Relazionarsi con il figlio del compagno

Buona sera, vi contatto per chiedervi un'aiuto.Sto con il mio compagno da 4 anni e conviviamo da 4 mesi. Fino a qua tutto bene, il problema è che lui ha un figlio di 9 anni un pò particolare. Ha gravi problemi nel socializzare con gli altri bambini, anche con i compagni di classe e gioca solo con i genitori, anche se siamo al parco o al mare.E' un bambino un pò aggressivo, sia con gli adulti che con gli altri bambini.Il mio problema principale con lui sta nell'educazione.Purtroppo è un bambino che risponde a tono a chiunque, è arrogante e non da mai retta.Non riesco a trovare con lui un punto d'incontro.Credo che il problema derivi dal fatto che sua mamma continua a dirgli che siamo tutti un'unica grande famiglia ma sia il compagno di sua madre che io non abbiamo il diritto di riprendere il bambino quando sbaglia se siamo in presenza loro.Premetto che non vi è mai stata un'uscita tutti e 5 insieme per quanto sua mamma continui imperterrita a chiedere di fare continuamente cene tutti insieme.Io sono molto contraria a questa cosa poichè non la ritengo molto giusta nei confronti del bambino, che per giunta non ha ancora ben chiaro che i suoi genitori non stanno insieme e vede me e il compagno di sua madre come un'ostacolo al loro stare insieme(sono separati da 8 anni).Ho bisogno di un'aiuto perchè questa mia difficoltà nel creare rapporto con questo bambino sta rovinando il rapporto con il mio compagno che pretende che io lo senta come figlio mio ma senza sgridarlo o altro.Ho davvero bisogno di aiuto.Io sono stata cresciuta con molta educazione ed avere davanti un bambino che non sa stare a tavola a 9 anni, che risponde a tono a chiunque, che offende e minaccia di botte chiunque per me non è molto facile.Non riesco a stare zitta anche perchè suo padre ed io viviamo insieme e la casa di conseguenza è anche mia e non riesco ad accettare che il bambino si comporti così maleducatamente con me.Attendo un vostro consiglio.Grazie mille
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Dr. Piergiorgio Biondani Psichiatra, Medico di base, Perfezionato in medicine non convenzionali, Psicoterapeuta 1.6k 48
Gentile utente,
la situazione che lei descrive appare molto complessa ed il suo protrarsi,come sta notando.può effettivamente avere un effetto destabilizzante sul suo rapporto di coppia.
Purtroppo mi sembra che vi sia una grave confusioni di ruoli e di mansioni.Il comportamento della madre naturale,magari spinto dalla massima buona volontà,non la aiuta.Il bambino probabilmente, in questa situazione non chiara ,stenta a trovare i limiti del proprio comportamento.
Si tratta comunque di una difficoltà relazionale e comportamentale che andrebbe indagata con il supporto di uno specialista in campo psicologico della votra zona.Solo dopo una approfondita disamina della situazione,penso,sarà possibile trovare la strada più efficace per uscire dallo stallo attuale.
Cordiali saluti
Piergiorgio Biondani.

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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile Utente,
non ha scritto cosa ne pensi il suo compagno: comprende il suo punto di vista e le sue preoccupazioni o condivide la linea "educativa" seguita dalla madre del bambino?

Se i vostri progetti di vita comune sono a lunga scadenza, sarebbe davvero bene cercare di chiarire al più presto le reciproche posizioni, poiché, se le cose stanno così già ora, cosa succederà più avanti, ad esempio nel corso dell'adolescenza di questo angioletto?
Se da soli non vi riuscite, probabilmente fareste bene a rivolgervi ad uno psicologo per una consulenza finalizzata proprio a trovare una giusta via di mezzo, in modo da non compromettere la vostra relazione.

Cordiali saluti.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Utente,
comprendo le sue difficoltà, le dinamiche relazionali che si vengono a creare in situazioni come la sua sono assai complesse e di non così facile gestione.

Concordo con il suggerimento dei colleghi, sarebbe utile chiedere un consulto ad uno psicologo/psicoterapeuta, dal mio punto di vista meglio se familiare, per essere aiutati a gestire le problematiche emergenti e le dinamiche relazionali che ha esposto.

Per approfondire, se crede, può leggere questo articolo al link
http://www.psicologia-benessere.it/Coppiaefamiglia/Lafamigliaricostituita/tabid/97/Default.aspx

Cordialmente

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#4]
dopo
Attivo dal 2012 al 2013
Ex utente
Grazie a tutti delle risposte.
Per rispondere alla dallamda del Dr. Paola Scalco il mio compagno non è d'accordo al 100% con la linea educativa della madre del figlio però per evitare discussioni cerca di seguirla dando un pò "educazione" (diciamo!!) rispetto a lei. Però anche lui ha una linea educativa abbastanza permissiva. Entrambi giustificano i comportamenti del bambino "piochè è figlio di genitori separati". Il problema è che si sono separati quando il bambino aveva un'anno quindi si può dire che lui sia nato già in due nuclei familiari. Ditemi se sbaglio ma a mio avviso vi è differenza tra il nascere con genitori separati e quindi avere i primissimi ricordi già con i genitori che fanno parte di due nuclei familiari divisi piuttosto che subire la separazione quando si ha 8,9,10 (ecc...) anni. Ad esempio il mio compagno non è d'accordo sul dare al bambino l'idea di essere un'unica grande famiglia perchè ovviamente non lo siamo, siamo due nuclei familiari però alla fine dei conti non fa poi molto per far si che il bambino faccia sua questa idea. Il problema è che entrambi vogliono che il compagno della madre ed io non interferiamo nella vita educativa del bambino ma allo stesso tempo dobbiamo essere partecipi della sua vita, dei giochi, dei compiti ma senza dimostrare autorità. A mio avviso è un pò devinte come discorso per il bambino.
Ditemi voi.Grazie
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Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 536 10 16
Più che altro è un po' disorientante per voi "genitori acquisiti".

Credo che il primo punto da chiarire sia proprio con il suo compagno sulle modalità educative con il bambino.

Mi sembra che le difficoltà nascano dal fatto che avete un'idea diversa di educazione dei figli: il suo compagno più permissivo e giocoso, lei più normativa. Questo creerebbe difficoltà nella coppia genitoriale, anche se il figlio fosse nato nella coppia. Il fatto che lei non abbia l'autorità "naturale" per dire la sua in materia di educazione, complica la relazione.

Lei ci descrive un bambino-problema. Le sembra che anche il suo compagno abbia quasta idea del figlio?

Dr.ssa Paola Cattelan
psicologa psicoterapeuta
pg.cattelan@hotmail.it

[#6]
dopo
Attivo dal 2012 al 2013
Ex utente
Rispondo alla domanda del Dr. Paola Cattelan.
Secondo il mio compagno non è un vero bambino-problema. Si rende conto che ha degli atteggiamenti un pò strani per la sua età ma li ritiene causati solo dal fatto che è "figlio di genitori separati e che quindi per questo va capito e certe cose si devono lasciar correre". Però, a mio avviso, non si rende realmente conto che il bambino ha delle mancanze. Ad esempio vede e riconosce che ha degli atteggiamenti da bambino molto più piccolo della sua età (ha 9 anni e in molti atteggiamenti ne dimostra 3 o 4) ma questa cosa in realtà non lo preoccupa più di tanto perchè va capito e si deve lasciar correre. Riguardo al modo del bambino di comportarsi con me lo scusa molto. Anche quando mi risponde a tono mandandomi realmente a "quel paese" da la colpa al fatto che il bambino non mi conosce e di conseguenza ha questa reazione che ovviamente va scusata secondo loro. Lo so che è brutto da dire ma spesso mi vergogno quando andiamo nei posti pubblici con lui piochè risponde a tono alle persone, compresi gli estranei, oltre che a noi ovviamente. Molti dei nostri amici, ormai presenti da anni e anni nelle nostre vite, con figli, preferiscono che ci vediamo quando non c'è il bambino piochè lui è arrogante con loro, si prende determinate libertà nel linguaggio e negli atteggiamenti e tende ad essere eccessivamente fisico con i loro figli, come ad esempio spingerli o tenerli per le spalle squotendoli, criticando poi tutto quello che questi bambini fanno. Il problema è che sono bambini molto più piccoli di lui (2, 4 e 5 anni) ma la cosa che mi sorprende di più è che sia il mio compagno che la madre dicono che ha questi atteggiamenti perchè è molto protettivo e bravo con i bambini più piccoli di lui. Quando provo a parlarne con il mio compagno lui ovviamente dice che sono io che vedo le cose nel negativo, che non rispetto suo figlio e quando cito il fatto che i suoi amici hanno queste difficoltà a stare connoi quando c'è il bambino dice le stesse cose di loro.
Non so proprio che fare!
Mi rendo conto di aver descritto un bambino che sembra avere solo difetti. E' un bambino che ha anche momenti di dolcezza e che ha un'estremo bisogno di contatto fisico ed affetto, dei quali ne esprime anche apertamente la richiesta che però sono minori rispetto ai momenti in qui ha atteggiamenti negativi
Lo so che la cosa migliore sarebbe lascire correre e fare finta di niente perchè non è filgio mio ma io ho avuto un'educazione molto rigida e avere intorno un bambino che si comporta così mi fa innervosire e di conseguenza mi irrigidisco molto con lui. Aiutatemi a trovare un modo giusto per farmele scivolare di dosso senza arrabbiarmi e senza rovinare la mia relazione poichè il mio compagno ha detto che se non riuscirò a creare un bel rapporto con il bambino non sarà possibile proseguire nella relazione. Non so davvero come comportarmi!
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Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 536 10 16
Le difficoltà sono su molteplici piani:
- c'è un bambino con un certo grado di problemi comportamentali
- c'è la sua PREOCCUPAZIONE per questo bambino
- c'è la sua DIFFICOLTA' a tollerare i comportamenti di questo bambino
- c'è la negazione di qualunque problematicità da parte del papà
- c'è l'aut aut del suo compagno ad adattarsi alla situazione o andarsene
- c'è una non condivisione nella coppia del modo di vedere l'educazione e del suo ruolo nei confronti del bambino.

Insomma un bell'intreccio.

Il consiglio è quello di proporre al suo compagno incontri (tutti e 3 insieme) con una terapeuta sistemico-familiare, con la "scusa" di aiutare LEI a capire come relazionarsi con il bambino. In tale contesto potranno essere elaborati i vari piani di difficoltà relazionali.
[#8]
dopo
Attivo dal 2012 al 2013
Ex utente
Grazie a tutti per le risposte che avete dato. Purtroppo il mio compagno accetterebbe mai di effettuare questi incontri noi tre insieme. E ancora meno la madre darebbe il permesso per far partecipare a questi incontri il bambino. Quindi diciamo che credo che una soluzione non sia possibile.

Grazie ancora a tutti delle vostre risposte e consigli.
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Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 536 10 16
Se la cerca, una soluzione la troverà.
Certamente non sarà semplice e immediata, perchè quando si parla di famiglie allargate le cose si complicano ancora un po' di più.

Provi a farsi aiutare, come ha fatto con noi, con uno psicologo dal vivo, magari di indirizzo familiare. Potrà aiutarla ad analizzare la situazione con maggiore complessità rispetto ad un consulto on line e magari trovare insieme il modo per convicere anche gli altri membri della famiglia a partecipare.
Ma se anche questo non accadesse, e se lei avesse voglia di mettersi in gioco personalmente, il terapeuta potrebbe esserle d'aiuto a trovare alcune soluzioni.