Scelta tipo d'intervento,consenso informato

Sono un atleta professionista nel sollevamento pesi.Durante una risonanza magnetica,dovuta ad accertamenti periodici del mio stato di salute,mi è stata riscontrata una calcolosi alla colecisti.Premetto di non aver mai avuto sintomi(coliche od altro).Ora,mi devo operare.Sono stato già dal chirurgo che mi ha esposto il tipo d'intervento(laparotomico o laparoscopico) e mi ha informato che loro operano principalmente per via laparoscopica intervenendo,per via laparotomica,solo in caso di complicanze operatorie.Ora io gli ho fatto presente che per la mia pratica sportiva l'intervento laparoscopico è impraticabile perchè potrebbe provocarmi un laparocele ombelicale,ovviamente invalidante nella mia pratica sportiva.Mentre l'intervento laparotomico non potrebbe causare tutto ciò essendo effettuato la di sopra dell'ombelico con taglio xilo ombelicale o sottocostale destro,quindi al di sopra dei visceri soggetti a erniazione.
Il chirurgo mi ha ribadito che la scelta spetta a lui e io gli ho ribadito che non gli darò mai il consenso informato per operarmi per via laparoscopica(tra l'altro i morti recenti sui media per colecisti si riferiscono a perforazione di visceri intestinali possibili solo con la laparoscopia e anche le statistiche riferiscono di un rischio più basso di mortalità nell'intervento laparotomico).
Ho letto,anche su vari siti medici oltre a questo,che il paziente ha la facoltà di scegliere il tipo d'intervento in accordo con il chirurgo(tra l'altro lo consente l'articolo 32 della costituzione).
Ora vi chiedo:se vi sono due alternative(non una univoca) al tipo d'intervento ,come nel mio caso,non è possibile scegliere il tipo d'intervento da parte del paziente con l'accordo del chirurgo?
Oppure,siete voi medici a scegliere di vostra sola volontà?
Tra l'altro sul foglio del consenso informato c'erano due caselle vuote da barrare con in una scritta laparotomico e in un altra laparoscopico a conferma della possibilità di scelta).
Ho detto anche al chirurgo che non mi interessano nè le cicatrici nè deficit di natura estetica o di allungamento dei tempi di recupero,mi interessa,solamente,mantenere inalterata la parete ombelicale,fondamentale nel mio sport ma il chirurgo è stato irremovibile.
Ora,quindi,chiedo il vostro parere sul comportamento del vostro collega(se giusto o sbagliato) e vi chiedo anche se la decisione sul tipo d'intervento spetta anche a me(ribadisco che non darò mai l'autorizzazione per la laparoscopia).
Vi chiedo tutto ciò perchè non vorrei peregrinare per vari ospedali scontrandomi con lo stesso problema,oppure se devo rivolgermi a una clinica privata o all'estero.
Vi ringrazio per tutte le risposte che saprete darmi.
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Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale 26.6k 662 233
Mi perdoni, ma a monte del suo dilemma se ho capito bene il problema è una calcolosi della colecisti del tutto asintomatica per la quale non è indicata la colecistectomia, il problema quindi non si pone.Nel caso fosse indicata peraltro, il rischio di laparocele è ben superiore dopo laparotomia rispetto alla laparoscopia.
Auguri!

Dottor Andrea Favara

http://www.andreafavara.it

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la velocissima risposta.
L'epatologo mi ha detto che va operata per forza(l'esito della risonanza parla di coleciste muta?) con aggregato di calcoli di 4,5 cm,esito che mi ha lasciato senza fiato vista l'assenza di sintomi).Inoltre,mi ha prescritto una tc con liquido di contrasto per vedere se tale colecisti è a porcellana,quindi calcificata.Anche il chirurgo mi ha confermato che va operata,altrimenti ne avrei fatto a meno
Riguardo all'intervento so che il laparocele è possibile in tutte e due gli interventi però,come già scritto in precedenza,la particolarità del mio sport(sollevo carichi di 200 kg e la zona più delicata è quella ombelicale) fa si che anche una piccola incisione al di sotto o sullo stesso piano dell'ombelico provochi,con carichi così elevati,un sicuro laparocele.Mentre un incisione al di sopra dell'ombelico(quindi dell'intestino) è raro un laparocele intestinale in quanto la zona è più robusta e senza organi erniabili con facilità essendoci il diaframma.Certo,nella laparotomia è più difficoltosa la guarigione ed esteticamente lascia a desiderare ma tra l'estetica e la rinuncia al mio sport scelgo il secondo(oltre al fatto che un collega atleta ha dovuto ritirarsi per un laparocele ombelicale).
Quindi,specifico,il mio quesito non è dovuto a un mio capriccio ma è di vitale importanza per il proseguimento del mio sport.
Quindi le chiedo nuovamente a lei e ai suoi colleghi,la possibilità di scelta da parte mia dell'intervento(tra l'altro sono pronto a prendermi qualunque responsabilità derivante da questa mia scelta,esonerando il chirurgo con il consenso informato).
La ringrazio,nuovamente,per la risposta e i ringraziamenti si estendono,oltre che a lei, anche ai suoi colleghi che sapranno darmi informazioni in tal senso.
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Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale 26.6k 662 233
Ora comprendo meglio l' indicazione e la sua perplessità relativamente alla sua attività sportiva, tuttavia le confermo che anche in caso di incisione xifosovraombelicale la possibilita' di laparocele è ben superiore rispetto agli accessi per chirurgia laparoscopica.Sono convinto quindi che dopo un'informazione corretta da parte del chirurgo che la opererà non basata su presupposti infondato come quelli che riporta, converrà che , se possibile, la colecistectomia laparoscopica, oggi da tutti ritenuta il gold standard nella terapia di questa patologia, è decisamente preferibile.Prego.
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Dr. Sergio Sforza Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo d'urgenza 9.5k 304 2
Gentile utente, ferme restando tutte le considerazioni del collega sulla bontà di una tecnica rispetto ad un'altra, che io condivido, per risolvere la stessa patologia, le aggiungo che il paziente non può dire al chirurgo quale tecnica utilizzare, perchè ora il gold standard per i Paesi Occidentali nell'eseguire la colecistectomia in calcolosi della colecisti cosidette semplici (non complicate) come la sua, è la tecnica laparoscopica. L'incidenza di ernia ombelicale descritta sinceramente è molto bassa nella grande maggioranza delle casistiche, quindi se si è affidato ad un buon chirurgo come credo, sia sereno.
Cordiali saluti.

Dr. Sergio Sforza
https://www.medicitalia.it/sergiosforza/

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dopo
Utente
Utente
Vi ringrazio per le esaurienti risposte.
Poco fa ho parlato con un altro chirurgo di un altra struttura ospedaliera che mi ha spiegato che il laparocele non dipende dal sito del taglio ma dalla resistenza della struttura muscolare e dei tessuti.Inoltre ha aggiunto che,a volte,il laparocele esordisce in un sito diverso da quello tagliato(ad esempio,se il taglio è nell'alto ventre può spuntare nel basso ventre e viceversa)quindi anche tagliando nell'alto addome può insorgere lo stesso nel basso addome,nessuno può prevederlo.
Comunque,mi ha ribadito che la scelta sul sito dell'intervento va concordata con il paziente(anzi,ha aggiunto che l'intervento laparotomico è più facile per il chirurgo quindi lui e la sua equipe non opporrebbero nessuna obiezione).
Inoltre,mi ha detto,dopo aver visionato la risonanza magnetica,che essendo la colecisti esclusa e l'aggregato di calcoli di grosso diametro(4,5 cm) ci sarebbe la necessità dell'intervento(non urgente,comunque) ma vista la totale mancanza di sintomi(ribadisco che non ho nessun tipo di sintomo e le analisi del sangue sono perfette) mi ha consigliato di operare dopo la fine della mia carriera agonistica ribadendomi che l'insorgenza di sintomi è rara ed ancor più raro il tumore(1 su 100000).Ha aggiunto,infine,che per raggiungere queste dimensioni i calcoli impiegano decenni(anche per l'evidenza della cistifellea esclusa sintomi di un processo che dura da moltissimo tempo,a suo dire) e,avendo io 35 anni,mi ha detto che potrei avere questi calcoli fin dall'adolescenza o addirittura dall'infanzia e se non hanno dato problemi finora e difficile che possano darli in seguito(per ribadire ciò il chirurgo mi ha parlato di persone molto anziane con calcoli enormi scoperti per caso,quindi possono essere asintomatici tutta la vita)
Ho quindi deciso,in accordo con il chirurgo, di non operarmi al momento,di monitorare la situazione con una rmn annuale alle vie biliari, e se tutto va bene mi opererò fra 15 anni dopo aver esaurito la mia carriera agonistica.
Vorrei avere il vostro parere su questa mia scelta,finora siete stati gentilissimi e vi ringrazio di cuore delle risposte,precise e esaurienti,che mi avete dato,non vorrei sbagliare tutto fidandomi di un solo parere,anche se autorevole,di un vostro collega
Grazie ancora e complimenti al sito medicitalia.
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Dr. Sergio Formentelli Dentista, Gnatologo, Ortodontista, Odontostomatologo 7.5k 227 18
Le rispondo da chirurgo orale, dato che la problematica che lei ha posto è una problematica che interessa tutte le discipline mediche o chirurgiche.

Il chirurgo (in situazioni NON URGENTI, badi bene) propone una terapia.
Il paziente è libero di aderire alla proposta o rifiutarla, chiedendo una alternativa.
Qui sta il dialogo medico-paziente a cui lei fa riferimento.

Ma anche il chirurgo è libero di accondiscendere alle richieste del paziente o di rifiutare.
In caso di rifiuto, ovviamente il paziente è libero di rivolgersi ad altro chirurgo.
E stiamo sempre parlando di situazioni NON di urgenza, nel qual caso il chirurgo ha l'obbligo di intervenire.

E' questa possibilità del chirurgo che, sperimentandola quotidianamente, tengo a sottolineare, ed è il motivo del mio intervento fuori dalla mia specialità..

www.studioformentelli.it
Attività prevalente: Gnatologia e
Implantologia (scuola italiana)