Sterilità maschile post-chemioterapia

Buongiorno, il mio compagno di 34 anni ha efettuato una chemioterapia dose dense, per curare un linfoma non hodgkin al 4° stadio. L'ultimo ciclo di terapia (protocollo R-CHOP) è stato effettuato il 31/12/2010. Da quella data non ha eseguito alcun tipo di controllo sulla fertilità (eventuale/residuale) e la prima settimana di novembre effettuerà il primo spermiogramma. Vorrei sapere gentilmente se vi sono dei dati statistici riguardanti le probabilità (seppur minime) che lui possa essere ancora fertile, o eventuale casistica in cui la spermiogenesi sia ripresa dopo la chemio e anche a questo proposito con quale incidenza.. Chiarisco che prima del principio della chemioterapia abbia depositato il seme (due volte) e che in caso di spermiogramma nefasto siamo intenzionati a provvedere a tecniche di fecondazione assistita, anche se speriamo di non doverlo fare..Ad oggi non abbiamo mai utilizzato alcuna protezione durante i rapporti e non sono mai rimasta incinta. Vi ringrazio anticipatamente. Saluti.
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Dr. Roberto Mallus Urologo 5.5k 109 4
Gent.ma utente,
la tossiticità dei farmaci chemioterapici va a danneggiare in primis le cellule più sensibili da qui la necessità di una banca del seme.E' evidente che tale tossicità è in relazione ai cicli terapeutici debitamente effettuati e quindi alla tossicità totale.
Cmq l''ipotesi di una fertilità conservata è veramente remota .
Cordialmente

Dott.Roberto Mallus

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dopo
Utente
Utente
Grazie mille per la franchezza, davvero. Tutti i medici incontrati, comunque coinvolti direttamente nelle cure urgenti e inderogabili sostenute dal mio compagno, credo per tatto, si sono sempre limitati ad un "non è detto..capita spesso che la spermiogenesi riprenda, magari fra qualche anno ci penserete" capisco però che considerata la gravità della situazione, le priorità fossero altre e le valutazioni concrete sulla fertilità fossero considerate marginali, a vantaggio di un clima di positività e supporto psicologico. Quindi..Immaginavo...
Ancora grazie mille. Saluti. Claudia
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.1k 1.2k 642
Gentile lettrice,

comunque ora potrebbe essere utile fare un esame del liquido seminale ed una valutazione del tasso ematico del FSH.

Fatto questo poi bisogna riparlarne con l'andrologo di suo marito.

La cosa positiva da considerare è la crioconservazione, già fatta.

Cordiali saluti.

Giovanni Beretta M.D.
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dopo
Utente
Utente
Salve Dottore, posso chiederle se vi è correlazione tra la libido e il tasso ematico di FSH? Perchè una delle conseguenze della malattia (intesa sia sotto il punto di vista organico che psicologico evidentemente) è stata quella di un desiderio sessuale pari a zero da parte del mio compagno (tutt'ora presente a due anni dalla terapia; nonostante non manchi ogni sorta di manifestazione di affetto da parte sua), aggiungo che nell'espetarsi del rapporto non vi sia compromissione, ...insomma... oggettiva... della prestazione.... (no impotenza o simili)...
Problema prevalentemente organico o psicologico?
La ringrazio davvero moltissimo... per noi questo è un grande problema...
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.1k 1.2k 642
Gentile lettrice,

l'FSH valuta soprattutto se l'epitelio seminale "lavora" mentre per la libido, se consideriamo solo gli aspetti ormonali, si devono valutare soprattutto l'LH, il Testosterone e la Prolattina.

Se desidera poi avere più informazioni dettagliate su questo problema, le consiglio di consultare anche l’articolo pubblicato sul nostro sito e visibile all'indirizzo:

https://www.medicitalia.it/minforma/andrologia/226-il-desiderio-sessuale-che-fare-quando-viene-a-mancare.html .

Un cordiale saluto.

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