Bedrocan

Buongiorno

Da alcune settimane ho smesso di trattare l’ultima poussè di sclerosi multipla con le flebo di cortisone.
Purtroppo, non tutti i sintomi sono passati.
Attualmente sono in cura con il Laroxyl 10 gocce al giorno e Gabapentin 3*400mg. al giorno.
Ho ancora parestesie e disesestesie in diverse parti del corpo, le quali mi provocano un dolore a volte fortissimo.
I problemi alla vescica sono migliorati, almeno adesso riesco a dormire senza avvertire la necessità di andare al bagno. Prima dovevo alzarmi fino a 4-5 volte durante la notte e non riuscivo a svuotare la vescica.
Il Laroxyl ha migliorato in parte la disestesia ma ha aumentato la ritenzione urinaria.
Ho dolori anche alla schiena dove hanno riscontrato cinque ernie, diverse protrusioni, osteocondrosi e ernie di Schmorl. Il tutto accompagnato da osteoporosi.
La terapia farmaceutica va accompagnata con fisioterapia dolce giornaliera e TENS nella zona più dolorosa della schiena.

Mi è stato proposto di iniziare la cura con il Bedrocan (cannabis) da bere.
Questa terapia dovrebbe sosituire il Laroxyl.

La mia domanda a voi esperti:
Il bedrocan viene visto come un medicinale “naturale”, quindi dovrebbe essere meno dannoso per il corpo rispetto il Laroxyl?
Assumendo il Bedrocan curerei anche i dolori provocati dalla schiena e il problema alla vescica?
L’uso continuo di Bedrocan porta a dipendenza e difficoltà cognitive?

Ringrazio per il vostro aiuto.

Cordiali saluti
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
il Bedrocan è una preparazione essicata delle infiorescenze della marijuana. "Naturale" è una parola fuorviante. Se fosse un sinonimo del "non nocivo", non sarebbe nemmeno potente come un medicinale. Piuttosto, "naturale" può significare che non si tratta di un'unica sostanza, ma di un complesso di più sostanze (un "fito-complesso") e ciò rende ragione della difficoltà a studiarne le caratteristiche e la prevedibilità degli effetti.

Pensare di sostituire l'amitriptilina con la marijuana perché l'amitriptilina è sintetica e dunque più nociva è molto dscutibile, perché l'amitriptilina sì che ha i propri effetti collaterali, ma questi sono già noti e prevedibili, mentre della marijuana rimane ancora molto da sapere. Direi che non dovrebbe essere questo il criterio. Il criterio, quanto ne sappia io, dell'introduzione della marijuana fra le cure della MA è il fallimento di raggiungere un compenso dei sintomi con le cure provate in precedenza.

Importante tenere presente che ciascuno dei due medicinali ha delle caratteristiche terapeutiche diverse. L'amitriptilina, a parte l'attività antidolorifica e modulatrice delle funzioni vegetative, è anche un antidepressivo. Invece la marijuana, oltre all'azione sintomatica, ha anche potenziali effetti complessi sullo stato mentale e potrebbe avere un'azione di immuno-modulazione.

La possibilità di dipendenza da marijuana c'è. Molti ritengono che sia di natura "psicologica", spiegabile con la difficoltà a rinunciare ai suoi effetti. In realtà, l'organismo si adatta e diventa dipendente della sostanza, come nel caso di molti altri medicinali "convenzionali" usati per il controllo delle funzioni dell'organismo (gli steroidi ne sono un esempio; a proposito, secondo alcuni studi, i cannabinoidi potrebbero modulare la secrezione degli steroidi). E' possibile l'assuefazione (la graduale riduzione dell'efficacia, con la tentazione di incrementare la dose per ottenere lo stesso effetto, rischiando di abusarne) e sono possibili i sintomi da sospensione. La modalità di assunzione in tisana potrebbe avere un potenziale minore di dare la dipendenza psicologica, perché non dovrebbe dare luogo agli effetti quasi immediati ed intensi come quelli ottenuti con la modalità inalatoria. Un fattore importante nello sviluppo della dipendenza da marijuana è la predisposizione caratteriale della persona, il contesto e lo scopo d'uso.

La marijuana è nota di avere un potenziale allucinogeno e dissociativo sulla coscienza. Anche gli altri effetti psichici e cognitivi sono possibili: più frequentemente subito dopo l'assunzione e a breve termine, ma talvolta anche dopo mesi e anni dall'assunzione, fino all'insorgenza, nei soggetti predisposti, delle malattie psichiatriche. A breve termine è possibile la riduzione della concentrazione, in parallelo agli effetti benefici sul dolore e sul tono muscolare. Il potenziale dissociativo dipende dal tipo di preparazione (sarebbero più pericolose in tal senso le preparazioni a base di gomma della pianta che non quelle a base delle infiorescenze), la sottospecie della pianta, la modalità di assunzione (più pericoloso per via inalatoria). Non l'ultimo fattore è la predisposizione del soggetto, la sua suscettibilità individuale a tali effetti, che possono variare molto nel tipo e nell'entità da persona a persona.

Bisogna dire che gli effetti psico-cognitivi e legati alla possibilie dipendenza descritti prima sono il patrimonio soprattutto delle conoscenze degli effetti della droga usata in modo "selvaggio", mentre ne ho sentito parlare raramente con le formulazioni commercializzati e controllati, ma la logica dice che dovrebbero avere caratteristiche di base simili. In ogni modo, ci vogliono più anni di esperienza per sapere quanto tali preparazioni siano meno problematiche.

So che alcuni protocolli di cura con altri farmaci che possono avere impatto sulle funzioni mentali e cognitive, come l'interferone, richiedono una preliminare valutazione psichiatrica dei rischi. Con la marijuana non ne ho sentito parlare, ma si tratta di un modulo ancora sperimentale che forse verrà ottimizzato.

Nonostante opinioni controversi, sono stati condotti gli studi che hanno dimostrato l'efficacia della marijuana sui sintomi della SM, compresi in particolare i sintomi urinari, il dolore e la spasticità, ma, dal punta di vista della ricerca moderna, si tratta di una cura ancora sperimentale, e non si sa ancora abbastanza sul suo meccanismo d'azione. In particolare, è possibile che, oltre all'azione puramente sintomatica, la marijuana anche moduli, sopprimendo, il sistema immunitario. Dunque, a parte il probabile beneficio alla SM, potrebbe avere in comune con gli altri immunomodulatori lo sviluppo di una maggiore suscettibilità alle infezioni. In modo più blando degli altri immunosoppressori? Non lo escludo, ma non lo si può ancora dire: sono argomenti ancora all'inizio dello studio. Bisogna semplicemente tenerlo presente, parlarne con i Suoi medici.

I rischi, che ovviamente non sono assenti, devono essere commisurati con i potenziali benefici nella Sua situazione, ed è una valutazione che spetta ai Suoi medici assieme con Lei, tenendo conto che si tratta di una cura sperimentale.

un saluto,

Dr. Alex Aleksey Gukov

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dr. Alex Aleksey Gukov

Ringrazio per il Suo intervento e per la dettagliata e nutrita risposta

Leggendo il Suo post ho ottenuto tante informazioni e nello stesso momento tanti interrogativi che voglio chiarire prima di intraprendere la cura con il Bedrocan.
Documentandomi ho letto che il Bedrocan è un farmaco nuovo e sicuramente c'è ancora molto da sapere.

Quello che mi preoccupa è la possibile immuno-modulazione.
Ho fatto per sette anni la cura con l'interferone beta e gli effetti collaterali, inclusi i problemi mentali e cognitivi, l'ho vissuti sulla mia pelle.
Questi problemi sono stati amplificati secondo me con il fentanil, che doveva servire sempre per la cura del dolore neuropatico. Purtroppo gli effetti collaterali mi ha indotto a interrompere questa cura.
Penso comunque che oltre i danni cognitivi provocati dalla sclerosi multipla, questi medicamenti hanno certamente lasciato le loro “tracce”

Preoccupa la possibile azione immuno-modulazione.
Correre il possibile rischio di sviluppare una maggiore suscettibilità alle infezioni attraverso la soppressione del sistema immunitario provocato dal cannabis mi fa venire un campanello d'allarme.

Quando iniziai l'interferone nessuno poteva dirmi i possibili effetti a lungo termine.

Sono veramente grato a Lei per le preziose informazioni e delucidazioni che mi ha dato.

Mi hanno fatto capire che bisogna tenere conto, non solo su come curare il dolore neuropatico nel mio caso, ma sull'eventuale complicazione che i “nuovi” farmaci possono avere.

Grazie

Cordiali saluti
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
non bisogna allarmarsi, ma, appunto, come scrive Lei, chiarire gli interrogativi. Qui, sull'internet, ovviamente si può farlo solo in parte. Ci sono però i Suoi medici, i quali, se si occupano di questo progetto innovativo, penso che sono gli interlocutori giusti, e che i concetti, che esprimo qui, potrebbero interessare anche a loro.

Rispetto alla immuno-modulazione, si tratta delle ipotesi e delle ricerche che sono ancora all'inizio. Non sono necessariamente da prendere solo dalla "parte cattiva": è anche possibile che i derivati della cannabis non avrebbero avuto loro effetti benefici nella SM senza un'azione sul sistema immunitario. In una malattia come la SM è anche da chiedersi che cosa è preferibile: l'iperattività del sistema immunitario o un certo suo relativo deficit, se tale ultimo è tenuto sotto controllo? E se, dal punto di vista dei rischi di immunodeficienza, è preferibile l'impiego degli immuno-modulatori come l'interferone o l'impiego maggiore degli immunosoppressori come il cortisone ai derivati della cannabis ?

Il rischio degli effetti psico-cognitivi, nella lluce della Sua storia di reazione ai farmaci, sono da valutare non meno attentamente. Sempre guardando al bilancio fra i possibili "costi" ed i possibili "vantaggi" per la cura della malattia.

Forse questa mia replica è un po' più "avvocatoria" rispetto alla precedente, ma serve vedere entrambi i lati della bilancia.

un saluto,
[#4]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dr. Alex Aleksey Gukov

Grazie per la Sua disponibilità e l'accuratezza nel scrivere il suo intervento. Avendo tanti dettagli a disposizione mi sarà d'aiuto a valutare tutto.

Cordiali saluti
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