Trattamento sindrome di la peyronie

Salve,
Inerentemente all'oggetto, la mia placca si è ormai stabilizzata essendo io affetto da La Peyronie da molti anni ormai (attualmente ne ho 31 e si è verificata causa trauma, dall'età di 18 anni circa).
Ho curvatura inferiore ai 45°, e nessun dolore durante l'erezione, e clessidrizzazione che si verifica raramente, ma ho deciso di ricorrere ad una correzione, poichè la curvatura causa dolore durante il rapporto alla mia compagna.
Nel documentarmi e nel rivolgermi all'andrologo per vagliare le ipotesi di chirurgia correttiva, mi sono sentito consigliare solo ed esclusivamente la procedura di Nesbit, eseguibile anche in Day Hospital e con il pagamento del solo ticket.
documentandomi ulteriormente ho letto in molti scritti che questa procedura viene consigliata quando la curvatura del pene è di 45° o più, e consiste nell'asportazione di tessuto dalla parte opposta alla placca per ottenere una raddrizzamento del pene in fase di erezione.
Di questa soluzione non ho troppo timore dell'inevitabile perdita di lunghezza, poichè purtroppo, e lo dico con un pò di imbarazzo, le dimensioni associate alla curvatura generano il problema.
Il punto è che ho letto molto spesso di altre soluzioni, specialmente dell'eliminazione chirurgica della placca e l'applicazione di una patch dermica prelevata da tessuto proprio del paziente, o di origine porcina, che consente di far tornare nella forma naturale il pene in erezione.
So che una diagnosi non si fa mai senza una visita dal vivo, per cui chiedo a voi un parere: è sconsigliabile usare la soluzione alternativa da me descritta? é giusto che mi venga consigliata la procedura di Nesbit anche per una curvatura inferiore a 45°? La sanità pubblica può fornire l'intervento con applicazione di patch?

Ringrazio sin d'ora e saluto


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Dr. Gino Alessandro Scalese Urologo, Andrologo 5.9k 128 126
Gentile utente,
un consgilio che può anche non essere condiviso da altri colleghi: la chirurgia tanto più è semplice tanto più è risolutiva! perciò se la perdita di pochi centimetri di lunghezza non determina problemi psicologici la tecnica di Nesbit è quella meno impegnativa dal punto di vista tecnico, più scevra di complicanze post-operatorie e con ottimi risultati estetico-funzionali.
Per quanto riguarda l'eseguibilità in regime SSN, della tecnica che prevede l'utilizzo del patch è possibile eseguirlo anche in convenzione, salvo diverse disposizioni regionali.

Cordiali saluti
Gino Scalese

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