicoterapeuta, ma credo sia stato lavorato troppo sulle mie ansie per mia figlia...
forse in quel moomento la salute della bambina la prendeva così tanto che l'intervento su lei non poteva prescindere dal rapporto con sua figlia; ma ora a quanto pare la domanda che lei rivolge quì è diversa; vuole riappropriarsi della propria vita anche se non si capisce bene se voglia tornare con il suo compagno o trovarne un altro, ma comunque superare una solitudine nel quale si è trovata per tantissimo tempo; ricominciare ad essere una donna oltre che una madre; per fare questo può farsi aiutare da uno specialista che l'aiuterà a fare chiarezza dentro se e a ritrovare le risorse per intraprendere una crescita.
i migliori auguri
[#9]
dopo
Utente
Utente
Grazie anche a lei dottoressa Bonucci.
Capisco da quanto mi scrive, e da quanto mi hanno scritto anche gli altri specialisti, che forse non sono stata chiara in un passaggio fondamentale della mia mail. Non cerco un compagno, né penso che un compagno si possa cercare come si cercherebbe un luogo per la vacanza. Non credo neanche che il mio matrimonio sia recuperabile da un punto di vista della sessualita', mi sembra inverosimile che dopo dieci anni di assenza totale di un qualsiasi rapporto fisico ci si possa riavvicinare. Ma da qualche tempo questa mancanza mi pesa moltissimo, mi crea uno stato di agitazione, e volevo consigli su come poter ritrovare un certo equilibrio. Il consiglio di tutti voi, ed é un consiglio sensato, é quello di rivolgermi ad uno specialista che possa aiutarmi a gestire questa difficolta'. Ancora grazie
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2011 al 2013
Psicologo, Psicoterapeuta
Se le va ci faccia sapere come va;
un caro saluto
[#11]
dopo
Utente
Utente
Dottoressa Cattelan, Dottoressa Bonucci,
grazie ancora. Voi e gli altri specialisti che mi hanno risposto e che hanno con me dialogato, seppure solo a mezzo mail, mi avete fatto sentire ''coccolata''. Da molto né io né altri lo faceva, e invece ogni tanto fa stare meglio. Sono ancora convinta che la psicoterapia che ho fatto anni fa sia stata un fallimento, perché mi ha lasciato un senso di disagio, di freddezza e l'idea precisa di aver perso tempo prezioso. Probabilmente non era la persona giusta, e forse neanche io avevo abbastanza risorse da mettere in gioco in quel momento. Poi si cambia, e si capisce anche da soli che per esempio non sono un mostro se non provo piu' tenerezza nei confronti dei bimbi piccoli, se credo che tornando indietro non vorrei essere madre, né tanto meno moglie. Si capisce da soli che non sono bestemmie, ma forse il segno di una sofferenza che non ho rimosso. Grazie ancora, gia' dai prossimi giorni cerchero' uno specialista. Facendo tesoro dell'articolo che mi é stato consigliato qui dalla Dottoressa Camplone, e non decidendo quindi alla prima seduta con la fretta di sistemare tutto subito.
Ancora grazie e buon lavoro
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le sig.ra,
credo che stia assumendo l'atteggiamento migliore per predisporsi ad iniziare un percorso di psicoterapia, connotato da un atteggiamento tollerante nei propri confronti e dalla motivazione a voler investire le proprie risorse personali in un processo di cambiamento che possa consentire il recupero del potere personale.
Le faccio i migliori auguri e se lo desidera torni pure a scriverci.
Cordialmente
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2011 al 2013
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile signora,
concordo con la collega e le faccio i migliori auguri per l'inizio di questo percorso; se le fa piacere ci faccia sapere.
Un caro saluto
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