Abitudini sessuali

Gentili Dr., chiedo qui perché non ho trovato nelle diciture iniziali un consulto con il sessuologo.
Io e la mia compagna abbiamo deciso di provare il sesso anale, come nuovo ed intimo completamento del nostro rapporto e della nostra intimità.
Non avendo mai sperimentato questo tipo di pratica, stiamo iniziando ad avere i primi approcci.
Parlandone e confrontandomi con degli amici che nella mia idea avrebbero potuto darmi delle dritte, mi sono ritrovato invece in difficoltà.
Quelli che pensavo fossero aperti si sono rivelati invece molto chiusi da questo punto di vista, tanto da dire che non rientra nei loro gusti questo tipo di pratica.
Lecito ovviamente, nessuno discute i gusti e le abitudini, quello che mi ha lasciato perplesso sono le cose che mi sono sentito dire, e che rigiro a voi per avere un idea più chiara in proposito.
Sembrava di ascoltare cose che forse ho letto a proposito di questo argomento nel periodo del Re Sole in Francia, quando si pensava che le pratiche omosessuali fossero la causa delle malattie venere e simili.
Infatti mi sono state dette cose del tipo, "quello è il posto dove ci sono più germi e bacilli di tutti", "il mio medico di base mi ha detto che è proprio con quel tipo di pratiche che poi si hanno prostatiti, infezioni alle vie urinarie, infezioni alla pancia, credo si riferissero al colon, per via dei batteri", e cose del genere.
Ora la mia domanda è se esiste effettivamente una correlazione di questo tipo o è solo una questioni di gusti e di idee stile Luigi xv, per la verità molto arretrate a mio modo di vedere, e se effettivamente come dicono in questa pratica ci sia e siano così tanti batteri e infezioni.
Faccio questa domanda, perché questa cosa ho un pò scoraggiato la mia intenzione e voglia di spaziare sessualmente, visto la mia nota ipocondria rispetto alle malattie, infezioni comprese.
Grazie
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Dr. Pierluigi Izzo Andrologo, Sessuologo 28.9k 642 1
Caro Utente,il rapporto anale,sempre piu' diffuso,assieme a quello orale,ha fatto si che il germe piu' diffuso negli esami colturali sia l'escherichia coli,che proviene dal'apparato digerente.Va da se' che l'apparato urinario non lo riconosca come proprio e,quindi,subiscale conseguenze legate alla flogosi.
Cordialita'.

Dr. Pierluigi Izzo
www.studiomedicoizzo.it
info@studiomedicoizzo.it

[#2]
Dr. Diego Pozza Andrologo, Endocrinologo, Chirurgo generale, Oncologo, Urologo 15.9k 467 2
Caro lettore,

l'ano, il canale anale ed il retto sono cavità "abitate" da numerosi germi connessi al materiale fecale.
E' ovvio che l'introduzione del pene in queste strutture lo espone a contaminazione da parte di germi che potrebbero risalire l'uretra e arrivare alla prostata e vescica.....
I rischi di infezioni sono sensibilmente maggiori...
E' come giocare con il fuoco....ci si può bruciare....
In linea di massima il rapporto anale rappresenta più un "capriccio" una "piccola novità" che non una necessità assoluta per una coppia sessualmente attiva.
Cari saluti

Dott. Diego Pozza
www.andrologia.lazio.it
www.studiomedicopozza.it
www.vasectomia.org

[#3]
dopo
Utente
Utente
Mi sembra di intuire che il Vs. parere sia quello di una reale possibilità di contrarre una delle infiammazioni che mi avete elencato, e che quindi, fatto salvo il caso di prendere precauzioni come un preservativo, il consiglio di massima sia quello di non esplorare questa nuova pratica ma di ricercare altre forme di approfondimento.
Saluti
[#4]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
il Suo consulto mi sembra molto interessante perchè mi fa sorgere una domanda: come mai un ipocondriaco, quale Lei si è definito, ha bisogno di essere rassicurato circa la presenza (per certi versi ovvia) di germi all'interno del retto?

La sorpresa deriva dal fatto che generalmente i miei pazienti ipocondriaci raccolgono continuamente decine di informazioni prima di fare qualsiasi cosa, a maggior ragione quando trattasi di condotte sessuali.

Se ho capito bene Lei ha prima "provato", poi ha chiesto a degli amici, poi ha deciso di cercare informazioni in rete. E, tra l'altro, prima ha cercato (invano) il parere di un sessuologo, e poi è finito in andrologia.

Questo approccio "soft" non sembra tipico, come dicevo, dei pazienti ansiosi, che generalmente si muovono esattamente in maniera opposta (= il tentativo di penetrazione anale sarebbe l'ultima cosa, dopo aver ottenuto decine di rassicurazioni).

Ora, probabilmente questo aspetto del problema potrebbe sembrarle ininfluente, ma non dimentichiamoci che la motivazione è il motore principale in molte delle nostre scelte, soprattutto nella sessualità (infatti mi incuriosiva anche il fatto che Lei abbia intitolato questa richiesta "Abitudini sessuali", e non "rischio infezioni anali" come solitamente si trova in quest'area del sito).

Mi piacerebbe sapere cosa ne pensa, ma in generale sarebbe secondo me proficuo un confronto tra Lei e la Sua compagna sulle motivazioni che vi spingono (o vi allontanano) verso certi aspetti della sessualità.

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

[#5]
dopo
Utente
Utente
Salve Dr. Bulla, rispondo volentieri alla sua domanda.
Come lei giustamente diceva sono ipocondriaco è ho cercato la prima consulenza da parte di un sessuologo che non ho trovato nelle varie specializzazioni.
Mi sono quindi rivolto ad un andrologo che mi sembrava la specialità più plausibile per porre questa domanda.
Ho intitolato la mia richiesta abitudini sessuali, riferendomi in maniera astratta alla questione sesso, in effetti quando dico i primi approcci intendo semplicemente dire che io e la mia compagna ne abbiamo parlato come possibile completamento delle nostre abitudini sessuali, che nel tempo si sono sempre più "sciolte" per via della continuità di rapporto che ho con questa ragazza, sia dal punto di vista sessuale che da quello emotivo e relazionale di tutti i giorni.
Siamo assieme da un pò di tempo, la nostra relazione è cresciuta sotto molti punti di vista e siamo arrivati semplicemente a parlare di questo tipo di aspetto.
Non le nascondo che per me sarebbe un passo importante, sia perché vorrebbe dire fidarmi al 100% della mia compagna, sia perché dovrei cercare di vincere molte delle mie paure da buon ipocondriaco.
Come diceva lei infatti ne ho parlato con la mia terapeuta prima, poi con qualche amico fidato di vecchia data, e poi mi sono anche chiesto se fosse il caso di proporlo ad un esperto, e così mi sono affidato a questo sito.
Direi che il percorso da me compiuto si può definire in qualsiasi modo meno che non da ipocondriaco, infatti per adesso quella che era un idea potrebbe rimanere tale, visto che gli andrologi hanno spiegato come avrà letto il rischio concreto, definendo anche questo tipo di pratica una sorta di "sfizio", ma anzi mettendo pure il carico da undici parlando del sesso orale, che in una prima istanza ha avuto anch'esso una genesi difficile, per poi avere un suo percorso e ad oggi una sua "vita" all'interno dei nostri rapporti.
Certo le informazioni che mi sono state date non mi hanno ne confortato ne aiutato, ma anzi "spaventato" come al solito, ma siccome sto facendo un percorso che mi è costato fatica non voglio che quello che ho faticosamente ottenuto nel corso del tempo possa in qualche modo subire dei mutamenti, forse non praticheremo mai questa via ma di certo non perderò/remo le abitudini fino a qui acquisite, a volte con fatica, e credo che lei possa capire quando uso questo termine, il connubio ansioso-ipocondriaco per certi versi è micidiale su molti fronti, a volte bastano delle cose dette da chi che sia per smontare, o meglio insinuare nuovi dubbi su cose faticosamente costruite, chiarite, discusse e messe a posto nel tempo, infatti io stesso a volte mi pento delle domande che pongo sapendo di prestare il fianco a questo tipo di situazione ma è più forte di me, la famosa rassicurazione esterna resta ancora un mito contro cui combattere, una battaglia dura ma ragionevolmente non impossibile da vincere.
Rimango a disposizione per eventuali chiarimenti, spero di essere stato esaustivo e mi scuso per la lunga risposta, ma volevo essere chiaro.
Concludo dicendo che la domanda che mi pone da un certo punto di vista mi rende contento, forse questo mio atteggiamento "soft" vuole dire un cambiamento della mia forma mentis che mi ripaga di tanta fatica terapeutica e mi dice che forse sono sulla giusta strada per un cambio delle mie abitudini di approccio e pensiero sulle cose, insomma un piccolo ma significativo passo verso un nuovo atteggiamento e forse, mi passi il termine, "guarigione" rispetto all'ansia e l'ipocondria che tanto mi hanno condizionato.
Cordialità
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Bene, di certo la strada ancora da fare non è terminata, e gli ultimi fatti lo confermano, ma la Sua replica secondo me servirà a dare speranza a tutti i lettori che passano da questo consulto.

Continui a lavorare sodo su di sé, i risultati arriveranno in fretta.
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