Ansia e stess

Gentili Dottori,
vi scrivo poichè non so più cosa fare sono veramente stanca di tutto.
Sono giovane, ambiziosa e soprattutto fortunata perchè a 26 anni ho iniziato a lavorare in un settore molto ambito, l'idea era quella di puntare tutto sulla carriera, ma l'anno scorso credevo di impazzire perchè i colleghi sono molto gelosi del fatto che sia molto più giovane di loro e me ne hanno fatto di tutti i colori.. Volevo stordirmi a tal punto da non capire più niente, poi uno spiraroglio ho pensato di fare ciò che da bambina ho sempre sognato: diventare mamma.Siccome sono sempre stata sola, ho sempre pensato che non avrei mai voluto avere un figlio solo, ma avrei voluto avere tanti bimbi tutti insieme perchè si facessero compagnia e si aiutassero. Ho deciso con mio marito di sottopormi alla fecondazione assistita, possibile anche per il fatto che mio marito aveva dei problemi.Dopo l'impianto di3 embrioni mi ero convinta che i bimbi fossero 3, invece solo uno si era sviluppato. Questo mi ha nuovamente portato nello sconforto,ero contenta ma pensavo che 3erano meglio. Quando è nato sono stata felicissima e lo sono tuttora perchè è la mia luce. Tuttavia continuo a pensare a quando rifarò la fecondazione per averne 3 e stare a casa dal lavoro che non riesco più ad affrontare.I genitori di mio marito sono molto invadenti e di tutto questo-cure per il figlio- non abbiamo mai parlato perchè sono molto riservata e loro amano dividere la loro vita con parenti e amici che affollano la loro casa giorno e sera. Da quando è nato il bambino ho chiesto 15 giorni solo noi3 per ambientarci alla nuova realtà e puntalmente con ogni scusa per 15 pomeriggi è venuto mio suocero. Ho vissuto questo come una profonda mancanza di rispetto.I suoceri sono molto ansiogeni e pessimisti vedono sempre il male, le sfortune..io non sto bene ma agli occhi del mondo sono un sole. Questo ed altri comportamenti invadenti ed ansiogeni mi hanno portato ad una chiusura verso loro, li vediamo da una a 3 volte la settimana, ma non voglio che tocchino il bambino-so di sbagliare-. Loro telefonano a mio marito e con i loro ricatti affettivi cercano di mettercicontro. Piangono, si lamentano che non vedono mai il bambino,che non possono prenderlo in braccio sono gelosi dei miei..In realtà ci vediamo anche troppo, vedo più loro dei miei,ma loro sono abituati a vivere in una famiglia allargata. Non dormo più sono distrutta ho cominciato a prendere alprazolam,avevo inziato cipralex-cura anno scorso-ma aveva accenuato i miei disturbi alimentari. Dopo il parto sono tornata in perfetta forma e tutti si chiedono come mai, ma nessuno ha capito che in gravidanza non mangiavo più di 1200kcal al giorno, contavo tutto, mi pesavo ogni giorno. Solo io ho capito che i miei erano atteggiamenti anoressizzanti. Ora che sono giù sono ancora più magra perchè non desidero il mangiare, perchè da sempre associo l'amore con il cibo.Mi sento sola e smarrita.Cosa devo fare?
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
alprazolam e cipralex sono stati prescritti da uno specialista in psichiatria? Potrei consigliarLe in ogni modo di fare la visita psichiatrica.

La situazione da Lei descritta apre diverse possibilità di interpretazione diagnostica. Se dal primo sguardo sono evidenti fattori esterni di stress (comportamento invadente, ecc.), leggendo con attenzione ci si accorge che l'ambiente è anche poco attento al Suo malessere interno, che sembra di essere preesistente a prescindere dei fattori di stress attuali. Solo una visita specialistica dal vivo può aiutare ad esaminare con sufficiente profondità questo malessere, e fare, eventualmente una diagnosi. Lei scrive dell'anoressia. L'anoressia nervosa può essere una malattia a sé, ma può anche solo un sintomo e far parte di molti altri disturbi psico-emotivi.

Comunque, prendendolo come esempio, nel caso dell'anoressia nervosa possono essere importanti sia l'approccio psicofarmacologico corretto, sia l'approccio psicoterapeutico; e soprattutto poter avere un punto di riferimento in tali figure professionali, che bisogna trovare.

Dr. Alex Aleksey Gukov

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dottore,
La ringrazio per la Sua risposta
i medicinali mi sono stati pescritti dal medico di base.
A volte penso che parlare sia troppo difficile, mi piacerebbe vivere in una sorta di grande fratello dove gli altri possano capirmi solo vedendo la mia vita. Cosa posso fare?
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
farsi seguire da uno psichiatra o, ancor di più, fare la psicoterapia nella percezione comune spesso si associa al dover parlare, descriversi, aprirsi intenzionalmente, tirare fuori di sé stessa qualcosa.. e tutto ciò essere vissuto come una invasione ? un'ennesima invasione senza lasciarLa in pace? (riesco a capirLa ?).

La visita da uno psichiatra in realtà non sempre significa tutto questo, ma un buon psichiatra riesce a capire molte cose anche senza tante parole.

Lei scrive che Le piacerebbe vivere in una sorta di grande fratello dove gli altri possano capirLa solo vedendo la Sua vita.

Dunque "l'occhio" del "grande fratello" non La disturba ? Anzi, forse si sentirebbe più capita, forse anche più sicura e protetta ? Senitrebbe che qualcuno dà attenzione a Lei ? (ma senza essere sempre attaccato, lasciando a Lei la Sua libertà di vivere naturalmente..). Come "l'occhio" del genitore che guarda i bambini giocare liberi, .. a distanza di sicurezza ?..
E così i bambini si sentono liberi, ma non soli..

Se così, è possibile, che Lei abbia bisogno essenzialmente di una figura di riferimento con queste caratteristiche, che nessuno nella Sua vita probabilmente riesce ad assumere in questo periodo in modo ottimale, e lo potrebbe essere lo psichiatra o lo psicoterapeuta.

A parte questo, in ogni modo, una eventuale terapia con gli psicofarmaci (compresi anche gli ansiolitici abbastanza comuni come Alprazolam, e altri psicofarmaci) è più corretto che sia prescritta e monitorata da uno psichiatra.

Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.

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