Quale orientamento psicoterapico mi consigliereste per un problema fobico?

Salve,
purtroppo soffro di un disagio che sono quasi sicuro essere connesso ad un problema avuto quando ero piccolo: in pratica, all'età di 4 anni circa, ho sofferto per un periodo di stitichezza e da quel momento ho voluto andare in bagno accompagnato da mia madre... La cosa è durata per qualche anno (ovviamente adesso non sussiste più eh) e ha un po' segnato la mia infanzia... Il mio problema attuale è che provo un intenso disagio (ansia, imbarazzo, vergogna) nel parlare (o anche pensare) di argomenti inerenti la defecazione e anche, più in generale, di tutti gli argomenti che riguardano l'espulsione/escrezione di sostanze di scarto (è come se il problema si fosse un po' espanso a macchia d'olio) e di tutto ciò che per analogia vi si può correlare... Questo problema comprende, tra l'altro, l'inibizione (se lo faccio provo ansia e vergogna) nell'usare i vari termini di uso comune che si riferiscono a tale argomento (utilizzare termini volgari, non so perché, lo trovo più facile e mi instilla un minor disagio)... Credo, correggetemi se sbaglio, che questo sia un problema di natura fobico-ossessiva, anche se insolito, e volevo chiedere il parere a Voi psicologi di medicitalia su quale potrebbe essere il percorso terapeutico più adeguato per il mio caso... Cioè in pratica credo che si debba fare un percorso desensibilizzante, che decondizioni l'io in presenza delle suddette situazioni... un'altra domanda: questo è un problema risolvibile??? O dovrò conviverci per sempre???
Vi ringrazio in anticipo per la risposta :)
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Attivo dal 2012 al 2016
Psicologo
Gentile Utente,

senza capire il significato sottostante alla vicenda che descrive non è possibile indicare un orientamento piuttosto che un altro.

La cosa importante è piuttosto trovare nel professionista che interpella un'intesa che permetta a entrambi di individuare il punto cruciale della faccenda.

Dopodiché potrà decidere il percorso da intraprendere, con quel professionista o con un altro.
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Dr.ssa Ambra Mazzola Psicologo 39
Gentilissimo ragazzo,

non penso sia possibile dire che un orientamento è migliore di un altro, dipende anche dalla persona, dal terapeuta e dalla relazione che si instaura tra entrambi.
Ovviamente ogni tipologia di percorso può differenziarsi per tempi, modalità e per i temi su cui ci si soffermerà più facilmente. Proverò a darti qualche idea generica (magari altri colleghi sapranno aggiungere altri dettagli oltre a quelli che ti darò io!).

Se per esempio si pensa ad un orientamento cognitivo -comportamentale, il lavoro sarà più concentrato sulla sintomatologia presente e sulle modalità comportamentali che potranno aiutarti a gestire il momento di adesso.
Con un approccio familiare, come il mio, si partirebbe più dalla tua storia familiare e dagli eventi passati per poi ricollegarsi a quanto sta accadendo ora. L'idea alla base sarebbe che è importante capire da dove ha origine il tuo disagio, da quale contesto è nato, con che significato ed in relazione a quali personi importanti della tua vita.
Un altro approccio potrebbe essere di natura psicodinamica, più concentrato sull'individuo e, credo, anche sulle vicende della propria infanzia.

A questo punto ti suggerisco di andare a cercare qualche articolo, presenti anche su questo sito, riferiti agli orientamenti terapeutici. Non credo sia esatto parlare di "orientamento giusto/sbagliato" perchè qualsiasi terapueta, se bravo e competente, può aiutarti a stare meglio. Al limite potrebbe essere una questione di tempi e di disponibilità: i 3 approcci che ti ho elencato sono differenti per lunghezza, partendo dal primo come il più breve, arrivando a quello psicodinamico che di solito richiede i tempi più ampi.

Spero di essere stata abbastanza chiara!
Comunque esistono anche altri approcci, come quello strategico etc., sarebbe una discussione lunghissima!

Dr.ssa Ambra Mazzola
www.psicologocrema-mazzola.it

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Dr.ssa Adriana Saba Psicologo, Psicoterapeuta 12
Gentile utente,
intanto mi preme dirle che sicuramente potrà trovare una soluzione al suo problema e riuscire così a stare meglio. Per orientarsi nella scelta dell'approccio terapeutico potrà trovare, navigando sul web, informazioni utili sui vari metodi e strumenti terapeutici.
Dopodichè non resta che scegliere il professionista. Potrà in questo caso far riferimento al proprio medico di base che, forse, potrà suggerirle qualcuno o consultare gli elenchi presenti sul sito dell'albo della sua regione.

Cordialmente
Adriana Saba

Dr.ssa Adriana Saba
Psicologa-Psicoterapeuta

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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 122
gentile urtente, dal mio punto di vista, vi sono orientamenti teorici più elettivi rispetto ad altri per patologie specifiche.
le consiglio queste letture.
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1399-panico-e-ossessioni-quali-terapie.html

https://www.medicitalia.it/news/psicologia/2106-ansia-quale-psicoanalisi-un-libro-per-capire.html

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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dopo
Attivo dal 2011 al 2013
Ex utente
Grazie a tutti, davvero =) Spero di risolvere presto questo problema, così da poter riprendere gli studi che frequentavo (studiavo medicina e ho momentaneamente lasciato perché l'idea di dover parlare dell'argomento da me tanto temuto con un paziente mi terrorizzava, e poi ci ho costruito sopra tutto un castello di s***e mentali ecc ecc ecc)...
Vi terrò informati su quale orientamento seglierò e se le cose andranno meglio.
Cordiali Saluti =)