Dopo un tradimento

Buongiorno, ecco in "breve" la situazione per cui chiedo aiuto. Sposata da 3 anni con un coetaneo con cui sto da 10, tre mesi fa lui mi lascia dicendo che non mi ama più, che non può più stare con me (senza alcun tipo di avvisaglia, dalla sera alla mattina). Dopo soli tre giorni torna a casa dicendo che mi ama, che non può vivere senza di me, ma mi confessa che il motivo di tutto ciò è un'altra...non una semplice scappatella, ma una storia di oltre un anno!! Io sono devastata e il mondo mi cade addosso, ma decido subito di riprovarci, di farlo tornare, perchè lui è l'uomo della mia vita, lo amo ancora e voglio vivere la mia vita con lui. Così torna a casa e tra alti e bassi cerchiamo di ricominciare...o meglio: io cerco di ricominciare, lui mi sembra faccia finta che non sia successo nulla. Passano le settimane e scopro che lei ancora lo cerca, che lui la pensa e che gli manca...anche se dice di amare me, di più me...Mi "spezzo" un'altra volta, ma decido di credergli quando dice che è un po' come un lutto, che anche a lui serve tempo per "dimenticare" del tutto...Ora, io sono ipervigilante e sempre in ansia, in allerta...divisa tra la voglia di amarlo senza condizioni e la paura di soffrire ancora di più di quanto già faccio. Lui alterna giorni normali a giorni in cui a me sembra "sulle sue". Passiamo il tempo insieme, ridiamo e scherziamo anche, eppure a me sembra spesso poco coinvolto e si infastidisce quando cerco di tornare sull'argomento o gli faccio domande; molte volte si comporta come se fosse lui quello da riconquistare, quasi come se mi dovesse bastare che lui sia tornato da me. Ho anche l'impressione che cerchi di "evitarmi" dal lato sessuale e più intimo, e a volte quasi che voglia "punirmi" di qualcosa negandomi le sicurezze in più che io cerco (forse ossessivamente?). Il fatto è che non riesco davvero a capire se sono io a pretendere troppo da lui in questo preciso momento (magari è vero che è anche una questione di tempo?) o se invece c'è altro e dovrei aprire gli occhi del tutto e basta...Mi sono rivolta ad un terapeuta con cui ho fatto un paio di sedute e mi sono trovata molto bene, ma abbiamo dovuto interrompere per suoi motivi personali da oltre un mese e adesso, da sola, non so dove sbattere la testa! Non riesco a distinguere le mie paure e ansie dalla realtà, a capire dove "esagero" io e dove invece vedo giusto, che cosa dovrei "lasciare andare" e su cosa invece concentrarmi per cercare di recuperare il mio matrimonio e il mio amore.
Grazie mille.
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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

il mezzo informatico non è equiprabile alle sedute dal vivo, e pertanto è consigliabile che Lei cerchi un altro terapeuta e riprenda il percorso iniziato.

Forse sarebbe anche opportuno un percorso di coppia, in questo caso, dato che si rischia che Lei faccia delle riflessioni ed una crescita che il compagno non ha modo di fare, creando un'ulteriore divario all'interno della coppia.

Come fare a proporLe un determinato percorso se il aprtner va nella direzione opposta?

Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492

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dopo
Utente
Utente
Buongiorno Dottore,

la ringrazio per la sua tempestiva risposta! Ho proposto più di una volta a mio marito di seguire un percorso di coppia, che ritenevo il più utile alla causa, ma è estremamente reticente (un po' perchè non dimostra molta fiducia in queste terapie e secondo me forse si vergogna anche di essere considerato comunque lui il cattivo?). Pertanto avevo inziato comunque da sola, se non altro per avere aiuto a recuperare un po' di sicurezza e fiducia in me stessa, oltre che di lucidità...Mi era stato inoltre sconsigliato per il momento di "costringerlo" a partecipare, in quanto se non ben disposto avrebbe potuto "annullare" i benefici di un simile percorso: non so se lei concorda o meno su questa tesi...

Il terapeuta che io avevo contattato, era un cognitivo-comportamentale: secondo lei può comuqnue andare bene come "tecnica", o mi consiglia altro? Ammetto di avere anche un po' paura a rivolgermi ad altre persone, poichè con questa mi ero trovata davvero bene e secondo me aveva individuato un percorso valido e salutare quantomeno per i miei bisogni emotivi.

Grazie ancora!
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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

al di là dell'orientamento teorico l'importante è che sia esperto nella dinamiche di coppia, proprio per evitare di avere *il buono ed il cattivo*, ma la coppia con individui con le proprie caratteristiche.

Certo, se l'altro non partecipa, allora per forza il percorso individuale, laddove si lavora solo su se stessa. Non si tratta di annullare o meno gli effetti del percorso, ma del tipo di lavoro da fare, se incentrato sull'individuo o sulla coppia.

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Utente
Utente
Mi scusi se insisto Dottore, ma secondo Lei potrebbe comunque essere "utile" forzarlo a partecipare ad almeno un incontro di coppia? O la sua posizione molto rigida a riguardo potrebbe anche peggiorare? Io sono molto combattuta su questo, perchè da un lato sono consapevole dell'importanza di un percorso parallelo in questi casi, dall'altro però lo vedo come un pretendere/ costringere che mi si potrebbe ritorcere contro definitivamente...Ho provato più volte a spiegargli che sarebbe un aiuto per andare avanti meglio e anche con meno dolore per entrambi, ma lui secondo me non si toglie il timore di essere giudicato o "psicanalizzato"...su questo non riesco proprio a farlo ragionare!!

E quindi, se cercassi uno specialista per me soltanto (come tra l'altro? a caso sull'elenco telefonico?), potrebbe essere comunque poco risolutivo per la situazione? (lei parlava anche di aumentare un gap nella coppia)...

Mi perdoni, ma mi sento parecchio allo sbando, e ho paura che qualsiasi mossa possa essere quella sbagliata!
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Psicologo attivo dal 2012 al 2016
Psicologo
Gentile Utente,

penso che la coppia sia qualcosa che si "costruisce" insieme (ovvero tra i due partner) e che la si mantiene unita insieme.

Se è soltanto uno, tra i due, che intende recuperare la situazione penso che sarebbe una "riparazione a metà".

E l'altra metà, che ne pensa?

Credo che valga la pena riflettere su questo punto, sia da soli che insieme.
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Utente
Utente
Dottor Repici: Sono ovviamente d'accordo con le sue constatazioni. Il fatto è che lui dice che vuole recuperare, che vuole stare con me e vivere con me, e dice che lo sta facendo, che sta già agendo in tal senso (e di contro che non crede nelle psicoterapie e altro).
Da qui il mio dubbio più grande: pretendo troppo io in questo momento (a livello di esternazioni, dimostrazioni, sicurezza, eccetera, magari senza tenere davvero conto del suo stato d'animo attuale, forse più fragile e complesso di quanto io vorrei - visto che io dentro di me speravo in fondo nel "colpo di spugna"...) e quindi dovrei fidarmi di più di lui e del suo modo di agire rispetto alla situazione (dice che sta bene con me, che se gli vengono su pensieri li manda via, che si concentra su di noi), dovrei prendere quel che per ora riesce a darmi senza pensare male, senza leggere tra le righe e senza volere altre garanzie; oppure no? Sono io che, ferita è insicura per la situazione, chiedo troppo e non ho pazienza...oppure c'è altro? Perchè lui dice che è tutto recuperabile, che è qui con me per questo e lo sta facendo...forse allora sono io che davvero spero scioccamente in una guarigione totale troppo rapida per la realtà? Io è questo che non so più!

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dopo
Utente
Utente
Aggiungo solo alcune info, che magari potrebbero significare qualocosa per i medici interessati..

il terapeuta da cui sono stata mi ha parlato di una possibile latente relazione vittima-carnefice, in cui io sarei il carnefice (non abbiamo più potuto approfondire per l'interruzione delle sedute). Dice che sono una persona molto dolce, ma con una corazza di freddezza e autorevolezza tale, oltre che di difficoltà a lasciarmi davvero andare per "pudore" e paura di perdere il controllo, che secondo lui il motivo reale del tradimento potrebbe trovarsi qui...Le sue indicazioni nei miei confronti erano infatti un invito a lasciarmi andare, ad amare e a "scaldarmi", per il mio bene...cosa che ho fatto provando effettivamente benessere io stessa, ma che ora da sola fatico a seguire a causa di un costante bisogno di maggiori conferme e sicurezze dall'altra parte...

non so se questo tipo di indicazioni possano fornirvi un'idea più specifica della situazione...un indirizzo sui comportamenti più utili nell'immediato al mio caso...
Sono consapevole che la mia "mania di controllo" mi porta spesso a volere tutto e subito...per questo nel precedente messaggio chiedevo se parte dei miei timori/ ansie/ dubbi continui potessero venire da qui, o se effettivamente la reazione di mio marito non è comunque "normale" (passatemi il termine anche se non corretto, per favore...diciamo di comune riscontro nella vostra pratica quotidiana?!) in simili situazioni.

Grazie ancora e scusate lo sfogo!
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le Sig.ra,
il ruolo dell psicoterapeuta non è quello di suggerire comportamenti, solitamente sono gli amici e i familiari a farlo.
L'aspetto che colpisce è che non c'è alcuna condivisione delle dinamiche che hanno creato terreno fertile alla rottura del patto di fiducia, se c'era insoddisfazione da parte di uno o entrambi i partners o c'erano altri aspetti della relazione che hanno creato una "distanza".
E' come se entrambi proseguite il vostro percorso su strade parallele che apparentemente vanno nella stessa direzione ma non ci sono collegamenti che le mettano in comunicazione.
Solitamente il partner traditore si rifiuta di partecipare al colloquio con lo Psicologo perché immagina che si trasformerà in un processo a suo carico, quindi è importante che comprenda che non si tratta di questo; è necessario che entrambi possiate assumervi la responsabilità di un processo di cambiamento del quale potete essere gli unici artefici, ma se non ci sono le premesse una consulenza di coppia potrebbe esservi molto utile, al fine di sperimentare modalità di comunicazione efficaci.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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dopo
Utente
Utente
Mi scusi, Dottoressa, ma non sono certa di aver capito cosa intenda con condivisione delle dinamiche...
Io e mio marito abbiamo parlato delle "cause" del tradimento e le motivazioni da lui esposte non posso negarle, cosi come sono consapevole delle mie mancanze/ errori pregressi che possono aver favorito tale situazione.
Da li, abbiamo convenuto i comportamenti su cui entrambi ed ognuno dobbiamo lavorare per poter ricistruire la nostra coppia.
Io sento comunque l'esigenza di un aiuto professionale, forse perché la mia insicurezza ora é molto forte, mentre lui ha appunto timore del giudizio e nom se la sente...

Non so se intendeva questo per condivisione o se, appunto, non ho capito io...

La ringrazio per l'attenzione!
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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicologo, Psicoterapeuta 1.6k 38 9
Gentile utente,
considerata la non disponibilità del partner alla terapia di coppia, le conviene proseguire al momento da sola.
Nei problemi di coppia in genere un convolgimento del partner è necessario, ma può essere successivo, limitato e lo psicoterapeuta può trovare il modo di favorirlo o di richiederlo direttamente

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Servizi on line
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Disturbi psicologici e mente-corpo

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Signora,
spero di non scandalizzarla, ma nei casi di tradimento, non è sempre chiaro chi tradisce e chi viene tradito, ma è la relazione ad essersi ammalata ed il traditore è colui che poi viene colpevolizzato e messo al rogo.

Da quì e senza conoscere la sua storia di vita e di coppia, è veramente complesso comprendere di cosa si tratta, ma probabilmente la vostra coppia stava già perdendo le foglie prima della scoperta del tradimento.

La scoperta del tradimento poi, rappresenta un temporaneo potente afrodisiaco, scatta la voglia di riscatto, di riprendersi quello che le appartiene, il desiderio forte di marcare il suo territorio, ma oltre al sesso, c'è tanto altro, che necessita di ascolti specialistici, per evitare che la crisi non risolta possa ripresentarsi ancora e nel tempo.
Le allego qualche mio articolo, per approfondimenti delle dinamiche di coppia e le faccio cari auguri
Quando la crisi viene elaborata e realmente risolta, da crisi si trasforma in reale risorsa per la coppia!
V.Randone
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2321-tradimento-e-sessualita-quando-si-tradisce-per-salvare-il-matrimonio.html

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2251-come-superare-un-tradimento.html

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2175-quando-finisce-un-amore.html

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2075-la-vita-sessuale-della-coppia-post-lite-pro-e-contro.html

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le Sig.ra,
mi riferivo all'opportunità di mettersi in discussione ma non solo rispetto ai comportamenti,quanto piuttosto ai bisogni affettivi dai quali essi derivano, naturalmente la sede più adeguata per questo processo di elaborazione è il colloquio di coppia, caratterizzato da un atteggiamento non giudicante da parte del terapeuta, che faciliti la possibilità di entrare in contatto con le proprie emozioni e quelle del partner.
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Dr. Erica Volpi Psicologo 1
Il tradimento può avere un senso all'interno della relazione ,solo se i partner sono disponibili a non giocare ai soliti ruoli comuni di vittima /carnefice, innocente /colpevole.

Se si considera che colui che ha sbagliato sia il partner traditore , allora l'altro potrà pretendere di essere in credito per un tempo indefinito.
Se il tradito continua a rinfacciare il tradimento senza assumere un ruolo attivo nel cercare di comprendere le motivazioni senza additare il partner, allora per la coppia c'è poca speranza.

Sarà banale.. ma i traditori mi raccontano che cercano altrove cià che non trovano nella loro relazione. E' impegno dunque di entrambi i partner , cercare nuove soluzioni dopo lo scossone del tradimento..oppure maturare fino a capire che l'altro non ci può dare tutto ciò di cui abbiamo bisogno ..
Altrimenti il partner sarebbe solo un individuo votato a renderci felici..sappiamo che la vita di relazione non è questo!

Dr. Erica Volpi- psicologa psicoterapeuta della coppia e della famiglia