Claudicatio da betabloccanti

Buongiorno,

ritorno a chiedere un consulto sul mio problema di claudicatio, tutt'ora irrisolto.

Da qualche anno soffrivo di claudicatio bilaterale, con dolori ad entrambi i polpacci che si manifestavano dopo circa 1 km di camminata. Mi sono sottoposto ad accertamenti diagnostici (ecocolordoppler arterioso agli arti inferiori ripetuto due volte a distanza di 6 mesi, ecocolordoppler venoso e dei tronchi sovraaortici) che non hanno evidenziato alcuna anomalia.
Il sospetto è allora caduto sul betabloccante che assumevo per l'ipertensione, l'atenololo. Ho ridotto la dose gironaliera da 100 a 25 ed effettivamente la claudicatio è migliorata, ora si manifesta solo al polpaccio destro e dopo almeno 2 km percorsi a piedi.
In pratica non ho ancora eliminato totalmente il problema, sarà anche non grave ma non mi sembra normale in una persona ancora abbastanza giovane come me (ho 46 anni).
Il problema è che non so cosa fare: il cardiologo dice che un pò di betabloccante è meglio che lo prenda e comunque che una dose così piccola non può essere responsabile di una claudicatio, soprattutto tenendo conto che sono un omone di più di 100 kg.
Il medico curante da par suo dice che è inutile continuare a cercare una causa vascolare, se ho fatto 2 volte l'ecodoppler alle arterie ed entrambe le volte è risultato negativo per lui è inutile continuare a cercare in questa direzione.
Non penso sia nemmeno un problema ortopedico o di postura, visto che comunque la riduzione del betabloccante ha ridotto notevolmente i sintomi.

Fatto sta che non so più cosa fare e per questo vi chiedo un consiglio su come muovermi, ci sono altri esami a cui sottopormi o eventuali terapie alternative che potrebbero eliminare del tutto il problema.

Grazie anticipate.
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Dr. Vincenzo Martino Cardiologo 6.6k 209 2
Gentile utente,
in effetti il dosaggio di atenololo è davvero minimo, per cui effettivamente si potrebbe pensare anche con un altro b-bloccante più cardioselettivo come il bisoprololo.
Ne parli al collega che la segue, magari potrà esser concorde nel procedere ad un diverso approccio terapeutico.
Saluti

Dr. Vincenzo MARTINO

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