Tachicardia al risveglio

Buongiorno dottori,
due anni fa sono stata sottoposto a una mastectomia e ricostruzione immediata per tumore al seno. Era la mia prima operazione e al risveglio ho avuto tutta la notte tachicardia sui 130 bpm tanto da farmi un ecg che ha rilevato qualcosa automaticamente ma che poi il dottore ha cancellato dicendo tutto normale. Avevo la sensazione poi a volte che il cuore accellerasse tanto e poi di colpo si fermasse perdendo i sensi, pensavo di morire, la sensazione era quella. Mi capitava circa ogni quarto d'ora o mezzora. Non ho dormito tutta notte e per due giorni ho continuato ad avere una leggera tachicardia sui 100 bpm.
Ora mi sottoporrò a un altro intervento di mastectomia e ricostruzione dell'altro seno come profilassi preventiva e nonostante ne sia convinta ho una paura matta del risveglio. Da mesi al solo pensiero ho iniziato ad avre l'ansia e quindi pensavo di prendere qualche ansiolitico 15 gg prima dell'intervento, e ho chiesto se quando mi sveglio eventualmente posso prendere il seles beta se avrò di nuovo tachicardia e il chirurgo mi ha detto di tenermelo dietro...
Le mie domande sono :
1) eventualmente non ci sono farmaci da iniettare in vena al risveglio se avessi di nuovo la tachicardia? ricordo che quella notte mi fecero il ringer acetato (se non sbaglio) ma credo sia una fisiologica con qualche sale e basta giusto? in effetti non cambiò nulla...
2) E' normale tutto ciò? può capitare? e per quanto tempo il cuore può battere a quel livello senza conseguenze?
Io ho un lieve prolasso della mitrale ma niente di grave. E ho fatto la chemio quindi sono sottoposta annualmente a ecocardio. Mio padre è morto di infarto a 40 anni quindi in effetti uno stato ansioso anche dovuto a questo sicuramente ce l'ho, ma soprattutto per la paura di recidive tumorali.Sono allergica alla peniccilina e aspirina, mi chiedevo se la tachicardia potesse essere dovuta alla vancomicina o se è un antibiotico che non dà allergie.
3) come antidolorifico mi davano tachipirina in vena. Ma non è che avessi questo gran sollievo. Chi decide che farmaco dare l'anestesista o il chirurgo?
Grazie
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Dr. Anna Maria Martin Anestesista 2k 68 3
Gentile utente buon giorno, una cosa va innanzi tutto puntualizzata, ossia che Lei deve riferire per filo e per segno tutto ciò al suo anestesista, fornendogli se possibile la cartella dell'intervento precedente. Non deve tralasciare il prolasso della mitrale, infatti, pur essendo impossibile fare diagnosi da qui e dopo due anni, ricordi che è una condizione "predisponente" ai disturbi del ritmo. Il responsabile del decorso postoperatorio nelle prime 24 ore è l'anestesista, anche se in realtà si svolge a 4 mani col chirurgo ed eventualmente altri consulenti. La terapia antalgica viene di regola impostata dall'anestesista ed a lui ci si rivolge per modularla se non efficace. Non è una buona idea inoltre che Lei si porti farmaci da casa per assumerli autonomamente: ricordi che in regime di ricovero e specie dopo un intervento i farmaci devono essere assunti sotto controllo medico e dopo specifica prescrizione registrata in cartella. Problematiche nell'immediato postoperatorio possono si presentarsi ma possono certamente anche essere affrontate sia farmacologicamente se necessario, sia decidendo eventualmente anche di monitorizzare il paziente in ambiente protetto per alcune ore.
Ci chiede della Vancomicina, è un farmaco molto usato ma anche lui può dare allergia, anche se quanto capitatole non ne ha l'aria.
Comprendo inoltre il suo stato ansioso, ma cerchi di contenere l'ansia eventualmente facendo anche prescrivere un "aiuto farmacologico" dal suo medico, informandone poi sempre l'anestesista.
Spero di non aver tralasciato nulla e di essere stata esauriente.
Cordiali saluti.

La consulenza e' prestata a titolo
puramente gratuito secondo lo stile MedicItalia
Dottoressa Anna Maria Martin

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dopo
Utente
Utente
grazie gentilissima dottoressa,
è stata esauriente.
Il prolasso mitralico è sempre rimasto lo stesso da quando me lo hanno trovato ossia nel 2002, mi hanno detto che è riscontrabile in quasi tutte le persone magre. Lo controllo ogni anno e spero non peggiori negli anni.
Con l'anestesista ho già parlato per il pre operatorio riferendogli dettagliatamente tutto e ha guardato l'elettrocardiogramma della scorsa operazione ma ha detto che non c'era nulla di grave, ma sembrava una cosa più correlata all'ansia. Io sono ansiosa, ma la tachicardia costante non era tra i sintomi che di solito ho per l'ansia.
Mi ha solo detto che quando mi sveglierò si vedrà come sto e agiranno di conseguenza.
Mi pare giusto...io non sto tranquilla lo stesso perchè la tachicardia costante a 130 bpm è pesante da sopportare dopo un'operazione, soprattutto se ti svegli con già il senso di costrizione al petto dovuta alle protesi e al distacco del muscolo pettorale.
Comunque cercherò di stare tranquilla e prendere sicuramente un aiuto farmacologico antiansia.
La ringrazio ancora
[#3]
dopo
Utente
Utente
mi scusi la domanda un pò strana ma....non vi è mai capitato un paziente con attacco di panico prima o dopo l'anestesia? si riesce comunque a calmarlo con medicinali?
l'operazione è tra due settimane, dopo l'ennesimo rinvio da un anno a questa parte per vari motivi che non sono dipesi da me e che hanno contribuito ad aumentarmi l'ansia preoperatoria, e continuo a immaginarmi il risveglio e cerco di fare training autogeno affinchè non ricapiti la stessa cosa della volta scorsa....
Ma se vi è capitato, si riesce comunque a calmare il paziente?
grazie....
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Dr. Anna Maria Martin Anestesista 2k 68 3
Gentile utente buon giorno, certamente queste cose capitano, non dico spessissimo, ma capitano e su tutto si può intervenire.
Condizione essenziale è tuttavia conoscere il paziente sul quale si deve intervenire e stabilire con lui un rapporto di fiducia.
Pertanto racconti la sua storia al suo anestesista, gli parli dei suoi timori e gli porti la cartella precedente perchè possa farsi un'idea di quanto è successo.
Un grosso in bocca al lupo.
Cordiali saluti
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dopo
Utente
Utente
grazie dottoressa,
in effetti ho già parlato nei preoperatori all'anestesista, ma poi quello con cui parlo non sarà quello dell'intervento...quindi tanto vale.
Sicuramente ne parlerò direttamente in sala operatoria prima che mi addormentino...
grazie mi ha fatto sentire di non essere l'unico caso disperato di ansia per il risveglio dall'operazione....
cordiali saluti
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Dr. Anna Maria Martin Anestesista 2k 68 3
Gentile utente, anche se l'anestesista con cui parla potrebbe non essere chi la addormenterà, trascriverà comunque quello che Lei gli dice nel documento di preospedalizzazione.
Ciò vuol dire che le informazioni giungeranno comunque all'anestesista di sala operatoria.
Lei farà comunque bene ad accennarglielo, ma lui dovrebbe già sapere tutto.
Stia tranquilla ed in bocca al lupo.
Cordiali saluti.
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dopo
Utente
Utente
grazie ancora, è gentilissima!
crepi il lupo

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