Svuotamento cavo sottomandibolare sx.

Per la presenza di un linfonodo che all'esame istologico si era rivelato come metastasi di carcinoma a cellule squamose scarsamente differenziate, il giorno 17/5/2012 sono stato operato per lo svuotamento del cavo sottomandibolare sx. Con l'intervento è stato prelevato il linfonodo, altri linfonodi, un frustolo di mucosa nasle, la tonsilla sx, e un pezzo della base lingua. All'esame istologico eseguito questi tessuti, eccettuato il linfonodo iniziale, hanno dato tutti esito negativo. Già prima dell'intervento la RM con contrasto, la Pet Tac, l'RX toracico, un'accurata visita otorino ed altri esami specifici non avevano evidenziato alcunchè all'infuori del già citato linfonodo. Nel corso dell'intervento si è dovuto fare un by pass della giugulare esterna perché rottasi. Dimesso dall'ospedale il giorno 22/5, tolti i punti il giorno 28/5, oggi residua ancora un'apprezzabile indurimento del platisma (si chiama così?), ferita chirurgica di 22 cm, perfettamente chiusa senza cheloide. Il primario ematologo che ha diagnosticato la natura del linfonodo, l'otorino che ha effettuato l'intervento e l'oncologo ritengono che io debba fare almeno 6 settimane (?) di radioterapia, per la qual cosa ho già fatto il "centraggio" con la maschera in polietilene. Sono in attesa di convocazione per la radioterapia che dura circa 10 minuti ogni seduta. Domande:
1) E' necessaria la radio visto che non avevo null'altro in giro per il corpo?; 2) sono necessarie tante settiamne? 3) Quali gli effetti collaterali prodotti dalla terapia per la qual cosa mia moglie se ne sta facendo una malattia?; Non è che facendo la radio si produrranno tante altre patologie di difficile cura?, Una risposta sarebbe utile per affrontare "l'inferno". Grazie.
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Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
Non ci sono i dettagli del caso, quindi è difficile dire di più.

La radioterapia è solitamente utilizzata per sterilizzare il letto operatorio. In caso di positività linfonodale l'RT adiuvante o complementare è consigliata per extracapsularità del linfonodo metastatico e/o per adenopatie linfonodali multiple. Per uccidere eventuali cellule tumorali residue e nello stesso tempo non danneggiare irreversibilemente i tessuti sani circostanti, la dose deve essere dilazionata in diverse settimane. In questo modo le cellule tumorali muoiono e le cellule sane riescono a recuperare il danno indotto dai raggi, avendo intrinsecamente un sitema di riparazione che invece le cellule tumorali danneggiate non hanno.
Non parli di "inferno". Il vero inferno non è la cura, ma la possibilità che la malattia microscopica (residua, qualora ci fosse)possa andare indisturbata in giro a metastatizzare altre zone o possa infiltrare i tessuti locali modificandole in senso negativo la qualità e le aspettative di vita che invece potrebbero essere ottimali e molto lunghe facendo tutto ciò che serve per ridurre il rischio di recidiva(quindi facendo la radioterapia)

Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)

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Utente
Utente
Buongiorno dottore.
La ringrazio infinitamente per la sollecitudine della risposta e per quanto ha chiarito circa la necessità di effettuare la radioterapia a cui io sono pronto a sottopormi anche in presenza di effetti collaterali importanti. Infatti non facendola sarebbe da incosciente perché cellule maligne potrebbero colonizzare organi importanti con tutte le conseguenze del caso. Solo che mi chiedo: Domani sono due mesi dall'intervento e ancora non ho effettuato alcuna seduta di radioterapia, se non la TAC con la maschera che Le dicevo, lunedì 9/7/2012. E' intempestivo questo ritardo o è ancora nei termini fisiologici senza danni? La ringrazio se Lei dottore vuol essere così gentile da fugare ogni mio dubbio.
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Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
Prima comincia, meglio e'. Bisogna comunque consentire che i tessuti si cicatrizzino. Quindi e' nei tempi giusti.
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Utente
Utente
Dottore, la ringrazio ancora una volta della più che sollecita risposta.
Dimenticavo dirLe che io ho 73 anni comunque ben portati fisicamente essendo stato uno sportivo agonistico in gioventù. Le chiedo perciò se la mia età potrà aggravare gli effetti indesiderati della radioterapia, tenuto conto del sito di applicazione (collo) e del numero delle sedute (sei settimane) che sarebbero programmate. Infatti, pur essendo più che pronto ad affrontare le cure che mi verranno suggerite, quelli che vengono paventati come effetti collaterali "pesanti", ci mettono in apprensione (me e mia moglie). Gli eventuali e necessari danni da radiazione sono permanenti o si risolvono nel tempo una volta terminate le applicazioni?
La ringrazio se vorrà darmi un ultimo suo autorevole parere che apprezzerò tantissimo, vista la sua provenienza di medico di un più che rinomato ospedale italiano.
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Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
L'età può essere importante nel ritardare eventuali effetti di riparazione dei tessuti. Comunque , relativamente al suo trattamento nello specifico, dovrà parlare con chi le farà il trattamento, che avrà modo di visitarla e capire le sue specificiche caratteroistiche fisiche con l'esame obiettivo clinico(che ovviamente via internet qui non possiamo fare),

cordialmente
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Utente
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Buon pomeriggio dottore. La ringrazio della sollecita risposta. Al di la di quelli che possono essere i problemi che tale terapia comporta, non essendovi alternativa valida, occorre farla sperando che gli effetti collaterali siano sopposrtabili e meno pesanti possibili.
Grazie ancora.