Calo fulminante dell'umore

Buongiorno,
sono uno studente fuori sede attualmente iscritto a una delle facoltà più difficili nel suo settore in italia. Premetto che sono una persona un po’ introversa ma attiva nel ricercare sempre nuovi stimoli e esperienze e mi piace quello che sto affrontando nei miei studi.
Dopo una splendida esperienza al liceo condita da brillanti risultati, ottime amicizie e nuovi interessi e un’importante crescita personale, decido il mio futuro universitario. Scelta che si rivela superficiale e sbagliata, troppo incompatibile con le mie capacità e le mie attitudini. Risultato?ritiro dopo sei mesi; segue un periodo di riflessione e un impegno lavorativo a termine per ricaricarsi e ripartire alla grande. Ri-comincia il mio primo semestre e io con lui a razzo! studio da subito e tutti i giorni, e cerco di crearmi una routine che sia il più possibile incline allo studio. Il tutto si svolge prevalentemente a casa (pranzo studio cena) con pochissime distrazioni (solo l’impegno sportivo del mercoledì e la mia ragazza che viene a trovarmi nel week end) .
Riduco drasticamente il tempo dedicato agli amici sia quelli del mio paese, sia quelli dell’università (dell’anno scorso) perché sento che l’obbiettivo nella mia testa è uno solo: riuscire al meglio e al più presto. Termina il semestre con ottimi risultati perché gli esami preparati vanno al primo colpo e posso rilassarmi, a metà però, perché nella mia testa e già vivo il pensiero degli impegni che verranno con la primavera. Comincia il secondo semestre e dopo una sola settimana si apre la mia crisi.
È un discorso che affronto con la mia ragazza che mi fa sprofondare. Io le voglio un bene grandissimo e ci tengo sia a lei che a noi,ma il processo da me costruito la esclude: non riesco a staccare, quando sono da solo penso allo studio e con lei mi sento in colpa, mi rode se trascorriamo il tempo senza studiare. Il tutto si riflette poi sulle mie giornate: da un giorno all’altro cala drasticamente l’umore, ho paura, vedo il traguardo lontano anni luce e troppo arduo (se affrontato così). Questi sbalzi mi provocano una confusione mentale enorme, non ho più appetito, non provo distensione quando faccio sport, ascolto musica o sono con gli altri, mi vedo nel nulla e senza obbiettivi a volte piango altre ho i conati, è una sensazione orribile che non riesco a calmare e a capire perché è accaduto tutto in pochissimi giorni.
Decido di cercare uno spiraglio su internet e infine vi scrivo. Grazie dell’attenzione.
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
Lei scrive:
<<..Dopo una splendida esperienza al liceo condita da brillanti risultati, ottime amicizie e nuovi interessi e un’importante crescita personale, decido il mio futuro universitario. Scelta che si rivela superficiale e sbagliata, troppo incompatibile con le mie capacità e le mie attitudini. Risultato?ritiro dopo sei mesi; segue un periodo di riflessione e un impegno lavorativo a termine per ricaricarsi e ripartire alla grande..>>

Significa che dopo aver valutato che la scelta non è ottimale, dopo un periodo di riflessione, Lei ha cambiato l'idea?

Vorrei comunque dirLe che la Sua situazione merita l'attenzione, ha fatto bene di cercare l'aiuto, però credo che via internet non sarà possibile aiutarLe come si deve. Via internet non è possibile fare la valutazione specialistica (lo si può fare solo nel contesto della visita dal vivo), idem - non si può prescrivere le cure farmacologiche, né fare la psicoterapia (anche se ci sono alcuni siti che se ne occupano, ma non questo sito, e tale pratica potrebbe essere ancora discutibile), né si può darLe un semplice consiglio di come meglio organizzare la Sua vita (ci vuole sempre la conoscenza diretta della persona nel contesto della visita dal vivo). Questo servizio ha i compiti solo orientativi e informativi.


Dr. Alex Aleksey Gukov

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Dr. Francesco Somajni Neuropsichiatra infantile, Psichiatra, Psicoterapeuta 23
Buonasera,
per "sbloccare" la situazione di stallo è opportuno e necessario un colloquio con un terapeuta (l'aiuto da internet non può essere sufficiente).
Le consiglio di contattarne uno (psicologo o psichiatra) per un primo confronto, poi insieme,
valuterete l'opportunità/necessità di colloqui psicoterapeutici e/o di una supporto farmacologico.

Dr. francesco somajni