Ulcera rettale e intervento di longo

Gentili dottori, vorrei sapere se dopo qualche mese dall'intervento di Longo (tecnica STARR)emorroidopessi per prolasso muco emorroidario di IV grado con rettocele si può verificare un'ulcera rettale. I sintomi sono bruciore e senso di calore (vorrei mettere la borsa del ghiaccio) all'interno dell'ultima parte del retto e nella vagina soprattutto presso la parete della vagina che confina con il retto, a volte mi brucia la zona perineale e la parte iniziale della vagina, quella più vicina all'ano. Questo bruciore non c'è sempre, ma, da quando sono stata operata (ormai più di un anno), mi è capitato almeno quattro volte in maniera intensa: una volta addirittura dovevo stare sdraiata e mi hanno curato per un'infiammazione vaginale con ovuli di fitostimoline e ovuli di una sostanza antibiotica che non ricordo. Il bruciore è più forte (a volte sento addirittura che qualcosa mi punge all'interno del retto) quando l'ampolla rettale è piena, quando vado in bagno il bruciore regredisce. Ultimamente il bruciore è scatenato dai rapporti sessuali (ovviamente solo ed esclusivamente per via vaginale). Sono stata da una proctologa che mi ha visitato con l'anoscopio ma non mi ha detto che avevo un'ulcera rettale, quando le ho parlato di questi bruciori mi ha consigliato Pentacol gel rettale tutte le sere per qualche giorno. Poi ho telefonato al chirurgo che mi ha operato e che, purtroppo, lavora a Roma e mi ha detto di andare da lui perché potrebbe trattarsi di un'ulcera rettale. Infine, il gastroenterologo che mi segue nel mio paese mi ha detto che devo fare prima una visita ginecologica e poi, se questa è negativa, una rettoscopia per vedere se c'è l'ulcera. Per favore, vorei qualche consiglio sul da farsi e vorrei sapere se la rettoscopia è pericolosa per chi è stato operato di rettocele nel senso che potrebbe rompere qualche cosa. Vi ringrazio cordialmente
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Attivo dal 2006 al 2008
Oncologo, Medico legale
Gentile utente


sospetto ulcera rettale pertanto si consiglia valutazione chirurgica


per riparazione della lesione esposta.




DOTT.VIRGINIA A.CIROLLA
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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 12.6k 360 4
Cara Utente
Penso che una rettoscopia sia il primo esame da eseguire per fare diagnosi di ulcera rettale.Tale esame non è assolutamente pericoloso sia eseguito con strumento rigido che flessibile a fibra ottica.La sintomatologia che lei riferisce potrebbe riconoscere cause non collegate al precedente intervento.Inoltre la fugacità e la presenza non costante della sintomatologia,il manifestarsi in occasione di rapporti sessuali non corrisponde a quella dell'ulcera del retto.
Saluti Dr.Giuseppe D'Oriano

Dr.Giuseppe D'Oriano Docente Scuola Speciale A.C.O.I. di Coloproctologia. Chirurgo Colonproctologo.
www.drgiuseppedoriano.blogspot.com

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Dr. Giovanni Piazza Chirurgo generale, Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo apparato digerente 464 13
Gentile Utente,
aggiungo a quello che ha giustamente detto il collega D'Oriano che sarebbe utile valutare 2 aspetti:
1) una valutazione ginecologica che preveda anche un'ecografia trans-vaginale.
2) Una attenta rivalutazione che l'operatore (il chirurgo di Roma) deve fare per escludere o confermare la presenza o di altre patologie.
Si rivolga con fiducia al collega.
Cordialmente
Dr.Giovanni Piazza
www.drgiovannipiazza.blogspot.com

Dr. Giovanni Piazza
Chirurgo Oncologo
www.Gruppopalermomedica.blogspot.com
www.drgiovannipiazza.blogspot.com

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dopo
Utente
Utente
Gentili e solerti dottori, innanzitutto vi ringrazio per le vostre risposte. Farò come mi avete consigliato: ho già prenotato una visita dal mio ginecologo. Per quanto riguarda il chirurgo di Roma, purtroppo potrò andare da lui solo a fine febbraio. Intanto, poichè stavo male, ho usato il Pentacol gel per 4 sere di seguito e mi sembra che la sitazione nel canale anale sia un po' migliorata: la prima sera dopo l'applicazione ho subito sentito un senso di sollievo nell'ano. Permangono i bruciori interni alla vagina. Ora comunque, anche se sto male, non userò più farmaci perché potrebbero inficiare le future visite mediche. Vorrei chiedervi ancora:
1. fastidi anali (fitte, doloretti), rettali (bruciori, senso di pienezza e fastidio quando l'ampolla rettale si riempie, paura che qualcosa si stia rompendo quando l'ampolla rettale si riempie) e vaginali (a volte senso di peso quando l'ampolla rettale si riempie) permangono in molti pazienti operati come me con la tecnica di Longo? O sono dovuti a una mia snsibilità (paura)individuale determinata anche da un impietoso colon irritabile che mi dà molta flatulenza dopo i pasti e che quindi disturba continuamente la parte operata?
2. la proctologa che mi ha visitato la scorsa settimana mi ha anche detto che un piccolo rettocele (secondo lei residuo) c'è ancora ed è digitiforme, è forse questo piccolo rettocele la causa dei fastidi? Mi rendo conto che le mie domande sono molte, se potete rispondetemi. Grazie ancora per la vostra disponibilità.
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Dr. Giovanni Piazza Chirurgo generale, Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo apparato digerente 464 13
Gentile Utente,
allora per competenza ed onestà intellettuale risposndo ai suoi quesiti:
1) la sindrome da colon irritabile non può essere la causa dei suoi fastidi!
2) se è presente un rettocele residuo questo potrebbe causarle qualche fastidio.
3) l'intervento di longo non è scevro da problemi post-operatori come i suio.
Cordialmente
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dopo
Utente
Utente
Gentile dott. Piazza, apprezzo moltissimo la sua onestà intellettuale. Finalmente c'è uno specialista sincero e corretto che ammette che l'intervento di Longo non è scevro da diversi problemi post-operatori!!! Con questo non voglio assolutamente dire che l'intervento di Longo correttamente eseguito è pericoloso o è dannoso(come sostengono alcuni medici e i membri dell'associazione Longo-lesi)!! A me ha risolto molti problemi: prima dell'intervento non riuscivo ad andare in bagno autonomamente, avevo sempre la pancia gonfia e dura, avevo sempre dolore al colon, avevo sempre mal di testa, mi sentivo spesso stanca e spossata, per non parlare delle emorroidi prolassate che non ritornavano più a posto e mi davano fastidio quando camminavo e anche quando stavo seduta; ora invece vado in bagno tutte le mattine, ho ripreso a fare sport, la prima parte della giornata va benissimo e i fastidi iniziano di solito dopo pranzo quando l'eccessiva flatulenza del colon irritabile mi scatena doloretti e bruciori alla parte operata. Ora vorei solo sottolineare, in virtù della mia personale e sofferta esperienza postoperatoria, che sarebbe bene che i chirurghi illustrassero chiaramente ai pazienti i problemi che si potrebbero eventualmente presentare in modo tale che i pazienti conoscano ciò che dovranno affrontare e soprattutto non si spaventino e non si deprimano (come è capitato a me) ogniqualvolta sentono fastidi, dolori e bruciori alla parte operata. Inoltre, dopo aver letto attentamente tutti i significativi contributi (compresi quelli del dott. Nicastro che demonizza l'intervento!)che voi specialisti avete inviato in merito all'emorroidopessi, mi permetto di sottolienare solo un'altra cosa e cioè l'importanza di un piccolo intervento fisioterapeutico e psiclogico successivo all'operazione. Infatti, parlo sempre per esperienza personale, l'intervento fisioterapeutico (consistente in esercizi di stretching perineale o nell'appendere che per aiutare la defecazione bisogna mettersi in posizione accovacciata con i piedi leggermente sollevati da terra e bisogna espirare lentamente) potrebbe aiutare chi, pur avendo subito un intervento chirurgicamente perfetto, ha ancora problemi legati alla evacuazione perchè non riesce a dilatare l'ano (anismo?)o sente la parte operata troppo contratta e non riesce a coordinarsi nell'evacuazione (dissinergia?; mentre una consulenza psicologica poterebbe aiutare molte giovani donne che, dopo l'intervento, vorrebbero riappropriarsi del proprio corpo e condurre una vita normale e magari anche sessualmente attiva. Sarrebbe bello che qualcuno ci rassicurasse sul fatto che dopo la gurigione dalla patologia grazie all'intervento, è possibile ritornare a fare sesso (ovviamente non la sodomia) in maniera decente e che se il giorno dopo sentiamo qualche fastidoi o doloretto alla parte operata non dobbiamo preoccuparci che non si rompe niente! Grazie ancora per il vostro tempo e la vostra pazienza e a presto.
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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 12.6k 360 4
Cara Utente
Comprendo la tua preoccupazione e concordo con il collega Piazza che afferma che l'intervento di Longo non è scevro da complicanze,come del resto ogni intervento chirurgico.Avendo letto con molta attezione le tue richieste di consulenze e in particolar modo quest'ultima, mi sento in dovere di confermare le mie convinzioni sul successo della STARR.Citando il tuo scritto:(A me ha risolto molti problemi: prima dell'intervento non riuscivo ad andare in bagno autonomamente, avevo sempre la pancia gonfia e dura, avevo sempre dolore al colon, avevo sempre mal di testa, mi sentivo spesso stanca e spossata, per non parlare delle emorroidi prolassate che non ritornavano più a posto e mi davano fastidio quando camminavo e anche quando stavo seduta;ora invece vado in bagno tutte le mattine, ho ripreso a fare sport, la prima parte della giornata va benissimo e i fastidi iniziano di solito dopo pranzo quando l'eccessiva flatulenza del colon irritabile mi scatena doloretti e bruciori alla parte operata), mi sento ancora più convinto che, come tu dici,che è necessaria nel post operatorio una assistenza psicologica che permetta alla paziente di poter essere sicura che alcuni disturbi non sono i relazione all'intervento.Cito il tuo scritto(consulenza psicologica poterebbe aiutare molte giovani donne che, dopo l'intervento, vorrebbero riappropriarsi del proprio corpo e condurre una vita normale e magari anche sessualmente attiva. Sarrebbe bello che qualcuno ci rassicurasse sul fatto che dopo la guarigione dalla patologia grazie all'intervento, è possibile ritornare a fare sesso (ovviamente non la sodomia) in maniera decente e che se il giorno dopo sentiamo qualche fastidio o doloretto alla parte operata non dobbiamo preoccuparci che non si rompe niente)Quindi colgo l'occasione per confermare ,nel tuo caso, la riuscita dell'intervento di Longo e per rassicurarti che i disturbi da te denunciati non sono assolutamente una complicanza di questo.Probabilmente gran parte dei tuoi disturbi sono stati in parte suggestionati da una controinformazione.Controinformazione da parte di coloro che hanno una scarsa esperienza di tale tecnica e che in più occasioni hanno dichiarato di non eseguire questo intervento.Questo conferma la loro assoluta inesperienza e il parlare solo per sentito dire o letto.
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Dr. Giovanni Piazza Chirurgo generale, Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo apparato digerente 464 13
Gentile Utente,
innazitutto la ringrazio per i suoi apprezzamenti. Sono fermamente convinto, che la VERITA' paghi sempre!
Il Dr.Longo lo conosco molto bene, essendo Siciliano come me e avendolo anche incrociato in sala operatoria agli inizi della sua attività con Stappler.
Da parte mia, con umiltà ed onestà intelletuale, ribadisco che qualunque sia la metodica chirurgica, questa proprio per il fatto che è una manipolazione, possa comportare nel post-operatorio una ripresa più lunga o costellata da "definiamoli per convenienza" problemi legati alla tecnica. Sconoscevo i Longo-lesi! ma ciò non toglie ne aggiunge nulla alla bontà della metodica quando questa è posta nelle giuste indicazioni.
Visto che mi e ci rassicura del fatto che la sua vita di relazione stia e sia nettamente migliorando, non posso che rallegrarmene!
Il gruppo di colon-proctologi del sito sono a sua disposizione per ulteriori ragguagli.
Cordialmente
Dr.Giovanni Piazza
www.drgiovannipiazza.blogspot.com
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Utente
Utente
Miei cari dottori, con tutte le paure che ho preso in quest'anno post-intervento, io un colonproctologo lo vorrei come vicino di casa!!! Perciò approfitterò ancora della vostra simpatica ed empatica consulenza per tranquillizzarmi ulteriormente e per veicolare un po' di tranquillità a chi, come me, soffre di questa occulta patologia. Innanzitutto vorrei chiedervi un favore: DITELO ALLE VOSTRE PAZIENTI CHE LE FITTE E I DOLORETTI SONO NORMALI, DITELO CHE DOPO CHE SI VA IN BAGNO A VOTE SI SENTE UN SENSO DI FASTIDIO IN VAGINA (non è forse vero che la parete del retto anteriore, quella che di solito è la sede del rettocele, confina con la parete posteriore della vagina?), DITELO che a volte si sentono delle scosse se ci si sforza troppo, o delle punture come di ago nel retto (forse dovute alle microclips al titanio residue?). E' giusto che raccomandiate alle vostre pazienti di non sforzarsi troppo nell'evacuazione, ma INSEGNATE LORO COME EFFETTUARE UNA DEFECAZIONE FISIOLOGICA FACILITATA con lunghe espirazioni che fanno aprire il canale rettale e con la posizione accovacciata e i piedi un po' sollevati da terra (io questo l'ho imparato dal bravissimo dottor Giuseppe Piasentin che ha creato un sito interessantissimo: LA PORTA NASCOSTA);GIOVATEVI della collaborazione di brave fisioterapiste che si formino insieme con voi e aiutino le pazienti con esercizi mirati a far riacquistare il tono e l'elasticità sfinterica che sono alla base del momento evacuativo; infine FATE PIU' VISITE DI CONTROLLO, magari ne basterebbe una all'anno, per rassicurare la paziente che il rettocele non si sta riformando e, se avete di fronte a voi donne ancora giovani che vorrebbero avere la gioia della maternità, AIUTATELE dicendo loro tutti i problemi di una possibile gravidanza e rendendovi disponibili a una consulenza proctologica continua nel corso di una possibile gravidanza. Io una figlia dolcissima ce l'ho, il parto naturale durato moltissimo e senza episiotomia mi ha aggravato un prolasso emorroidario interno che probabilmente già avevo (a causa del mio colon irrimediabilmente stitico): quando sono tornata a casa dopo il parto non riuscivo più ad andare in bagno normalmente!!! Non sapevo cosa fare ed è iniziato il mio calvario perchè nessuno mi ha aiutata: si sa, le emorroidi esterne sono normali dopo il parto! Ma mi chiedo se sia e debba essere veramente così: forse persino i popoli primitivi che partorivano accovacciati ne sapevano di più e avevano più rispetto per il corpo della donna! Perchè nello stesso reparto di maternità oltre alla visita ginecologica dopo il parto naturale non si fa anche una visita proctologica? Io sono dovuta andare dall'ottimo chirurgo di Roma per capirci qualcosa! Sono ancora piuttosto giovane e pensavo che dopo l'intervento avrei potuto affrontare un'altra gravidanza, ma per i problemi che vi ho descritto,per tutte le paure che mi sono venute, per queste strane infiammazioni vaginali o rettali e per la storia del rettocele digitiforme, ora sono così stanca e spaventata che ho deciso di desistere. Anche perchè, secondo il mio ginecologo, avrei avuto la malattia infiammatoria pelvica e attualmente non potrei concepire per delle aderenze pelviche che andrebbero tolte con un intervento di laparoscopia che mi spaventa non in sè ma per le sue possibili censeguenze sul retto: se, a causa dell'anestesia, non vado in bagno per qualche giorno, se devo stare a letto e non vado in bagno, se si formano feci dure come faccio? si rompe qualcosa, il rettocele ridiventa enorme? Mi rendo conto che alcuni di voi stanno pensando che più che del colonproctologo avrei bisogno dello psicologo e sicuramente avete ragione (infatti da qualche tempo curo anche la mia anima anch'essa un po' prolassata)! Purtroppo non sono proprio un cuor di leone e questa storia, nella sua oscurità fatta di scarsa ed errata informazione, ha inciso molto sulla mia psiche! Forse se qualcuno avesse scoperto subito cosa avevo e mi avesero operata subito dopo il parto per riparate il rettocele e togliere l'ostruzione e il prolasso le cose sarebbero state diverse, mi sarei ripresa prima e magari avrei avuto altri figli. Purtroppo non è andata così e me ne dolgo tantissimo! Ora vi saluto, vi ringrazio per l'illuminante consulenza e per la vostra cordialissima empatia e vi auguro la buonanotte
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Utente
Utente
Gentili dott. Piazza e D'Oriano, vorrei aggorinarvi sulla mia situazione ringraziandovi ancora per la vostra cortese attenzione. Come da voi suggerito, ho fatto una visita ginecologica con ecografia transvaginale e con successiva isteroscopia da cui è emerso quanto segue: speculum: portio iperemica, xanto-leucorrea
Diagnosi dopo ecografia TV: colpite, varicocele pelvico piuttosto grande.
Isteroscopia: Il canale cervicale è rivestito da mucosa iperemica ed esuberante. Presenza di ectropion di considerevoli dimensioni. Probabile sindrome aderenziale pelvica. Secondo il ginecologo, dunque, il collo dell'utero è molto infiammato e anche la vagina e, in particolare, i bruciori e i dolori postcoitali e perimestruali localizzati nella zona vaginale più vicina al retto che a volte si estendono all'inguine sarebbero dovuti non di certo ad un'ulcera rettale ma al varicocele pelvico da sindrome da compressione pelvica e ad aderenze tra il retto e la vagina che si sono formate in seguito all'intervento di Longo. Per il momento mi ha dato una cura di atibiotico (Bassado) più ovuli per l'infiammazione dell'utero e per l'ectropion, non mi ha dato nulla per il varicocele pelvico. Se è così voi ritenete comunque necessaria la rettoscopia? O posso lasciar perdere la parte posteriore e proccuparmi solo dei problemi anteriori, curando i quali dovrebbero cessare i fastidi? Inoltre vorrei chiedervi cos'è il varicocele pelvico? sono forse vene varicose interne? come si cura, si può curare? Grazie per la vostra cortese attenzione.
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Dr. Giovanni Piazza Chirurgo generale, Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo apparato digerente 464 13
Gentilissima Utente,
grazie per gli ulteriori ragguagli forniti. Ritengo per competenza ed onestà intellettuale, girare questa sua richiesta al gruppo dei colleghi Ginecologi. Esprimo il mio parere, riguardo la necessità di una valutazione rettoscopica.
Credo, in considerazione dei nuovi eventi, che l'indagine possa essere demandata a tempi successivi. Del resto come d lei anche riferito, la sua situazione proctologica è migliorata dopo l'intervento.
Ovviamente, nel rispetto del collega Giuseppe D'Oriano e della sua professionalità e competenza, anc'egli intervenuto in questa sua richiesta di consulto,mi sembra corretta una sua opinione.
Mi faccio carico di postare, nell'area Ginecologica la sua richiesta,ed inviterò i colleghi ad esprimere il loro giudizio.
Le rammento, nuovamente che il gruppo di colon-proctologi del sito sono a sua disposizione per ulteriori ragguagli.
Auguro a lei e famiglia un buona domenica.
Cordialmente
Dr.Giovanni Piazza
www.drgiovannipiazza.blogspot.com
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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 12.6k 360 4
Cara Utente
Sono contento che si sia venuti a capo delle cause della sua sintomatologia.Mi conceda in questa sede , per gli utenti che ci leggono con attenzione,di scaggionare finalmente Longo.Questo per chiarire, come precedentemente le avevo scritto,che gran parte dei suoi disturbi che attribuiva alla STARR erano una suggestione da controinformazione.Concordo con il collega Giovanni Piazza, in merito alle patologie evidenziate,di richiedere il consulto al gruppo dei colleghi Ginecologi e concordo, sull'opportunità di una proctoscopia, solo in occasione dei programmati controlli proctologici post-operatori.
Auguri.
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Utente
Utente
Gentile dott.Piazza e dott. D'Oriano vi ringrazio per le vostre cortesi e sollecite risposte. Faccio sempre tesoro dei vostri consigli e della vostra esperienza, per questo vorrei chiedervi se nella mia sitauzione di operata per prolasso muco-emorroidario di IV grado da invaginazione retto-anale con rettocele, che avverte ancora qualche fastidio (fitte e doloretti) dovuto forse alle microclips al titanio che non sono cadute tutte e che ha ancora un rettocele residio o neoformato digitiforme (che tuttavia non costituisce, almeno per il momento, un problema in quanto non ho difficoltà ad evacuare) sarebbe possibile , auspicabile, consigliabile e prudente una seconda gravidanza. Chi mi ha operato mi aveva assicurato che non ci sarebbero stati problemi, però dopo l'intervento ho avuto paura e ho scoperto di avere problemi ginecologici (sterilità secondaria): secondo il ginecologo che mi ha fatto l'isteroscopia il vero problema sarebbe una sindrome aderenziale pelvica che di fatto impedisce il concepimento. Il suddetto ginecologo mi ha dunque consigliato di effettuare una laparoscopia dignostica nell'addome per vedere se ci sono aderenze dell'apparato genitale interno e se le tube sono pervie. Anche se questo intervento sembra poco invasivo e dovrebbe durare solo quindici minuti, io vorrei sapere se può in qualche modo danneggiare o toccare la mia situazione rettale. Mi spiego meglio: per l'intervento bisogna effettuare un clistere, poi c'è l'anestesia generale e potrei avere problemi di stitichezza, in quel caso cosa succede alla parte operata di rettocele? E poi durante la laparoscopia possono toccare anche il retto e la parte operata? E se il retto è adeso all'utero cosa succede? Mi rendo conto che le mie domande sono molte, ma vorrei cercare di capire che cosa mi aspetta in modo da decidere serenamente e consapevolmente cosa fare, del resto la laparoscopia non è d'obbligo come anche una seconda gravidanza. Grazie per la vostra infinita pazienza.
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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 12.6k 360 4
Gentile Utente
Le pazienti che hanno avuto una correzione del prolasso emorroidario ,dell' invaginazione rettoanale e del rettocele con una STARR possono affrontare benissimo non solo una seconda ma anche una terza gravidanza.Tutte le sue preoccupazioni sono infondate,potrà fare il clistere di preparazione,l'anestesia generale o spinale ecc.e nulla succedera alla parte operata.Aderenze uterorettali non si creano dopo un intervento di STARR e se durante l'intervento laparoscopico si dovranno operare delle lisi di aderenze ,queste ,non sono il frutto della STARR,ma di altre patologie pelviche.Inoltre tenga presente che i margini di resezione ed anastomosi nella STARR cadono in una zona che viene definita sottoperitonele , dove il collega laparoscopista non andrà e non è necessario mettere "mano".Se veramante desidera questa seconda gravidanza non si crei problemi,faccia tutto il necessario e dimentichi il precedente intervento.
Auguri
[#15]
Dr. Giovanni Piazza Chirurgo generale, Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo apparato digerente 464 13
Gentile Utente,
come detto dal collega, non vi sono problemi ad intraprendere una seconda gravidanza. Sulla metodica per correggere la sua patologia ha aggiunto tutto il buon Giuseppe.
Mi rammarico invece della mancata collaborazione dei colleghi Ginecologi, ma questa è un'altra storia!
Vorrei solo soffermarmi su un'aspetto.
Se lei è affetta da una malattia infiammatoria pelvica, la possibilità di una gravidanza è direttamente legata al trattamento di questa! Il looking laparoscopico, prescrittole dal collega ginecologo, dovrebbe derimere alcuni fondati dubbi!
Le auguro ogni bene e ci tenga informati.
Cordialmente
Dr.Giovanni Piazza
www.drgiovannipiazza.blogspot.com
[#16]
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Utente
Utente
GENTILI e carissimi dottori D'Oriano e Piazza, come da voi consigliato, sto programmando la laparoscopia per la cura dell'infertilità e, grazie al suggerimento dei ginecologi del vostro sito, ho trovato nella mia regione gli specialisti a cui rivolgermi per il varicocele pelvico. Tuttavia c'è un'altra cosa che vorrei chiedervi perché purtroppo i ginecologi, come ha già osservato il dottor Piazza, non sono molto informati sul prolasso emorroidario e sul rettocele anche se questa è una patologia che spesso riscontrano nelle loro pazienti. Il ginecologo ha avanzato l'ipotesi, ma solo l'ipotesi (perché ammette di non conoscere affatto la patologia del rettocele) che durante una futura gravidanza il mio attuale rettocele digitiforme (residuo o neoformato dopo l'intervento starr) possa in qualche modo ingrandirsi per il peso del feto e per l'immancabile stitichezza che accompagna tutte le gravidanze e che andrebbe pertanto evitata con lassativi blandi (chi mi ha operato ha detto che non posso usare lassativi!). Mi ha però anche detto che, per il parto potrei fare il taglio cesareo e che, se il rettocele si ingrandisce, si potrebbe in seguito intervenire nuovamente per via vaginale (mi pare di aver capito con una plastica vaginale che scollerebbe i muscoli tra il retto e la vagina separandoli e che eliminerebbe del tutto il rettocele). Ora capite bene che la possibilità di un nuovo intervento mi spaventa alquanto, anche perché attualmente credo di aver raggiunto un buon equilibrio: come vi ho già detto, la mia salute generale è di molto migliorata rispetto al periodo precedente all'intervento starr, non ho mai avuto problemi di incontinenza e, per quanto riguarda il rettocele digitiforme, credo che non sia un problema. Mi spiego meglio: ogni mattina l'evacuazione è completa e non ci sono residui nell'ampolla rettale, a volte, quando l'avacuazione avviene anche nel pomeriggio, credo che sia incompleta ma non ho fastidi e non voglio fare clisteri perché credo che col tempo potrebbero danneggiarmi. L'unico fastidio che sento è un senso di peso in vagina quando l'ampolla rettale è piena e quando l'evacuazione è imminente, quando vado in bagno cerco sempre di non sforzarmi aiutandomi con lunghe espirazioni e dopo l'evacuazione non ho nè fitte nè dolori ma solo questo strano fastidio in vagina e nell'ultima parte del retto come se i muscoli si fossero stirati e fossero stanchi per lo sforzo (scusate ma non saprei spiegarmi meglio), in ogni caso il fastidio spesso scompare subito e probabilmente è solo una sensazione acuita dall paura di rompermi e cerco di non pensarci. Come sempre, mi affido alla vostra consolante competenza e alla vostra grande onestà intellettuale e aspetto un vostro ragguaglio. Ancora mille grazie.
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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 12.6k 360 4
Cara Utente
Rileggendo i suoi interventi vedo che le sue preoccupazioni sono focalizzate sull'esistenza di un rettocele ,che definisce residuo,diagnosticato ,dopo l'intervento, con una visita proctologica.Posso confermarle che una piccola dilatazione del retto, che si impronta sulla parete vaginale posteriore è fiosiologica ed è possibile evidenziarla sia defecograficamente che forzando con l'esplorazione digitale del retto.Importante sarebbe conoscere le dimensioni reali di questo rettocele e come si comporta durante la defecazione.Dalla descrizione della sua "defecazione" mi sento di rassicurarla sul risultato della correzione.Oggi lei non soffre più di ostruita defecazione. Le auguro che l'iter intrapreso dia al più presto i risultati desiderati.Correggere o prevenire la stipsi in gravidanza è sicuramente necessario ,ma per questo non ci sono solo i lassativi.L'intervento di plastica vaginale, del quale ha parlato il collega ginecologo,viene ancora oggi eseguito per correggere l'esuberanza della mucosa e della parete vaginale posteriore nel caso questa rappresenti una difficoltà oggettiva ai rapporti sessuali,ma senza procedere alla plastica dei muscoli(elevatori).Qusto intervento lo associamo anche alla STARR ma unicamente in quei casi di esuberanza della parete vaginale.Assolutamente non è indicato nella terapia della ostruita defecazione e del rettocele.La plastica dei muscoli e il loro accostamento vengono a creare una modifica della normale anatomia degli elevatori che è inutile e ingiustificata oltre ad essere causa di dispareunia(rapporto sessuale doloroso).Nel suo caso non sarà assolutamente necessario tutto questo.Potrebbe, per superare alcune sue paure nel momento della defecazione eseguire dei cicli di biofeedbak e di FKT del pavimento pelvico.Cerchi di affrontare questa nuova gravidanza dimenticando quello che ha sofferto in precedenza.
Auguri


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Dr. Giovanni Piazza Chirurgo generale, Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo apparato digerente 464 13
Gentile Utente,
non credo di poter aggiungere nulla di più a quanto esposto dal collega D'Oriano. Puntualizzo invece un'altro concetto.
La fisiologia pelvica prevede la distribuzione fisica di forze, per intenderci come nel tiro alla fune! Molte donne hanno un rettocele di piccole dimensioni e non hanno sintomi rilevanti!
La correzione eseguita (STARR) ha del resto dato i suoi frutti!
Si conceda una tregua e affronti l'arrivo di una nuova vita con lo spirito sereno di chi ha il dono di poter generare!
Sono convinto che tutto andrà per il meglio!
Cordialmente
Dr.Giovanni Piazza
www.drgiovannipiazza.blogspot.com
[#19]
dopo
Utente
Utente
Carissimi dottori Piazza e D'Oriano vi ringrazio tantissimo e vi invio con affetto e stima i miei migiori auguri di buona Pasqua.
[#20]
dopo
Utente
Utente
Gentile dott. D'Oriano, la disturbo ancora per chiederle qualche indicazione sulla fisiokinesiterapia del pavimento pelvico perché, come lei ha ben capito, i miei problemi (probabilmente anche di natura emotiva), consistono nella difficoltà che si presenta a volte ad evacuare completamnte (è come se non avessi la forza di dilatare completamente l'ano)e nelle fitte che sento (più forti nel periodo mestruale a causa del varicocele pelvico). L'anno scorso sono andata in piscina presso un centro fisioterapico del mio paese e gli esercizi erano tutti volti a rinforzare la musculatura (addominale, perineale e inguinale)e sicuramente ciò mi ha giovato, ma questi esercizi sono adeguati al mio problema?. Purtroppo qui in Puglia non riesco a trovare alcun medico/centro/fisioterapista che pratichi una specifica FKT per chi come me ha subito l'intervento di Longo. Ho provato anche in una famosa clinica privata ma il biofeedback non funziona (il computer sembra essere rotto) e gli esercizi che mi hanno suggerito sono di stretching perineale (consistono in progressive dilatazioni che devono durare 6 secondi e contrazioni che devono durare 3 secondi della zona perineale da svogersi stando distesi di lato). Questi esercizi sono corretti? Come sa, vorrei intraprendere l'iter di una seconda gravidanza e sto facendo tutti i passi necessari, ma mi sarebbe molto d'aiuto affrontare le future difficoltà sentendomi più sicura del mio corpo: per piacere potrebbe darmi qualche indicazione in merito alla FSK del pavimento pelvico anche nella sua regione? Sarei disposta anche a venire da lei per una visita di controllo perché, come le ho detto, sono stata spesso fuorviata e confusa da vari specialisti che probabilmente mi hanno usata per criticare la tecnica di Longo. Vorrei anche capire di che reali dimensioni è questo rettocele residuo e se c'è veramente (il mio ginecologo ora dice che secondo lui non c'è). Chi mi ha operato opera solo in clinica privata e attua solo la visita manuale senza strumenti per la misurazione del rettocele. CHE CONFUSIONE! Per piacere mi fa sapere quacosa? GRAZIE MILLE COME SEMPRE!
p.s. Un cordiale saluto anche al bravo e poetico dott. Piazza!
[#21]
Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 12.6k 360 4
Gentile Utente
Il programma riabilitativo del pavimento pelvico prevede la chinesiterapia pelvi perineale, il biofeedbak e la stimolazione elettrica funzionale ,questo ciclo di riabilitazione ,con un numero di sedute che variano a secondo della patologia da trattare, deve essere eseguito con costanza e in centri specializzati.Diventerebbe difficile e stressante eseguirli in un centro troppo distante dal suo domicilio.Le consiglio di cercare ancora in zona.Per il resto sono a sua completa disposizione.
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Utente
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Gentili dottori D'Oriano e Piazza,
torno a chiedere il vostro prezioso consulto in merito alla mia situazione.
Ho preso conttatti con lo specialista per effettuare l'intervento di scleoembolizzazione (o embolizzazione percutanea) del varicocele pelvico che è il vero responsabile dei dolori postcoitali, dei bruciori e del senso di peso che io sento in vagina e che credevo fossero causati dall'intevento di Longo. L'intervento è programmato per luglio e vorrei sapere se questo trattamento endovascolare che chiuderà una o tutte e due le vene ovariche divenute incontinenti possa in qualche modo influire sulla mia situazione rettale e cioè possa indebolire o danneggiare la parete tra retto e vagina che è stata già operata. Lo specialista che mi opererà ha detto che non ci sono poroblemi, ma io vorrei sapere cosa succede dal punto di vista proctologico. Vi ringrazio tanto per la vostra attenzione e attendo una vostra risposta.
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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 12.6k 360 4
Cara Signora
Sono contento che finalmente si sia chiarito ,come già le avevamo rassicurato ,che la sintomatologia riferita non era legata all'intervento di Longo,con il quale ha risolto i suoi problemi di ostruita defecazione.In merito al trattamento percutaneo endovascolare del varicocele pelvico,concordo con il collega,che tale metodologia non interferirà assolutamente sui risultati dell'intervento di Longo e non procurerà dei danni a livallo rettale o vaginale.
Auguri
dr.Giuseppe D'Oriano
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Dr. Giovanni Piazza Chirurgo generale, Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo apparato digerente 464 13
Gentile Utente,
aggiungo solo che la patologia varicosa di cui è affetta è anatomicamente distante anni luce dai suoi timori.
Tranquilla, e risolva il suo problema vascolare.
Cordialmente
Dr.Giovanni Piazza
www.drgiovannipiazza.blogspot.com
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Utente
Utente
Gentili Dottiri D'Oriano e Piazza, eccomi qui, a distanza di diversi mesi, ad aggiornarvi sulla mia situazione e a chiedervi qualche consiglio. Dopo molti esami (defecogrefia, anoscopia, tamponi anali e vaginali) la mia situazione di sofferenza post intervento Longo sembra giunta ad una svolta. Pare infatti che non vi sia più rettocele e che il cananale retto-anale sia tornato nella norma (lo dice la defecografia), tuttavia avverto forti bruciori nel retto in particolare a sinistra e sulla parete tra retto e vagina che addirittura sento a volte gonfia. I colonproctologi che mi hanno visitata hanno detto che dipende tutto dalle graffette di titanio che non sono cadute nè dalla sutura anteriore nè da quella posteriore perché data la profondità del'intervento (doppia pph) sono infisse nel muscolo e si trovano proprio sulle pareti del retto che sento dolenti. Attualmente, dopo una terapia di antibiotici, di pentacol gel rettale e di supposte cicatrizzanti hanno proposto di attendere fino a gennaio e di procedere all'asportazione delle graffette con un intervento in anaestesia spinale. Volevo chiedervi se anche voi siete soliti rimuevere le graffette e se si tratta di un intervento semplice. Anche ai vostri pazienti è capitato di star male per le graffette? Dopo l'intervento i bruciori e dolori passano? Grazie per la vostra attenzione.
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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 12.6k 360 4
Gentile Signora
In alcune occasioni è necessario rimuovere delle clips, ma solo quando queste sono causa di granulomi o processi flogistici ben evidenti all'esame videoproctoscopico della mucosa rettale. La rimozione è semplice, in alcuni casi, in presenza di poche clips ben evidenti è possibile farlo ambulatorialmente e senza anestesia attraverso un piccolo proctoscopio operatore a becco di flauto. L'asportazione di clips, ritenute e non evidenti, non solo non è necessaria ma è inutile se non esiste una documentazione TAC, RNM(la presenza di alcune clips al titanio, in tale sede, non è una controidicazione assoluta all'esecuzione dell' esame)ed ecografica endoanale 3D che evidenzia il reale coinvolgimento di strutture muscolari. A distanza non mi è possibile dirle altro in merito alla sua sintomatologia e alla possibilità o meno che questa sia collegata alla presenza delle clips.
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Utente
Utente
Gentile dott. D'Oriano, le grafette metalliche dell'intervento e la flogosi della mucosa nel mio caso sono tutte visibili già con il videoproctoscopio e si collocano proprio nei punti dolenti, anche se ora con gli antibiotici e le supposte di cicatritidna va molto meglio. I dolori che mi erano venuti erano veramente insopportabili, intensi come quelli che avevo avuto dopo l'intervento inoltre mi sentivo il canale rettale rigido e la parete tra retto e vagina gonfia, tanto che avevo difficoltà ad andare in bagno per il dolore. Non vorrei che questa situazione si ripresentasse perciò se i colonproctologi che mi seguono, dopo altri esami più dettagliati, mi proporranno di toglierle mi sottoporrò ad un altro intervento. Lo so che la domanda le sembrerà stupida, ma ormai è da tempo che le scrivo e conosce la mia forte ansia, perciò le chiedo ancora una volta di avere pazienza e di tranquillizzarmi, se può e per quella che è la sua esperienza. Le chiedo dunque se togliere le graffette sia in qualche modo pericoloso per il mantenimento delle cicatrici che ormai si saranno saldate, mi spiego meglio: se togliamo le graffette il retto può riprolassare? Inoltre le chiedo se è vero, come dicono sul Web, che nei nuovi interventi stanno sostituendo le graffette con qualcos'altro di meno problematico? Grazie come sempre della sua disponibilità.
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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 12.6k 360 4
Gentile Utente
Se è questa la condizione che si è evidenziata alla videoproctoscopia ,io non avrei aspettato a gennaio e non avrei esitato ad asportarle contestualmente alla videoproctoscopia le clips "incriminate".Come le ho già detto, queste, se visibili, possono essere asportate senza anestesia e per via proctoscopica. L'asportazione è semplice, fatta in mani esperte e non può che favorire la definitiva cicatrizzazione dei margini di resezione.
Stia tranquilla la soluzione del suo problema è vicina.
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Utente
Utente
Non desidero un consulto vorrei soltanto, se è possibile essere messa in contatto con l'utente 103650. Grazie
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Dr. Salvo Catania Oncologo, Chirurgo generale, Senologo 33.3k 1.2k 61
Non mi risulta che ciò sia possibile per ragioni di privacy.

Faccia un tentativo inviando una mail allo staff.
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Utente
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DOLORE NEUROPATICO ESITO DI STARR:
questo messaggio è rivolto innanzitutto ai gentili dottori D'Oriano e Piazza che in questi mesi mi hanno più volte tranquillizzata e hanno cercato di aiutarmi a risolvere i miei problemi (grazie di cuore), alla signora utente n. 103650 che ha probabilmente i miei stessi problemi, a tutte le donne che hanno già fatto o hanno intenzione di fare la starr e a tutti i colonproctologi che avranno l'onestà intellettuale di riconoscere i limiti di questa tecnica chirurgica.
In principo era l'ostruita defecazione, una patologia misconosciuta che compare pian pianino e ti rovina la vita. Avevo 27 anni quando ho cominciato a soffrire di colon irritabile, pancia gonfia, dolori al colon e forte stitichezza. Dopo anni sofferenze e crescenti disagi, nella primavera del 2006, per caso, ascolto una trasmissione televisiva sull'ostruita defecazione: c'è un chirurgo anziano il quale, intervistato da Luciano Onder, dice che c'è una nuova tecnica chirurgica che "rende felici i pazienti" risolvendo definitivamente i loro problemi. Ci casco in pieno! Mi metto a cercare questa tecnica detta Secondo Longo-starr in internet e trovo diversi siti di superpecialisti chirurghi e colonproctologi che ne parlano. Leggo e rileggo le semplici informazioni che veicolano e con grande entusiasmo comunico ai miei che voglio andare ad operarmi. In realtà sto così male con il colon e tutto il resto che mangio ormai solo pastina e non digerisco quasi più niente: l'operazione mi sembra l'unica soluzione. Con grande fiducia e speranza parto alla volta della capitale, mi visita un super specialista, mi aspetto che mi prescriva gli esami che ho letto essere indispensabili per questo intervento (defecografia etc). Invece no, mi fa solo una visita di tipo ginecologico-proctologico, senza strumenti, solo con la mano e mi dice che ho il prolasso rettale con rettocele e che l'unica soluzione è l'intervento, mi fa un disegnino per spegarmi che mi taglierà l'ultima parte del retto che si è invaginata. L'operazione è semplice, non è rischiosa, dura solo 20 minuti, è come un lifting del retto, taglia solo la mucosa e riporta a posto le emorroidi prolassate! Poi mi dice il prezzo del miracolo: altissimo! Ma io sono disposta a tutto pur di tornare a una vita normale! Dopo dieci giorni torno nella capitale e mi opero. L'intervento sembra essere andato bene, il postoperatorio non è eccessivamente doloroso e l'ano è finalmente tornato come prima. Mi danno la terapia e mi dimettono all'una del giorno dopo. Il ritorno a casa è travagliato: mi piego in due dai dolori sull'aereo. Tornata a casa, dopo due giorni ricomincio ad andare in bagno finalmente in maniera normale. I primi 10 giorni vanno benissimo, all'undicesimo giorno un piccolo sanguinamento. Tuttavia inizia a manifestarsi qualcosa che non va e che mi tormenterà assiduamente per mesi: il colon sembra impazzito, si contrae continuamente e ho tanta aria, ho una forte urgenza ad andare in bagno anche se non c'è niente da espellere e delle fortissime contrazioni involontarie del retto che si verificano dolorosamente dopo i pasti (il nostro caro tenesmo); ho degli strani bruciori all'inguine destro e ogni pomeriggio se non vado nuovamente in bagno sento qualcosa che mi preme estermamete sul retto e mi fa male. Inoltre ho difficoltà a svuotarmi completamente e a volte mi sforzo un po' di più. Dovrei fare riabilitazione, lo capisco subito anche dai suggerimenti di medicitalia, però qui in Puglia non ci sono centri adeguati. Dopo circa quaranta giorni riprendo a lavorare e una mattina avverto una scossa elettrica in vagina che però poi si attenua e rimane così per giorni. Siamo al febbraio del 2007: ho la mia prima forte crisi dolorosa, ho un bruciore fortissimo in vagina che mi passa solo se mi distendo, mi danno degli ovuli antibiotici e poi lenitivi e il bruciore si attenua. Ricompare solo da un lato ogni volta che faccio sforzi e sollevo pesi, quando vado in bagno e dopo i rapporti. Nel frattempo sono già stata due volte dallo specialista che mi ha operata il quale mi ha detto che non ho nulla e che forse non ho altri impegni rilevanti per presentarmi così spesso da lui! Non lo rivedrò mai più di persona ma individuerò in lui e nella sua superficialtà/ignoranza la causa di un male che poteva essere sicuramente evitato se curato in tempo. Intanto tormento di domande i poveri dottori D'Oriano e Piazza che cercano di aiutarmi a distanza. Passa un anno, faccio fisioterapia e mi aiuto con piccole dosi di antidepressivo e di ansiolitico che inconsapevolmete tengono a bada i miei dolori vaginali e rettali. Faccio esercizi di stretching perineale e per la muscolatura pelvica tutte le sere. Il colon si è finalmente calmato, niente più flatulenza, finalmente riesco a nutrirmi adeguatamente, solo rimangono questi strani bruciori vaginali e rettali. La vita sembra essere tornata normale (eccetto per i rapporti che si diradano perché mi creano bruciore). Passa l'estate e decido che gli psicofarmaci non mi servono visto che anche psicologicamente sto bene. D'accordo con la mia dottoressa li lascio piano piano. A settembre 2008 inizio a star male e peggioro di giorno in giorno. Intanto consulto e riconsulto ben tre colonproctologi della mia regione e sei ginecologi che attribuiscono i miei problemi a un varicocele pelvico bilaterale che curo subito, ma i dolori vaginali non passano. Sembra un gioco che irride al mio male: vado dal colonproctologo che mi dice di voler togliere i punti della starr ritenuti nel retto e responsabili dei dolori e che per i bruciori vaginali mi manda dal ginecologo per curare il varicocele; il ginecologo, a sua volta, poiché il varicocele l'ha curato, mi rimanda dal colonproctologo per togliere i punti della starr!!! Arriva novembre: ho problemi di minzione (urgenza e dolore), non posso più avere rapporti, non riesco a stare seduta nemmeno con i cuscini, sto male anche in posizione eretta, ho difficoltà a distendere la gamba sinistra indietro e a camminare a passi larghi,anche il lavoro diventa un supplizio per le numerose fitte vaginali che avverto quando sono seduta, avverto anche punture di spillo sotto la pianta del piede, sulla schiena, sulla pancia sotto le costole, mi fanno male i reni come se dovessi avere le mestruazioni. Sto bene solo se mi stedo sul letto a pancia in giù e quando dormo. Gli antinfiammatori (feldene) sono acqua fresca. Arriva Natale: piango tutti i giorni per i dolori e penso che la mia vita non tornerà mai più come prima. Disperata vado a ..... dal bravo prof. .....il quale, dopo una visita accuratissima vaginale e una rettosigmoidoscopia fino a 15 cm mi dice che ho una sindrome dolorosa pelvi perineale post starr, toliere i punti di titanio non serve a niente perché i danni li hanno già fatti intrappolando qualche nervo e forse anche qualche vaso (da qui il varicocele). Mi dice chiaramente di non farmi più toccare chirurgicamente e che ho un dolore urente agli elevatori dell'ano e ai legamenti laterali, un dolore intenso vaginale alle pareti laterali e posteriore. Mi prescrive l'elettromiografia anale con PNTML anticipandomi però che probabilmente questo esame non rivelerà niente, mi prescrive anche una RMN con mezzo di contrasto per scongiurare altre patologie. Infatti l'EMG anale con PNTML è negativa: il neurologo che me la fa mi spiega che è tutta colpa delle terminazioni nervose del retto che tagliate dalla starr si sono ramificate e hanno reso la parte più sensibile ad dolore. E' per questo che gli antidepressivi e gli antidolorifici mi facevano bene: UDITE UDITE...IL MIO E' UN DOLORE NEUROPATICO per il quale non c'è cura, si può solo bloccare la percezione del dolore con un farmaco antiepilettico: il Lyrica 25 mg presccrittomi in dosi crescenti! In effetti sono cinque giorni che lo prendo e riesco nuovamente a stare seduta e a camminare bene.

Oggi è l'8 marzo del 2009, la giornata della festa della donna che io non ho mai festeggiato in vita mia. La mia storia di sofferenza, iniziata più di dodici anni fa con l'ostruita defecazione e il prolasso e complicata dalla starr, sembra caricarsi di un nuovi significati. Sono consapevole di stare meglio di come stavo prima (l'ho più volte ribadito che adesso posso nutrirmi,vado al bagno autonomamente, non ho più mal di testa, la mia pancia e il mio ano sono tornati normali, non ho più dolori al colon)tuttavia la neuropatia e il dolore pelvico cronico post starr sono una realtà che condizionerà pesantemente il resto della mia vita! Ne ho parlato con i diversi colonproctologi che mi hanno visitato e con molti altri disponibili a rispondermi sul web: la maggior parte di essi dice che è un intervento geniale, se fatto nelle giuste indicazioni, con gli appropriati esami preliminari e soprattutto se preceduto e seguito da un'adeguata riabilitazione (io non ho avuto tutto questo poiché non mi hanno fatto fare gli esami preliminari e forse il prolasso era troppo per la tecnica starr). Alcuni chirurghi più cauti e che hanno già sperimentato sui loro pazienti i danni della starr tentano di risolvere il problema del prolasso rettale con la riabilitazione, il problema del rettocele con il tradizionale intervento vaginale, altri fanno interventi diversi a seconda dei casi, altri non operano affatto se non sono sicuri di quello che fanno. Intanto in Italia e probabilmennte nel mondo ci sono tante donne come me che hanno subito danni irreversibili a causa della starr, alcune, lo so per certo, sono a letto da mesi, altre sono impazzite, come me,in un vano peregrinare da uno specialista all'altro alla ricerca di una risposta. Altre, che non hanno i mezzi culturali ed economici adeguati per fare tutto questo, soffrono in silenzio e rischiano di non trovare neppure la cura appropriata alla loro sofferenza.
Oggi è la festa della donna: sarebbe bello che gli illustri chirurghi che ci hanno operate pensassero un po' a noi e a quello che ci hanno fatto, anche involontarialmente perché, dobbiamo ribadirlo, ogni intervento non è scevro da complicazioni! Sarebbe bello che riflettessero bene su quello che fanno quando eseguono i loro interventi publicizzati come semplici e miracolosi e che illustrassero alle pazienti anche le complicanze e gli esiti più terribili che non sono certo la ragade o il sanguinamento postoperatorio!
Oggi è la festa della donna e in Italia e forse nel mondo ci sono tante donne come me: impietosamente ci chiamano solo "longolese".
Grazie per avermi ascoltato.
Colon irritabile

Il colon irritabile (o sindrome dell'intestino irritabile) è un disturbo funzionale che provoca dolore addominale, stipsi, diarrea, meteorismo: cause, cure e rimedi.

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