Bulimia nervosa

Ho 32 anni e dall'età di 14 soffro di disturbi alimentari. Sono sempre stata curata da psicologi e psichiatri e dal 2002 sono seguita dallo stesso medico. Dopo una pausa di circa 8 anni, in cui credevo di aver raggiunto un eqilibrio (avevo una relazione stabile, un appartamento e stavo provando a riprendermi quello che avevo perso), sono crollata di nuovo. I segnali di una ricaduta c'erano, uniti a nuove problematiche che si sono aggiunte nel tempo: la depressione del mio ragazzo, il raffreddamento dei rapporti con i genitori (soprattutto mia madre), con i quali avevo iniziato ad aprirmi, un lavoro poco gratificante, le difficoltà economiche, più altre cause organiche come la scomparsa del ciclo mestruale(inizialmente non dovuta al calo di peso) e la prospettiva di non poter avere figli naturalmente, viste le problematiche riscontrate al mio compagno e alle mie. Ho ripreso il controllo del cibo, prima, poi l'iperattività e le abbuffate. Ora sono afflitta da un senso di impotenza e di rabbia terribili,ho comportamenti autolesivi, non sopporto di guardarmi per via del recente aumento di peso, ma soprattutto non vedo una via d'uscita: mi sento una fallita e ho il terrore di ricadere ancora, qualora dovessi uscirne. Il mio psichiatra ha provato di tutto: terapie con Elopram, Prozac e ora Zoloft, ma senza apprezzabili risultati: dopo un iniziale miglioramento dell'umore e diminuzione della rabbia, torna la depressione e le abbuffate che, fino a poco tempo fa venivano copensate dall'attività fisica, ora nemmeno quello: la mia mente è esausta, sono stanca di impormi ore di palestra e di piscina per concedermi qualcosa, di contro,passo le giornate a mangiare continuamente. Non so più davvero cosa fare, esiste la possibilità che ci siano cause organiche a tutto questo? E perchè i farmaci non mi aiutano? nell'ultimo mese la sindrome depressiva è peggiorata anzichè migliorare, non riesco a reagire. Sono in attesa di un ricovero in una struttura specializzata per disturbi alimentari, ma sono un po' scettica..
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utene,

Può specificare le dosi a cui ha assunti i farmaci elencati. Quel "di tutto" si riferisce ai tre elencati o vi è altro ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Utente
Utente
Ho assunto Elopram 20mg in unica dose al mattino per 8 mesi, poi, essendo peggiorate le crisi bulimiche sono passata alla fluoxetina 20 mg che, però, mi ha dato una reazione allergica(prurito diffuso intutto il corpo), fino ad arrivare allo Zoloft 50mg, del quale ho assunto 1/2 compressa per la prima settimana, 1 per un mese fino ad arrivare a 2 nelle ultime settimane, ma con scarsi risultati.
Grazie per aver risposto.
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Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
Oltre alle terapie farmacologiche, ha mai provato approcci diversi, di tipo psicoterapico?
Cos'è che l'aveva aiutata ad uscire - o quasi- dal precedente periodo critico?
La sua 'ricaduta' sembra coincidente a una crisi ambientale piuttosto importante, in cui appunto sembrava aver raggiunto un 'equilibrio' soddisfacente. In parte i pilastri su cui si reggeva quell'equilibrio sembrano venuti un po' meno, e lei sembra aver perso la forza di reggere.. Dovrà ritrovare quei pilastri o ripararli, se possibile, per ritrovare una maggiore stabilità, e la forza e la resistenza per reggere le difficoltà...
Spesso l'evoluzione personale è una sequenza di periodi critici, più o meno gravi e periodi più equilibrati, come in un viaggio o un'attraversata per mare. Deve forse trovare gli aiuti giusti per superare questa fase, come li ha avuti per la precedente.

Dr. Gianmaria Benedetti

http://neuropsic.altervista.org/drupal/

[#4]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

Rispetto alle dosi antibulimiche, sembra aver assunto dosi basse. Alla fluoxetina ha avuto una reazione che ne ha limitato l'uso, un peccato perché è il farmaco di riferimento, anche se non a quella dose.

Un altro aspetto da tener presente è che il decorso di questi disturbi, sia sotto terapia che spontaneamente, può essere altalenante, il che richiama ad una matrice sottostante di tipo "umorale", agendo sulla quale si possono ottenere risultati più stabili.
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