Nefrectomia: post anestesia

Richiesta dell'
Utente 60845
Egregio Professore,
Le invio di seguito la richiesta formulata dallo scrivente e i due pareri espressi cortesemente da due Suoi collegghi specialisti in urologia in merito ad una nefrectomia.
La problematica che intendo sottoporre alla Sua cortese attenzione concerne le possibili complicanze/rischi connesse all'anestesia generale che la mia genitrice viste le condizioni generali di salute (descritte nell'istanza che leggerà di seguito) potrebbe subire dopo l'operazione di nefrectomia. In sintesi vorrei sapere se, stante la necessità di effettuare l'intervento, ormai acclarata anche dall'urologo di famiglia (oltre che suggerita dai suoi due colleghi) sussistono palesi e seri rischi connessi all'anestesia (nel senso di capire se possibile fino a che punto l'anestesia può danneggiare ulteriormente le condizioni di salute di mia madre). Mi scusi la banalità di tali domande ma la mia totale ignoranza in materia connessa alla difficoltà di un figlio di prendere una decisione talmente importante e delicata (come vedrà leggendo le risposte dei suoi colleghi tale decisione è stata definita "drammatica") mi porta ad essere anche banale.
Colgo l'occasione per porLe i più cordiali e sentiti auguri di una felice e serena Pasqua.
Grazie mille per la comprensione e per il Suo parere.

"Egregio Professore,
cercherò di spiegarLe in breve il problema. La mia genitrice è affetta da quasi 11 anni da una grave vasculopatia cerebrale cronica multiinfartuale con demenza secondaria. Presenta una grave compromissione delle funzioni cognitive e non è sufficiente nelle funzioni primarie. Al fine di fornirLe un quadro medico generale Le faccio presente che mia madre (71 anni) ha subito circa 11 anni fa una serie di ischemie cerebrali (tre in totale di cui una lieve quasi 4 anni fa) che l'hanno completamente paralizzata (muove soltanto le mani la testa e le gambe) ed è completamente allettata e debitamente assistita (badante + infermiere professionale). Inoltre ha perso completamente l'uso della parola ma in compenso è lucida nel senso che riconosce le persone capisce i dialoghi insomma ricorda i nomi dei familiari e dei conoscenti insomme è presente.
Ciò premesso nel mese di febbraio in seguito ad una persistente febbricola (durava da circa un mese e si è pensato erroneamente che era bronchite per cui le cure date non sono servite a nulla) si è deciso di ricoverarla in ospedale per i dovuti accertamenti. Circa 15 giorni fa è stata dimessa con la seguente diagnosi " Sepsi delle vie urinarie in via di risoluzione in paziente con idronefrosi destra da calcolosi a stampo. Anemia sideropenica in trattamento marziale (l'emoglobina ha raggiunto anche il lvello di 7,6)".E' stata effettuata una Tac addome con contrasto dall'esito della quale è emerso che il rene destro e funzionalmente compromesso (si stima intorno al 10%) in quanto oltre al calcolo a stampo che ostruisce l'uretere è presente un'altro clacolo (non ostruente) e varie sacche nefrotiche. L'urologo ha prospettato le seguenti soluzioni:
- derivazione urinaria per drenare : ma ha precisato che trattasi in ogni caso di un paleativo vista la compromissione del rene ed in ogni caso può essere un tentativo per evitare la febbre anche se, è stato precisato che le sacche nefrotiche (si chiamano così?) sono varie e il drenaggio potrebbe essere inutile visto che inoltre mia madre è allettata e spesso è in posizione supina;
- nefrectomia che risolverebbe il problema in quanto l'altro rene è completamente funzionante, ma tale tipologia di operazione a detta dell'anestesista è ad alto rishio(in pratica è il massimo indice di rischio) date le condizioni generale di mia madre (in ogni caso non ha da contraltare problemi cardiaci e respiratori).
Allo stato attuale sta continuando la terapia endovenosa a caso di ferro mentre la cura antibiotica (cepimex e dobetin) è terminata da 4 giorni. In questi ultima settimana non ha avuto episodi di febbre ma soltanto rarissimi picchi (una volta 37,8 scesa senza antipiretici nel giro di due ore)e di soluito stazionaria tra 36,8 e 37,00.L'emoglobina all'atto delle dimissioni era a 8,6 adesso ha affto un ulteriore prelievo a termine della terapia endovenosa di ferro.
Nella giornata odierna mia madre sarà sottoposta anche a scintigrafia sequenziale ma trattasi di uno ulteriore scrupolo in quanto a detta di altri suoi colleghi la Tac addome senza contrasto non lascia molto spazio a conclusioni diverse in merito alla funzionalità del rene.
In relazione a qaunto sopra gradirei sapere se effettivamente la nefrectomia è l'unica soluzione e quali rischi post operatori potrebbe comportare data la situazione generale di mia madre. In pratica se la nefrectomia è l'unica soluzione per salvare la vita di mia madre e quindi i rischi dell'anestesia e del post operatorio devono essere per forza affrontati o ci sono altree soluzioni quali appunto il drenaggio.
In questo contesto vorrei sapere altresì se la decisione deve essere rapida in quanto c'è un altissimo rischio di sepsi con la conseguenza che l'intervento poi diverrebe inevitabile ed a più alto rischio.
Mi perdono la lunghezza, l'ansia che traspare però i suggerimenti di persone qualificate mi aiutano sicuramente a prendere una decisione (nefrectomia o drenaggio) per un figlio sicuramente difficile ma che deve essere presa soltanto dal sottoscritto.
Grazie per i suggerimenti che potrà fornirmi.
Colgo l'occasione per inviare a tutto lo staff i più sinceri e sentiti auguri di buona e serena Pasqua"


scritto venerdì 14 marzo 2008 - ore: 9.34.48


Risponde il
Dr. Diego Pozza
(ROMA)

Specializzato in:
- Urologia
- Andrologia
- Chirurgia generale
- Endocrinologia
Cara lettrice,

si tratta sicuramente di una decisione imnportante "drammatica" ma ricordi che si vive meglio con un solo rene sano piuttosto che con due reni di cui una malato e perennemente a rischio di problemi tali da poter compromettere l'altro rene
abbia fiducia del suo medico
cari saluti

Dott. Diego Pozza
www.andrologia.lazio.it
www.erezione.org
www.vasectomia.org




scritto domenica 16 marzo 2008 - ore: 20.06.36


Risponde il
Dr. Giuseppe Benedetto
(VICENZA)

Specializzato in:
- Urologia
- Andrologia
UN QUADRO CLINICO PIUTTOSTO COMPLESSO
CREDO ANCH'IO CHE LA NEFRECTOMIA SIA LA SOLUZIONE MIGLIORE PERCHE' UN RENE POCO FUNZIONANTE E CON SACCHE IDRONEFROTICHE E' A RISCHIO DI SEPSI CONTINUA

dr Giuseppe Benedetto
[#1]
Dr. Sebastiano Petracca Anestesista 56 6
Gentile Utente,
dal punto di vista anestesiologico si tratta di certo di un quadro clinico probabilmente complesso.
Dico probabilmente perchè lei non ha detto nulla sulle condizioni generale della sua mamma. Per una valutazione reale del rischio anestesiologico dovrebbe precisare (ad esmpio)la situazione cardiologica e respiratoria.
Per quanto riguarda gli episodi di ischemia cerebrale potrebbe essere necessario eseguire un eco-color-doppler dei vasi epiaortici (i vasi del collo).
Solo dopo una attenta anemnesi e con l'ausilio degli esami strumentali e di laboratorio sarà possibile stabilire una classificazione ASA (per capirci una stima del rischio). Ricordi bene che la classificazione ASA è solo una stima del rischio che non tiene conto del periodo peri-operatorio.
A titolo personale le consiglio di far eseguire l'intervento in una struttura fornita di Terapia Intensiva Post-Operatoria per ogni eventuale urgenza.
Se vuole ulteriori informazioni la prego di fornire dati clinici più approfonditi.
Tenga presente però che la mia resta comunque una valutazione fatta senza una visione diretta della paziente e quindi ha dei grossi limiti: si affidi al suo anestesista che conosce tutta la storia clinica della signora, la conoscenza del pz è l'unico modo vero per poter portare un pz ad essere sottoposto ad un intervento chirurgico in sicurezza.

Dr. Sebastiano Petracca
Anestesista Rianimatore
http://www.spteam.it
http://www.sanitaprivata.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
Egregio Professore,
in primis grazie per il Suo importante parere. Mi è stato molto utile e prezioso in quanto mi ha chiarito aspetti a me poco noti.
Mi permetta di fornirLe ulteriori informazioni:
mia madre è affetta da anemia cronica (come specificato nella precedente istanza. Dalla scintigrafia è emerso che il rene destro e funzionalmente compromesso mentre quello sinistro ha funzionalità ridotta. Non ha problemi cardiaci nè respiratori e le ultime analisi del sangue hanno evidenziato un quadro generale buono anche per l'emoglobina (è salita nel giro di una settimana da 8,6 a 9,6). Per l'esame alle carotidi non è stato mai effettuato e comunque sono più di 4 anni che mia madre non soffre di problemi di ischemia cerebrale.
Spero di averLe fornito qualche elemento in più anche se mi rendo conto che è difficile esprimere valutazioni senza vedere la paziente. Anche per questa Sua grande disponibilità La ringrazio.
Distinti saluti
[#3]
Dr. Sebastiano Petracca Anestesista 56 6
Da quello che mi dice il quadro clinico generale non ha controindicazioni assolute all'intervento chirurgico, se viene posta indicazione dal chirurgo che segue sua madre.

Stia tranquillo: i Colleghi che hanno in cura sua madre sapranno prepararla per l'intervento nel migliore dei modi.
Si ricordi che è fondamentale la fiducia nel proprio curante.
La saluto con un consiglio (che ripeto a tutti i pz): chiedere sempre e comunque, non aver paura di fare domande inutili, mai andar via da un colloquio con il proprio curante o consulente (anestesista)con dei dubbi.
Cordialmente
[#4]
dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta e perdoni il fastidio.
Auguri di una serena e felice Pasqua.