23 anni e paura di NON riuscire a dormire

Buona sera! Sono un ragazzo di 23 anni, omosessuale.Prima di parlare del mio problema faccio una breve premessa:come molti,ho sempre vissuto male la mia omosessualità.Nella mia famiglia(fin da mio nonno)i gay non sono mai stati visti con buon'occhio,anzi con disprezzo.Questo ha creato in me un forte odio per me stesso!Più andavo avanti,più peggiorava il mio stato.Solo da 4 anni mi sono accettato ed ho cominciato a vivere la mia sessualità (ma in famiglia nessuno sa.Un paio di anni fa, per mia colpa, ebbero dei sospetti.Toccai l'inferno con un dito, depressione ed autolesionismo).Comunque,4 anni fa,qualche mese prima che decidessi di cambiar vita, di sera, mentre studiavo per un'esame, decisi di prendere del caffè per mantenermi sveglio ancora un pò. Verso l'1:30 di notte andai a letto, ma senza un briciolo di sonno. Solo verso le 4 del mattino riuscii ad addormentarmi. Quello stato di completa assenza di sonno, però, creò in me una paura così forte da condizionare tutte le notti successive fino ad oggi, come se avesse provocato in me una trauma.Da allora, in pratica, ho paura di non riuscire a dormire! C'è stato un periodo in cui alle 21 massimo dovevo andare a letto e se per le 22 max non ero ancora riuscito ad addormentarmi entravo nel panico più totale e davvero restavo sveglio fino alle 2-3, a volte anche più tardi! Poi, dopo 1 anno, conobbi un ragazzo. Il desiderio di voler parlare con lui fino a tarda ora, il concentrare tutti i miei pensieri su di lui, il sentirmi innamorato mi fece completamente superare quelle paure. Sono stato bene fino ad un anno fa, quando, una notte, mi ricapitò di restare sveglio fino a notte inoltrata. Da allora ricominciarono le paure e le ansie, ma, poco per volta, riuscii di nuovo a superarle. Qualche mese fa, però, sono ritornate! Ogni volta che non riesco a dormire mi assale la paura di continuare a restare sveglio che è amplificata dalla paura di non riuscire a dormire nemmeno nei giorni seguenti (e quindi paura di entrare in un circolo vizioso che mi porterebbe chissà a quali sofferenze psichiche), la sensazione di completa solitudine (io sto male e tutti dormono, nessuno che mi sostenga mentre sono in preda alle mie ansie). Tutto ciò condiziona davvero tanto la mia vita: non riesco a dormire fuori casa (almeno la mia stanza mi è familiare), ma addirittura non riesco ad uscire di casa di sera perché rientrare tardi, mettermi a letto tardi equivale ad aver meno tempo per potermi addormentare (il vedere sullo schermo dell'orologio le 2-3 del mattino equivale a pensare ECCO, ORA NON RIESCO A DORMIRE!). Ogni sera, anche se vado a dormire presto, c'è sempre la paura che possa non dormire e già dal tardo pomeriggio comincio a sentirmi irrequieto per la sera ormai vicina. Insomma, è una guerra continua contro me stesso. E' una cosa che mi sta facendo impazzire. Cosa posso fare? In passato ho avuto anche altri problemi legati all'ansia. Il problema del sonno è solo l'ultimo problema PIU' INTENSO
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile ragazzo,
in effetti preoccuparsi di non riuscire a dormire e sforzarsi nel volersi addormentare, ingaggiare un tipo di battaglia contro il sonno quale quella descritta, alimenta la possibilità di non prendere sonno.

Ma come lei stesso dice il problema del sonno è solo l'ultimo problema, che sembra inserirsi in un quadro più complesso. Quali problemi legati all'ansia ha avuto in precedenza?

Attualmente come sono i rapporti con la sua famiglia? Quanto si preoccupa ancora del giudizio della sua famiglia e del fatto di poter essere scoperto?

Ha mai pensato di rivolgersi ad uno psicologo per affrontare la sua ansia?










Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Utente
Utente
Buona sera, dottoressa! La ringrazio per avermi risposto così velocemente. Dopo il pessimo periodo vissuto con la mia famiglia di cui ho accennato in precedenza, mi sono trasferito per un periodo di tempo in un'altra città causa studio. Questo ha assestato le quotidiane litigate con la mia famiglia (tutta la mia famiglia, non solo genitori). Ora tutto sembra essere tornato come prima anche se i postumi di quel periodo ci sono ancora (se mi sentono parlare al telefono mentre sono a letto di sera si insospettiscono, se esco con un ragazzo si lamentano, mi chiedono se ho la fidanzata, se vedono delle ragazze per strada fanno apprezzamenti con la speranza che risponda ... ma io non sono bravo a fingere! A nascondermi magari, ma non a fingere). Mi chiede quanto mi preoccupo del giudizio della mia famiglia: beh, non desidero essere disprezzato e cacciato dalla mia famiglia! Ma più che del loro giudizio, ho paura delle sofferenze che un loro giudizio mi arrecherebbe. Coi giudizi negativi ho imparato a convivere fin da quando ero piccolo visto che io stesso mi giudicavo male! Ma è ciò che mi ha portato ad essere quel giudizio che mi ha fatto più male. Per questo ho paura più delle conseguenze del loro giudizio.
La prima problematica legata all'ansia è comparsa anni fa, mentre frequentavo la scuola. Avevo attacchi acuti di orticaria. Erano così dolorosi che dovevo fare impacchi con asciugamani inzuppati di acqua fredda. Inizialmente erano sporadici e solo legati ad un particolare stato di agitazione, poi cominciarono ad essere molto più frequenti. Anche salire le scale mi scatenava questi attacchi (sapevo che il caldo poteva favorirle e la mia mente associava anche minimi spostamenti, tra cui salire qualche gradino, ad un aumento della temperatura del corpo e questo mi scatenava questi attacchi intensi). Incontrare persone (che non erano i miei genitori) mi spaventava (mi dicevo: e se mentre sto parlando con loro mi viene un attacco di orticaria? Cosa faccio? E puntualmente mi veniva!). Arrivai ad un punto che la mia mente era così condizionata che anche stare a tavola con i miei genitori mi spaventava (sempre perché mi preoccupavo che potesse venirmi un attacco mentre mangiavo). Restai per mesi interi rintanato in casa senza mettere piede nemmeno in giardino (temevo il calore del sole)!!! Poi, per fortuna, poco per volta lo superai.
Il secondo problema arrivò poco dopo aver superato il primo. Fui ricoverato in ospedale. Quell'esperienza in ospedale mi traumatizzò (credo per via della mia debole stabilità psichica). Da allora cominciai a temere di rivivere quell'esperienza ed anche questo evento mi provocò dei profondi condizionamenti nella vita quotidiana, ma per fortuna anche questo problema fu superato. L'ultimo è quello del sonno (anche questo si presentò subito dopo aver superato il secondo problema). Sono stato da più di uno psicologo nel corso degli anni ... ma solo all'ultimo parlai della mia omosessualità. Lui mi consigliò uno psicoterapeuta omosessuale di sua conoscenza che poteva aiutarmi meglio di lui. Ma non mi interessai ad andarci perché in quel periodo conobbi quel ragazzo e stetti davvero bene. Adesso so che sarebbe meglio cercare un pò di aiuto, ma le forti spese che la mia famiglia sta sostenendo in questo periodo non mi fanno avere il coraggio di chiedere loro soldi per uno psicologo. Sono in attesa di cominciare a lavorare. Così, eventualmente, potrò pagarlo da me! Grazie ancora per le sue risposte e buona domenica!
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Caro ragazzo,

<<la sensazione di completa solitudine (io sto male e tutti dormono, nessuno che mi sostenga mentre sono in preda alle mie ansie)>>

questa sua frase, a mio parere, riassume il suo malessere ed è, in una certa misura, il prototipo della sua vita.

In fondo, se ci pensa, non ha mai potuto contare sul sostegno della sua famiglia, ha sempre dovuto fare tutto da solo, nascondersi, vivere la sua sessualità da "clandestino".
Non è, allora, un caso che ci sia questa sensazione di completa solitudine; e forse non è neppure un caso che abbia cominciato a stare meglio quando ha conosciuto quel ragazzo con cui riusciva, probabilmente, a non sentirsi più solo.

Che fine ha fatto quel ragazzo? Non ha nessuno in questo momento?

Credo che uno psicologo psicoterapeuta possa aiutarla ad elaborare il suo vissuto, a prendersi cura dei suoi malesseri e ad avviare un processo di "vera accettazione" che, forse, oggi in lei ancora manca.
Se al momento non ci sono le condizioni economiche per uno psicologo privato non escluda la possibilità di rivolgersi ad una struttura pubblica della sua zona. Potrebbe trovare bravi professionisti pronti a dare ascolto al suo malessere.

Un caro saluto

Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com

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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Caro ragazzo,
un aiuto psicologico lo può trovare anche presso il servizio pubblico, al Consultorio Familiare della ASL. E' possibile usufruirne anche per i fuori sede, si può informare direttamente per avere dettagli più precisi.

Comprendo quanto possa esserle costato vivere in un contesto in cui è vivo il pregiudizio e quanto ancora possa temerne le conseguenze, anche per questo sarebbe utile pensasse a non procrastinare un intervento specialistico.

Che tipo di percorsi psicologici ha compiuto in precedenza? E con quali benefici?

Le suggerisco comunque di non attendere a rivolgersi a un collega, il suo benessere e la sua qualità di vita sono beni preziosi da tutelare.

Cari auguri
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dopo
Utente
Utente
Buona sera, dottor Callina. Il ragazzo c'è ancora! Questa volta però nemmeno la sua presenza mi ha aiutato ad uscirne. Queste mie ansie, tra l'altro, non aiutano nemmeno il rapporto. Causa università possiamo vederci solo di sera, ma, come ho detto, la paura di non dormire mi impedisce di uscire (so che dovrei farlo e superarla, ma è davvero forte la paura! è come una lama che taglia la carne fresca e più cerco di affrontarla, più quella taglia a fondo). Per giunta quelle volte che mi convinco ed esco, non sono mai di compagnia perché per tutta la serata la mia mente non fa altro che pensare al sonno e l'aumento graduale dell'ansia finisce per rovinare la serata. E tutto questo mi spaventa perché non voglio perderlo, ma ammetto che stare con me è difficile! So che dovrei affrontare quest'ansia ed uscire di sera. D'altronde negli anni precedenti tutte le ansie che avevo le ho superato affrontandole (le sedute dallo psicologo sono sempre state antecedenti o successive questi vari problemi, per cui solo le mie forze mi sono state d'aiuto per stare bene). Adesso però, dopo tanti anni di lotta, è come se non avessi più la forza di combattere per l'ennesima volta! Comunque seguirò il suo consiglio sperando di trovare un valido aiuto in un centro privato. Grazie ancora!
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dopo
Utente
Utente
Gentilissima dr.ssa Rinella, non ho mai provato alcun beneficio nel corso delle sedute dallo psicologo in quanto, come ho detto, non ho mai parlato, se non all'ultimo psicologo, della mia omosessualità. Tendevo sempre a sviare l'argomento "sessualità" su altro. Il secondo psicologo mi propose di fare delle sedute di ipnosi, ma per paura che, nel corso di una di queste, potessi rivelare qualcosa ho preferito non continuare più e smisi di andarci. L'ultimo psicologo, invece, è stato l'unico in grado di farmi provare un senso di "libertà" nell'avergli dichiarato la mia omosessualità. Mi ascoltava, mi faceva parlare e questo mi aiutava, anche se, non provai giovamento sul problema del sonno
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Caro ragazzo,

è comprensibile che la sua paura sia più forte della sua forza di volontà.
I disturbi di natura ansiosa sono subdoli e il fatto di concentrarsi sul problema, lottare per superarlo, ha spesso l'effetto contrario.

Credo che sia davvero utile un consulto che possa aiutarla a rivedere la sua vita in una chiave differente e credo che il senso di solitudine di cui parlava nel suo post sia il punto da cui partire.

Parlo di quella forma di solitudine interiore che spesso accompagna la crescita omosessuale, la cui armonia è osteggiata dall'ambiente sociale di riferimento.

Se le interessa le allego il link ad un mio articolo che tenta di evidenziare i meccanismi psicologici alla base di tale fenomeno:

http://www.gaypsicologia.com/p/teoria-in-pillole.html

Nel frattempo le auguro di trovare un bravo professionista che possa aiutarla.

Un caro saluto
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dopo
Utente
Utente
Stanotte ho passato un'altra nottata in bianco. Mi sono addormentato alle 4:30 del mattino ed ho dormito a tratti fino alle 10:30. All'inizio avevo un'ansia pazzesca (né la camomilla, nè le gocce calmanti mi hanno aiutato), poi l'ansia è scemata, ma sono rimasto senza un briciolo di sonno. Se perdevo tempo con il cellulare sentivo gli occhi che diventavano pesanti, ma era come se non riuscissi proprio ad entrare nella fase del sonno. Ed ora la paura principale è che stanotte resti di nuovo sveglio (domani ho un esame!). Quando non dormo la notte i miei pensieri cominciano a volare verso cose veramente tragiche come per esempio non riuscire mai più a dormire e morire per la mancanza di sonno. Ma è possibile morire se non si dorme?
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<Ed ora la paura principale è che stanotte resti di nuovo sveglio (domani ho un esame!).>

Gentile ragazzo,
purtroppo da qui non possiamo aiutarla come lei meriterebbe, il circolo vizioso che pare essersi instaurato necessiterebbe di essere spezzato attraverso un adeguato intervento.

Eviti magari di usare pc e similari prima di riposare, non aiutano il sonno.

Le segnalo un articolo in merito all'igiene del sonno al link
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/662-insonnia-alcune-indicazioni-comportamentali.html

Ma davvero le suggerisco nuovamente di iniziare col chiedere un consulto psicologico diretto, affinché le difficoltà che ci ha esposto possano essere affrontate in modo efficace.

Anche una visita presso il medico di base sarebbe opportuna.
Se crede ci può tenere informati e un grande in bocca al lupo per l'esame.

Cari saluti



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