Cura metastasi epatica

Gentili dottori,
buonasera, sono una nuova utente. Vorrei chiedervi: in casi di metastati epatiche, da carcinoma mammario originario, curato con il consueto protocollo (epirubicina-ciclofosfamide; docetaxel; hecerptin) è possibile ricorrere a chemioterapici per via orale, più selettivi ed intelligenti come lo Xelòda (Xéloda?) di cui ho sentito così spesso parlare e trattamenti simili, purché somministrabili per os e responsabili di un danno sistemico meno ampio? Quali elementi determinano la scelta del chemioterapico per infusione tradizionale? Le caratteristiche istologiche del tumore? In sostanza mi piacerebbe capire se vi siano casi -il nostro, ad es.- in cui le due opzioni siano sovrapponibili, con eguali possibilità (o speranze) di efficacia. Grazie per il prezioso ascolto e per il tempo che vorrete/potrete concedermi. Un carissimo saluto. Elisa.
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Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133 1
Gentile Sig.ra Elisa,

i trattamenti chemioterapici per uso orale diffondono ugualmente nell'organismo e dal punto di vista dei potenziali effetti collaterali sistemici sono assimilabili a quelli somministrati per altra via. Lo Xeloda (capecitabina) è un valido preparato che può essere impiegato nelle neoplasie mammarie recidivanti. La scelta di un regime chemioterapico si basa su molti fattori: caratteristiche istologiche e molecolari della neoplasia, eventuali altri trattamenti farmacologici precedenti, condizioni generali del paziente, tollerabilità, compliance. E' possibile anche abbinare trattamenti per via endovenosa e trattamenti per via orale. Un classico esempio nelle neoplasie mammarie recidivanti è la combinazione Xeloda (capecitabina) + Navelbine (vinorelbina).

un caro saluto

Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/

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dopo
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Gent.mo dottor Pastore, la ringrazio di cuore per la sua risposta, grazie! Purtroppo o per fortuna, non so cosa pensare, ci sono novità: l'ecografo ci aveva detto che di sicuro la c'era una metastasi al fegato ma dalla pet-tac risultano lesioni captanti (4.1 SUV) solo nel seno operato (sinistro), precisamente un addensamento sotto la ferita, un nodulo nel punto di intersezione dei due quadranti superiori e un linfonodo debolmente captante (1.8 SUV) sotto l'ascella destra, ma di fegato nemmeno l'ombra.... si rileva una distribuzione glicidica disomogenea lungo lo scompartimento osteo-midollare ma credo e spero sia legato all'artrosi della paziente (diversamente, con quale esame strumentale verificare?). Devo credere che il giovanissimo ecografo si sia sbagliato? Secondo il nostro medico di famiglia sì... A suo giudizio dovremmo ugualmente pensare ad una biopsia epatica, in barba al referto pet-tac? Detto questo, caro dottore, com'è possibile che dopo un protocollo così aggressivo ci sia stata una ripresa della malattia? Capisco benissimo,per carità, che non non tutte le risposte alle cure sono uguali, ma allora si aspetta ogni volta la fine di un iter terapeutico prima di decretarne il fallimento? Se dall'esame istologico della lesione mammaria avremo nuovamente le caratteristiche del tumore originario, si può pensare di uscire da questo incubo se con lo schema ec+taxotere+hecerptin non abbiamo ottenuto niente di buono? mi sento smarrita...spero di leggere una opinione sua e, se possibile, anche degli altri oncologi...ho seguito spesso i vostri interventi qualificati e congiunti e spero di poter giovare della stessa possibilità, pur nella lucidissima consapevolezza che diagnosi e terapia si scelgono nell'ambito di una serena dialettica con i medici curanti. Grazie di cuore.Buona serata a tutti. Elisa.
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dopo
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Carissimo dottore, rettifico e preciso quanto riportato: l'iperaccumulo del tracciante è rilevato al livello dell'ispessimento cutaneo della mammella sinistra (SUV max 3.2) e di un'area di addensamento ghiandolare all'unione dei quadranti superiori della medesima mammella (SUV max 2.2). Poi, piccolo linfonodo debolmente captante (SUV max 1.8) in ascella destra verosimilmente aspecifico.Disomogenea distribuzione del tracciante a carico di tutto il compartimento osteo-midollare incluso nel volume d'esmae, da monitorare (ma, sottolineo, la paziente soffre di infiammazioni reumatiche ed ha due ernie al disco infiammate una ventina di giorni prima della pet e per le quali ha fatto cura antidolorifica, antinfiammatoria e cortisone). Quanto alla mammella sinistra, quella operata di quadrantectomia, mi chiedo se l'ispessimento sia di natura benigna...da quando si è operata e ha fatto le radio spesso 8anche prima della pet) si infiamma le brucia e le fa male....inoltre in prossimità della cicatrice si sente sotto le mani come un cordone duro che, probabilmente, corrisponde all'ispessimento rilevato. Potrebbe trattarsi di falso positivo e di tessuto semplicemente infiammato? Spero di cuore di poter leggere una vostra risposta, lo spero davvero per capire se quei valori SUV siano preoccupanti e di quali possibili sviluppi siano forieri. Aspetto fiduciosa...grazie mille...Elisa.
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dopo
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Carissimi dottori, spero di poter leggere una vostra risposta. Grazie di cuore.

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