Un paziente che certamente ha problemi

Egr Dott Le scrivo per chiedere aiuto.
Ho un figlio (33 anni) depresso, sotto controllo psichiatrico con cura farmacologica, va avanti tra periodi tranquilli e periodi di sofferenza.
Lavora, ha lasciato lo studio, non ha amici si isola completamente, è una persona molta colta e studia profondamente il suo stato ed è convinto che per questa "malattia" si fa poco o niente.
Il punto è che non gli basta solo la cura farmacologica ed è alla continua ricerca di un aiuto psicologico, ha fatto tantissime terapie a indirizzo comportamentale, strategico, psicoanalitico
ma dopo due incontri lascia lo psicoterapeuta, perchè dice di non trovare risposte al suo malessere. Poi ne sente il bisogno ricontatta il dottore che non lo riprende in cura consigliando altre terapie,ma per lui è difficile ricominciare, questo gli crea grande disagio, comunque, cerca un'altro terapeuta e la storia si ripete.
Chiedo a Lei gentilmente come uscirne fuori? E' possibile che non riesca a trovare uno psicoterapeuta che lo aiuti? Dovrebbe uno psicologo ritentare e cercare di aiutare un paziente che certamente ha problemi? Non so se ho esposto bene il problema ma mi creda a soffire non è solo mio figlio ma anch'io, e mi chiedo cosa abbiamo fatto per dover soffire tanto. Grazie Maria

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 503 41
Gentile sig.ra Maria,

per le persone depresse è molto difficile chiedere aiuto allo psicoterapeuta e questo fa proprio parte della patologia e del funzionamento mentale di chi soffre di questa malattia. Sicuramente due sedute non sono sufficienti per la guarigione e neppure per la comprensione del disagio. Il depresso fa fatica a chiedere aiuto per se stesso in genere.

Tuttavia ritengo che debba essere il medico che già segue e conosce Suo figlio ad impostare il trattamento migliore. Non conoscendo personalmente la situazione mi è impossibile pronunciarmi, ma talvolta un ricovero presso le strutture adatte può essere di grande aiuto, sia per monitorare la terapia farmacologica (perchè si è costantemente a contatto con il personale dell'ospedale), sia per comprendere il funzionamento mentale del paziente.

Il medico di base vi può indirizzare verso uno specialista o struttura della zona?

"mi chiedo cosa abbiamo fatto per dover soffire tanto"
Comprendo il Suo stato attuale, ma intanto la scelta più saggia è allontanarsi dal senso di colpa, di cui immagino tutti, Suo figlio compreso, siate investiti. Non si soffre di depressione per espiare una colpa.
Piuttosto potrebbe anche Lei chiedere aiuto per se stessa a uno psicologo: potrebbe esserle utile capire meglio come relazionarsi con Suo figlio.

Ha una rete sociale di sostegno per affrontare questa situazione?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Maria,
due colloqui sono veramente pochi per comprendere se il terapeuta è la persona giusta con cui fermarsi per un possibile percorso, figuriamoci per avere delle risposte al suo disagio.
A volte però subentrano dei meccanismi di difesa, cioè suo figlio da un lato desidera risolvere le sue difficoltà con aiuti di tipo psicologico, ma dall'altro si spaventa ad andare fino in fondo e cambia di continuo, attribuendo all'altro il fallimento del suo percorso.
Da quanto tempo soffre di depressione?
I terapeuti erano maschi o femmine?
Ha degli amici o degli hobby?

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Utente
Utente
Gentile dott Valeria, mio mio figlio soffre di depressione da quando andava al liceo, ma è stata sottovalutata, oggi però è sotto controllo. Di solito le sue terapeute sono femmine e non riescono,forse, a capire quello di cui ha bisogno. Il suo unico hobby è leggere, studiare, adesso ha pensato di fare palestra, cammina molto dice che questo lo aiuta a non pensare. Sono daccordo con Lei, mio figlio attribuisce all'altro il fallimento del suo percorso, ma lo psicoterapetua questo dovrebbe capirlo, ebbene potrebbe ritentare. Grazie Maria
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Grazie Dott Angela sentire persone vicine come lo siete Voi tutti ci aiuta molto. Grazie
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 503 41
Gentile signora, tutto potrebbe essere, anche incontrare un professionista non adatto per trattare quella determinata patologia.

Tuttavia le consiglio di non attribuire il tutto esclusivamente ad una delle due parti: se il paziente va via dal trattamento, lo psicoterapeuta può fare ben poco e, dopo solo due sedute diventa davvero difficile fare delle previsioni sul futuro andamento.

E' chiaro che nel corso di una psicoterapia, conoscendo meglio il paziente, è molto più sensato pensare a come calibrare la relazione terapeutica, ovvero prevedere e prevenire eventuali abbandoni da parte del paziente. Due sedute però -in genere- prevedono la raccolta di informazioni, non parliamo ancora di psicoterapia.

Sarebbe sensato contattare lo psicoterapeuta (uno già visto o se ritenete un altro) e segnalare in prima battuta questa difficoltà di Suo figlio, in maniera da mettere il professionista immediatamente al corrente delle difficoltà di Suo figlio nella relazione terapeutica. Solo in questo modo il Collega potrà essere d'aiuto per la gestione di un probabile abbandono della cura.

Suo figlio riesce a seguire bene le cure farmacologiche o incontra difficoltà?
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Dr.ssa Claudia Signa Psicologo 75 3
Gentile Signora,
immagino che in quanto madre vedere suo figlio in questo stato le comporti tanta ansia e al tempo stesso anche rabbia a causa dell'impotenza per l'impossibilità di cambiare lo stato di cose.

Dalle sue parole la depressione accompagna ormai suo figlio da tanti anni e penso che sia sempre fondamentale rivolgersi al terapeuta di riferimento; ciononostante potrebbe essere un'ulteriore possibilità l'idea di intraprendere un percorso familiare che consenta anche di connettere le vostre emozioni e rintracciare nella storia della vostra famiglia le origini del malessere che vi accomuna anche se suo figlio è quello che ne soffre maggiormente.

Cordialmente

Dr.ssa Claudia Signa;
Psicologa, perfezionata in valutazione psicologica.

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Dr.ssa Laura Biasci Psicologo 4 1
Gentile Maria,
Non solo a mio parere lo psicoterapeuta dovrebbe riaccettare suo figlio o comunque qualsiasi paziende richiede il suo aiuto, ma dovrebbe sentirsi in obbligo in quanto professionista nella relazione d'aiuto.

Il disagio di suo figlio può essere semplicemente dovuto al fatto che nessun professionista fino adesso conosciuto può aver instaurato una buona alleanza terapeutica con lui.
Come lei ben sa chi soffre di depressione vede l'impossibilità in ogni cosa che gli si prospetta davanti, dalla quale deriva un senso di sfiducia anche verso chi può assumersi il ruolo di curarlo.

Le consiglio di continuare a cercare uno psicologo , ma se ritiene che suo figlio sia in grado le consiglierei ancor di più di farlo cercare a lui direttamente visto che se non ho capito male la motivazione nella ricerca di un aiuto psicologico risiede anche in lui.

Spero di esserle stata d'aiuto per quanto mi è possibile.
Cari saluti.
Laura

Dr.ssa Laura Biasci

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Maria,
si è proprio vero uno psicologo dovrebbe tornare in dietro sui suoi passi e riprendersi anche i pazienti difficili e respingenti, ma due sedute sono veramente troppo poche per poter creare un legame, probabilmente suo figlio ha una gran paura dei cambiamenti, a volte a stare male, ci si abitua ed il cambiamento, anche se in positivo, spaventa.
Ci dia notizie in seguito, se crede, speriamo bene
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Gentile Dott Laura Biasci, La ringrazio e nel primo paragrafo della sua risposta sento la realtà del problema è proprio questa è la risposta che mio mio figlio cercava. Perchè al rifiuto della psicoterapeuta si sente male e pensa "allora non c'è niente da fare". Siamo a Milano e cercheremo ancora, la speranza, forse, è l'ultima a morire. Un caro saluto Maria
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Grazie a tutti Voi Maria
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Dr.ssa Laura Biasci Psicologo 4 1
gentile Maria trovo che l'azione fondamentale per aumentare il senso di capacità di suo figlio e non lasciarlo cruogiolare nel senso di impotenza e pessimismo cosmico dove si anela il senso utlimo della vita del depresso sia stanarlo dalla sua condizione di vittima, anche e soprattutto laciando lui la responsabilità di scegliere un terapeuta..

Cari saluti.
dott.ssa laura biasci

www.laurabiasci.com
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Grazie per il momento ha chiesto un incontro con lo pschiatra è un periodo NO. Grazie ancora

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