Ansia e aerofagia

salve, ho 23 e sono uno studente in Farmacia. Da circa un anno e mezzo soffro di stati ansiosi e stress dovuti a eccessivo studio esacerbati da una leggera ipocondria (spero non dovuta a ciò che studio). Ho iniziato a presentare sintomatologie svariate quali: acufene pulsante (ora scomparso),( un evento di attacco di panico), pensieri di morte di familiari, sporadiche tachicardie (che ho da quando sono piu piccolo), dolore retrosternale irradiato verso la spalla sinistra e il braccio, senso di pesantezza e occlusione sempre in zona retrosternale, dispepsia e leggero reflusso. Ho subito preso paura e indirizzato il mio problema sul cuore. (durante l'estate in vacanza dai mie non ho sofferto di alcuna patologia). Dopo visita dal cardiologo ecocardiogramma, analisi sangue colesterolo etc è risultato tutto nella norma e il cardiologo mi ha semplicemente diagnosticato uno stato ansioso. Oggi non ho più tutti questi sintomi eccetto il senso di oppressione e chiusura del torace che mi perseguita ed è sempre accompagnato da respiri intensi e affannosi, e ciò avviene spesso dopo mangiato o quando sono in sistuazioni scomode di tipo ansiogeno(l'oppressione si verifica anche quando porto la cartella pesante sulla spalla). Diverso da tutto ciò, soffro da circa due mesi di dolori cervicali e mandibolari con mal di testa ricorrente e questo mi ha fatto ipotizzare (nella mia mente contorta) una possibile limitazione di afflusso sanguigno ai vasi carotidei dovuti a schiacciamento delle vertebre cervicali che mi accurerò nei prossimi giorni dopo visita dallo specialista. Per concludere secondo lei è ragionevole un aiuto psicologico o psichiatrico? Sa, diffido molto degli altri e la prescrizione di farmaci ansiolitici mi darebbe solo fastidio sia perchè sono farmacista e conosco tutti gli effetti di tali farmaci incluso l'effetto placebo che con me non funzionerebbe sia perchè credo che se il problema è di tipo ansioso potrei risolvero da solo con volontà e ottimismo.
la ringrazio per l'attenzione aspetto una sua risposta.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Gentile utente,

rivolgersi ad uno psichiatra è sicuramente sensato, visto che già l'orientamento diagnostico del medico è stato quello. "Stato ansioso" non corrisponde però ad una diagnosi definita, esistono diversi tipi di disturbo, ovvero di meccanismo che produce disagio, a cui corrispondono schemi terapeutici diversi. Non si tratta tanto di un "aiuto" ma di un trattamento che risolva la parte cerebrale del problema. L'attenzione ai sintomi corporei può corrispondere anche ad una condizione di ipereccitabilità neurovegetativa, che accompagna spesso le condizioni ansiose, non perché l'ansia (che è già un sintomo) le produca, ma perché sono condizioni cerebrali che da una parte si esprimono con ansia, dall'altra con sintomi di altri organi. In alternativa c'è l'ipocondria, che non corrisponde ai sintomi ma rende la preoccupazione una "misura", e quindi spinge a presentare degli elementi come "sintomi" e costringe la persona a farci ragionamenti ovviamente terrificanti.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Utente
Utente
la ringrazio,
mi ero proprio dimenticato di scrivere che penso di avere un ipereccitabilità neurovegetativa perchè alcune volte ho dei rossori diffusi sulla parte superiore al mediastino fino al collo, ed inoltre sono magro non riesco ad ingrassare in nessun modo e soffro di iperidrosi spesso spiacevole alle mani e ai piedi(che a volte sono freddi)
Pensa quindi sia meglio un neurologo?
La ringrazio cordialmente.
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Utente
Utente
Pensa che mi possano prescrivere una terapia farmacologica?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Gentile utente,

Se già sono stati definiti stati ansiosi direi uno psichiatra.
Le terapie non si dividono in farmacologiche o non farmacologiche. Per ogni disturbo ci sono delle cure. La prescrizione di una medicina non riguarda i sintomi, uno per uno, riguarda il tipo di disturbo, cioè primariamente il metabolismo cerebrale da cui poi derivano gli stati ansiosi e le somatizzazioni.
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dopo
Utente
Utente
e come fa a capire quale neurotrasmissioni sono compromesse in una patologia cerebrale? si affida a fattori soggettivi del paziente o alla fiducia che un ssri funzioni in una buona parte della popolazione? Cmq la ringrazio del consiglio non sono un medico e non faccio diagnosi ne oserei mai. cordiali saluti
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Gentile utente,

L'efficacia delle terapie è testata secondo un metodo specifico su campioni di pazienti, prima che questi siano ufficialmente commercializzati. Questo non ha a che vedere con la conoscenza reale dei meccanismi biologici, che rimangono teorie plausibili.

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