Incubi notturni

Buon giorno, il mio bambino di tre anni e mezzo, da circa un mese soffre di incubi notturni. Piange e si dimena, diventa rigido e non riesco a svegliarlo nemmeno squotendolo. Poi una volta che si sveglia, passa tutto, ritorna a dormire tranquillo. Quest'anno ha iniziato la scuola materna e diciamo che non è proprio felice di questa cosa. Cosa si può fare per aiutarlo e far sparire questi incubi? Esistono dei rimedi? Aiutatemi a far star meglio il mio piccolo, perchè è veramente brutto vederlo star così e non riuscire a far nulla. Grazie
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile Signora,
l'età del suo piccolo è quella che viene definita "età delle paure" in cui è più frequente la comparsa di incubi notturni, che consentono ai piccoli di "mettere in scena" le loro angosce.
Non necessariamente questo è legato ad esperienze oggettive che capitano durante le loro giornate, ma può anche essere ricondotto a timori più profondi (classico è quello dell'abbandono).
Solitamente si distingue l'incubo, che si manifesta nella fase di sonno profondo e il cui contenuto viene ricordato dal bambino che si sveglia, dal pavor notturno, che è invece tipico delle prime ore di sonno e in cui il bambino urla, diventa pallido e sudato pur continuando a dormire e non avendone memoria al risveglio.
Questi ultimi episodi sono sicuramente più rari e scompaiono da soli, così come sono venuti, tra i 3 e i 6 anni d'età.
Nel caso di un incubo, di solito è il bambino che si sveglia e chiama a sé i genitori per essere confortato, coccolato e rassicurato; se invece si tratta di pavor, meglio limitarsi a stare accanto al piccolo fino al termine della crisi (in modo da essere pronti e disponibili nel caso sia lui a richiedere un nostro intervento), ma senza svegliarlo o toccarlo, per non rischiare di peggiorare il suo "terrore".
Per cercare di aiutarli, dal momento che i bambini di quell'età hanno bisogno di imparare a riconoscere ed esprimere anche verbalmente le loro emozioni, può essere utile la lettura di storie che li accompagnino in questo processo di alfabetizzazione emotiva. Ad esempio, può consultare il sito delle edizioni Erickson dove troverà vari titoli di libri che potrà utilizzare anche con il suo piccolo.

Nella speranza di esserle stata utile, colgo l'occasione per porgerle cordiali saluti.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
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Dr. Edoardo Bernkopf Dentista, Gnatologo, Esperto in medicina del sonno 6.5k 211 29
Gentile Signora, il riscontro di incubi notturni fa immediatamente pensare a problemi psicologici, frequenti all'età del suo bambino.
Non bisogna però dimenticare che possonbo essere riferiti a disturbi nel sonno, e in particolare agli altrettanto frequenti disturbi respiratori nel sonno.
La notte il suo bambino russa? si agita e si rigira molto? suda?
Se così fosse si potrebbe pensare appunto a problemin respiratori ostruttivi, forse complicati da episodi di apnea.
L’apnea ostruttiva nel sonno ed il russare notturno rappresentano un conflitto tra la lingua e le strutture molli del faringe, in particolare palato molle, ugola, tonsille, adenoidi. Il russare è dovuto al fatto che l’aria inspirata (in questi casi per lo più attraverso la bocca, e non il naso come sarebbe auspicabile), trova uno stretto passaggio in cui viene accelerata. Le strutture molli che circondano appunto questo passaggio, entrano in vibrazione originano il caratteristico e sgradevole rumore del russamento.
Il fenomeno è favorito da tutti quegli elementi concausali che contribuiscono a restringere il lume: ipertrofia adeno tonsillare, ipotonia del genioglosso e degli altri muscoli che contribuiscono a mantenere pervio il faringe, e dalle ostruzioni nasali di vario genere che inducano alla respirazione orale.
Se fosse questo nil problema del suo bambino, varrebbe la pena di aggiungere, come dentista, che si può anche intervenire applicando dei dispositivi intraorali simili agli apparecchi ortodontici. Questo tipo di terapia , impiegata specialmente nell'adulto, è stata recentemente proposta, con adeguati adattamenti, anche in età pediatrica. Per verificarne l'indicazione caso per caso, è necessario consultare , oltre al Pediatra-Pneumologo e l'Otorinolaringoiatra, un Dentista-ortodontista-gnatologo esperto in problemi del sonno.
Dia un’occhiata agli articoli linkati qui sotto, e veda se il suo caso può rientrare nella problematica descritta.
Eventualmente mi faccia sapere

www.studiober.com/pdf/Respirazione_Orale_e_Malocclusione.pdf
(attendere con pazienza quando si vuole aprire il link: è molto pesante)

www.studiober.com/pdf/Tosse_Medico_Pediatra.pdf
(attendere con pazienza quando si vuole aprire il link: è molto pesante)

Cordiali saluti ed auguri.

Dr. Edoardo Bernkopf-Roma-Vicenza-Parma
Spec. in Odontoiatria, Gnatologo- Ortodontista
edber@studiober.com - www.studiober.com

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Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
"l mio bambino di tre anni e mezzo, da circa un mese soffre di incubi notturni. .... Quest'anno ha iniziato la scuola materna e diciamo che non è proprio felice di questa cosa."

Il nesso temporale delle crisi di pianto notturne ("da circa un mese") con l'inizio della scuola materna fa pensare che il suo sospetto, signora, sia azzeccato.
L'entità del disturbo, da come lo riferisce, non sembra particolarmente grave, anche se, come dice, è molto brutto assistere alla crisi di pianto senza poter far niente (questo aspetto sembra indicare che si tratti di un episodio di pavor nocturnus). Credo che la prima cosa da fare, in questo periodo di inizio di scuola materna, che è un momento difficile per molti bambini, specie se al primo distacco dalle figure familiari, sia di stare attenti al bambino di giorno, dargli il tempo e l'attenzione necessaria. E' un passo importante nel suo sviluppo e merita tutta l'attenzione dei genitori. E' importante anche valutare la situazione all'asilo, cosa dicono le maestre.
Solitamente episodi simili si diradano e scompaiono se la situazione diurna si risolve. Forse occorre anche far attenzione all'organizzazione familiare globalmente. A volte la causa apparente, come in questo caso l'asilo, è solo la goccia che fa traboccare il vaso per altre tensioni e difficoltà che possono essere presenti, magari ampiamente entro i limiti della "normalità", ma che possono aumentare "il peso" che il bambino deve sopportare. Se vuole dare qualche elemento di conoscenza ulteriore della situazione, magari i ritmi familiari, le abitudini, l'organizzazione di vita e un breve cenno dell'evoluzione fino ad ora, si potrà dare un parere più motivato.
Cordialmente

Dr. Gianmaria Benedetti

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