Aderenze derma interno del prepuzio

Egregi dottori, non vorrei dimostrarmi un fissato visto i miei precedenti consulti. Dopo una visita per sospetta eritloplasia (termine abusato durante una visita di controllo), risultata poi inesistente, e archiviata la presenza sul glande di momentanee macchie più scure come niente di allarmante, da ascrivere ad una persistente umidità della zona (così mi è stato detto nel corso della visita da parte dello specialista) ho tenuto sotto controllo glande e prepuzio.
Da qualche tempo ho notato, il formarsi di piccole aderenze del derma interno del prepuzio che si salda con il glande interessando per piccoli tratti il solco balano-prepuziale. La situazione non è uniforme per tutta la circonferenza del glande, ma è più presente nella parte ventrale del pene, partendo vicino al frenulo, per sparire nella parte dorsale, dove il solco è netto e si presenta com’è sempre stato. Il fenomeno mi pare abbia anche una lenta evoluzione, senza però procurare fastidi di nessun genere.
Capisco che ogni descrizione, per accurata che sia, non può sostituire una visita diretta, però, in attesa di quella, mi premerebbe sapere quali potrebbero essere le cause (forse più d’una) e i possibili trattamenti se la cosa dovesse procedere oltre, posto che pur tentando con delicatezza di stirare la pelle del prepuzio, non è possibile separare le due facce del solco. Escluderei cause legate a infezioni (escluse durante la visita dermatologica) o altre cause dovute a contatto con elementi (profilattici, detergenti non specifici, ecc.).
Un grazie per il vostro prezioso servizio e in particolare per la gentilezza dimostrata sempre nei miei confronti.
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Dr.ssa Silvia Suetti Dermatologo, Medico estetico 2.4k 40 19
Gentile utente

La descrizione del suo caso parrebbe compatibile - ma solo in via generale rispetto al quesito online - con un processo definito sinechie balano-prepuziale.

Tale processo di saldatura progressiva della porzione interna del prepuzio con la regione coronale del glande e' dovuto a processi di diversa natura che comportino pero' una infiammazione cronica di tipo erosivo.

Con questo dati assolutamente non vincolanti rispetto al suo caso, potrà rivolgersi all'esperto dermovenereologo per procedere con una piu' accurata diagnosi.

Cari saluti

Dr.ssa Silvia Suetti, Dermatologo e Tricologo
www.tricologa.it
Segreteria 06.90213462

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dopo
Utente
Utente
Grazie mille dr. Suetti della sua gentile e precisa risposta. Era nella premessa che il suo parere, senza una visita diretta, sarebbe stato un'ipotesi, forse la più probabile, ma che avrebbe dovuto ottenere il conforto di un controllo da parte dello specialista. Nell'attesa di tale consulto, La informo che in una precedente visita da parte di una dottoressa specialista in dermatologia venereologia (marzo di quest'anno) non si erano evidenziati stati infiammatori della parte interessata, né tantomeno fenomeni di tipo erosivo che lasciassero suppore la necessità di un trattamento specifico. La presenza di alcune macchie rossastre sul glande, che mi aveva fatto richiedere la visita, perché temevo potessero essere diagnosticate come balanite lichenoide (per una notevole somiglianza con le immagini pubblicate sull’articolo del dott. Laino) non erano, a parere della specialista, niente di preoccupante (visto l’attenuarsi in maniera naturale del fenomeno in certi periodi) tanto da consigliarmi una semplice pomata o una polvere per prevenire ristagni di umidità in loco.
Le chiedo ancora una cortesia: nel caso si dovesse dimostrare vera la sua tesi e considerato che le aderenze da me riscontrate sono piuttosto limitate, è ottenibile una loro regressione? Ed eventualmente legata a quale terapia? Grazie ancora per la Sua disponibilità e per il conforto arrecato dal Suo parere.
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Dr.ssa Silvia Suetti Dermatologo, Medico estetico 2.4k 40 19
solitamente in un processo sinechiante balano-prepuziale (stiamo parlando di teoria e non di casi specifici) la prima cosa da fare a mio avviso è arrestare il processo infiammatorio alla base della modificazione strutturale e poi valutare se esistono i presupposti per uno scollamento chirugico dei lembi adesi (che spesso e dopo tempo possono saldarsi assieme in maniera irreversibile)

nel parli con il suo specialista di fiducia

cari saluti
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Utente
Gentilissima dottoressa Suetti
Chiedo scusa di non averla ringraziata immediatamente per la sua risposta tempestiva e molto gradita , ma vista l’imminenza della visita, volevo metterla al corrente della situazione. Nella visita odierna, la sua collega, ha riscontrato effettivamente la presenza di un processo sinechiante balano prepuziale, parziale perché non esteso a tutto il solco, ma non mi ha saputo specificare le cause di questo processo, posto che non ha riscontrato nessuna forma patologica della pelle dell’area in questione, escludendo stati infiammatori, balaniti in corso, possibili lichen che modifichino la consistenza del prepuzio. Perciò, fermo restando che non lamento nessun sintomo riconducibile a un’infiammazione (dolori, pruriti, essudati, ecc.), che quanto diagnosticato dalla stessa dottoressa nella visita dello scorso febbraio e definita come possibile “balanite irritativa quiescente” trova allo stato attuale poco riscontro, che non vi è nessuna evidenza di forme erosive del derma che possano giustificare un tale processo, che escludo di aver messo in atto comportamenti a rischio di malattie sessualmente trasmissibili, mi chiedo quali possano essere le cause di questo stato di cose.
La specialista che mi ha visitato, riconosciuto che il problema travalica le sue competenze, mi invita a sentite il parere di un urologo per valutare un eventuale intervento di circoncisione. Pur riconoscendo che il progressivo presentarsi di queste aderenze, anche se molto lento nel suo manifestarsi, potrebbe portare, come dice la dottoressa, all'obliterazione del solco balano-prepuziale e quindi potrebbe richiedere l’intervento di circoncisione, l’ipotesi di sottopormi a tale intervento non mi piace per niente per le conseguenze che temo sul piano della sensibilità che verrebbe sottratta dall’intervento ablativo del prepuzio. Lo so che vi sono dottori che sminuiscono l’importanza di un’azione demolitiva, ma non mi sento molto accondiscendente verso questa tesi.
Ovviamente, richiederò subito la visita di un urologo, ma le chiedo cortesemente, se vi siano altri accertamenti da fare e/o se il mio caso rappresenti un piccolo rebus oppure se possa trovare analogie con qualcosa che lei, o gli altri specialisti del sito, avete già riscontrato nella vostra prassi clinica. Davvero grato per una vostra cortese risposta, che ovviamente non può che essere ipotetica vista l’impossibilità di una visita diretta, invio a lei, in particolare, e agli altri medici dello staff un ringraziamento.
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Gentilissima dottoressa Suetti
Credo doveroso farle sapere l’esito delle mie visite. L’urologo che mi ha visitato ritiene che le sinechie siano da ascrivere a una passata infiammazione e che la cosa possa essere risolta con un una semplice operazione ambulatoriale di liberazione delle sinechie peniene. Grazie perciò delle sue cortesi risposte ed eventualmente mi faccia sapere se ritiene che vi siano perplessità sulla pratica che mi è stata proposta.