Una cura che però ha prodotto scarsi risultati tanto che il medico

Buongiorno, sono una donna di 33 anni che da un anno e più cerca un secondo figlio ma senza risultati.
A maggio di quest'anno dopo vari litigi finalmente mio marito si è deciso a fare lo spermiogramma e l'esito è stato disastoso. Si è fatto vedere da un urologo ed ha iniziato a fare una cura che però ha prodotto scarsi risultati tanto che il medico a novembre gli ha consigliato di rivolgersi ad un andrologo ma mio marito non vuole anzi non vuole più curarsi. Ha sempre posto molti paletti tipo, questa cura no quest'esame no ecc. ma adesso proprio non ne vuole più sapere.
Questo in me a prodotto una grossa crisi, sono stufa di lottare con lui per tutto mi ha profondamente delusa, io voglio un'altro figlio e lui pone un sacco di limiti, mi dice se Dio vuole....
Io purtroppo mi sono molto staccata da lui faccio una vita a parte almeno nella mia testa non parlo molto con lui faccio fatica ad avere rapporti sessuali se non limitatamente al mio periodo fertile.
Sono profondamente triste anche perchè effettivamente anche io non sono più facile da capire, non apprezzo più dei momenti di gioia vivo in attesa del ciclo penso solo a quello ed ad Alice la mia bimba di 4 anni (che amo profondamente ma che adesso faccio fatica a godere). In ogni momento della giornata penso al bimbo che non arriva è un circolo vizioso allucinante che mi mangia viva. Sono in cura da uno psicologo da un anno dato che da 10 soffro di disturbi alimentari ma non mi stà aiutando molto, mi sento sempre più attorcigliata in me stessa.
Come posso uscire da questo terribile periodo che non mi fa godere di tutto quello che ho? grazie buona giornata e buone feste
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Dr. Davide Ventre Cardiologo 842 15 12
Salve,
a completamento di quanto ci ha riferito, gradirei sapere di quali disturbi alimentari soffre in particolare, e qual'è la psicoterapia che sta attualmente seguendo (che evidentemente non funziona).

Dott. Davide Ventre
Specialista in Cardiologia
Tel. 037483016 - 03094930891
e-mail: dott.davideventre@gmail.com

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Utente
Utente
buongiorno dottore, soffro, penso, dato che il mio medico non ha mai dato un nome al mio disturbo, di bulimia nervosa, mangio e vomito subito dopo, tengo controllato il peso, tendo a non ingrassare ma nemmeno a dimagrire quando mANGIO devo assolutamente svuotarmi altrimenti stò male, magari dopo aver vomitato sono capace di mangiare ancora solitamente da sola.
il mio terapeuta mi chiede più di raccontare le mie giornate le mie sensazioni, ma è raro che io (probailmente per colpa mia) riesca acapire cosa ho dentro e cosa mi crea disagio oltrettutto la mia dottoressa adesso è incinta del secondo figlio ed ovviamente questo per me è stato un trauma, faccio fatica ad affrontare che altre persone riescano dove io fallisco.
Grazie
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dopo
Utente
Utente
mi sono dimenticata di scrivere che da quando ho il problema della ricerca del figlio mi continuo ad ammalare, herpes mi si gonfiano le ghiandole della gola candida infezioni alle vie urinari in continuazione quindi spesso mi tocca prendere gli antibiotici.
Per quanto rigurda le infezioni alle vie urinarie mi stà succedendo anche, nonostante le cure, quando vado a letto mi alzo continuamente per urinare anche se ci sono appena andata sembra che se non urino non riesco a dormire, cosa che ovviamente faccio poco, domo pochissimo, stò sveglia ore.
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Dr. Emanuel Mian Psicologo, Psicoterapeuta 31 1 10
Gentile utente,
chieda al collega che la segue di comunicarle la diagnosi cui era giunto nella fase anamnestica iniziale.
Inoltre, potrebbe richiedere ulteriori esami per valutare il suo disturbo alimentare in questo preciso momento.
I disturbi del coportamento alimentare (DCA) sono noti per avere fluttuazioni temporali in una prospettiva transdiagnostica.
E' noto che il passaggio dalla restrizione alimentare ad episodi di alimentazione incontrollata rappresenta un evento dominante nei DCA, quasi una regola.
Lei poi utilizza il vomito autoindotto come compenso e potrebbero quindi esserci comorbidità di ordine psichiatrico.
In sintesi, potrebbero essere presenti altri disturbi oltre a quello del comportamento alimentare e lei potrebbe essere passata dalla bulimia nervosa all' anoressia nervosa e/o viceversa durante l'ultimo anno.

I sintomi che lamenta quali gonfiore delle ghiandole, infezioni delle vie urinarie, disturbi del sonno,meritano l'attenzione del suo medico curante che valuterà eventualmente ulteriori analisi.
Potrebbero essere una risposta psicosomatica oppure no, ma meritano sicuramente degli accertamenti.
Per quanto riguarda la ricerca di un figlio, è importante che valuti e cerchi di riavvicinare prioritariamente le risorse da cui lamenta un allontanamento "automatico": sua figlia e suo marito.

Cordiali saluti,
Dr. Emanuel Mian



Dr. Emanuel Mian,PhD
Psicologo-Psicoterapeuta
Riceve a Roma, Milano,Monza,Trieste e Udine
www.emotifood.it

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Utente
Utente
buonasera dottore Mian utilizza per me unlinguaggio un pochino difficile.
L'unica cosa che posso dirle è che dal punto di vista fisico ho da poco fatto tutte le analisi del sangue ed il risultato secondo il mio medico è stupefacente visto i piccoli problemi che ho avuto esami perfetti, di una persona in ottimo stato di salute.
er quanto riguarda la mia analista sostiene che ho degli alternati stati di umore che non necessitano di particolari cure soprattutto dallo psichiatra in quanto sostiene che spesso loro utilizzano farmaci che per il mio stato non sono necessari.
Per il problema del ravvicinamento con la mia famiglia, posso solo dirle che non sà da che parte cominciare, se dei giorni ci riesco degli altri mi sembra solo di detestare tutti sono nervosa e ovviamentevomito più del solito parlo a fatica e piango ma quello che temo di più in questi momenti è andare a dormire, la mia mente vaga e comincio a pensare al bimbo che non avrò mai, che se sposavo un altra persona tutto cio non sarebbe mai accaduto ecc...
E' brutto, mi sembra sempre di essere inadeguata faccio fatica a gestire le emozioni ed i pensieri.
Mi scusi lo sfogo.
Distinti saluti
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Dr. Emanuel Mian Psicologo, Psicoterapeuta 31 1 10
Gentile utente,
sintetizzando e semplificando il mio intervento precedente lei dovrebbe:

1) Sapere dalla sua analista quale fosse il disturbo del comportamento alimentare e le altre psicopatologie riscontrate all'inizio.

2) Conoscere "a che punto è ora".Non solo per il disturbo alimentare, ma anche riguardo la ricerca di un secondo figlio (motivazioni, modalità, speranze etc).

3) Gestire le sue emozioni ed il rapporto particolare con il cibo e l' ambivalenza con i suoi cari (il fatto cioè di detestarli un giorno e di amarli l'altro) con la sua analista.

In merito alle analisi del sangue: il fatto che siano perfette,avvalora l'ipotesi che i suoi problemi (gonfiore delle ghiandole, infezioni delle vie urinarie, disturbi del sonno) abbiano una possibile natura psicosomatica.
Non dimentichi che anche semplici frustrazioni quotidiane possono avere effetti sulla funzionalita immunitaria.


Se il suo umore non è stabile ribadisco la necessità di rivolgersi anche ad un medico psichiatra.

La depressione deve necessariamente essere costantemente monitorata e dovrebbe prevedere anche un possibile approccio farmacologico.

Cordialmente,
Dr. Emanuel Mian
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Utente
Utente
grazie mille dottore cerherò di seguire i suoi consigli anche se vorrei provare a cambaire analista ed a rivolgermi anche da uno psichiatra.
Distinti saluti
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
cerchiamo di fare un po' di chiarezza

Se la sua terapeuta lei la chiama "analista" è probabile che sia una psicoterapeuta specializzata in "psicanalisi" o comunque in una terapia "psicodinamica"

Benchè utilissime in diverse forme di patologie, queste terapie purtroppo non hanno mostrato di ottenere risultati nella cura dei disturbi del comportamento alimentare, e questo sembra essere il suo caso, nel senso che oggi lei utilizza ancora a pieno titolo il circuito "mangio-vomito" per gestire tutte le emozioni negative che derivano dalla sua quotidianità

Il fatto stesso che lei si è rivolta a noi sul sito e non alla sua analista mi dice che forse il vostro rapporto non è più caratterizzato da una totale ed aperta fiducia, necessaria per mandare avanti la terapia

Detto questo, mi sento di consigliarle di intraprendere una cura più adatta al suo caso. Tra i problemi che ci ha riportato quello più pericoloso per la salute è legato al disturbo alimentare (il rigonfiamento ghiandolare alla gola è spesso legato al vomito auto-indotto, ad es), soprattutto se in futuro si prospetta un'eventuale gravidanza

Nel trattamento dei disturbi del comportamento alimentare si consiglia di associare una psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale ed una farmacoterapia. L'ideale sarebbe rivolgersi ad un centro specializzato nella cura dei DCA (a milano ad esempio l'Istituto Auxologico Italiano, convenzionato con il SSN), dove psichiatri, psicologi e dietologi lavorano in équipe multidisciplinare

C'è comunque la via privata, basta scegliere professionisti specializzati nella cura del DCA

Secondo me, signora, lei ha bisogno di risistemare tutta se stessa, e forse questo inizio d'anno rappresenta l'occasione giusta

Con i migliori auguri

Daniel Bulla

dbulla@libero.it

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

[#9]
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Utente
Utente
buongiorno dottore e grazie mille siete tutti molto gentili e disponibile scusate se vi tedio ancora.
Io vorrei tanto uscire da questo circolo di mangaire e vomitare tanto è vero che a fine 2006 ho finalmente deciso di andare da uno psicologo.
Ma problemi intorno a questa situazione ne ho tanti, mio marito quando gli ho confessato di avere questo problema si è molto arrabbiato ma si è reso disponibile ad aiutarmi purtroppo però non accetta la figura dello psicologo e quindi mi ha sempre imposto di non andarci. Io quando ho scelto che forse era il caso di curarsi ho fatto tutto di nascosto con l'aiuto dei miei genitori che mi tengono la bimba quando ho il mio appuntamento (mi comprendono, mio padre ha sofferto per più di 10 anni di depressione).
Anche io vorrei rivolgermi ad un centro specializzato ma ho paura di mio marito che non riesce in nessun modo ad accettare a cosa, pensi che gli dico che non vomito più e lui ci crede ma perchè vuole non perchè ha fiducia in me.
Oltre a questa paura se ne aggiungono altre, ho quasi paura di guarire e di non avere più un modo di vomitare tutti i miei problemi (problemi che nonostante la terapia non riesco a dare un nome non riesco a trovarne l'origine).
Scusatemi tanto se ho usato questo spazio se ho disturbato troppo ma stò vivendo una sofferenza più grande di me.
Buona giornata a tutti
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
la situazione è difficile ma non disperata. Intanto rifletterei sui gradi di libertà che Lei ha all'interno della sua vita di coppia: non può curare se stessa altrimenti suo marito si arrabbia?

Inoltre ho come l'impressione che questa situazione le permetta di mantenere il problema, in parte: tanto mio marito non vuole che mi curo, per cui è inutile curarsi al 100%

Aggiungo, però, che quando ha voluto Lei è riuscita a "ritagliarsi" dei piccoli spazi settimanali, grazie anche all'aiuto dei suoi genitori, per cui non mi sembra che le manchino delle risorse

Per cui, credo lei abbia un ruolo importante nel processo di cura, più di quanto voglia ammettere a se stessa. Però è ora di dare una svolta alla sua esistenza: si ricordi che Lei è anche mamma, non solo moglie...

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it
[#11]
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Utente
Utente
La ringrazio dottor Bulla così come ringrazio il dottor Mian.
Vorrei cambiare psicologa cercherò qualcuno nei pressi di Milano e speriamo di trovarene uno che mi aiuti.Io ci mertterò sicuramente impegno.
Grazie ancora e Buon anno

[#12]
Dr.ssa Maria Francesca Basoni Psicologo, Psicoterapeuta 32 6
Salve,

da quanto racconta mi sembra di capire che in questo momento si trova ad affrontare passaggi difficili, portando sulle spalle il peso di una sofferenza che ormai dura da anni: lei parla di 10 anni, sono molti, immagino la fatica e le tante delusioni intercorse, non ultima quella rispetto ad una seconda gravidanza che nopn arriva.
Il nostro corpo ci manda segnali conrtinuamnete ed è importante imparare a leggerli, a leggersi. E' importante sapersi ascoltare e capire cosa ci turba o ci rende la vita così faticosa. I sintomi possono essere ottimi alleati, perchè ci dicono che probabilmente anche a livello affettivo esistono dei nodi che vanno risolti. La tristezza di cui parla già ci dice qualcosa e mi colpisce tanto.
Preziosi i consigli dei colleghi che mi hanno preceduto, rispetto a visite mediche e consulti specialistici, per avere un quadro completo della situazione (mai tralasciare nulla, proprio perchè la cura della persona è importante!): mi sembra inoltre un ottimo proposito rivolgersi ad un/a terapeuta che possa aiutarla in questo momento, a daccolgliere i suoi dolori e a prendere maggiroe consapevolezza, in un perorso non invasivo, che la accompagni verso la conoscenza di sè e delle sue emozioni, affetti. Si fidi e affidi, sono sicura che ha tutte le risorse per affrontare la sua situazione: vedrà che alla lunga il peso dello zaino sulle spalle sembrerà più leggero.
Si infromi bene rispetto al tipo di approccio utilizzato dal terapetua che vorrà contattare, esistono varie tecniche, sconsiglio la psicoanalisi.

Maria Francesca Basoni
b.mariafrancesca@email.it

[#13]
dopo
Utente
Utente
gentile dottoressa la ringrazio per la sua comprensione, ero partita a fine anno dandomi tanti bei propositi , ma faccio fatica ad attuarli, un pochino perchè la precedente terapia non ha prodotto in me almeno qualche risultato (sò che la strada è molto lunga)ed è stato molto difficile decidere di andare dallo psicologo e palare di quello che provavo veramente e forse non ci sono riuscita, probabilmente per colpa mia, per paura, e forse anche una piccola dose di diffidenza, ed un pochino perchè in questo momento mi trovo ad affrontare una situazione difficile con mia figlia di 4 anni che stà puntando i piedi su tutto e quindi mi fa delle scenate incredibili che mi lasciano in un forte stato di ansia e lei meglio di me sa che l'ansia ha un unico sfogo il cibo.
Vedremo cosa riuscirò a fare.
Cordiali saluti
[#14]
Dr.ssa Maria Francesca Basoni Psicologo, Psicoterapeuta 32 6
Già il fatto di ammettere che parte della causa di aspettative disattese rispetto alla terapia è riconducibile ad alcune sue fatiche e resistenze (le garantisco, molto comuni e totalmente comprensibili nella fase iniziale di un percorso)mi sembra un ottimo inizio. Rispetto al rapporto difficile con la sua bambina, potrei azzardare che parzialmente dipende dal suo stato di ansia attuale, che è così èermeante da influire sui tutti i rapporti. quando viviamo un'empasse così critico come quello che sta affrontando lei può succedere ( esuccede) che anche le relazioni quotidiano, soprattutto quelle più forti da un punto di vista affettivo, ne risentano parecchio.
Consiglio di affidarsi ad un buon consulente psicologo anche per aiutarla agestire il rapporto con la figlia, che sento per lei nucleo centrale, anche del suo malessere.
I bambini sono attenti ad ogni cambiamneto e a loro modo ci manifestano quello che provano e le loro fatiche...proprio come gli adulti. Non sempre il canale comunicativo utilizzato dagli individui per trasmettere qualcosa p chiaro e diretto. Alcune scorciatoie sono rpeferibili ad altre...certo, generano maggior difficoltà per chi, dall'altra parte deve codificare.
Cordiali saluti

Maria Francesca Basoni
DCA: Disturbi del Comportamento Alimentare

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