Carcinoma lobulare infiltrante

Gentilissimi,
per cominciare i miei complimenti per la vostra professionalità e umanità.
Il mio personale quesito riguarda mia madre: 85 anni – neoplasia mammaria bilaterale – TAC negativa eccetto linfonodi centimetrici ascellari – scintigrafia ossea negativa – operata tre mesi fa per asportazione del seno destro che presentava un inizio di ulcerazione, non sono stati asportati i linfonodi - istologico: carcinoma lobulare infiltrante mammella dx 7x5x4.5 cm., pT4bG2-G3, ER=90%, PgR=80%, Ki67=10%, c-erb2=1+ – da tre mesi in terapia endocrina neoadiuvante con TAMOXIFENE – ad oggi la neoplasia al seno sinistro si mostra stabile.
Viene consigliata mastectomia del seno sinistro finalizzata a eliminare il rischio di future ulcerazioni.
Questo il quesito: data la natura del male e l’impossibilità di intervenire a scopo curativo a causa dell’età, vista la buona risposta alla terapia ormonale che sembra esserci stata fino ad oggi, considerati i rischi operatori e post-operatori cui mia madre andrebbe incontro, ritenete necessario questo secondo intervento “di natura pagliativa”?
Preciso che:
- il primo intervento è stato ben tollerato,
- gli esami ematochimici risultano nella norma,
- l’ecocardiogramma rileva stenosi aortica di grado lieve con rigurgito mitralico, VS non dilatato per ipertrofia del setto e normale funzione sistolica senza alterazione della cinesi,
- è sottoposta da anni a terapia farmacologia per ipertensione e ipocolesterolemia, inoltre assume a cicli terapia ricalficante.
Ringrazio anticipatamente e sentitamente per l’attenzione che vorrete rivolgermi.
Cordiali saluti.

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Dr. Salvo Catania Oncologo, Chirurgo generale, Senologo 33.3k 1.2k 61
Non è semplice rispondere a distanza senza una valutazione diretta del quadro clinico.

Il trattamento del cancro della donna anziana deve tener conto non soltanto dello stadio della neoplasia ma anche dello stato generale e delle patologie associate.
Il 40% delle donne anziane con carcinoma mammario presenta al momento della diagnosi una patologia concomitante. Tuttavia la stragrande maggioranza delle donne sarebbe in grado di tollerare un trattamento definitivo adeguato.

Quando invece ci si trova di fronte alle donne anziane “anziane” (scadute condizioni generali e/o > 80 anni) è necessario, caso per caso, valutare con la collaborazione geriatrica ed il coinvolgimento dell’anestesista, quale sia lo spazio terapeutico idoneo tenendo conto del “primum non nocere” e delle terapie in corso (cardioaspirina, anticoagulanti orali….)

Per mia esperienza prevenire l'ulcerazione non è cosa da poco perchè la gestione di una ulcerazione comclamata comporta disagi per tutti da non sottovalutare.

Legga per un aapprofondimento

https://www.medicitalia.it/consulti/senologia/208606-seno.html

Salvo Catania, MD
Chirurgo oncologo-senologia chirurgica
www.senosalvo.com

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