Trauma scoperta sessualità genitori

Buonasera, ho un figlio di 18 anni avuto dal primo compagno e una figlia di 13 avuta dal secondo compagno. Sono separata da entrambi senza particolari tensioni. Mio figlio mi da problemi da quando ne aveva 14. Non parla, è ombroso e ha alzato un muro tra me e lui dopo un infanzia quasi in simbiosi.
Pensavo fosse normale il distacco ma lui mi rifiuta completamente, accumula fallimenti su fallimenti e ne incolpa me che invece gli sono sempre stata vicina cercando di aiutarlo. Dopo anni di tentativi siamo riusciti (io e mia madre) con il ricatto della patente a convincerlo ad andare da uno psichiatra che gli ha dato una terapia farmacologica (INVEGA) ma non può dirmi molto per segreto professionale se non previa autorizzazione ma questo farmaco viene usato per la cura della schizofrenia e dei disturbi psicoaffettivi, non è un gran segreto.
Non riesco a capire l'origine del problema nonostante cerchi di parlargli da anni.
La mancanza del padre che nel caso della sorella è più presente, il confronto con la sorella più brava in tutto oppure io.
Io sono sola da 5 anni, non ho relazioni, la mia vita sono i miei figli. Ho avuto tuttavia degli incontri puramente sessuali (non per mia scelta) e ho scambiato mail esplicite e foto osè per gioco.
Se lui avesse scoperto per caso mail o foto mie potrebbe essere stato un trauma così grande da troncare ogni rapporto con me e odiarmi? O addirittura causare una malattia mentale come la schizofrenia? Premetto di essere sempre stata molto presente e di non aver mai trascurato nè lui nè la sorella ma questo dubbio mi angoscia moltissimo, in questo caso sarebbe solo colpa mia.
Potrebbe la gelosia scatenare un blocco del genere? Ora comincia a trattare male anche la sorella e stiamo vivendo veramente male, non si può avere un dialogo, ci insulta e non vuole parlare di nulla e non dice nulla di sè.
Ne parlerò sicuramente con il medico che l'ha in cura ma gradirei un altro parere.
Grazie...
[#1]
Dr. Giuseppe Nicolazzo Psichiatra, Psicoterapeuta 2.2k 80
Gentile Utente,

<.....ma non può dirmi molto per segreto professionale se non previa autorizzazione....>

il rapporto con la famiglia, trattandosi per di più di un adolescente, non è solamente utile ma indispensabile e rientra nel normale approccio a questo tipo di problematiche; penso che comunque la madre di un ragazzo di 18 anni abbia il diritto di sapere quanto necessario quantomeno ad affrontare al meglio la situazione; sarà il medico a non dare le informazioni che non servono o sono controproducenti, oppure che a suo parere rientrano in uno stretto ambito di "privacy",

Saluti

Dr G. Nicolazzo
Specialista in Psichiatria
Psicoterapeuta

[#2]
dopo
Attivo dal 2011 al 2017
Ex utente
L'unica cosa che mi ha detto è che lui ha una serie di pensieri che si accavallano e che questo medicinale dovrebbe renderlo meno irritabile e "diradare un pò le nuvole".
Poi si parlerà di psicoterapia e del rapporto tra di noi.
Di valutare quello che è importante e quello che non lo è e di avere pazienza e non prendermela se mi insulta. Tutto qua.
[#3]
Dr. Giuseppe Nicolazzo Psichiatra, Psicoterapeuta 2.2k 80
sta a lei valutare se questo è sufficiente o meno, fare una domanda nei limiti di quanto sopra scritto, è comunque un suo diritto,

Saluti
[#4]
Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
Essere esposti alla sessualità dei genitori può essere traumatico per i figli piccoli o adolescenti. Questa va tenuta opportunamente separata e riservata. Inoltre i ragazzi di solito usano i computer molto meglio di noi e quindi le consiglio di fare particolare attenzione.

Però da quanto dice è probabile che sia l'insieme delle esperienze passate, cui lei accenna, che suo figlio non ha 'digerito' abbastanza, tanto più se il padre è poco presente. Bisognerebbe che anche il padre se ne preoccupasse, e insieme valutaste di fargli avere un aiuto.

Data l'età e la situazione, a mio parere l'indicazione è di un approccio psicoterapico, da valutare se individuale o , almeno per una fase, anche con coinvolgimento dei genitori, insieme o separatamente. Vedere che i genitori cercano di occuparsi di lui è di solito di per sè una cosa molto positiva, anche se magari può non farlo vedere.
Ovviamente essendo maggiorenne deve esserci il suo consenso, che magari lui piò dare più facilmente se non è rivolto tanto al ragazzo come 'malato', ma a difficoltà di comunicazione e organizzazione anche degli adulti in cui lui è rimasto incastrato, come è probabile che sia.
Cordialmente

Dr. Gianmaria Benedetti

http://neuropsic.altervista.org/drupal/

[#5]
dopo
Attivo dal 2011 al 2017
Ex utente
Ho omesso di dire che il padre vive lontano, ha un'altra famiglia ed ha gravi problemi di obesità (di origine nervosa) è bulimico, entra ed esce dagli ospedali e vede il figlio come un ulteriore problema che aggrava la sua salute.
Non è quindi assolutamente in grado di aiutare nè me nè il figlio in quanto a malapena in grado di badare a se stesso.
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Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
I genitori hanno la responsabilità di "guidare" la vita dei figli.
Se su un traghetto il comandante sta male e non può più guidare, la nave è a rischio, e i passeggeri si agitano, finchè non viene sostituito adeguatamente... Se anche l'altro pilota "si distrae", l'ansia aumenta ancora di più e magari qualche passeggero si chiude in cabina o si butta in mare....
Come è andata la "navigazione" in questi anni?
[#7]
dopo
Attivo dal 2011 al 2017
Ex utente
Sicuramente ho sbagliato co-piloti ed ho peccato di ottimismo credendo di poter agevolmente guidare il traghetto da sola. C'erano le premesse di una navigazione tranquilla e non avevo previsto tempeste così violente, altrimenti mi sarei sacrificata e non avrei licenziato il secondo co-pilota.
Io non mi sono mai distratta però, magari avrò sbagliato qualche manovra, non si nasce con la patente da comandante di figli...ma non mai abbandonato la nave e non lo farò mai.
Mio figlio è stato un bambino tranquillo, senza problemi nè di socializzazione nè a livello scolastico fino alla terza media.
Con il mio secondo compagno (con il quale ha vissuto per 10 anni) non ha instaurato alcun tipo di rapporto nè buono nè cattivo, semplicemente coabitavano.
Quindi mi sono preoccupata che la separazione non influisse sulla crescita di mia figlia (che è del mio secondo compagno). Pensavo che a lui non importasse nulla.
Può darsi che si sia sentito abbandonato per la seconda volta, forse io mi sono sopravvalutata pensando di bastare e non è stato così.
Oppure può essere una mancanza di figure maschili POSITIVE. Suo padre è malato, il padre acquisito si occupa solo di sua figlia, mio padre è un debole.
Restiamo io e mia madre, entrambe con caratteri forti.
Sto analizzando ogni possibile causa da anni ma non trovo l'inizio del groviglio...

[#8]
dopo
Attivo dal 2011 al 2017
Ex utente
Buongiorno, oggi è il 12 gennaio, mio figlio continua ad assumere il medicinale prescritto dallo psichiatra (invega 3 mg) ormai da circa un mese e mezzo ma secondo me non è cambiato nulla. Continua ad essere ombroso, taciturno e rabbioso.
Che effetto avrebbe dovuto fare questo farmaco? E' troppo presto per valutarne l'effetto mancato? Inoltre lui comincia a dire che il medico non capisce nulla, che queste pastiglie non servono a niente e che lui non ne ha bisogno. Ovviamente.
Il comportamento non è cambiato neanche nei confronti della sorella, completamente diversa da lui, cosa che sicuramente lo fa sentire ancora meno adeguato.
Grazie...
[#9]
Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
Oltre che essere ombroso, taciturno e rabbioso, che fa suo figlio, come passa le giornate? E' così solo con lei o anche con altri? Che vita sociale ha? Che ritmi giornalieri ha (sonno, pasti,ecc)? E il resto della famiglia?
[#10]
dopo
Attivo dal 2011 al 2017
Ex utente
Sono molto contenta che mi abbia fatto queste domande.
Sta frequentando un corso (proposto come al solito da me, visto che lui non ha iniziative, nè interessi, nè passioni di alcun genere) il sabato mattina.
E' un corso da pizzaiolo (a pagamento, e non costa neanche poco).
Il resto della settimana non fa nulla, dorme fino all'una, si alza per mangiare e poi o si piazza al computer dove ascolta musica o gioca (nulla di costruttivo, mai) o esce per il paese.
Rientra per cena, mangia e esce. Non dice nulla e se gli viene richiesto dove va risponde "a fare un giro". Con chi? "con chi trovo".
rientra e rimangia nuovamente, guarda la televisione e non va a dormire prima dell'una.
E si ricomincia.
Soldi non ne ha molti, volutamente, non glieli darei affatto per come si comporta, ma il fatto che non si isoli penso sia positivo ed uscire completamente senza soldi lo escluderebbe ancora di più.
Ho parlato con tutti quelli che frequenta (o penso frequenti visto che non dice nulla di sè) e mi hanno risposto che va a giorni, a volte parla di più e a volte si isola in un angolo, fuma e basta. Non partecipa però ad alcuna iniziativa (e sono poche, viviamo in un paese piccolo, quindi dovrebbe coglierle tutte) da sempre la sensazione di voler dire, tanto per farmi capire " ci sono, ma non contate su di me".
Anche il modo di vestire è assurdo, a parte i pantaloni al limite del crollo (è persino caduto una volta perchè mentre camminava sono caduti alle caviglie) ultimamente ha delle felpe col cappuccio che tiene, ovviamente, calato in testa.
Il tutto accompagnato al suo sguardo perennemente truce non gli dà un aria rassicurante come può immaginare.
L'unico momento nel quale sta con noi è a tavola (se si degna di mangiare con noi) ma non si può parlare di nulla, dopo due parole stronca il discorso di qualunque genere sia, privato o di semplice conversazione o commento di qualche fatto avvenuto ad altri o nel mondo.
Sembra disinteressato di chiunque e di qualunque cosa.
Le assicuro che è veramente difficile e snervante, mi fa sentire un fallimento totale come madre.
[#11]
dopo
Attivo dal 2011 al 2017
Ex utente
non ho risposto a qualcuna delle sue domande.
Io lavoro e mia figlia va a scuola e per tre giorni alla settimana pratica uno sport.
Abbiamo orari normali e vita normale in una casa di campagna piena di animali e di piante.
Nulla di più normale. Certo il paese non offre molto ma è pieno di ragazzi e l'unico che ha questi problemi è il mio, gli altri hanno interessi di vario genere: sport, musica, ballo ecc. ecc. e io sarei disposta a portarlo ovunque se solo volesse.
Ma lui non vuole nulla, è questo il problema.
Grazie.
[#12]
Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
Come è arrivato a questa situazione? Quando ha lasciato la scuola? Ha qualche amico più stretto? Si lamenta mai o protesta per la situazione? Può descrivere meglio il comportamento con lei e la sorella e il 'sentirsi non adeguato'? Rapporti con altri parenti o conoscenti adulti? Si lamenta o protesta? Guarda la televisione, segue qualche programma, fa qualche commento? Sente musica? Ha una camera sua? come la usa? Se non mangia con voi come e cosa mangia?
Ci sono momenti di aggressività o distruttività, verso cose o persone? Sintomi francamente psicotici? discorsi 'strani', irreali, allucinazioni, deliri?
Inoltre: lo psichiatra ha previsto delle visite di controllo? E' vero che c'è la privacy, ma dovrebbe avvisarvi di possibili rischi, in caso di disturbi gravi del comportamento, e forse potete domadarglielo. Può fare atti inconsulti? Tutte cose che lo psichiatra in certe situazioni è obbligato a comunicare ai parenti, nonostante la privacy... O a negare che ci siano rischi.
Nella visita fatta, è stata presente anche lei? come si è comportato? quanto è durata la visita? come erava riscita a organizzarla?
[#13]
dopo
Attivo dal 2011 al 2017
Ex utente
Siamo riusciti a convincerlo ad andare dallo psichiatra con il ricatto della patente, altrimenti non sarebbe andato perchè lui ritiene di non avere bisogno di aiuto, i fuori di testa siamo noi. Io sono bruciata, fallita,ecc.
Ha frequentato il primo anno di superiori ed è stato promosso.
Il secondo anno non ha aperto un libro, nonostante ogni giorno gli dicessi di studiare mi rispondeva che lui sapeva cosa stava facendo e io non capivo niente. Ovviamente è stato bocciato. Ha voluto (benchè gli consigliassi di cambiare scuola) re iscriversi nella stessa. A novembre mi hanno avvisata che "tagliava" regolarmente da scuola.
Gli ho proposto un corso da barman, pensavo che cambiando ambiente, città, compagnie si sbloccasse. Ha mandato a monte anche quello, non gli piaceva l'ambiente nè il lavoro nè gli altri frequentatori del corso.
Prima di iscriverlo a questo corso ho tenuta aperta la porta della vecchia scuola per consentirgli, in caso di ripensamento, di sostenere l'esame a settembre e non perdere l'anno.
Ha avuto tutta l'estate per prepararsi e non ha fatto nulla.
Ovviamente bocciato.
allora mi sono ingegnata nuovamente e ho trovato questa scuola privata sia per cuochi che per barman che per pizzaioli e lui ha scelto il corso da pizzaiolo.
Con lo psichiatra ho parlato prima io e gli ho descritto la situazione, nelle visite seguenti è stato accompagnato da mia madre che non entra.
Non ha un amico in particolare, ha solo amicizie superficiali.
In tre casi, durante delle liti dove io ho probabilmente esagerato per l'esasperazione, ha rotto dei piatti e degli oggetti. Se nessuno gli dice nulla è sempre calmo (apatico direi). Ha una camera divisa con la sorella da una libreria. Non ha allucinazioni e i discorsi sono un pò megalomani, pare capisca tutto lui e il resto del mondo sia solo di idioti. La sorella è brava a scuola, brava nello sport, piena di iniziative e di amici.
Io sono indipendente, sola e cerco di barcamenarmi tra lavoro, casa e figli.
Lui non combina nulla, per questo penso si senta inadeguato e riversi su di noi le sue mancanze accusandoci dei suoi fallimenti.
Quando litighiamo a volte ci minaccia ma riparlandone dopo dice che era solo arrabbiato. Cerco di non arrivare più al limite e di non provocarlo ma a volte crollo ed esplodo perchè penso di aver fatto tutto e di più e credo di meritarmi una cosa del genere, con tutti i difetti che posso avere come madre e come donna. Grazie...

[#14]
dopo
Attivo dal 2011 al 2017
Ex utente
non guarda la televisione e non esprime mai pareri o concetti, si disinteressa di tutto.
Tra una settimana andrà nuovamente dal medico ma comincia già a manifestare fastidio, dice che il medico non capisce nulla, che non ha niente da dirgli e che le pastiglie sono inutili.
Si lamenta del paese ma non fa nulla per uscirne, nè cercando lavoro nè studiando.
Ascolta spesso la musica, se non mangia con noi mangia le stesse cose più tardi e secondo me mangia anche panini fuori. E' comunque magrissimo.
Il medico dice che non sono gli attacchi d'ira che lo preoccupano ma altri sintomi (che non mi dice).
Aspetto la prossima visita e poi cercherò di andare a parlare con lui di persona (dopo la prima volta gli ho parlato altre due volte ma solo al telefono).
[#15]
Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
Lei ha escluso che il padre possa occuparsene, o tornare un po' più presente. Ne è sicura? E' sicura di non ostacolare, anche involontariamente, un suo 'rientro' (nella vita del figlio)? Lo ha informato della situazione?

Temo che quella di suo figlio sia una specie di protesta, autodistruttiva, contro la vita che gli adulti gli hanno creato e credo che forse smuovere le cose rispetto all'equilibrio che si è costituito potrebbe servire. Temo che - non è un rimprovero, ma un'ipotesi di lavoro' - gli adulti abbiano badato al loro equilibrio non accorgendosi - ma questo non è appunto una colpa, nessuno è onnisciente - che forse tale equilibrio non era adatto al figlio.

Forse potrebbe essere opportuno che suo figlio abitasse altrove... può darsi che il legame madre figlio sia stretto e autodistruttivo per entrambi, e che debba essere allentato prima possibile.
[#16]
dopo
Attivo dal 2011 al 2017
Ex utente
Sono perfettamente d'accordo. Per questo ho spinto e continuo a spingere perchè si trovi un lavoro e si allontani. Non riesco a trovare alcun episodio drammatico che possa aver causato tutto questo ma sicuramente ha ragione, io ho valutato gli eventi giudicandoli con il mio carattere e lui li ha sicuramente vissuti nel modo diverso.
Non ho mai escluso il padre e gli ho anche proposto di prenderlo a vivere con lui. Lui risiede in una grande città con moltissime opportunità in più. Ha rifiutato. Mi ha risposto di non essere neanche in grado di badare a se stesso e che il ragazzo deve solo darsi da fare e trovarsi un lavoro. L'ha definito un retaggio del passato "da eliminare". Lui ha altro di cui occuparsi. Ovviamente mio figlio non lo sa.
la ringrazio dei consigli, se le venisse in mente qualcos'altro al quale io posso non aver pensato (ovviamente per quanto è possibile non conoscendo i soggetti) gliene sarei grata.
Grazie ancora...
[#17]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Gentile utente

ciò che non e' molto chiaro e' la diagnosi su cui si basa la prescrizione di un neurolettico, comunque a dose non terapeutica.

Lei descrive in suo figlio alcuni sintomi per i quali l'uso del farmaco può essere utile, ma i sintomi vanno contestualizzati e riuniti in una unica indicazione diagnostica.

Essendo poi andata lei dallo psichiatra per prima, sarebbe il caso che ci ritorni per avere più notizie su suo figlio, eventualmente con lui, segnalando l'assenza di miglioramenti.

Bisogna anche capire quale e' l'obiettivo terapeutico e se suo figlio ha lo stesso obiettivo per se stesso.

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

[#18]
dopo
Attivo dal 2011 al 2017
Ex utente
In che senso a dose non terapeutica?
La diagnosi non mi è stata detta ma ho letto le indicazioni su internet.
Sicuramente ha grossi problemi comportamentali dei quali non conosco l'origine, potrebbe anche essere una cosa organica?
Il medico mi ha solo detto che mio figlio ha tanti pensieri accumulati che deve imparare a discernere. Queste pastiglie secondo lui dobrebbero diradare un pò le nubi che ha in testa per procedere poi alla psicoterapia.
Gli parlerò comunque al più presto perchè non ritengo giusto non essere al corrente di quello che succede, il fatto che sia maggiorenne non significa nulla visto che non è autonomo, vive con me e lo mantengo io, il fulcro maggiore del suo odio, tral'altro.
[#19]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Allo stato attuale la dose di 3 mg non può essere considerata terapeutica per disturbi dello spettro schizofrenico.

E' probabile che la scelta di parlare con lo psichiatra sia la più sensata, altrimenti lei resta preoccupata.
[#20]
dopo
Attivo dal 2011 al 2017
Ex utente
Ho letto che in genere il dosaggio è maggiore...
credo chiunque sarebbe preoccupato. La cosa che mi angoscia maggiormente è il non sapere come comportarmi, cosa fare.
Ho già tentato con tutti i metodi, con le buone, con le cattive, con le minacce, le lacrime, le urla, le suppliche. Niente ha avuto esito. Sembra impenetrabile a qualsiasi emozione, sentimento, dolore.
E' anaffettivo e cattivo. Io mi chiedo come un bambino che non ha mai dato problemi di alcun genere (certo non è mai stato un chiacchierone e non ha mai manifestato passioni o entusiasmi eccessivi ma pensavo fosse un lato del carattere) possa trasformarsi in questo modo.
Come un rapporto di forte amore con me, di attaccamento fisico (dormiva con il mio cuscino per sentire il mio odore) possa trasformarsi in un rifiuto simile senza una ragione apparente.
Sto sbattendo la testa ovunque senza trovare una spiegazione ed una via d'uscita.
Sto chiedendo aiuto a tutti sperando che qualcuno mi illumini sul da farsi, per me ovviamente è l'unico caso della mia vita, penso che voi medici abbiate avuto altri casi simili, accetto volentieri qualsiasi indicazione.
Grazie...
[#21]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
E' certa che suo figlio non faccia o abbia fatto uso di sostanze stupefacenti?
[#22]
dopo
Attivo dal 2011 al 2017
Ex utente
So che girano spinelli, senza dubbio. Lui nega di aver mai assunto altro.
Quello che mi lascia perplessa è che ogni droga che conosco causa alterazioni dell'umore. Che sia euforia o depressione ogni droga (magari sbaglio per carità) dovrebbe causare un "up" e un "down". Lui è sempre uguale! Da quando si alza a quando va a letto! Non ha mai momenti di allegria o di disperazione, è PIATTO.
Questo è quello che mi angoscia di più.
Ho una grande paura della quale non ho mai parlato a nessuno: è possibile che lui abbia assunto qualcosa che gli abbia "bruciato" il cervello?
Anche solo una volta? Quando cerco di affrontare il discorso droga lui si arrabbia moltissimo e a dire il vero parla male dei drogati.
Però la sua mente mi sembra spenta. Un'altra domanda che mi preme è questa: un bambino normalmente intelligente può manifestare poi una specie di "ritardo" da adulto? A volte mi sembra proprio limitato, non esprime opinioni su nulla e non si interessa a nulla.
[#23]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
L'uso anche di una sola volta può slatentizzare sintomi come quelli che descrive.

E' importante che parli con lo psichiatra per capire a quale diagnosi e' giunto e come intende procedere.
[#24]
dopo
Attivo dal 2011 al 2017
Ex utente
Lo farò al più presto, poi vi chiederò ulteriori consigli, grazie a tutti...
[#25]
dopo
Attivo dal 2011 al 2017
Ex utente
Buongiorno, sono stata a colloquio con lo psichiatra di mio figlio.
Premetto che da una decina di giorni assume 6mg al gg di invega, una al mattino e una alla sera.
Alla mia domanda di dirmi come stanno le cose mi ha risposto che mio figlio è seriamente malato, che tutti i suoi strani comportamenti, la sua rabbia, i suoi fallimenti dipendono dalla sua malattia. Schizofrenia.
Il 60/70 % è genetico, il resto degli avvenimenti della sua vita può aver influito su di lui in maniera diversa che su un ragazzo normale, o forse no, chissà.
Dice che se la prende con me e mi tratta male perchè mi vuole bene, sono la persona più importante per lui.
Tutte le mie paranoie, tutti i miei sensi di colpa, tutte le mie domande ora hanno una risposta. Forse non è colpa mia, ma non mi sento certo meglio.
Lui dice che si può guarire, che questo medicinale dovrebbe aiutarlo, io la vedo veramente dura.
Grazie...
[#26]
Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
Gentile signora,
non per minare la sua fiducia nello psichiatra che a visto suo figlio, ma per la prudenza necessaria in medicina, le consiglio di considerare quanto ha appreso non come una diagnosi certa e assodata ma come un'ipotesi diagnostica. Tenendo conto che se non erro le visite sono state poche e brevi e suo figlio era recalcitrante. E' frequente , non solo in psichiatria, che le diagnosi cambiano da periodo a periodo e anche a volte da medico a medico. Ne tenga quindi conto trattenendosi dal saltare subito alle conclusioni.
All'età di suo figlio, ancora adolescente anche se maggiorenne legalmente, un comportamento come quello descritto, in assenza di sintomi specifici come allucinazioni e deliri per un periodo prolungato e non in rapporto con l'assunzione di sostanze psicoattive, può dar adito anche a ipotesi diagnostiche diverse. E' necessario a mio parere rivolgersi a specialisti che abbiano una effettiva esperienza con ragazzi di questa età e che possan valutare sia gli aspetti individuali che familiari e ambientali
Sicuramente suo figlio ha bisogno di essere aiutato a uscire dalla gabbia in cui sembra essersi rinchiuso, come succede a molti ragazzi con esperienze analoghe di rifiuto della scuola e di isolamento sociale.
L'aiuto deve essere anche di natura psicosociale, è molto importante spesso l'intervento di un educatore domiciliare che può rompere un po' la situazione venuta a crearsi in casa, e avviare a una ripresa di contatti esterni più adeguati. Ci vorrebbe inoltre anche un approfondimento psicologico sia individuale che familiare. Dovrebbe essere possibile avere un aiuto complessivo di questo tipo presso i servizi psicologici e psichiatrici dell'ASL.
Cordialmente
[#27]
dopo
Attivo dal 2011 al 2017
Ex utente
E' proprio a questi servizi che mi sono rivolta.
Lo psichiatra che lo segue è del C.S.M. del distretto. Mi ha detto che lo seguiranno lui, un altro medico ed un'infermiera che mio figlio già conosce.
Questo gruppo dovrebbe seguirlo ed aiutarlo passo passo..
[#28]
Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
OK è l'intervento tipico dei servizi per adulti.
Nella mia esperienza l'ottica degli adulti con ragazzi di questa età risente fortemente dell'impostazione con i casi adulti cronici. Ma non conosco i srvizi in questione. Diverso sarebbe con i servizi per l'infanzia e l'adolescenza, che però terminano a 18 anni, alquanto incongruamente.

Manca a mio parere una figura fondamentale con l'adolescente, l'educatore domiciliare, che spesso è l'elemento determinante nè 'sanitario', nè 'adulto', (cioè una figura più vicina e meno 'pericolosa') che il ragazzo può accettare più facilmente quasi come un amico o compagno più grande. Manca anche lo psicoterapeuta (psicologo o medico ) che a questa età sono indispensabili. Se non riuscite ad averli dal 'pubblico' (magari richiedendoli specificamente) cercate di trovarli nel 'privato', in accordo col CSM. L'educatore dovrebbe venire casa almeno due v/settimana. Ovviamente il ragazzo recalcitrerà, ma occorre insistere, e già il muoversi in questo senso opera dei cambiamenti.
Bisognerebbe ritrovare uno spazio scolastico più consistente, anche per occupargli il tempo e ritrovare un'organizzazione più normale, oltre che per riprendere l'evoluzione dell'età, anche se in ritardo. Non è mai troppo tardi.
In bocca al lupo

drGBenedetti
[#29]
dopo
Attivo dal 2011 al 2017
Ex utente
Abbiamo già cambiato tre indirizzi scolastici diversi, diverso ambiente, diversa città, diverse persone. Purtroppo però non avendo lui inclinazioni particolari o passioni di alcun genere è veramente difficile.
Se solo lui mi dessi il minimo segnale...accidenti. Me le devo inventare io le cose da proporgli!
Sul fatto di non fossilizzarsi sulla diagnosi sono assolutamente d'accordo, non mi pare proprio abbia mai avuto nè deliri nè allucinazioni.
Mi informerò su questo ruolo di educatore domiciliare, non ne ho mai sentito parlare, penso anch'io che debba esserci anche una psicoterapia ma mi pare di aver capito sia un passo successivo. Purtroppo prima del diciottesimo anno di età non sono riuscita a convincerlo ad andare da un medico.
Vedremo l'evolversi degli eventi...grazie.
VIVA il lupo.
[#30]
dopo
Attivo dal 2011 al 2017
Ex utente
Buongiorno, volevo aggiornare i gentilissimi medici che mi hanno risposto sui pochi sviluppi della situazione.
Il corso frequentato da mio figlio è finito e l'ha superato con il minimo dei voti (impegnandosi il minimo), sta continuando con i colloqui con due psichiatri e continua la terapia farmacologica a base di INVEGA 3 due volte al giorno.
Io non capirò niente, come dice mio figlio, ma non vedo miglioramenti (almeno nei miei confronti e della sorella). Continua a non parlare e a non fare nulla, non ha iniziative nè impegni, dorme, mangia, sta al pc o esce e non si sa nè dove va nè con chi. Chiusura totale.
Ora che il corso è finito non so più cosa fare, cosa inventarmi.
Lui aveva balenato l'idea di andare a lavorare all'estero e da un lato il fatto di allontanarsi potrebbe essere utile a fargli capire quanto è duro mantenersi e pagare le bollette senza la mamma dietro, ma io lo vedo completamente sprovveduto e instabile e ho paura che la svolta potrebbe essere in qualsiasi direzione, sia positiva che tragica. Non mi sembra in grado di valutare le cose da adulto, non riesce neanche a farmi un discorso sensato. Appena cerco di dargli qualche consiglio mi stronca dicendo che dico solo cazzate,non capisco nulla e non so nulla.
Quali miglioramenti si auspicano i medici non l'ho ancora capito, nè l'utilità di questo farmaco.
Ho paura che mio figlio non potrà mai avere una vita normale.
[#31]
Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
Il fatto che ha finito il corso, cioè è riuscito ad arrivare alla fine senza interrompere, così come che riesca a mantenere il rapporto con i servizi e continui a prendere le medicine (anche se magari con la Sua spinta) mostra che lui in qualche modo 'collabora', anche se recalcitrante, a un lavoro in cui l'obiettivo è uscire da questa situazione di blocco. Questo è un aspetto positivo, anche se ovviamente sarà spesso sommerso da aspetti negativi, ecc. Anche il pensiero di andare all'estero a lavorare è comunque un pensiero al futuro, in sè positivo, pur con tutte le difficoltà che ci possono essere. Sembra esserci quindi un filo che lo tiene collegato a un progetto di crescita ed evoluzione positiva, e non è quindi completamente alla deriva.
Difficile essere genitore in situazioni di questo tipo. Si rischia di essere o troppo vicini o troppo lontani.
Forse è meglio che Lei eviti di dare consigli e indicazioni, a meno che non sia lui a chiederlo, cosa che dubito. A questa età e in queste situazioni forse i genitori è meglio che se ne stiano un po' a distanza, anche se non troppo, in modo da essere disponibili se cercati, da intervenire in caso di bisogno, ma anche da lasciare che se la veda un po' da solo. E' importante che i genitori 'resistano', siano un punto di riferimento, ma per così dire a richiesta. Spesso i ragazzi riescono a uscire da questi periodi ed a ritrovare la strada, e allora, se non si sono rotti i ponti e i collegamenti, la ripresa è più agevole.
[#32]
Dr. Stefano Garbolino Psichiatra, Psicoterapeuta, Sessuologo 2.5k 36 2
Gentile utente,

tenga conto che se suo figlio è seguito (non ho ben capito perchè due psichiatri?) in modo approrpiato la responsabiltà del successo della "cura" è tutta in mani adeguate.

Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com

[#33]
dopo
Attivo dal 2011 al 2017
Ex utente
Grazie per le risposte. Mi hanno detto che in genere i casi di questo genere vengono seguiti da uno psichiatra, uno psicologo e un'infermiere. Quindi il secondo medico potrebbe essere uno psicologo, non ho appurato. Oggi comunque mi ha chiamata ed è stato al telefono con me per mezz'ora al contrario del primo che mi liquidava in trenta secondi. Non mi ha detto nulla che già non sapessi ma ho apprezzato molto che mi ascoltasse.
Mi fa sorridere il consiglio del dr. Benedetti ma cercherò di fare il genitore "on demand", veramente difficile ma ci proverò.
Sono nelle mani dei medici che lo seguono e spero che riescano ad inquadrare il problema e pur non avendo la bacchetta magica cerchino di risolverlo.
Magari aiutando anche me che non mi sarei mai aspettata di trovarmi in una situazione del genere che devo affrontare da sola visto che suo padre e il mio secondo compagno beatamente se ne fregano.
Grazie del supporto anche a voi...
[#34]
dopo
Attivo dal 2011 al 2017
Ex utente
Gentili medici, ieri sera stranamente ho guardato un pò la televisione, di solito dopo cena lo evito e preferisco leggere.
Sono ancora traumatizzata, ho passato la serata a piangere, io e mia figlia siamo rimaste incollate al televisore con gli occhi sbarrati a guardare la prima puntata di un programma intitolato "Fratello Maggiore".
Non voglio parlare dell'utilità educativa del programma, del fatto che ovviamente lì finisce sempre tutto bene ad una velocità supersonica e di eventuali finzioni.
Il fatto è che io e mia figlia abbiamo visto la nostra vita in televisione.
Il ragazzo era uguale a mio figlio. Una somiglianza sconvolgente.
Stesso pearcing, stesso taglio di capelli, stesse espressioni del viso, stessa aggressività, stessi insulti.
Stesso sguardo disperato della madre nel quale mi sono specchiata.
Vi assicuro che è stato veramente duro. Non riuscivo a smettere di piangere.
Di fronte alla foto della madre sulla lapide (finta) incollata dalla psicologa come provocazione per le ripetute minacce di ucciderla lui ha avuto le stesse espressioni e le stesse smorfie di mio figlio.
Il sunto di tutto era che il figlio incolpava la madre per l'abbandono del padre e per il fatto di essersi risposata e di aver avuto un altro figlio dal secondo compagno secondo lui più amato di lui.
Quindi l'odio per la madre e per il fratellino e anche per il nuovo compagno che non è suo padre.
Peccato che solo in televisione le cose si risolvano così in fretta.
Avrei tanto voluto che mio figlio vedesse il programma, chissà se sarebbe servito a qualcosa.
Saluti...

[#35]
Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
E' della serie 'SOS Tata'? in effetti sono trasmissioni ben fatte.

C'era qualcosa di questo 'sunto' anche nel titolo che aveva dato al consulto, in fondo ...
Le sembra che cambi qualcosa nel suo modo di vedere la situazione?

[#36]
dopo
Attivo dal 2011 al 2017
Ex utente
No, direi di no.
Inoltre al ragazzo se pur più violento di mio figlio non è stata diagnosticata alcuna malattia, si vede che in mio figlio i medici hanno visto altre cose...
Qualunque sia stato il mio errore ora non posso più rimediare, non mi resta che sperare che riesca a tirare fuori la sua rabbia e mi dica che cosa l'ha reso così.
Sicuramente soffre del fatto che suo padre non l'ha mai seguito mentre il padre di mia figlia molto presente. Ma io che posso fare?
Tenga conto che io non sto più con il mio secondo compagno da 5 anni, quindi se lui fosse stato geloso il rapporto tra noi sarebbe dovuto migliorare, non peggiorare.
Lui è stato abbandonato 2 volte, prima dal padre e poi dall'uomo che l'ha cresciuto, anche se non era suo padre.
Io che gli sono sempre stata vicino, non l'ho mai trascurato e sono sempre stata presente sono quella trattata peggio.
[#37]
Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
Uno se la prende con chi ha vicino, purtroppo.
Non credo che suo figlio abbia in mente i motivi del suo comportamento, nè ha senso che sfoghi la sua rabbia con lei. Parlare di 'colpe' non porta da nessuna parte, se non a risalire ad Adamo ed Eva. Suo figlio dovrà trovare il modo di gestire le sue cose possibilmente non distruggendole. Come le dicevo in queste situazioni l'importante è che i genitori 'resistano' e trovino la 'giusta distanza'. Credo che sarebbe necessario anche un aiuto psicologico a livello familiare, che coinvolga la famiglia attuale, se non altro. Dove sta lei non dovrebbe essere impossibile trovare un aiuto del genere.
Cordialmente
[#38]
dopo
Attivo dal 2011 al 2017
Ex utente
Mi hanno detto che prima devono curare la parte "malata" di mio figlio, poi si occuperanno del rapporto tra lui, me e la sorella.
La parola d'ordine è "con calma" perchè c'è il pericolo che lui si ritragga e rifiuti di continuare i colloqui e interrompa le cure, cosa che minaccia di fare spesso.
Pare che queste pastiglie lo stordiscano un pò, io continuo a non vederne l'utilità, ma il medico non sono io.
Grazie dei consigli...
[#39]
dopo
Attivo dal 2011 al 2017
Ex utente
Buongiorno, dopo l'ultimo colloquio con i medici mio figlio ha cambiato medicinale.
E' passato dall'INVEGA 3 all'ARKOLAMYL una volta al giorno.
Secondo i medici lui ha fatto passi da gigante, è migliorato molto, io continuo a non vedere alcuna differenza.
Continua a non parlare, è sgarbato e scostante, dorme, mangia, esce, non cerca lavoro e non da segni di voler fare qualcosa nè a livello scolastico nè lavorativo.
Non ha alcun interesse e diventa gentile solo quando vuole soldi, appena li ottiene non si degna neanche piàù di rivolgermi la parola.
Non riesco a capire se l'atteggiamento giusto è quello di assecondarlo e avere pazienza, avrei tanta voglia di prenderlo a calci nel sedere e buttarlo fuori casa, non capisco se è veramente così malato o se ci marcia sopra e ne approfitta.
Sono molto combattuta sul fatto di allontanarlo cercandogli un lavoro lontano da casa, magari all'estero, in modo che debba cavarsela da solo, ma ho paura che non sia in grado di valutare le situazioni e faccia una brutta fine.
Non esistono strutture che forniscano un lavoro ma che li seguano in modo che non siano completamente abbandonati a se stessi?
Grazie...
[#40]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Gentile utente,

durante la variazione terapeutica da paliperidone ad olanzapina è stata data una comunicazione in merito alla diagnosi di suo figlio ed alla prognosi?
[#41]
dopo
Attivo dal 2011 al 2017
Ex utente
no, il che mi ha stupita. E' stato un ora con i medici e poi all'uscita hanno comunicato a mia madre il cambio della cura e basta.
Mercoledì prossimo ci sarà un altro colloquio per valutare gli esiti del cambio del medicinale e sicuramente parlerò con i medici.
Anche perchè mio figlio non riporta nulla di quello che si dicono.
Qual'è la differenza tra i due componenti del medicinale? Quali dovrebbero essere gli effetti?
[#42]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Sono entrambi antipsicotici atipici, vi sono alcune differenze nella risposta al farmaco ma in ogni caso senza una diagnosi appropriata non si giunge a nulla.

[#43]
dopo
Attivo dal 2011 al 2017
Ex utente
grazie, attendo il prossimo colloquio per chiedere chiarimenti poi vi riscriverò.
[#44]
dopo
Attivo dal 2011 al 2017
Ex utente
Buongiorno, ho parlato con il medico che ha in cura mio figlio.
Pare che mio figlio lamentasse sonnolenza e leggero stordimento con il medicinale precedente e avesse deciso di smettere di assumerlo, per ovviare a questo hanno deciso di cambiare medicinale. Da due capsule deve prenderne solo una e sembra che questa lo stordisca di meno.
I medici continuano a dire a mio figlio di parlarmi, di mettermi al corrente di quello che si dicono ma lui non riporta nulla dei colloqui, continua a dirmi che non si dicono nulla di importante.
Io continuo a pensare di essere io il problema. Forse il mio carattere aperto, la mia facilità a manifestare emozioni e sentimenti e la sua totale incapacità di farlo lo blocca. Ma non ritengo giusto modificare il mio carattere, sono assolutamente convinta che si debba essere se stessi. Premetto di non averlo mai messo in imbarazzo, non lo costringo a fare nulla che non voglia fare e se noto un atteggiamento anomalo in presenza di altre persone faccio finta di nulla.
Mi accorgo spesso che in mia presenza si chiude in se stesso, si estrania.
Vorrei tanto mi parlasse e mi dicesse qual'è il problema ma mi ignora completamente. Durante la giornata continua a non fare nulla, dorme, mangia esce e gioca al computer. Sono molto preoccupata per il suo futuro, quest'anno avrà 19 anni, come può non avere interessi, ambizioni, passioni di alcun genere?
Il prossimo colloquio sarà a breve e ci andrò anch'io, speriamo che il medico trovi il bandolo della matassa e riesca a farlo parlare.
Grazie...
[#45]
Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
"Io continuo a pensare di essere io il problema. Forse il mio carattere aperto, la mia facilità a manifestare emozioni e sentimenti e la sua totale incapacità di farlo lo blocca. Ma non ritengo giusto modificare il mio carattere, sono assolutamente convinta che si debba essere se stessi. Premetto di non averlo mai messo in imbarazzo, non lo costringo a fare nulla che non voglia fare e se noto un atteggiamento anomalo in presenza di altre persone faccio finta di nulla.
Mi accorgo spesso che in mia presenza si chiude in se stesso, si estrania.
Vorrei tanto mi parlasse e mi dicesse qual'è il problema ma mi ignora completamente"

Può darsi in effetti che lei lasci traboccare sentimenti ed emozioni e altro, come si diceva all'inzio di questo consulto, se ricorda, e che ciò invada suo figlio che magari non riesce a arginare la Sua 'esuberanza' se non chiudendosi come descrive.
Credo che con le sue parole Lei descriva, più lucidamente di quanto non abbia fatto finora, una possibile difficoltà relazionale fra Lei e suo figlio, che a mio avviso è molto importante affrontare, aiutandovi ad uscire da una situazione bloccata.
Se non viene fatto dove attuamente è in cura, potrebbe essere fatto altrove, presso un centro che si occupi di relazioni familiari, pur continuando suo figlio i controlli presso gli attuali curanti, cioè non in contrapposizione con loro. Se non ricordo male aveva riferito che dicevano che prima va curato suo figlio e poi valutata la situazione con i familiari. A mio avviso le due cose sono da farsi in contemporanea.
Cordialmente
[#46]
dopo
Attivo dal 2011 al 2017
Ex utente
Lo penso anch'io, la difficoltà sta nel convincere mio figlio a parlare con qualcun'altro, è già stata dura convincerlo a rivolgersi a questi medici.
Spero che crescendo e maturando riesca - da solo e con l'aiuto che accetterà - a risolvere i suoi problemi.
Certo se mi desse un minimo di aiuto e di indicazioni anche per me la vita sarebbe più facile, potrei cambiare anch'io il mio atteggiamento se mi dicesse dove sbaglio.
Mi rendo conto sempre di più di essere una mamma "ingombrante".
Mannaggia...
Grazie...
[#47]
Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
Non può essere suo figlio a dirle se e dove sbaglia, se intendeva questo...
Rendersi conto è un primo passo importante. Il secondo potrebbe essere trattenersi un po' e osservare di più senza passare subito all'agire o al 'parlare'...
Come al telefono: se parla uno, non può parlare l'altro....
[#48]
dopo
Attivo dal 2011 al 2017
Ex utente
Se non parla nessuno però la telefonata è muta.
E lui non parla mai. Almeno non con me.
[#49]
Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
Però l'ipotesi che faceva era di essere una "mamma ingombrante", cioè di occupare il telefono parlando solo lei, per continuare la metafora. Se è stato così, ci vorrà un po' di tempo a cambiare abitudine, e forse dovrà sopportare il silenzio al telefono senza 'metterlo giù'. Non è facile , ovviamente, ma le modalità comunicative possono cambiare.
Di solito è però necessario un aiuto, una guida, come le dicevo.
[#50]
dopo
Attivo dal 2011 al 2017
Ex utente
Buongiorno, ho riletto con emozione questi consulti ormai di anni fa per caso, richiedendo un consulto per un altro problema.
Mio figlio da allora ha avuto un crollo intorno a due anni fa, dopo una scenata violenta in cui ha rotto una porta a vetri a pugni ho chiamato l'ambulanza, sono arrivati i carabinieri e un paio di giorni dopo, d'accordo con lo psichiatra che lo seguiva, è stato ricoverato in un repartino psichiatrico per quasi un mese.
In seguito ha cambiato nuovamente medico curante ed ha assunto per circa due anni dell'aloperidolo una volta ogni 21 giorni in dose minima.
Ha smesso di assumere farmaci a giugno di quest'anno e non ci sono state conseguenze. Grazie all'ASL ha ottenuto una borsa di lavoro e sta lavorando tre giorni alla settimana in un ristorante, a pranzo e da poco a cena, segno di ulteriore miglioramento. La sua psichiatra purtroppo è andata in pensione ma è seguito comunque da una psicologa e da un'infermiera fantastica. Non finirò mai di ringraziarli, devo dire che va molto molto meglio, bisogna sperare sempre.
Grazie.
[#51]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
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