Fobia da psicofarmaci

gentili dottori
ho un problema gravissimo per quanto riguarda mia moglie,che in questi ultimi anni ha dovuto fare ricorso a inevitabili ricoveri in strutture ospedaliere di pronto soccorso per le codizioni in cui si
veniva a trovare.Quasi trent'anni fa ha avuto un episodio di disagio psichico dovuto alla mia assenza,e per un fatto che ha fatto violenza sulla sua fragilità che l'ha condotta in una clinica psichiatrica e nei successivi 11 anni solo altri due casi che si risolvevaano con la mia presenza e il conseguente dosaggio a scalare gli permettevano sei lunghi periodi di benesser( anche 3 anni)
Nel 1991 a seguito di un lutto grave e della mia assenza ha avuto un altro episodio con diagnosi di disturbo bipolare e il coneguente assunzione di regolatori d'umore.Nrel 2000 ha avuto una crisi dovuta alla fobia del farmaco che la porta inevitabilmente a sospendere e il giorno successivo a fare ricorso al pronto soccorso psichiatrico e ricoveri coatti.
ad oggi ha dovuto fare ricorso a più di 20 ricoveri e ogni 2 3 mesi ,nonostante la terapia farmacologica è costretta a incorrere in questi ricoveri,non avendo più il tempo materiale di scalare e che nessuno gli scala acanzando sempre la diagnosi di disturbo bipolare e invece si tratta solo di fobia dei farmaci e il loro condurre alla morte se continuati a prendere
Come posso uscire da questa situazione che sta conducendo mia moglie ad un baratro? due anni fa ha tentato il suicidio perchè assumeva farmaci mediante tre coltellate in pancia..

alberto
[#1]
Dr. Massimo Lai Psichiatra 832 30 24
Gentile Signor Alberto,

non ho capito se le diagnosi di fobia da farmaci è stata fatta da lai o da qualche colllega psichiatra.

Comunque a me sembra molto strano che una persona voglia togliersi la vita solo perché obbligata ad assumere farmaci, anche perché quando è obbligata non ha con se armi per farsi del male (non dovrebbe averne) mentre tornata acasa se proprio ha la fobia, butta i farmaci e non ci pensa più.

La fobia dei farmaci non conduce a morte:
Non pensa che dietro ci sia qualcosa di più grave che la semplice fobia dei farmaci?

Perché il disturbo bipolare non è adatta come diagnosi? se fosse effettivamente questa la diagnosi sarebbe opportuno prendere sempre dei farmaci per cercare di raggiungere quella stabilità che potrebbe permetterle una vita normale, ma se questa stabilità la raggiunge solamente con lei anche senza farmaci, allora lei ha la grossa responsabilità di aiutarla standole sempre vicino e anche convincendola lentamente ad assumere i farmaci.

Se continuerà a sospendere i farmaci andrà sempre incontro a ricoveri coatti e le soluzioni in questo caso possono essere due: un farmaco depot intramuscolo a lunga durata d'azione (anche un mese) e una contemporanea psicoterapia per convincerla ad accettare questa situazione così difficile.

Spero di aver capito il suo problema e di averle dato dei consigli utili.
Ne parli con il suo medico.
Cordiali saluti
Massimo Lai

Massimo Lai, MD

[#2]
dopo
Utente
Utente
vede dottor Lai, sono trenta anni che sto vicino a mia moglie e ho capito che cosa si intebde per disturbo psichiatrico e constato che la sua risposta avvalore i miei dubbi, la scienza psichiatrica ha preso una strada che la allontana dalla verità.Il disturbo psichiatrico non è una malattia e se non ci si intende su questo, avvengono delle storture che assumono carattere di vera e propria violenza e,mia moglie sta incorrendo in quelli.

Mia moglie è un tipo fragile per come è cresciuta, la fragilità, non è in disturbo psichiatrco.
con la diagnosi di disturbo bipolare,è stata costretta ad assumere farmaci.ora chiedo ai psicoterapeuti, quando ti viene fatta come cura una assunzione di un medicinale tipo leponex che abbisogna di un controllo periodico mediante analisi del sangue,ai controlli ,i primi,si manifesta il fastidio di questi,fastidio dato dalla difficoltà di effettuare i prelievi non trovando facilmente le vene, col passare del tempo si accentua di piuù questo fastidio ,che inizia a farti amplificare quella fragilità che se attaccata dalla paura ti manda fuori di testa e interviene il ricovero coatto e si ricomincia da capo non tenendo conto del passato ma adducendo alla valutazione dello stato.
quando si esce da un ricovero con tanta di quella roba che per scalare correttemente ci vuole più di un anno e non sopportando i fastidi anche psicologici vengono lasciati prima,gli effetti da sospensione sono allucinanti e si deve far ricorso a un nuovo ricovero,15 ricoveri sono avvenuti sempre sotto cura ,con controlli periodici e con l'assunzione di farmaci che dopo due tre mesi sistematicamente la portano nonostante sia seguita a nuovi ricoveri e questa cura viene impostate sempre per il solito disturbo bipolare
come si spiega come se lo spiega lei dottore?



'
[#3]
Dr. Massimo Lai Psichiatra 832 30 24
Gentile Signore,

forse ha ragione e non ci intendiamo sul concetto di malattia mentale e non volevo mettere in dubbio che non stesse vicino a sua moglie.

Purtroppo ho pochi elementi per poter giudicare il tipo di malattia di cui soffre sua moglie, e mi dispiace che in tanti anni non abbia trovato qualche medico che abbia saputo spiegare a entrambi la vera natura del problema in tutte le sue problematiche, differenze e complicazioni, periodi di quiete, di ricadute, di alti e di bassi, con o senza farmaci.
Non posso pensare che sua moglie venga caricata di farmaci per cattiveria, ma capisco che soffra e abbia paura degli effetti collaterali che una terapia complessa con più farmaci a dosagi presumo elevati comporta.

La esorto a provare nuove strade, nuovi terapeuti, Roma è ricca di psichiatri anche famosi e di cliniche meno traumatizzanti degli ospedali e penso che trovando la persona giusta potrebbe avere qualche risposta alle sue domande e qualche aiuto.

Su internet vi sono vari siti di medici della sua zona.

Auguri
Massimo Lai
[#4]
dopo
Utente
Utente
Dott.Lai
volevo ringraziarla per gli auguri,il mio rivolgermi a questa 2rubrica2a
ha lo scopo di portare a conoscenza di più persone possibili,la mia storia con la evidente speranza di poter essere assistito su un problema grave e che la scienza psichiatrica e le conoscenze di cui dispone stanno aggravando ulteriormente denotando tutta la ignoranza su come sia possibile valutare solo basandosi su una condizione data dall'espressione senza considerare come si sia arrivati a quella condizione e imputabile ad una rottura chimico biologica del cervello ,cioè l'incapacità,da qui la malattia,di rispondere a determinate sollecitazioni,senza tener conto che la espressione è una risposta finale che avviene in determinate condizioni,ed è naturale che avviene e ancora oggi dopo 2000 anni non si conoscono i meccanismi che innescano questo processo rimarcando ancora oggi l'ignorare di molte cose a riguardo.Lei giustamente afferma che non dispone di elementi per formulare una corretta valutazione ma penso se le avrebbe, si troverebbe nella stessa condizione di molti suoi colleghi,anche di una notevole reputazione (basta vedere i costi delle visite)che valutando mia moglia dopo la dimissione dal solito reparto di spdc,e assicurando che le cose migliorano,nulla possono dopo 3 mesi o giù di li,se non constatare la necessità di un ricovero,tramite pronto soccorso al solito reparto di spdc,e nulla possono le cliniche dove sicuramente ho portato mia moglie,perchè vede dottore,per togliere una persona dal disturbo psichiatrico,il solo disturbo psichiatrico,quello di non ragionare,andare in confusione mentale quello per cui sono stati inventati i manicomi è molto semplice e lo psichiatra di pronto soccorso sa far bene,ti iniettano una sostanza,quasi sempre aloperidolo,che se non si affidassero dopo più di 50 anni ancora a questa molecola,non riporterebbero in condizioni decenti chi ha una suddetta condizione e fin qui nulla da dire,perchè chiaramente la condizione lo stato è talmente palese i guai cominciano quando l'intervento psichiatrico pretende di divenire terapeuta e che ha portato un illustre psichiatra come Vittorino Andreoli, a dire che oggi giorno ci si deve difendere dallo psichiatra terapeuta.
La verità è che questa ignoranza sta uccidendo mia moglie che come unica colpa ha quella di essere nata in un ambiente famigliare che non ha saputo curare la sua fragilità,con l'amore e che lei abbia solo un punto di riferimento,un'altra sua colpa è di avere sempre assunto una terapia che la dovrebbe prevenire, perchè il quasi cento per cento dei ricoveri sono accaduti quando lei assume regolarmenta la terapia e segue i controlli periodici.
io so per certo che mia moglie sta incorrendo dal 2000 in una grave forma di patologia iatrogena,che la essere costretta ad assumere farmaci psicologicamente la gettano in quella condizione di paura dove da sola non può uscire ,senza andare incontro a fenomeni dati dalla sospensione che sono devastanti,pensi ora si trova all'ospedale e siccome li la terapia la fanno prendere,subito dopo l'assunzione,di farmaci che dovrebbero calmarla,arriva ad avere una accentuata tachicardia e innalzamento della pressione arteriosa, Se bnon è foboia da psicofarmaci ditemi che cosa è ,e pensate si deve trovare costretta ad assumere dei farmaci per curare la fobia dei farmaci.
Questa caro dottore è la condizione in cui la psichiatria ha portato mia moglie in questi anni,che pur non soffrendo di più di quella patologia all'esordio,pensi ho anche la diagnosi psichiatrica esatta,fatta da unillustre professore,MISTIFICAZIONE DELL'AFFETTO,IL MIO,addirittura facendo una diagnosi a ritroso vedendo le cartelle cliniche e individuando nell'aloperidolo,pensi,la moòecola in uso in grado di farla riprendere,ma chiaramente la mia presenza,la mia vicinanza la preserva da questa sua patologia,infatti subito dopo la imiesione depot di aloperidolo,devo portare mia moglie ad un pronto soccorso,dove la mandano nel solito reparto di competenza territoriale e la stori continua, così i le 3 crisi successe dal a980 al 1981,che hanno coinciso con una mia non presenza,sono divenute 20 e più dal 1991 ad oggi, da quando un illustre suo collega ha individuato nel disturbo bipolare la causa del suo malessere ,condannandola ad assumere farmaci anche quando stava bene,innescando questo processo,prima si parlava di disturbo affettivo
La psichiatria sta in altomare perchè ha preso la direzione opposta alla verità
Quando mia moglie chiede perchè debba assumere sempre la terapia,gli viene portato ad esempio il diabete,perchè la malattia si cura con il farmaco,il diabete ha l'insulina,e la malattia mentale il psicofarmaco,ma allora non avete mai dato a mia moglie,tra le decine e decine che ha preso quello che per lei poteva essere l'insulina per il diabetico,allora mi metto le mani nei capelli e siccome sono un credente mi affidio a Dio ,pregando che illumini le menti degli psichiatri
anche io caro dottore le rinnovo gli auguri di un felice anno nuovo pregandola di considerare,quando prescrive farmaci ,la possibilità di incorrere in patologie iatrose o iatrogene,non so se lei abbia esperienza dei reparti SPDC,LA FACCIA ....
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Gentile utente,
evidentemente lei serba una grossa carica di rabbia e di rancore verso gli psichiatri, la psichiatria e le terapie farmacologiche perchè purtroppo vede la persona che ama dibattersi tra ricoveri, sofferenze immani e terapie di cui spesso non si comprende l'utilità e con diversi effetti collaterali. Io non conosco lei nè sua moglie, non so quali siano in realtà i suoi problemi. Posso solo esprimerle la mia vicinanza morale perchè da psichiatra vivo quotidianamente tante situazioni pari a quelle della vostra famiglia. Per il suo caso le consiglierei di farsi supportare dal punto di vista psicologico perchè affrontare il carico di un familiare gravemente ammalato può essere davvero estenuante.
I miei migliori auguri di un 2008 più sereno degli anni precedenti.

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

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